Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: _Lithium_    01/03/2010    0 recensioni
La verità è che nessun altro oltre te riesce a scuotermi davvero dal torpore in cui la vita mi ha mandato. Non sono mai stata brava a parole, in questo siamo proprio uguali. Ma basta pensarti per far capire alle persone che mi circondano cosa significhi per me. Ti guardo, e non posso fare a meno di pensare a quanto tu sia oscenamente bello. Bellezza incontaminata, addirittura indecente.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccola premessa prima di lasciarvi a questa storia. L'ho scritta diversi mesi fa, mi mancava giusto qualche riga per concluderla, ma proprio non ci riuscivo.
Perchè alcune cose sono reali, le ho vissute in prima persona. Certo, fortunatamente non è una fic interamente autobiografica XD, ma ci tengo moltissimo. (Inoltre è la prima non-yaoi o_o).
Beh, che altro dire.. Semplice, probabilmente banale, ma spero che qualcuno apprezzi ugualmente <3
Come sempre ringrazio chi leggerà e recensirà ^^,
Lithium.




Winter Sleep





Nell'aria c' è un vago odore di medicinale, sufficientemente intenso da procurarmi uno sgradevole senso di nausea.
Si dice che le persone siano per natura un po' masochiste, ed io non posso che concordare.
Guardandoti qui, steso su questo letto d'ospedale, i ricordi iniziano a scavare nella mente senz' indugio, riaprendo ferite che avrei voluto si cicatrizzassero il prima possibile.

Hai appena vent' anni, trascorsi per la maggior parte in un limbo oscuro, privo di speranza.
Strano, proprio tu che avresti voluto girare il mondo sei rimasto vittima della crudeltà di questo pianeta che tanto volevi cercare di capire.
Io non ci ho mai provato, neppure una volta.

La mia maschera di apparente freddezza l' ho tolta soltanto in tua presenza, quando ormai il mio cuore si trovava lontano dall'agognata e sicura deriva.
Lo hai preso, quest' organo che metaforicamente la gente decanta, e lo hai plasmato, riuscendo a farlo diventare una piccola opera d' arte.
Facedolo suonare, pigiando su di esso con la stessa delicatezza con cui sfiori i tasti del tuo pianoforte, creando melodie che sanno rapire l'anima.

L' infermiera è venuta a portarmi un caffè, ormai sono seduta al tuo fianco da non ricordo più quante ore.
E' gentile, sai? Anche se mi guarda con espressione rassegnata so che in fondo mi capisce.
O almeno è ciò che crede lei.
La verità è che nessun altro oltre te riesce a scuotermi davvero dal torpore in cui la vita mi ha mandato.
Non sono mai stata brava a parole, in questo siamo proprio uguali.
Ma basta pensarti per far capire alle persone che mi circondano cosa significhi per me.
Ti guardo, e non posso fare a meno di pensare a quanto tu sia oscenamente bello.
Bellezza incontaminata, addirittura indecente.
Sembri così fragile in questo momento, simile ad una piccola gemma rara incastonata in un posto che proprio non le si addice.

Non ho mai creduto all' opinione dei medici, tu non hai nessuna rotella fuori posto.
Il mondo ti è stato ostile da sempre, non permettendoti di sbocciare, e questo è quanto.
Quel fallito di tuo padre t' impedì di condurre un' esistenza serena, prendendoti a calci quando beveva troppo, graffiando ripetutamente la tua pelle diafana senza poi provare alcun senso di colpa.
Entrò in quella tua dolce testolina d'infante con la forza, ferendoti in maniera tale da procurarti una lacerazione profonda e visibile solo all'occhio del cuore, difficile da risanare.
Questo lo hai raccontato solo a me, non è vero?
E' per tua madre che hai taciuto, è per lei che ti sei sempre fatto coraggio, evitando di denunciare un bastardo che ti ha vergognosamente sporcato e rovinato.
Ma, oh, loro non sanno chi sei veramente, non conoscono le tue paure e i tuoi desideri.
Non possono immaginare quanto amore v' è racchiuso in questo tuo corpo gracile e delicato, e quant' è bello vederti sorridere per le cose più semplici.

Ho perfino imparato a cucinare, per te.
Non ho mai amato farlo, mi è sempre parso un lavoro da donnicciola, anche se in realtà era un modo per non ammettere che ero una totale incapace.
Però, alla vista di quel tuo sorriso da bambino davanti a un' immensa torta al cioccolato, non ho resistito ed ho imparato ad apprezzare anche qualcosa che odiavo fare.
Soltanto per vederti splendere ancora.
Esclusivamente per farti capire che non potrei mai abbandonarti, neppure se deciderai di lasciarmi qui da sola.
Perchè non c' è nessuno come te, quindi sbrigati a svegliarti da questo lungo sonno, e prendimi per mano.
Ho bisogno di sentirti dire - scema, lo vedi che ti angosci sempre inutilmente?
Apri quei tuoi pozzi chiari e dimmelo, ti prego dimmelo..
Pronuncia il mio nome ancora una volta, e ricordami cosa significa andare in estasi con un' unica parola.

Con una sigaretta tra le dita guardo fuori dalla finestra, esplorando l' orizzonte scuro che si staglia dinanzi ai miei occhi.
Hai ancora le macchine attaccate al corpo, tutti quei fottuti psicofarmaci ti hanno distrutto.
E' strana la vita, un momento pensi che tutto stia andando per il verso giusto, e quello successivo ti ritrovi perso, aggrappato a stento ad una speranza che all' ultimo potrebbe svanire crudelmente.
Te lo ricordi il nostro primo bacio?
Ero emozionata come una ragazzina, mentre tu, perfetto nella tua camicia scura, mi sussurrasti che non avevi mai provato niente di simile prima di allora.
Fu un contatto veloce, casto.
Diverso dai baci che si danno i ragazzi d' oggi, fatti più di lingua che di sentimento.
Ma che mi segnò in profondità, adagiandosi comodamente nel podio dei miei ricordi più belli.

Perchè sì, la verità è che ti amo.
Non te lo avevo mai detto, vero?
Ti amo e non me ne vergogno.
Ti amo e non è un peso dedicarti la mia vita.
Come non lo è neppure prendere la tua mano tra le mie, baciandola delicatamente.
Io non credo in Dio, anche se oggi mi piacerebbe riuscire a farlo.
Quanto tempo è trascorso dall' ultima volta in cui il mio cuore s' è sgretolato in questo modo?
Non riesco a ricordarlo, proprio non ce la faccio.
Mi sento svuotata, privata della mia essenza vitale.
Privata di te, che mi fai piangere, che mi fai sentire così dannatamente inutile.

E anche questa cicca sta morendo lentamente, come forse sto facendo anch' io.
Sai, non è bello tremare di dolore.
E' straziante stare qui, da sola, mentre attendo di sapere se giungerà a momenti anche la mia ora.
Nessun' altro è venuto a trovarti, neppure tua madre.
Ha rinunciato alla tua guarigione ancora prima di sapere quale male ti affliggesse.
Qualche giorno fa mi disse - tu sei l'unica che riesce a stargli accanto in qualunque situazione, vorrei avere il tuo coraggio.
L' ho guardata con sguardo vitreo, la donna che ti ha messo al mondo, perchè dopo tutto questo tempo ancora pensa che io sia una fottuta Madre Teresa.
- dovresti vivere la tua vita serenamente, non dietro a un malato mentale!
Queste le parole dei miei amici.
Oh, lo so quanto hai sofferto per tutto questo.
Hai provato un' infinità di volte ad allontanarmi da te, dicendomi che era ingiusto farmi sprofondare in un abisso fatto d' ansia e preoccupazione.
Ti misi un dito sulle labbra, simbolica richiesta di farti tacere.
- non ti lascerò mai, mettitelo bene in testa.

Quella volta mi donasti uno dei tuoi sorrisi più belli.

La mia mano scivola tra i tuoi capelli neri come la notte, accarezzando la tua pelle morbida, e fredda.
Il tuo incarnato è di un pallore che mi fa rabbrividire.
E' devastante guardarti privo di sensi su questo maledetto lettino, atroce non poter fermare queste mie lacrime, simili a schegge di vetro che mi feriscono il volto.
Il rumore delle lancette dell' orologio appeso al muro mi opprime, è come se volesse dirmi che i secondi passano sempre più in fretta mentre tu, inesorabilmente, ti allontani da me.
Stanotte c' è quasi la luna piena, ti piace da morire, non è vero?
A me rattrista, perchè lei da lassù può brillare sempre, ogni volta che vuole.
Mentre noi attendiamo un destino di cui siamo terrorizzati.

- Ehi, mi senti? Su, non puoi dormire proprio adesso!
Lentamente dischiudo gli occhi, e vedo il tuo volto dai contorni ancora poco chiari sorridermi.
Non so cosa dire, sento le ciglia umide e pesanti, mentre istintivamente porto una mano alla bocca.
- Ma come.. Poco fa eri mezzo morto, io.. non capisco..
Una risata cristallina, raro sentirla uscire dalle tue labbra.
- Beh, a dire il vero.. Ecco, guarda laggiù, così capirai meglio.
In quella solita, angusta stanza d' ospedale c' è ancora Lui disteso sul letto.
Io gli sono accanto, con la testa poggiata di fianco alla sua ed il corpo adagiato scompostamente sulla poltroncina.
Mi volto, cerco le parole adatte ma non le trovo.
Lui sembra capirmi, alzando le spalle mentre continua a guardarmi sereno.
- Occhei. Siamo morti e ora ci troviamo in paradiso? Ma io non ci credo, cazzo! Non è possibile, dev' essere per forza un sogno.
- Non lo so dove ci troviamo, però, forse, possiamo dire di esserci persi nel mondo laggiù. E questo che stiamo calpestando è uno nuovo, in cui io sto bene e tu non hai più il trucco colato.
Un altro sorriso.
Cerca la mia mano, la bacia, la stringe.
E penso che non m'importa affatto del resto, ho Lui e questo mi basta.
Sì, mi basterà in eterno.



Encefalogramma piatto.
E' finita.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: _Lithium_