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Autore: ladysabra    01/03/2010    1 recensioni
A Resembool, una ragazza dai lunghi capelli biondi si stava rigirando nel letto, madida di sudore. Per l’ennesima volta aveva avuto un incubo angosciante sui suoi due amici, dei quali non aveva notizie ormai da diversi mesi. Si riavviò i capelli dal volto e sospirò. Normalmente riceveva una loro chiamata ogni mese, seppur breve, dove rassicuravano lei e la zia Pinako sulla loro salute. Invece negli ultimi sei mesi non aveva ricevuto nemmeno una loro lettera.
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

Ciò che state per leggere si tratta del primo capitolo di una mia vecchia fanfiction… per la precisione, della MIA prima fanfiction… 

La pubblicai su un altro sito e la ricordo con molto affetto, perciò ho ben pensato di riscriverla interamente, eliminando errori e rendendola più “matura” ma sempre mantenendo la trama principale.

Beh, non ho altro da dirvi… Ci vediamo a fine capitolo!


A Resembool, una ragazza dai lunghi capelli biondi si stava rigirando nel letto, madida di sudore.

Per l’ennesima volta aveva avuto un incubo angosciante sui suoi due amici, dei quali non aveva notizie ormai da diversi mesi.

Si riavviò i capelli dal volto e sospirò. Normalmente riceveva una loro chiamata ogni mese, seppur breve, dove rassicuravano lei e la zia Pinako sulla loro salute. Invece negli ultimi sei mesi non aveva ricevuto nemmeno una loro lettera.

Si passò una mano sugli occhi gonfi di sonno; non riusciva a dormire bene da molto tempo, ormai.

Sentì dei passi fuori dalla camera, seguiti dal bussare sulla porta.

 

-Winry, alzati!-

 

La ragazza guardò la porta, infastidita.

Non aveva nessuna voglia di dover reggere l’ennesima maschera sul volto, fingere che tutto andasse bene quando dentro invece si logorava dall’ansia.

 

-Non mi sento molto bene, penso che rimarrò a letto..- rispose tirandosi la coperta fin sopra alla testa.

 

-Fa’ come vuoi- sospirò Pinako –però poi non venirmi a dire che non ti avevo chiamata..-

 

Winry si voltò verso la porta, incuriosita.

 

-Di cosa stai parlando?-

 

La nonna entrò nella camera; aveva un gran sorriso stampato sul volto rugoso.

 

-Oggi avremo degli ospiti!-

-Ospiti?- domandò la ragazza mettendosi a sedere.

-Diciamo che questa mattina ho ricevuto una telefonata da parte di due ragazzi di nostra conoscenza..-

 

Winry la guardò sorpresa. Il cuore le aveva perso un battito a sentire quelle parole.

 

-Ed e Al verranno qua? Oggi?- Domandò saltando giù dal letto.

 

Pinako scoppiò in una risata allegra –Sembrerebbe di sì! Preparati, saranno da noi per l’ora di pranzo!-

 

Un paio d’ore più tardi Winry stava apparecchiando la tavola.

La nonna le aveva spiegato che i due fratelli erano riusciti ad ottenere un mese di permesso ed avevano deciso di trascorrerlo a Resembool.

La ragazza non vedeva l’ora che arrivassero: era intenzionata a fare una bella ramanzina ad entrambi i ragazzi per non essersi fatti sentire durante tutti quei mesi.

Ad un certo punto sentì un gran frastuono provenire dal cortile davanti alla casa: Den, il cane della ragazza, stava abbaiando, sovrastando le urla di un ragazzo.

 

 -DEEEEN! TOGLITI SUBITO DI DOSSO!! AL, FAI QUALCOSAAA!-

-Ahahahah! Fratellone! Com’è possibile che ogni volta che torniamo a casa ti fai mettere sotto da Den?-

 

Winry aprì l’uscio di casa... ed eccoli lì! L’armatura di Al scintillava alla luce del sole, mentre Ed era sdraiato in terra con Den seduto comodamente sopra di lui.

 

-Winry! Che bello rivederti!-

-Ciao Al!- Salutò allegramente la bionda, rivolgendogli un gran sorriso.

-QUALCUNO PUO’ DARMI UNA MANOOOOOO!-

 

I due ragazzi si voltarono a guardare Ed, sempre sdariato in terra. Den aveva cominciato a leccargli il volto, contento di rivedere i due fratelli.

 

-Adesso basta, Den! Vieni qua!- lo richiamò la bionda, divertita.

-Aaaah guarda che disastro! Sono tutto impolverato!- Si lamentò il ragazzo alzandosi da terra.

 

Cominciò a scuotersi la terra di dosso, fino a che incrociò lo sguardo di Winry.

Sussultò. L’espressione felice della ragazza aveva fatto spazio ad uno sguardo omicida, con il quale stava fissando il povero Ed.

 

-Ehm… C-ciao Winry…- balbettò arretrando di qualche passo –S-scusa se non vi abbiamo avvertite prima del nostro arrivo, ma adesso siamo qui e non c’è bisogno di essere arrabbiate, no?- tentò di ammansirla, sfoderando un sorriso carico di tensione.

 

Gli occhi della ragazza lampeggiarono di rabbia, ma invece di esplodere in urla, Winry sospirò, rassegnata.

 

-Considerala la tua giornata fortunata, Ed. Avevo già pronte diverse chiavi inglesi da tirarti dietro!- Gli rispose con un ghigno.

 

-Ragazzi! Finalmente avete deciso di farvi vedere, pensavo che vi foste dimenticati di noi!- Esclamò Pinako uscendo di casa.

-Ciao zia! Scusateci per tutti questi mesi di silenzio, immagino che vi abbiamo fatto preoccupare…- si scusò Al.

-Ci racconterete cos’è successo mentre pranziamo. Venite, è già pronto in tavola!-

 

Mentre Ed si rimpinzava dei deliziosi piatti preparati dalla vecchietta, Al raccontò loro di cosa era accaduto in quel periodo.

Il colonnello Mustang li aveva scelti per una spedizione top secret che li aveva visti viaggiare per molte città; inoltre avevano ricevuto il divieto assoluto di comunicare con qualsiasi persona che non facesse parte del gruppetto di persone prescelte da Mustang per lo svoglimento della missione.

 

-Ci dispiace…- si scusò nuovamente Al -avremmo voluto chiamarvi tantissime volte, ma se avessimo disubbidito ad un ordine del colonnello saremmo sicuramente andati incontro a molti guai…-

-L’importante è che stiate bene- disse Pinako, alzandosi dalla tavola per servire la seconda portata.

 

Finito il pranzo, Winry si alzò in piedi e si diresse verso il laboratorio. –Avrete anche un mese di congedo, ma io ho ancora diverso lavoro da finire- disse in tono rassegnato; Pinako invece doveva recarsi a casa di un cliente per sistemargli l’automail di una gamba.

-Che ne dite di andare a trovare vostra madre al cimitero?- aggiunse mentre preparava gli strumenti da potarsi dietro.

-Ottima idea! Andiamo fratellone?- chiese Al alzandosi dalla sedia.

Ed si stiracchiò e fece un grande sbadiglio –Sono un po’ stanco per il viaggio, Al. Se vuoi, vai pure da solo, penso che ci andrò domani-

 

Al annuì, lo salutò e seguì la vecchietta fuori casa.

Un’oretta più tardi, Ed si stava annoiando da morire. Aveva giocato un po’ con Den, ma si era stancato presto visto che il cane aveva esaurito l’euforia provata appena aveva visto i due ragazzi.

 

Winry, nel frattempo, stava ultimando un braccio automail che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo.

 

TOC! TOC!

 

-Avanti- disse sovrappensiero la bionda, mentre stringeva un paio di esili viti.

-Ti disturbo?- Domandò Ed entrando ed accomodandosi su una sedia vicino a lei.

La ragazza non rispose alla domanda mentre osservava l’automail, ormai finito, deposto sul bancone.

-Meraviglioso…- sussurrò con gli occhi che le brillavano.

Ed la guardò perplessa. –Sei decisamente una fanatica degli automail- disse per punzecchiarla.

Winry gli rivolse uno sguardo truce –Almeno io non vado VOLONTARIAMENTE in cerca di guai per noia!-

Ed sbuffò. A quanto pareva la ragazza non aveva ancora digerito il fatto di non aver ricevuto loro notizie per tutto quel tempo.

-Erano gli ordini di Mustang, non potevamo fare altrimenti-

Winry si voltò verso di lui, arrabbiata –Troppo semplice, Ed, troppo semplice! Non mi pare che tu ti sia mai fatto molti scrupoli a seguire gli ordini del colonnello!- sbottò alzandosi e cominciando a riporre al loro posto gli arnesi sparsi sul bancone.

Edward si alzò in piedi e l’afferrò per un polso –Ti ho già chesito scusa, finiscila con questa storia! Non sei stata di certo te a rischiare di venire ammazzata in questi mesi, e ora come ora non ho sicuramente voglia di sentirti sbraitare per una sciocchezza del genere!-

 

Winry tremò di rabbia.

-Sciocchezza?- sussurrò con voce tremante.

Ed addolcì un po’ il tono di voce –Ehm… so che sei stata molto in pensiero per noi, però…-

-MOLTO IN PENSIERO?!- urlò lei, strattonando il braccio per liberarlo dalla presa del ragazzo –HAI IDEA DI COSA SIGNIFICHI STARE IN ANSIA PER BEN SEI MESI?! DI ATTENDERE UNA VOSTRA TELEFONATA INUTILMENTE, SUSSULTANDO AD OGNI SQUILLO DEL TELEFONO?! TREMANDO OGNI VOLTA CHE RICEVEVO UNA LETTERA, PENSANDO DI TROVARCI SCRITTO CHE VI ERA CAPITATO QUALCOSA DI BRUTTO?!-

Per Ed quelle parole furono come uno schiaffo in pieno volto. Winry respirava affannosamente dopo aver buttato fuori tutta la rabbia e l’angoscia che aveva covato dentro di sé, era rossa in volto e aveva gli occhi lucidi.

-Nessuno ti ha costretto ad entrare nell’esercito- aggiunse sempre arrabbiata.

-Per me e Al è stata la scelta migliore da fare!- esclamò Ed, scaldandosi ulteriormente –vogliamo recuperare i nostri corpi, DOBBIAMO recuperare i nostri corpi, dannazione!-

 

Si creò un silenzio teso tra i due. Ed si era seduto nuovamente sulla sedia, imbronciato.

Winry aveva ripreso a riordinare gli arnesi, riponendoli un po’ a casaccio.

 

-Ti sei calmata?- chiese stizzito il ragazzo, voltandosi a guardarla.

Winry dal canto suo evitò di rispondere, temendo che la voce le tremasse nel parlare.

 

-Mi dispiace- continuò Ed –più di questo, non so cosa dire-

-Dimmi che rimarrete qua, che non mi lascerete più sola…- sussurrò la bionda passandosi una mano sugli occhi.

Odiava farsi vedere piangere dalle persone, specialmente da lui.

-Sai che non possiamo…- le rispose Ed alzandosi e parandosi di fronte a lei.

Winry tenne lo sguardo basso.

-Guardami, Win…- le disse dolcemente il ragazzo, appoggiandole una mano sul viso.

 

In quel momento suonò il telefono di casa.

 

-Scusami…- disse piano la ragazza, allontanandosi ed uscendo dal laboratorio.

 

Ed si passò le mani sul volto stanco. Si maledisse mentalmente per non aver mantenuto la calma; sapeva quanto era irascibile la ragazza, darle contro era stata la peggior mossa che avesse potuto fare.

Mentre rifletteva su quei pensieri, vide Winry rientrare nella stanza. Era impallidita ed aveva un’espressione preoccupata dipinta sul volto.

 

-Ed… è per te- disse a bassa voce.

-Per me?- le domandò sorpreso il ragazzo.

-Sì… è… è Mustang. Dice che è urgente…- le rispose la ragazza lanciandogli un’occhiata ansiosa.

 

Edward si affrettò a rispondere al telefono. Winry lo sentì salutare il colonnello. Il ragazzo annuì un paio di volte, poi rimase in ascolto per qualche minuto.

 

-Ho capito- disse alla cornetta in tono grave –appena torna Al prenderemo il primo treno per Central City- dopodichè riagganciò.

-Cos’è successo?- domandò Winry avvicinandosi al ragazzo.

Edward le rivolse uno sguardo costernato.

-Si tratta di Scar. Sono stato assegnato ad un’importante missione contro di lui. A quanto pare, sono riusciti a rintracciarlo-

 

Winry sussultò. Scar… odiava quell’uomo. E le incuteva molta paura.

In quel momento la porta di casa si aprì ed entrò Al.

 

-Ciao ragazzi! Che avete fatto di bel…- si bloccò di fronte all’espressione tesa dei due.

 

Ed gli si avvicinò. –Ha appena telefonato Mustang. Si tratta di Scar, a quanto pare si è fatto nuovamente vivo. Dobbiamo partire il prima possibile- gli spiegò velocemente.

 

-Accidenti!- imprecò Al.

Winry si avvicinò ai due ragazzi –L’ultimo treno per Central City parte alle cinque…-

 

Si voltarono a guardare un vecchio orologio posto su un mobile vicino a loro. Segnava le quattro e cinquantatrè minuti.

-Non ce la faremo mai ad arrivare in tempo- osservò Ed –partiremo domani mattina col primo treno-
















Allora, cosa ne dite?

Dopo questo ci saranno altri otto capitoli… :]

Attendo dei vostri commenti, fatemi sapere se per ora vi piace! ^^

A presto!


LadySabra
  
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