La spada nella roccia
“Okay, è tutto a posto. Vi state frequentando, e tu sei
tornato ad avere diciotto anni. Dopotutto te la spassavi molto di più
all’epoca.” Passai altri venti minuti davanti allo specchio cercando di
esaltarmi. La sera prima avevo riaccompagnato la mandria ubriaca a casa ed ero
andato a dormire. Più o meno verso le sei del mattino.
Una volta uscito dalla doccia mi sedetti al computer e vidi
con estremo piacere di avere alcuni messaggi da parte sua.
“Tesoro! Grazie mille
per la bella serata. Mi spiace di non esser rimasta molto con te, ma prometto
che rimedierò.”
In effetti è vero. Con me ci aveva passato giusto cinque
minuti, però cosa pretendevo? In discoteca si va per ballare.
Presi il cellulare e le mandai un messaggio:
“Claire… tranquilla.
Mi sono divertito, decisamente più di quanto avrei fatto rimanendo a casa”
Non passarono nemmeno venti secondi che la vibrazione
annunciò la sua risposta:
“ti va di guardare un
film stasera? Io te e basta. Dai”
Il mio povero cuore cominciò a palpitare come quella volta
che caddi dal letto sognando di
precipitare e mi svegliai credendo di esser morto.
Andai, andai da lei quella sera. Ricordo di esser stato
particolarmente agitato per tutto il tragitto, ma una volta arrivato mi accolse
lei.
Il suo sorriso mi invitò ad entrare e non potei far altro
che accettare, ma prima, il mio braccio sbucò da dietro la schiena e avvicinò
la rosa al volto di Claire.
“E’ meravigliosa”
“Un po’ come te”
La buttai sull’ironico. Anche se di ironico c’era solo il tono.
Comunque credo di averle fatto capire che effettivamente l’ironia ironizzava un
commento sincero. Ci sedemmo davanti alla tele, a guardare “la spada nella
roccia” e vivemmo nuovamente le emozioni che scatenava quel meraviglioso
cartone animato quando eravamo piccoli. Lei appoggiò la testa al mio petto ed
io le attornai il corpicino con un braccio, ero all’apice della felicità.
Nulla, nulla avrebbe potuto rovinare quell’attimo.
Dopo pochi giorni passati con lei, non esisteva più nessun
altro. Era folle, meravigliosamente, stupendamente fuori di testa. Ci
addormentammo sul divano ai titoli di coda, dopo aver cantato più volte la
canzoncina di mago merlino e dopo esserci promessi che a breve avremmo guardato
anche Robin Hood.
La mattina dopo mi svegliai stuzzicato da un sublime aroma
di caffè e vidi lei, Claire. Indossava una maglia a maniche corte nera, lunga e
larga. In mano stringeva due tazze di caffè bollenti. “Ti ci ho messo due zollette di zucchero. Se non ti vanno bene, vai a comprartelo al bar”
Stronza. Ce ne volevo una sola, perché bastava lei ad
addolcirmi le giornate. Avrei rischiato di uscir di lì malato di diabete.
Eppure c’era un che di strano in quell’atteggiamento,
dopotutto mi conosceva da poco e già sembravamo sposati.
Da poco si fa per dire, la chat mi aveva svelato molti più
segreti di quanti ne rivelasse la sua persona… non tutti però, evidentemente.
L’amore è misterioso