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Autore: Dada Baggins    23/07/2005    0 recensioni
La Stazione dei Terraformanti sul Pianeta Terminus e' una testimonianza dell'indomabile spirito umano...
Il gruppo di scienziati che l'ha costruita, pero', si trovera' a dover portare un peso ben piu' grande di quanto si potessero immaginare...
Questa storia e' scritta in prima persona attraverso diari.
Genere: Malinconico, Mistero, Science-fiction, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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=`*`= Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1: Dipartimento di Ricerca e Sviluppo (Laboratori) =`*`=

La porta scivolo' di lato entrando nel muro con infinita delicatezza.
Entrai con passo lento ma deciso, gli occhi socchiusi alla improvvisa forza della luce artificiale. Mi guardai intorno con aria leggermente confusa: alla mia destra, un gruppo di astrofisici stava lavorando ad alcune mappe stellari: gli scienziati erano riuniti accanto ad un lungo tavolo blu.
Alla mia sinistra, trovai il conforto della mia scrivania. Sedetti, appoggiai sul tavolo il mio PC, e lo accesi. Visualizzai alcuni rapporti, ma fu tutto completamente inutile: avevo un pensiero che mi tormentava in ogni momento, un chiodo fisso. Non era facile smettere di pensare che William era disperso chissa' dove, nello Spazio.
La prima volta nella mia vita che qualcosa, anzi, qualcuno, riesce a distrarmi dal mio lavoro, pensai. Mi chiesi persino se questo non fosse un bene. Scacciai subito quel pensiero orrendo. E mi ritrovai a ricordare, ancora piu' intensamente di quanto non avessi fatto prima...

***
In uno spazioso e stranamente familiare laboratorio, un giovanissimo Comandante dell'Esercito Spaziale entro', con quell'aria buffamente marziale che la gente dello Spazio possiede nel muoversi formalmente.
Si arresto' di fronte a me, e fece uno scattoso saluto militare. Io ricambiai, un po' riluttante a prendere parte a questa procedura. Ero una scienziata, beninteso, ma ero altrettanto un Tenente dell'Esercito.
Ricambio' il mio saluto (forse anche piu' buffo del suo) con un caldo sorriso. Non potei fare a meno di annuire solennemente, e quindi ritornare al mio posto. Lui mi segui', con aria imbarazzata.
"Tenente," mi chiese, con tono piatto, "A che cosa sta lavorando attualmente?"
Mi girai lentamente alzando le sopracciglia, "Osservazione di un fenomeno astronomico, signore." cominciai. Esitai per qualche secondo, cercando di stabilire se lui avrebbe potuto capire una spiegazione piu' dettagliata, o no.
Mi incoraggio' ad andare avanti con un leggero cenno, cosi' continuai, "E' prevista l'esplosione di uno dei soli nel sistema di stelle doppie D-152." spiegai, brevemente, e troppo freddamente.
"Molto bene, tenente..." il tono della sua voce aveva una leggera sfumatura interrogativa.
"Enright." risposi, "Tenente Nella Enright."
Sentii il sordo rumore dei tacchi del Comandante, prima che lui si allontanasse. Solo allora mi resi conto che non si era presentato.
***
Mi affrettai a salvare la pagina che avevo appena registrato nel mio diario personale, e aggiunsi un'ultima istruzione in fondo alla pagina. Questa non sarebbe stata letta: era semplicemente un'istruzione che il Computer della nave avrebbe eseguito al momento dell'apertura del file.
'Computer delete memsector26: Genesis.slv'
Uscii dalla stanza con il cuore in gola, e mi avviai furtivamente attraverso i corridoi della nave. Ad ogni angolo, mi fermavo, per poi leggermente sporgermi oltre. Questo comportamento e' stupido, pensai.
Mi avvicinai lentamente al settore di Ricerca e Sviluppo. Controllai velocemente la mappa della nave sul mio PC. Ero nel posto giusto: Dipartimento di Ingegneria. Bene.
Entrai. Mi avvicinai al prototipo numero 26: trasferimento di esseri viventi tramite Ultraonde.
Basilarmente, si trattava di una specie di 'laser' che scomponeva un qualsiasi oggetto, o essere viventi, in parti semidigitalizzate, che poi venivano ricomposte ad altra destinazione tramite un Computer.
Un amico mi ha riferito che il Capitano Ackbar in quel momento stava entrando nei miei alloggi, per respingere la mia richiesta di dimissioni... apri' il mio diario personale e si accorse che, attivando l'istruzione nascosta che io avevo poco prima inserito nel file, aveva distrutto buona parte dei dati relativi al progetto Genesis... il distruttore di Mondi.
Avvicinandomi al dispositivo Ultraonde, riflettei sulla follia di quel progetto. Pensai che l'Esercito aveva dato il suo benestare per lo sviluppo di quella tecnologia.
Poi pensai che il direttore del progetto ero io...
Mi avvicinai al Computer, e programmai la bioscomposizione (chiamata frequentemente anche semidigitalizzazione). Mi posi sotto il raggio Ultraonde. Vidi che una linea blu, sottile, lucida, si stava formando fra gli specchi riflettori, nell'emettitore.
Avvertii un forte giramento di testa, poi fu come se fossi stata spinta con tale violenza da ritrovarmi dall'altra parte della stanza. Alzai il capo, e vidi...
Ero ancora nel laboratorio!... E una figura di baldo ufficiale era in piedi di fronte a me, la fronte corrucciata, le sopracciglia che si congiungevano appena sopra il naso, un dito accusatore puntato verso di me.
"Tenente!..." urlo'. Ma fu come un sussurro. La mia mente era stordita. "Che genere di follia l'ha spinta a questo?"
Scossi il capo, ancora un po' stordita. Ero stata colpita dalle radiazioni Gamma provenienti dall'emettitore in fase di pretrattamento del soggetto. Ero debolmente distesa per terra. Mi puntellai sui gomiti, e tentai di alzarmi.
Recuperata una buona dose di cavalleria, il Comandante William Smith mi aiuto' a rialzarmi, mormorando qualcosa come, "Pardon..."
"Allora? Che diavolo le e' successo?" Smith incalzo', con voce squillante, e non del tutto calma.
"Volevo... andare." mormorai. Fu allora, solo allora, che Smith si ricordo' di essere mio amico da ormai cinque anni. La sua espressione gia' ben poco militare si trasformo' in un misto di spavento e delusione.
"Volevi disertare?" William chiese, con una nota di apprensione nella voce roca.
"Oh, no..." mi resi conto di non essere in me. "Io volevo abbandonare... il Genesis, William. Non ce la faccio piu'." Mi rivolsi a lui con una voce piagnucolosa, e indignitosamente supplichevole, "Tu come fai, William! Come riesci a sopportare che... per le tue azioni vengano distrutti pianeti!... Uccise tante vite!... E il Genesis, William, il Genesis, e' tutto questo... all'ennesima potenza!"
L'espressione sul volto dell'ufficiale si addolci' notevolmente. Sospiro', "Come farai ad andare? L'Ultraonde e' troppo pericoloso." chiese, con urgenza.
Lo guardai con occhi sbarrati e pieni di stupore, "Vuoi aiutarmi?"
"Si'," rispose, scuotendo una mano, "Solo voglio sapere una cosa... Perche' diavolo non ti sei dimessa?"
"Ackbar non ha accettato." risposi semplicemente, con voce fredda e monotona. Mi resi conto di essere ritornata quella di sempre. Guardai in alto, verso i monitor che, alloggiati nel Laboratorio, riproducevano qualsiasi cosa accadesse nei corridoi antistanti.
"Computer!" urlai, ed il mio PC rispose con un suono simile ad un cicalino, "Blocca la porta!" ordinai.
[Porta Bloccata] il Computer rispose, con una voce femminile.
Mi voltai a William, "C'e' Ackbar! Ed una Squadra di Sicurezza! Devo attivare il prototipo ora!" mi slanciai verso il pulsante di accensione, ma il Comandante Smith, nella sua fermezza preoccupata, sembrava deciso ad impedirmi quel viaggio.
"No!" grido', "Usciamo di qui! Prendiamo una navetta!" disse, trascinandomi fuori dalla stanza, e dirigendosi all'Hangar Navette.
"Io..." mormorai, "Io non so pilotare..." continuai di malavoglia, vergognandomi, ed arrossendo in viso. William mi guardo' come se avessi affermato di non saper respirare. L'avevo previsto.
"Non ti puoi lamentare... Non per fare lo sbruffone, ma mi hanno detto che sono il miglior pilota della Flotta!" William affermo'. Eravamo di fronte alla porta dell'hangar. William mi porto' dentro, e ordino' che fosse preparata una navetta all'istante.
Non c'era da stupirsi nenache di questo... L'equipaggio lo adorava, ed obbedi' prontamente, senza chiedere conferma ad altri.
William prese i comandi della navetta A-105. Io sedetti al posto del copilota. Invano l'ordine di rientrare fu ripetuto alle comunicazioni... William, appena uscito dal campo gravitazionale della nave (la USS Asimov-A) parti' a massima velocita' verso il primo pianeta colonizzato non militarmente.
***

Alzai gli occhi al soffitto bianco della stanza, come per cancellare ogni ricordo dalla mia mente, ed associarle l'idea del bianco, per ritornare al lavoro con una lucidita' mentale appropriata.

Dottoressa Nella Enright
Direttore del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo
Pianeta Terminus: Stazione Terraformante 1
  
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