Salve a tutti!Eccomi qui a postare il secondo
capitolo dopo una
settimana,perdonatemi,ma credo che il tempo di pubblicazione
sarà sempre questo
più o meno,la scuola non perdona *sospiro triste*
Dunque,prima di tutto,devo ringraziare,con il cuore
in mano,i 14 angeli che
hanno recensito il primo capitolo.
Cosa dire?*_________________* Le vostre recensioni
mi hanno decisamente
tirata su di morale!Non sono una ragazza che ha molta stima di
sé stessa,e
penso sempre di aver creato un lavoro pessimo,sono decisamente
leopardiana .__.
Ringrazio le 300 e passa visite,chi ha inserito la
storia tra le seguite e
i 30 preferiti *-* davvero,non so cosa dire,se non grazie,vi adoro
<3
Ora,venendo al capitolo…sono 18 pagine
di Word *sospiro*;purtroppo,non
conosco il senso della misura.Ma vi prego,se trovate il capitolo troppo
noioso
o pesante,di riferirmelo.Tenterò di essere più
“stretta”.
Diciamo
che questo non è il capitolo che avevo previsto,in quanto
avevo in
mente di spiegare prima ciò che è accaduto nello
scorso capitolo,ma poi…non
so,è uscito questo^^
Una cosa importante: ho consultato il regolamento
di efp,ma non sono
riuscita a capire molto riguardo il discorso dell’inserimento
delle
immagini.Qualcuno potrebbe spiegarmi come funziona esattamente?
Detto questo,vi lascio alle risposte delle
recensioni e alla lettura
del capitolo.
Ci
si rivede sotto,se mai riuscirete ad arrivarci xD
mary_cullen90 : oh,ma grazie cara*arrossisce* Eeh,quante
domande*risata sadica* come ho
detto prima,avevo pensato di rispondere a tutto in questo capitolo,ma
poi ho
pensato di far slittare tutto al prossimo!Comunque stai tranquilla,al
prossimo
tutto sarà sicuramente spiegato :P Già,Lizzie
è un angelo <3 E soprattutto
l’unica persona non complessata in tutta questa faccenda xD
fracullen : Grazie mille <3 Per il momento si,Lizzie
è completamente umana;ma non
è detto che qualcosa possa verificarsi con il tempo ;P a
presto <3
vanderbit :
sono contenta che ti incuriosisca!spero che anche questo capitolo ti
piaccia.Riguardo Edward,bisogna attendere il prossimo capitolo^^Bacioni
crista :
ciao! Oh si,non mi piace prolungare tanto la distanza tra Ed e
Bella^^Tanya?Si saprà al prossimo capitolo!Bacioni <3
eka:
Grazie mille^^Eccomi qui con il secondo capitolo.Sono stata veloce?xD
nanerottola :
Ciao!mi fa piacere che ti abbia incuriosita!Anche se questo capitolo
ancora non placherà la tua curiosità xD ^^
Elisewin :
Ciao !Per il momento,posso solo dirti che ci saranno molte,molte
sorprese^^
gegge_cullenina : Eccoti accontentata^^ Spero ti piaccia anche
questo :P
giova71 :
Grazie del benvenuto *-* I misteri da sciogliere sono ancora
tanti,basterà attendere il prossimo capitolo^^
ilariaechelon :Ciao!Grazie
mille *-* E’ Tanya?Non è Tanya?Chi lo sa xD
samy88 :
Grazie mille *-* Spero ti piaccia anche questo^^
Antonya :
Antonya,grazie mille *-* Se non fosse stato per te,questa storia non
sarebbe mai arrivata qui!Spero che questo secondo capitolo non deluda
le tue
aspettative!Bacioni <3
flavy624 :
Ciao!Ecco qui il nuovo capitolo^^
Luna
Renesmee Lilian Cullen
: Ciao!Mi fa piacere che ti piaccia il nome della
bimba,è un nome che anche io adoro <3 Grazie mille
dei complimenti *-*
Bacioni <3
Secondo
capitolo
Fissavo il soffitto della mia stanza con insistenza.
Attorno a me,il silenzio assoluto. Elizabeth
dormiva nella sua carrozzina;
non si era svegliata nemmeno un minuto durante la notte,a differenza
della
sottoscritta,che si era rivoltata nelle coperte per tutto il tempo.
Ieri sera,quando ero rientrata a casa,con il fiato
corto,avevo consegnato
la spesa a Renèe e mi ero ritirata in camera con mia
figlia,arrancando la scusa
di avere da studiare e di non avere fame.
Mamma e papà non avevano detto nulla,ma
dall’espressione della loro faccia
avevo compreso che non l’avevano bevuta.
Avevo tentato di prendere sonno,inutilmente;ogni
qualvolta riuscivo a
chiudere gli occhi,quelli verdi di Edward (che fosse stata o no
un’allucinazione,la sua figura mi era rimasta impressa molto
dettagliatamente)
facevano capolino,facendomi sussultare e accelerare i battiti del mio
cuore.
Avvertii i primi rumori in camera di mio padre,di
fianco la mia,e gettai
uno sguardo sulla radiosveglia poggiata sul comodino vicino al mio
letto a due
piazze.
Segnava le 6.00 in punto. Erano esattamente
ventiquattro ore che non
chiudevo occhio.
Grandioso,Bella.
Udii il cigolio della porta e Charlie che
probabilmente entrava nel bagno
che lui e la mamma condividevano.
Con un sospiro mi voltai e premetti le dita sulle
tempie,tentando di
ignorare il mal di testa insistente e di rilassarmi. Per quanto
dolorosa fosse
la questione,non potevo di certo non pensarci.
Avevo incontrato Edward.
Il solo ripensare al suo nome mi fece andare in
iperventilazione,e dovetti
ricominciare il processo di rilassamento daccapo.
Ragiona in modo obiettivo,mi dissi. Ragiona Bella.
Doveva essere stato tutto un sogno,non
c’era dubbio:era statisticamente più
possibile che il mio cervello,che ormai consideravo definitivamente
fuori
commercio ,avesse immaginato tutto piuttosto che Edward si fosse
trovato sul
serio in quel supermercato .
La prima ipotesi aveva molti punti a suo favore.
Primo di tutto: se i Cullen avessero dovuto
scegliere un posto dove
trasferirsi di una cosa ero sicura: l’ultima meta proposta
sarebbe stata
sicuramente la California,che con il suo sole onnipresente,li avrebbe
costretti
a nascondersi giornalmente dentro casa.
Secondo punto: Edward aveva gli occhi verdi.
Il colore degli occhi di un vampiro ,da quanto ne
avevo appreso durante la
mia permanenza a Forks,potevano oscillare tra due varietà
molto distinte di
colore : il rosso( per coloro che si nutrivano di sangue umano) e il
dorato
(per coloro che preferivano uno stile di vita più simile a
quello
umano,cibandosi del sangue degli animali).
Eppure,nonostante tutto,la mia mente non riusciva a
togliersi dalla testa
l’idea che Edward fosse veramente tornato.
Lo sguardo che aveva indirizzato a Elizabeth - uno
sguardo di puro
smarrimento-mi aveva anche lasciata intendere che probabilmente non
aveva
capito che quel piccolo angelo fosse sua figlia.
E poi,chi diavolo era quella vampira bionda accanto
a lui,che lo aveva
trascinato via nel momento meno opportuno?Non avevo potuto
immaginarla,perché
non la conoscevo.
Aveva detto “ ci stanno aspettando a
casa”.In quel momento,la
consapevolezza e la verità mi colpirono con la stessa
violenza di un fiume in
piena.
Edward era tornato,non era stato frutto della mia
immaginazione. E
probabilmente con lui,erano tornati anche tutti i Cullen.In quel
momento,ancora
sconvolta dalla notizia,mi rifiutai di pensare cosa sarebbe potuto
accadere
riguardo Elizabeth,ma pretendevo solamente di sapere perché
la sorte si
avversava cosi duramente contro di me.
Lo scrosciare dell’acqua della doccia in
bagno mi ridestò.
Dopo aver gettato un altro sguardo alla sveglia e
aver scoperto che era
passato solamente un misero quarto d’ora da quando
l’avevo guardata l’ultima
volta,decisi di alzarmi. Tanto,in quelle condizioni dormire era
impossibile,e
ringraziai il Cielo che quel giorno non dovessi lavorare. Scalciai via
il
lenzuolo e mi stiracchiai. Infilai le mie comodissime infradito,infilai
la
vestaglia e mi avvicinai alla carrozzina dove Lizzie dormiva a pancia
in
giù,con la mano sinistra poggiata vicino la guancia.
Lentamente la accarezzai,pensando a quanto sarebbe
stato bello...
No Bella,non pensarci. Non illuderti di nuovo.
In punta di piedi,arrivai alla porta che lasciai
accostata e allacciandomi
la vestaglia mi diressi giù in cucina.
Il tavolo che usavamo, veramente ampio e comodo,era
coperto per la metà da
vestiti che probabilmente Renèe doveva stirare. Reprimendo
uno sbadiglio,mi
diressi verso il frigorifero in cerca della mia salvezza : un bel
cappuccino
schiumante, che era proprio quello che faceva al caso mio.
Misi il caffè a bollire e mentre
controllavo la fiamma mio padre scese, già
vestito di tutto punto con la sua uniforme lavorativa,che vantava una
bella
etichetta con nome e cognome sul petto,in bella vista.
-Bella!-esclamò,avvicinandosi alla
credenza per trangugiare il solito
croissant mattutino.
-Cosa ci fai già in piedi?Mio Dio,sei
stravolta-disse osservandomi
sospetto.
-Non ho dormito molto bene-risposi,evitando il suo
sguardo.
Mi persi un secondo a pensare inorridita a come
avrebbe reagito Charlie
alla notizia di un eventuale ritorno di Edward.Decisamente,era meglio
per il
momento tenere la bocca chiusa.
-Colpa dello studio?-chiese,lanciandomi
un’occhiata furtiva.
Si avvicinò al bancone e
strappò un foglio di scottex dal rotolo,poi fece
il giro dell’isola e si sedette al tavolo.
-Ehm,si-risposi evasiva,voltandomi di nuovo a
controllare il caffè.
-Farò finta di
crederci-borbottò tranquillo.
Arrossii all’istante. Possibile che fosse
cosi semplice interpretare le mie
emozioni?
- Elizabeth dorme?-chiese,cambiando discorso.
-Sì,sì- risposi ,ancor rossa
in viso,ma lieta che avesse cambiato
argomento.-Come un sasso. Anche se tra poco vado a svegliarla. Non
vorrei che
sballasse gli orari delle poppate-aggiunsi,spegnendo la fiamma. In
punta di
piedi raccattai una tazzina e ci versai dentro il caffè.
-Quella bambina è un ghiro. Da te
proprio non ha
ripreso-borbottò,ripulendosi la bocca.
Non risposi,e versai il latte a fare compagnia al
caffè. Misi un cucchiaino
di zucchero e mi sedetti di fianco a lui.
-Riposati- sussurrò,guardandomi
comprensivo.
Annuii,con il viso nascosto dalla tazza.
- Bè ,allora io
vado-borbottò,schiarendosi la gola. Si alzò e si
diresse
verso l’ingresso.-Ah,a proposito: avvisa
Renèe,oggi torno a pranzo a casa .La
mensa è in sciopero questi giorni,e non sprecherò
metà del mio stipendio per
comprare un misero hot dog al centro-
-Va bene-lo rassicurai con un sorriso.-A dopo.-
Sparì dietro la porta e poco dopo udii
la macchina lasciare il vialetto.
Scolai la tazza e,una volta sciacquata,mi ritirai di nuovo su.
Tirai su le serrande,e mi avvicinai a Lizzie.Si
agitava,segno che stava per
svegliarsi;delicatamente,la presi sotto le ascelle e me la poggiai sul
petto
.Le accarezzai la testolina e ,desiderosa di sapere le condizioni di
mia
madre,bussai alla sua camera.
-Mamma?Posso?-chiesi. Probabilmente dormiva ancora.
-Certo,tesoro,vieni-mi rispose invece lei da dentro.
Con la mano libera,abbassai la maniglia ed entrai.
La camera di mia madre era leggermente
più grande della mia,con un balcone
che dava sul giardino retrostante. Un grande armadio in legno occupava
la
parete di fronte a quella dove era sistemato il letto matrimoniale,
sempre in
legno.
Mia madre,con le sue fissazioni che cambiavano
spesso di mese in mese,aveva
preso la decisione di arredare la sua camera in stile etnico,e il
risultato era
stato quello.
Era ancora a letto,con la schiena appoggiata ai
cuscini. Indossava un
completo composto da canottiera e calzoncini,e stava leggendo un libro.
Appena
vide Lizzie,la sua bocca si aprì in un dolcissimo sorriso.
-Eccola qui,la piccola di Renèe -disse
con la voce carica di tenerezza.
-Vieni qua-continuò,battendo con la mano
sul lato vuoto del letto.
Lentamente e con cautela,mi lasciai andare sul
materasso morbido.
Lizzie cominciava a sbattere gli occhi velocemente
e dalla sua bocca
uscivano mugolii indistinti,segno che si stava svegliando.
Feci calare la spallina del mio top,e dopo essermi
slacciata il
reggiseno,avvicinai la bocca della piccola al mio capezzolo.
Il momento dell’allattamento era uno dei
miei preferiti.
La prima volta che lo avevo fatto,ero stata pervasa
da un’emozione
incontenibile.
Adoravo essere il sostentamento di mia figlia.
Vederla prendere energia dal
mio corpo che la amava cosi inesorabilmente era per me la gioia
più grande,e
all’istante tutte le altre preoccupazioni svanivano.
-Mi raccomando,attenta a non usare la parola
nonna-dissi ridendo .Renèe
faticava ad accettare l’appellativo
“nonna” a soli 37 anni.
-Sono ancora in età da figlio,ti vorrei
ricordare-mi rispondeva sempre,ma
poi si rabbuiava,forse rivolgendo i suoi pensieri a Phil.
Mi lanciò un’occhiataccia e
poi il suo sguardo si addolcì,e accarezzò la
testolina di Lizzie che succhiava ingorda.
-Volevo sapere come andava-
Sbuffò.-Bene,direi. Credo fosse un virus
intestinale. Giuro,non c’è niente
che non sopporti più del vomito. Mi destabilizza
completamente,e odio stare a letto,lo
sai. Fortuna che è sabato e la scuola è
chiusa,altrimenti sarei tornata al
lavoro immediatamente…-
Alzai gli occhi al cielo. Mia
madre,l’uragano Renèe.Impossibile tentare di
placarla.
-Piuttosto tu?-
Sobbalzai.-Io?-ripetei,presa in contropiede.
-Ieri non mi sembravi molto…in
forma-disse lentamente,osservandomi
attentamente.
Avvertii il sangue colorarmi le guance,ma tentai di
calmarmi prendendo a
cullare lentamente Elizabeth.Mi infondeva tranquillità.
-Sul serio?Ero solo un po’ stanca-dissi
con indifferenza.
-Sicura che sia tutto a posto?-insistette.
Era impossibile nascondere qualcosa a
Renèe ; possedeva un metal detector o
era probabilmente una sensitiva,proprio come me.
Sospirai.-No-
-Chissà perché,lo avevo
intuito-replicò lei con un sorriso vago,poggiando
una mano sul mio braccio. –Quando sei tornata dal lavoro eri
tranquilla. E’
successo qualcosa…dopo?-
Per un secondo,non risposi. Lasciai che il
ciucciare ritmico e tranquillo
di mia figlia riempisse la stanza e mi calmasse.
-Ho incontrato Edward al supermercato-
Mia madre sgranò gli occhi,e
spalancò la bocca. -Sei…sei sicura?-
-Si- sussurrai,lo sguardo fisso sulla testolina di
Lizzie.-Cioè,per tutta
questa notte ho tentato di auto convincermi che non fosse cosi,ma
si,era lui
.In carne ed ossa .-
Mia madre si portò una mano alla
bocca.-E…Lizzie?L’ha vista?Cosa ha detto?-
-Non ha detto nulla .In realtà,non
abbiamo nemmeno parlato .Era con una…era
con una ragazza che non avevo mai visto. Credo fosse un’amica
dei Cullen,della
famiglia a Denali,da quanto mi avevano raccontato. E lo ha
letteralmente
trascinato via-
-Non posso crederci-borbottò scuotendo
la testa.-Non è possibile- ripeté .
-Ho faticato anche io a crederci-aggiunsi.
-E tesoro…tu come
stai?-sussurrò, carezzandomi i capelli.
-Una meraviglia-borbottai sarcastica.-Non so,ancora
non riesco a
metabolizzare…il tutto. Vorrei solo sapere
cosa…cosa diavolo ci fa qui,ecco.
Non ero pronta a ciò…e poi
Elizabeth,io…-borbottavo senza senso,scuotendo la
testa.
-Tesoro. Tesoro, guardami -mia madre mi
alzò il viso,e mi scontrai con i
suoi occhi marroni,cosi simili ai miei.
-Non permettere che ti faccia nulla .Tu sei
forte,lo sai. Poche sarebbero
riuscite ad affrontare quello che hai affrontato tu, cosi in fretta .E
poi c’è
Lizzie.Non ti fasciare la testa-
-Mamma,ho sbagliato tutto-.
Portai la testa in alto e le lacrime che avevo
tanto trattenuto mi
scivolarono sulle guance,fino a posarsi sul
collo.-Io…io vorrei tanto che
Lizzie conoscesse il suo papà…mamma forse
avrò sbagliato sul conto di
Edward.Che lui non mi amasse,lo ha messo in chiaro-la voragine nel
petto bruciò
ma continuai.-Ma credo di conoscerlo. Lui è buono,mamma. E
ha il diritto di
sapere che ha una figlia.-
Mi fissò a lungo prima di
parlare.-Perciò,cosa hai intenzione di fare?-
-Da quello che ho capito,credo che si trovino qui
vicino,o almeno cosi ho
inteso dalle parole della ragazza. Proverò a chiedere in
giro. Edward ha il
diritto di sapere .Se fino ad ora non l’ho fatto è
perché…-
-Lui ti ha lasciato sola a Forks,abbandonandoti a
te stessa e alla tua
depressione-concluse mia madre acida. Ma poco dopo si
pentì.-Perdonami,tesoro,non era mia intenzione ferirti .Ma
ti voglio bene,E non
voglio che tu soffra di nuovo .Ti ritieni pronta ad affrontare una cosa
simile?-
Presi un grosso respiro.-Si,mamma. Se fosse stato
per me,sarei stata cosi
codarda da risponderti di no. Ma per Elizabeth,farei di tutto. E voglio
che
anche lei cresca come tutte le altre bambine. Magari Edward non la
accetterà,ma
io un giorno non voglio avere rimorsi. Voglio essere sicura di aver
fatto tutto
per mia figlia,tutto quello che potevo-
Mia madre annuì.- Charlie lo sa?-
Inorridii.-Assolutamente no,E ti prego,mamma,ti
prego di non farne
parole,per il momento. Sai Charlie come la pensa. Non …non
voglio che si creino
problemi. Per favore. Per il momento. -La supplicai.
-La pensa come me,solo che lo dimostra in maniera
più aggressiva-
Sospirai,e notai che Lizzie aveva lasciato la presa
sul mio capezzolo.
Aveva la bocca tutta impiastricciata di latte,e soddisfatta,sorrideva.
Avrei affrontato tutto per lei. Avrei scalato
montagne,cambiato città altre
venti volte,assistito a un trapianto di cuore,avrei venduto il mio per
lei.
E avrei affrontato anche la parte che
più odiavo dell’allattamento.
Il ruttino.
** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** ** **
** ** ** ** ** ** ** **
**
-Qui c’è scritto che dovrei
aggiungere ancora due pizzichi di sale. Ma sei
sicura che la ricetta sia giusta?-chiese mia madre,girando non convinta
con il
mestolo quella che doveva essere una zuppa di pesce.
-Mi avvalgo della facoltà di non
rispondere-replicai,accigliata.
Di solito,a Forks,e anche quando vivevo con
Renèe,ero io ad occuparmi del
pranzo e della cena,salvo quando compravamo pizze o schifezze varie.
Qui,invece,Renèe si era messa in testa
di imparare a cucinare,e ciò non
rincuorava me e Charlie,che affrontavamo con un certo disagio ogni sua
novità
culinaria,che si rivelava poi non molto adatta a stomaci delicati.
Oggi si era proposta di cucinare una succulenta
zuppa di pesce.
-Visto che fai tanto la saccente in fatto di
cucina,dovresti rispondermi
invece- rispose stizzita e si voltò di nuovo per prestare
attenzione alla
pentola.
Sorrisi leggermente sfogliando il quotidiano,e
lanciando di tanto in tanto
un’occhiata a Lizzie che si guardava intorno con occhi
attenti e vispi dalla
carrozzina.
Passarono neanche due minuti,e mia madre
sbuffò.
-Bella!Per favore,non capisco dove diavolo ho
sbagliato-
Non riuscii più a resistere e scoppiai a
ridere. Abbandonai il giornale sul
tavolo e mi accostai al fornello,levandole il mestolo di mano.
-Saccente -ripeté lei incrociando le
braccia al petto.
Ridendo,immersi il mestolo nell’intruglio
che aveva assunto un color
arancione e lo portai alle labbra.
Non era nemmeno poi cosi male. Forse un
po’ troppo salato.
-Hai esagerato prima con il sale…per il
resto,non è neanche cosi
immangiabile. Dai mamma,stai migliorando-le dissi,tentando di
consolarla.
-Questo si che mi solleva- rispose sconsolata.
Risi e in quell’istante il campanello
suonò.
-E’ arrivato papà-dissi.
-Vai ad aprire per favore-mi disse.
Ciabattando,arrivai all’ingresso e aprii
la porta. E di nuovo,il cuore
balzò in gola.
Non di nuovo.
Questa volta non poteva essere
un’illusione.
Esme Cullen ,con il volto etereo come suo figlio,e
i capelli color
caramello che balzavano soffici sulle sue spalle,mi sorrideva gentile e
imbarazzata.
I suoi occhi marroni. Non dorati.
Marroni. Non poteva essere.
Per favore,ditemelo,sto impazzendo.
-…Bella?-
Risentire la sua voce fu un colpo al cuore.
- Esme - risposi,con un filo di voce.
Restammo a guardarci per un tempo indefinito,fino a
quando mi imposi di
restare calma.
Ragiona Bella. E’ tutto ok .Ricordati di
Lizzie.Di quello che hai
affrontato. Comportati in modo maturo.
Mi rievocai queste nozioni in mente mentre tentavo
di pensare a cosa fare.
-Io…bè…ecco,entra-
dissi,spostandomi di lato.
Lei mi sorrise gentile.-Grazie,cara.-
Salì gli ultimi due scalini
e,stringendosi la borsetta nera sulla
pancia,entrò timidamente,elegante come sempre.
Mi rammentai di mia madre nell’altra
stanza,e non sapendo come affrontare
la situazione,tentai di trovare una soluzione.
-Ehm,io…ecco,arrivo subito.
Puoi…puoi accomodarti in salotto-
Le dissi,indicandole con un cenno della mano il
divano bianco che faceva capolino
dalla stanza dell’altra parte del corridoio.
-Oh,…certo-disse lei
comprensiva,lanciando un’occhiata alla cucina.
Sicuramente aveva compreso.
La vidi attraversare il corridoio,leggera,sui suoi
tacchi neri lucidi,e con
un sospiro,tentando di mantenermi lucida e calma,barcollai verso la
cucina.
Mia madre era immersa nel fumo;in quel momento la
mia ultima preoccupazione
era la zuppa di pesce,e mia figlia muoveva le braccia nella sua
carrozzina.
Mi avvicinai carezzandole il pancino e sentii la
familiare sensazione delle
lacrime in arrivo salirmi su per gli occhi.
Bella ,ce la puoi fare .Tu sei forte.
Mia madre si voltò,imbronciata.-Credo
che Charlie passerà la giornata in
bagno,dopo aver trangugiato questa zuppa. Sono una fallita-
Quando non risposi,alzò la testa e la
voltò nella mia direzione.
Ingoiai a vuoto.
-Mamma,non è papà.
E’ venuta…è venuta una persona a
trovarmi,ora è di là in
salotto. Credo voglia parlarmi-tentai di limitare il discorso sapendo
che Esme
poteva ascoltarmi dall’altra parte,con il suo udito
sopraffine.
Mia madre lasciò cadere il mestolo.
-E’..è…lui?-sussurrò
.I suoi occhi saettarono veloci su Lizzie.
-No- risposi velocemente,le mani
sudate.-E’ Esme ...la…la madre. Mamma,se
arriva papà,per favore…-
-Non preoccuparti. Mi inventerò
qualcosa-disse lei liquidando con un gesto
della mano.
Nonostante non volesse darlo a vedere,la
curiosità nel conoscere quella
donna che era la madre del padre della sua nipotina veniva a malapena
celata
nei suoi occhi;ma non era quello il momento più adatto.
-Io…ora siamo di là. Torno
tra poco. Guardala tu-le dissi,lanciando
un’occhiata al mio angioletto .Non potevo parlare ad alta
voce,consentendo a
Esme di capire tutto.
Lei annuì e mi osservò con
aria preoccupata mentre lasciavo la cucina.
Attraversai il corridoio tentando di placare
l’agitazione e i battiti del
mio cuore.
Esme era lì,seduta compostamente sul
divano bianco,in mia attesa.
Quando arrivai,alzò gli occhi e sorrise.
Ricambiai,seppur in modo molto più
debole,e mi affrettai a richiudere le
porta del salotto.
Meglio non rischiare.
Ero ancora indecisa se prendere posto accanto a lei
sul divano ,quando si
alzò di scatto e mi venne vicino.
La guardai timorosa.
-Bella,tesoro-disse lei,abbandonando ogni barriera.
Mi prese le mani tra le
sue,e notai con orrore che non erano nemmeno lontanamente gelide come
quelle di
Edward una volta. I suoi occhi ,umani,mi fissavano imploranti,sembrava
fosse
sul punto di piangere.
- Esme -ripetei,osservandola.
E fu impossibile non abbracciarla. Mi gettai tra le
sue braccia con un
bisogno disperato,e lei mi strinse forte a sé,le braccia
intorno alla mia
schiena;trattenere le lacrime fu impossibile;mi sfogai per un tempo
indefinito,inzuppando la sua camicia delle mie stesse lacrime. Lei se
ne stava
in silenzio,carezzandomi in silenzio la schiena, tentando di infondermi
tranquillità.
Quando ripresi in mano la situazione,tutte le
lacrime era quasi state
esaurite.
Soffiando su con il naso,mi staccai dalla sua
spalla,e alzai lentamente gli
occhi. Mi guardava addolorata.
-Oh,piccola mia- disse carezzandomi una guancia.
Era piacevolmente
rilassante il tocco della sua mano calda.
- Esme ,io…scusami,non so che
dire…-
-Non devi scusarti di nulla-mi interruppe lei con
voce dolce.
-io…io non so cosa mi sia
preso,è tutto cosi
confuso…cosa…come…perché
qui?-balbettai infine,mentre le mie guance si coloravano di rosso.
Lei mi sorrise comprensiva.-Credo sia meglio
sedersi.-
Annuii e mi lasciai trascinare sul divano.
Sempre tenendo strette le mie mani tra le sue,mi mi
rivolse uno sguardo
carico d’amore.
-Bella,tesoro…io,non so come cominciare -
La guardai supplichevole.-
Esme…io…io non riesco a capire se tutto questo
sia un sogno,o un incubo-
Mi sorrise in modo triste.
-Vorrei poter capire cosa sta accadendo,se tutto
ciò è reale, o se sto
chiaramente diventando pazza-
A quel punto,lei sorrise.
-A detta di Emmett,sei sempre stata pazza-
Strabuzzai gli occhi.-Anche Emmett è
qui?-
-Oh,no,lui no-disse lei,con un sorriso nostalgico.
Era evidente che avvertiva la mancanza del figlio.
-Come mai?-chiesi.
-Tesoro,queste cose non credo che sia mio dovere
spiegartelo. Io…io ho
saputo che ieri,ieri hai incontrato mio figlio.-
La sensazione di panico si attanagliò di
nuovo nello stomaco,ma la
respinsi.
Io ero più forte.
-Si- balbettai.-Ieri sera-
-Lui non sa che sono qui .Mi ucciderebbe se lo
sapesse,e non lo dico in
senso metaforico -aggiunse,sorridendo colpevole.
-Ma come…?-
-Tesoro,io non so cosa dire .A dirla tutta,non sono
neanche sicura come sia
possibile una cosa simile. Bella tu ci credi al destino?-mi
chiese,osservandomi
attentamente.
-Il destino?Io…non lo so-risposi.
-Tante cose sono cambiate dall’ultima
volta,tesoro. Mi rendo conto di
quanto questo possa risultare sconvolgente ai tuoi occhi. Ma non sono
qui per
questo ora…-
I miei occhi saettarono ai suoi,e ricordai quelli
verdi di Edward.
-Ma cosa sta succedendo?Esme,io…io non
so se sto impazzendo,ma io ieri…ieri
Edward i suoi occhi,e ora i tuoi,..-balbettai.
Lei mi sorrise comprensiva.-Sono cambiate molte
cose -ripetè. -Ma non è il
momento e non sono la persona giusta per dirtelo. Se sono
qui,è perché Bella,
desideravo rivederti,perché ti voglio un bene indicibile,ti
ho sempre
considerata una figlia,e perché Edward…-
La guardavo sconvolta .
Lei sospirò.
-Non posso dire nulla .E so che probabilmente tu ci
odierai-
Feci per parlare,ma lei mi interruppe con un gesto
della mano.
-Hai tutti i diritti del mondo per farlo;quello che
Edward ha fatto è
imperdonabile. Non posso nemmeno immaginare quello che hai potuto
passare,e il
dolore che mi affligge sapendolo;ma per favore, Bella -il suo tono era
divenuto
una supplica. Mi guardava con occhi imploranti.
Impossibile non commuoversi.
- Esme ,dimmi-
-Ti supplico, Bella. Ti considero come una
figlia,lo sai. Sono venuta qui
perché devi promettermi che farai una cosa.
Tesoro,è per te. Ti prego-
La guardai,terrorizzata.-Esme ,non propormelo ti
prego,mi sentirei uno
schifo. Perchè sai che non potrei mai accettare-dissi
chiudendo gli occhi.
Udii il tocco delicato delle sue mani tra i
capelli.-Dovete parlare.
Vieni,tesoro,ti prego-
La reazione fu immediata. Scattai in piedi, aprendo
gli occhi
immediatamente.-No,Esme - tentai di mantenere la voce
pacata.-Esme,questo è
…impossibile-
Lei mi guardò addolorata. Sembrava
aspettarsi una reazione simile.
-Ti fidi di me,Bella?-
Sentivo le lacrime pronte a scendere di nuovo.
-Io…si,Esme.Mi fido,di te-
Calcai bene l’ultima parola.
-Ti ha ferito inesorabilmente ,lo so. E forse non
ci sarà più modo di
risanare la ferita. Ma te lo chiedo con il cuore in mano. Te lo chiedo
per me.
Bella,vieni da noi .Ha tante cose da dire.-
Risponderle fu un colpo al cuore. Mi sentii un
verme.
Ma no,non potevo rompere gli argini di
quell’equilibrio che avevo faticato
a rimettere in sesto e che ancora era in fase di lavorazione.
-No,Esme.Non posso. Perdonami-
Lei mi guardò ancora una volta,non
lasciando trasparire nessuna emozione.
Poi sospirò.-Non posso costringerti
,Bella.-
- Esme ,io..-
-Non preoccuparti,tesoro-
Si alzò e mi rivolse un sorriso di
scusa.-Perdonami per averti rubato del
tempo .Hai davvero una bella casa-
Sorrisi. –In
realtà,papà l’ha ristrutturata .Cadeva
letteralmente a pezzi
quando siamo arrivati-
Il suo viso si rabbuiò.-Da quanto..?-
-Da ottobre-risposi,intuendo la sua domanda.
Sentivo che ci stavamo addentrando in un campo
pericoloso. Non era questo
il momento.
-Credo sia ora di togliere il disturbo.-
Ma non avevo ancora saputo nulla.
Cosa vuoi Bella?Prima rifiuti il suo invito e poi
vuoi saperne di più?
-Vieni,ti accompagno alla porta.-
Pregai mentalmente che papà non fosse
ancora tornato e che mamma non si
affacciasse dalla cucina.
Esme uscì dopo di me e mi
seguì per il corridoio.
Eravamo arrivate alla porta quando uno strillo
acuto di Lizzie irruppe
nell’aria,gelandomi il sangue nelle vene.
Esme si voltò stupita verso di me.
Aprii la bocca tentando di trovare qualcosa da
dire, ma non feci in tempo a
formulare un’idea che mia madre sbucò dalla
cucina,con Elizabeth tra le braccia
che strillava a gran polmoni.
Appena ci vide sull’uscio di casa,rimase
paralizzata.
-Oh,mio Dio..io,Bella,Lizzie,non so…la
stavo portando in camera,credevo
fossi in…in salotto…farfugliò,tentando
di distogliere lo sguardo da Esme,che
guardava la piccola meravigliata.
-Oh,mi scusi,che maleducazione .Sono
Renèe ,la mamma di Bella-
L’eleganza di Esme intimoriva
Renèe,che nervosa,strinse la mano di Esme.
-Molto piacere di
conoscerla-disse,Esme,cordiale.-E’ sua
figlia?-chiese,guardando con amore e trasporto Lizzie,che ,spaventata
dal nuovo
volto estraneo,lanciava urletti, soffocando il viso nel petto di mia
madre.
-La mia?Oh,ehm,la piccola,non..-
Esme si avvicinò.-Posso?-disse cercando
di contenersi .-Adoro i
bambini-spiegò.
Mia madre mi lanciò uno sguardo
disperato. Sapeva che la somiglianza tra me
e Lizzie era palpabile. E soprattutto,la sua pelle cosi chiara e
diafana non
sarebbe potuta sfuggire agli occhi attenti di Esme.
Tutto accadde in una frazione di secondo, il tempo
di osservare la piccola
da vicino.
La reazione di Esme mi era
proibita,poiché girata di spalle.
Ma quando si voltò,mi osservò
con uno sguardo di puro sbalordimento e
confusione.
Chiusi gli occhi,e ciò fu la prova
tangibile per Esme.
Mi si avvicinò, sconvolta.
-Bella…-
Tenevo ancora gli occhi chiusi e quando parlai,non
li riaprii.-Sono io che
adesso chiedo una cosa a te,Esme - sussurrai.
-Non dirgli niente,te ne prego.-
-Bella,ma cosa…lui…lui ha il
diritto di sapere!E’ il pad…-
-Non ora,Esme ti prego. Io…io lo
farò,Esme.Ti prego,ora ti chiedo di
andare-
Non osavo riaprire gli occhi,vedere la sua
espressione.
Poco dopo,sentii la porta chiudersi,gli urli di mia
figlia attutirsi e mia
madre abbracciarmi forte. Tra noi,Elizabeth che reclamava la mia
attenzione.
-Mi dispiace,tesoro. E’ tutta colpa mia-
Lentamente riaprii gli occhi e li posai su mia
figlia, prendendola tra le
braccia.-Amore mio- sussurrai.
Desideravo tornare su,e dormire;magari immergermi
sotto il getto di una
doccia fredda.
Era difficile comprendere cosa fosse appena
accaduto.
Non mi curai neanche di rivolgere uno sguardo a mia
madre,sebbene non fossi
minimamente arrabbiata con lei.
-Bella,tesoro…-
-Mamma è tutto a posto-la
liquidai,voltata verso le scale.
-No,Bella,tesoro,ehm,Esme ha lasciato
questo…questo,ecco…-
Stringendo Lizzie al petto,mi voltai.
Renèe mi tendeva un foglietto
bianco,vergato dalla grafia elegante di Esme.
Con mani tremanti,lo presi e lo lessi.
Kennedy Street,Beverly Hills,54
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Rigiravo il biglietto tra le mani,inerme,sul
letto,la schiena poggiata ai
cuscini.
Fuori,i raggi di sole del primo pomeriggio
riscaldavano l’ambiente,rendendolo
quasi afoso;Lizzie dormiva tranquilla nella sua carrozzina,e io,dopo
una doccia
fredda e un pranzo alquanto silenzioso mi ero ritirata nella mia stanza.
Mia madre mi aveva lasciata stare,e lo stesso mio
padre,sebbene fosse molto
confuso,percependo il mio stato d’animo.
Avrei tanto voluto sapere se Esme avesse mantenuto
la promessa;il fatto che
Edward non si fosse presentato ancora alla porta mi faceva pensare
positivamente.
O forse non gliene importa nulla,Bella.
Mi vergognai di aver pensato una cosa simile.
Sebbene Edward non si fosse
propriamente comportato bene con me,il suo animo era pur sempre uno dei
più
buoni e altruisti che avessi mai conosciuto.
Con un sospiro ,gettai la testa
all’indietro,sui cuscini.
Di nuovo,i miei occhi caddero sul biglietto rigido
di carta bianca.
Esme mi aveva lasciato una possibilità
.E a me la scelta di utilizzarla.
Cosa dovevo fare?Ero pronta a permettere a Edward
di entrare di nuovo nella
mia vita?E se non proprio nella mia,in quella di mia figlia?
Ripensai alle parole di mia madre,e per un momento
mi permisi di pensare al
futuro,e contemporaneamente al passato.
Anche io ero cresciuta cosi,forse ancora meglio
della situazione in cui si
trovava Elizabeth.Quante volte avevo sofferto a scuola,vedendo i
genitori delle
mie amiche prenderle per mano e portarle insieme a prendere il gelato
al parco?
Quante volte,quando mi sentivo sola,avevo
desiderato i miei genitori al mio
fianco,entrambi?
Lasciai vagare il mio sguardo su Lizzie.
Dormiva,e il suo piccolo petto si abbassava
ritmicamente.
Le presi una manina tra la mia,e rimasi ad
osservarla per un po’.
Poi,non so come,in un lampo,raccattai
dall’armadio un paio di jeans e un
top bianco,ravvivai i capelli mossi e preparai la borsa della piccola
.Presi la
mia e ci infilai dentro il biglietto.
Prima che potessi cambiare idea,scesi a raffica le
scale.
Mia madre era in salotto a fare zapping alla
tv,completamente annoiata
-Mamma!-dissi trafelata.
Lei sobbalzò e si voltò a
guardarmi preoccupata-
-Tesoro!Che succede?-
-Devi assolutamente accompagnarmi in un posto-
Mia madre spense il motore e guardò con
le sopracciglia aggrottate l’enorme
cancello in ferro battuto della villa che aveva l’aria di
estendersi per molti
chilometri quadrati.
-Però -disse.-A trattarsi bene si
trattano bene-
Dal canto mio,non riuscivo propriamente a pensare
alla magnificenza della
zona.Ero abituata alla ricchezza dei Cullen.
Bella,sei ancora in tempo. Puoi tornare indietro.
-Sei sicura,Bella?-chiese Renèe,
stringendomi la mano.-Vuoi che venga con
te?-
Presi un respiro profondo.-No.E’ una cosa
che devo fare io.-
-Va bene-disse annuendo dopo un lungo momento.-Ti
aiuto a scaricare la
carrozzina.-
Mi slacciai la cintura di sicurezza e aprii la
portiera.Mi concessi un
secondo per osservare la villa.
Ovviamente,non potevo aspettarmi altro.
La visione della dimora dei Cullen mi risultava
impossibile per via
dell’enorme muro che la circondava,ma gia mi capacitavo delle
sue
dimensioni interne.
La vecchia Peugeot di mia madre,che usavamo molto
raramente(era lì lì per
spegnersi definitivamente) sembrava un catorcio in confronto alle
porche e alle
Ferrari che passavano ogni tanto,e l’enorme via contornata di
palme sembrava
non terminare mai,intervallata da maestose ville gigantesche.
Non mi sarei stupita di vedere passare Britney
Spears o Paris Hilton a
passeggiare con il proprio cane.
Sembrava di essere in un altro mondo rispetto al
mio quartiere,nonostante
fosse la stessa città.
Con un sospiro,slacciai la cintura intorno al
corpicino di mia figlia,che
ora era sveglia,e se ne stava sull’ovetto tranquilla nel
sedile posteriore.
Mia madre smontò la carrozzina e io la
infilai dentro.
Ancora pochi minuti,e l’avrei rivisto.
-Allora…dimmi quando devo venire a
riprenderti - disse mia madre.
-Va…va bene-risposi,non molto cosciente.
Mi abbracciò forte.-Buona fortuna
tesoro.-
-Ciao piccola –disse poi salutando poi
Elizabeth.
Con un sospiro,la vidi salutarmi dalla macchina,poi
riavviare il motore e
,quando sparì definitivamente,con un sospiro mi voltai.
L’enorme cancello nero mi agitava ancora
più del solito. Spinsi la
carrozzina e mi avvicinai al citofono con videocamera.
-Perfetto- borbottai.
Con mano tremanti,suonai.
Nessuno mi chiese chi fossi,forse avevano visto
dalla videocamera. Nel
pensare ciò,le mie gambe tremarono di nuovo.
Il cancello elettronico si aprì e una
villa,simile a quella dei miei
sogni,si parò dinanzi ai miei occhi.
Una piscina enorme,con l’acqua
più trasparente e azzurra del cielo,era
circondata da un profumato e curato prato verde.
Scuotendo la testa di fronte a tanta ricchezza,mi
avviai per il sentiero
marcato da una serie di sassolini artistici fino a ritrovarmi davanti
alla
villa color panna dei Cullen.Le vetrate erano ampie e trasmettevano un
senso di
calore.
Lentamente,sollevai la carrozzina e salii i gradini
del portico.La figura
di Esme,commossa,si avvicinò fino a delinearsi del tutto.Il
cuore batteva più
forte di un martello.
-Oh,tesoro-mi salutò,aprendo
l’ampia porta finestra e sbirciando nella
carrozzina.-Vieni,entra-
-Ciao piccolina-sussurrò,commossa.
Elizabeth la guardò indispettita.
L’agitazione era arrivata ad un livello
tale che fu difficile concentrarsi
sull’ambiente che ci circondava.
-Vado a chiamarlo-disse soltanto,dopo pochi secondi.
Nella casa non si udiva alcun rumore. Pregai che
fossimo soli.
Esme salì una rampa di scale e
sparì di sopra.
Mi imposi di restare calma.
Bella,e’ tutto a posto. Sei nel giusto.
Stai facendo quello che avrebbe
fatto chiunque altro.
Tentando di stemperare la tensione,rivolsi
un’occhiata all’ambiente.
Come a Forks,i Cullen avevano evidentemente tentato
di riprodurre tutto con
toni molto chiari .Il colore prevalente era il bianco.
Un caminetto,naturalmente spento,era circondato da
quelli che parevano,alla
vista, soffici divani bianchi .
Notai che le pareti,cosi come i tavolini,erano
decorati con quadri e statue
molto etniche;che fossero di ritorno da qualche paese del Sudamerica?
Prima che potessi perdermi in queste
riflessioni,udii dei passi dietro di
me.
Mi voltai espirando lentamente,e posando le mani
sul manico della
carrozzina di Lizzie.
Esme non c’era.
Edward stava fermo sul terzultimo scalino della
scala,la mano poggiata sul
corrimano.
Di nuovo,la voragine nel petto si riapri,questa
volta ancora più
forte,ancora più dolorosa. Una morsa mi stringeva lo
stomaco,mentre contemplavo
ancora una volta i suoi limpidi occhi verdi .Il fisico,più
simile ad una statua
greca che a un essere umano,era coperto da un paio di jeans e una
camicia a
mezze maniche bianca.
Mi guardava sorpreso,come stentasse a credere che
fossi veramente li.
Che Esme non gli avesse veramente detto nulla?
- Ciao -
La voce mi uscì
tranquilla,pacata;lentamente,avvertii l’agitazione scemare,e
la tranquillità che egli sapeva infondermi pervadere il mio
corpo e la mia
essenza.
I suoi occhi di nuovo saettarono verso la
carrozzina,e ci rimasero più del
dovuto.
-Ciao Bella-
La sua voce,una meravigliosa sinfonia.
Lentamente,scese gli ultimi due gradini.
In completo imbarazzo,mi guardai intorno,alla
ricerca di Esme.
Luì sembrò intuire il mio
sguardo.
-Esme non c’è.
Lei…mi ha detto che eri qui .E che dovevi parlarmi-
Era ancora sorpreso.
Sentii il sangue affluire sulle guance e gettai un
rapido sguardo a
Elizabeth,sveglia e attenta.
Tesoro,questo è il tuo papà.
-Io…si…si dovrei
parlarti-balbettai,passandomi una mano tra i capelli.
Sembrava così…strano.Dopo
tutto quello che avevamo condiviso.In un’altra
vita,forse.
Il suo sguardo vagò per il mio
corpo,fino a posarsi sul mio viso,fissandomi
intensamente.
Arrossii ancora di più.
-Se vuoi…possiamo sederci,o andare in
camera mia,come…come preferisci…-
Il suo sguardo ora era fugace .Sembrava quasi
dedicarmi un’attenzione
minima. O forse,era semplicemente…nervoso.
Cosa ti aspettavi Bella?Ti ha lasciato.
Poco importa,mi dissi mentalmente. Dirò
quello che di diritto deve sapere,e
me ne andrò.
-No,q-qui… va benissimo-
Piano,mi sedetti sul divano,di fianco la
carrozzina. Lui mi imitò,
sedendosi su quello di fronte.
I suoi occhi vagavano molto spesso sulla carrozzina.
-Devo chiederti scusa-mormorò,lo sguardo
puntato ora a terra. Sembrava a
disagio,ora. Timido.
-Ieri,se sono scappato in quel modo,ma ero..-
-Sorpreso-completai io per lui. Per un breve
istante sorrisi,e lui
ricambiò,alzando lo sguardo.
Ma fu questione di un attimo.
Immediatamente,arrossii di nuovo.
Presi un respiro e aprii la bocca per parlare,ma
lui mi precedette.
-Bella,devo spiegarti cosi tante cose- Il suo tono
era diventato
addolorato.
-Oh- riuscii solamente a dire.
-Ma dimmi tu.Sei venuta qui per un motivo
specifico?-
Era speranza quella che udivo nella sua voce?
Di nuovo,lo sguardo venne puntato sulla carrozzina.
Chissà cosa aveva pensato in quei due
giorni.Possibile che non avesse
ancora capito?
-Io…sono qui per parlarti di una cosa
molto importante. Io,Edward,non so da
dove cominciare…-
Lui aprì la bocca,ma un mugolio forte di
Lizzie lo stroncò sul nascere.
Con le mani che tremavano,mi alzai e mi avvicinai
alla carrozzina.
Lizzie si stava agitando ,e scalpitava le gambe e
le braccine.Evidentemente
aveva caldo.
Con un sospiro,la presi in braccio,posando una mano
sul suo sedere e
l’altra sulla schiena,e le poggiai il capo sulla mia spalla.
Colsi di sfuggita lo sguardo pieno di meraviglia di
Edward.
-E’…una bellissima
bambina.L’ultima…l’ultima volta mi avevi
detto che tua
madre aveva intenzione di avere un altro bambino.E’
semplicemente
bellissima.Sarei contento se le porgessi i più sinceri
auguri da parte mia-
Oh.mio. Dio.
Mi ero completamente dimenticata.
Poco prima che Edward se ne andasse,a Settembre,
mia madre mi aveva
riferito che lei e Phil avrebbero voluto provare ad avere un bambino.Ne
ero rimasta
sorpresa,ovviamente.E l’avevo riferito ad Edward.
Ma non era cosi la storia ora.
Chiusi gli occhi,mordendomi il labbro.
Immediatamente,percepii uno spostamento
d’aria intorno a me. Il tempo di
riaprire gli occhi,e due verdi erano vicinissimi a me,che mi guardavano
intensamente.
Edward si era alzato velocemente, e ora mi fissava
con occhi preoccupati.
Tra di noi,Elizabeth,che guardava curiosa quello che era suo padre.
-Bella?Cosa succede?Ti senti bene?-chiese
preoccupato.
La sua vicinanza non mi faceva molto bene.
Soprattutto,non mi aiutava a
mettermi in una condizione agevole per quello che stavo per dirgli.
-Sì,Edward,sto bene,grazie-
Mi guardava ancora preoccupato.
Poi il suo sguardo si posò sulla piccola
e sorrise dolcemente.
Sembrava quasi che i miei sogni si fossero avverati
per volontà della
Divina Provvidenza. Avrei voluto prolungare quell’istante per
sempre.
-Ti somiglia tantissimo-disse,osservandola
attentamente. Possibile che non
vedesse quanto fossero simili?
Era la nostra fotocopia .Con uno sguardo Esme se ne
era accorta quella
mattina.
-Edward,lei non è mia
sorella-sussurrai,con la voce che tremava. Percepivo
la presenza calda di mia figlia tra le braccia,e mi imposi di portare a
termine
la frase.
Lui sollevò lo sguardo,stupito.
- Edward,lei è nostra figlia-.
A me sinceramente non piace molto.Non è
come lo avevo programmato nella mia
testa,ma questo è quello che è uscito fuori.Siete
autorizzate a lanciare
pomodori ^^
Una cosa : non giudicate male il comportamento di
Edward,lui è ancora
follemente innamorato di Bella.Ma ,come tutti gli altri Cullen
è reduce da un
cambiamento molto forte ^^
Mi raccomando,aspetto qualche spiegazione su come
inserire le immagini! *me
incapace*
Grazie di cuore a tutti <3
Alla prossima settimana,spero^^
Cristina