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Autore: Neris    02/03/2010    2 recensioni
Perdere i denti per un vampiro è la cosa peggiore: un attimo prima si è famosi e ammirati, un attimo dopo si diventa una nullità. Ma anche essere fantasmi è dura... soprattutto se si è terribilmente vanitosi...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La strana storia di un vampiro senza denti,
di un fantasma vanitoso
e di un bambino fantasioso.

Halloween.

I bambini, tutti travestiti, giravano sorridenti per la città. Ognuno era vestito in modo diverso: di qua si vedeva una streghetta che agitava la sua bacchetta, di là un demonuccio, un fantasmino, un angiolino. Però, ogni bambino due cose di sicuro aveva: un sacchettino o un cestino per i dolci, e qualche uova da lanciare all’occorrenza.
Divertirsi e riempirsi il pancino era l’obbiettivo della serata.
‘Dolcetto o scherzetto?’ era il motto.

I bambini, però, non erano gli unici ad essere in festa. Vere streghe, vampiri, demoni e fantasmi, festeggiavano assieme, ops... solitari.
Tutti erano in festa... o, almeno, quasi tutti.

Solo soletto, singhiozzando, stava un vampiro. Era seduto sopra una tomba, la schiena appoggiata alla lapide, tra le mani biancastre una lettera tutta inzuppata di sangue.

Caro fratello di sangue,
Vi era scritto.
Non ci dispiace doverla avvertire
Che, a causa dei recenti avvenimenti,
le è stata tolta la cattedra di “Storia del morso vampirico”.

Cordialmente,
Sanguigna, preside delle Elementari Vampiriche.

Il Vampiro - perché si chiamava proprio così - ci era rimasto male, così male da piangere per notti intere, senza fermarsi nemmeno quando, di giorno, ronfava nella sua bara.

Vicino al cimitero c’era un muro e una torretta: tutto ciò che restava di un antico castello. Ma, se si guardava bene, incastrato tra un sasso e l’altro del muro c’era un frammento di specchio. E, proprio davanti ad esso, era fermo un fantasmino. Ma non era un fantasma qualunque: era un fantasma terribilmente vanitoso. Così, addolorato, cercava inutilmente di vedere il suo riflesso nello specchio, per poter capire se il suo lenzuolo era stropicciato o no.
“Uffa!” Ululò, provocando la fuga di un gruppo di animaletti. “Mai che riesca a vedermi in uno specchio! Che ho fatto di male?” E, furibondo, abbandonò il castello e, gridando di tanto in tanto, iniziò a vagare per il cimitero, andandosi a scontrare proprio con Il Vampiro.
“Bruu...” Esclamò Il Vampiro, quando il fantasma lo attraversò.
“Stai attento a dove vai!” Disse invece il fantasma, furioso.
Il Vampiro si alzò in piedi, due enormi goccioloni che gli scendevano per le guancie, guardandosi attorno e cercando di capire da dove arrivasse quella voce che l’aveva disturbato nella sua disperazione.
“Chi va là?” Sibilò.
Il fantasma, a quel punto, si arrabbiò ancor di più.
“E non far finta di non vedermi, stupido vampiro! Sono qui di fronte a te!”
Il Vampiro sbuffò, mentre un lieve sorriso appariva sul suo volto, poi tornò a sedersi sulla tomba.
“Tze! Un fantasma!”
Lo sguardo del fantasma rimase fisso sui denti del vampiro, o meglio... sulle sue gengive.
“Ah! Ah!” Scoppiò a ridere. “Un vampiro senza denti!”
Il Vampiro si alzò di scatto, furibondo.
“Come osi ridere di me!? Quando avevo mille anni io ero più che rispettato! Tutti si inchinavano davanti a me. Ero Il Vampiro. Ora che ho duemila anni dovrebbero rispettarmi ancor di più, e invece si divertono alle mie spalle!” Si lamentò.
“Hai duemila anni?” Domandò la voce di un bambino. “Veramente?”
Il fantasmino e Il Vampiro si voltarono verso il piccolo, che era arrivato loro vicino senza neppure che se ne accorgessero. Era vestito tutto di nero, con un cesto a forma di zucca tra le mani e dei finti denti appuntiti in bocca.
“Certo che ho duemila anni!”
Il bambino lo guardò dubbioso.
“Se sei così grande, perché parli da solo?”
A quel punto, il fantasma scoppiò in singhiozzi. “Ci sono anch’io!” Urlò. “Anch’io! Perché nessuno mi vede! Sono il fantasmino più disperato del mondo!”
Il bimbo sussultò, poi disse, dispiaciuto. “Scusa! Non volevo offenderti.”
Ma il fantasma continuò a piangere.
Il Vampiro, indispettito dal fatto che qualcun altro piangesse oltre a lui, esclamò: “Il tuo problema è nulla, rispetto al mio! Ho perso tutti i denti, io!” Urlò. “E per questo mi hanno licenziato! Non posso più insegnare! Capisci che disastro!? Che faccio io ora?”
Il bambino guardò prima il vampiro, poi il luogo dove credeva esserci il fantasma, pensieroso. “Credo di avere la soluzione.” Disse, tirando fuori un pennarello rosso dalla tasca. “Fantasmino, dipingiti con questo, così tutti ti vedranno.”
Il fantasma afferrò il pennarello, dubbioso. “Sei sicuro che non mi rovinerà il lenzuolo?”
“Sicuro, sicuro.” Rispose il bambino. “Un po’ d’acqua e tutto il colore va via.”
Il fantasmino, tutto contento, iniziò a disegnare sul suo lenzuolo. Dal nulla apparvero ghirigori, fiorellini, spirali, quadrati, cerchi... e tutto quello che passava per la sua mente.
Il Vampiro, imbronciato, guardò il fantasma diventare pian piano visibile, un poco geloso. “E io? Cosa faccio?”
Il bambino, che aveva un’idea anche per quello, si tolse i finti denti dalla bocca. “Mettiti questi! Nessuno noterà la differenza!”
Il Vampiro, tutto emozionato, li prese e se li mise in bocca. Tutto contento, si immaginò davanti ad una classe di bambini vampiri, tutti attenti a ciò che lui spiegava: la delicata arte del morso. E uno di quei bambini immaginari era proprio il piccolo che gli aveva regalato i denti finti.
“Tu mi hai fatto tornare vivo, facendomi questo dono.” Disse, serio. “Ora io voglio ricambiare il favore: ti renderò un vampiro!”
Il bimbo fece un passo indietro, preoccupato.
“Oh, grazie... ma io sto bene così. Non ce n’è bisogno...”
“Non fare storie, dai! È un dono da niente!”

Per il resto della nottata, il fantasma - finalmente visibile - fu testimone di una strana scena: un vampiro che scappava, mentre un bambino lo inseguiva con in mano due legnetti a mo’ di croce, deciso a riprendersi i denti che gli aveva regalato.

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Risposte alle recensioni:

@Soffiotta: Grazie per i complimenti! ^^ Peccato che quando l'ho letta al mio fratello più piccolo gliel'ho dovuta spiegare... temo che il mio tentativo di scrivere una storiella per bambini sia fallito... ma ci riproverò! xD

@Amathea: Grazie anche a te per il commento!

  
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