Prefazione:
Piccola
premessa. Questo capitolo è betato da me. Dato che l’ultima
volta che ho betato qualcosa il festeggiato
destinatario della storia se l’è ribetata daccapo..vi
dovrebbe fare capire quanto in realtà non sia una cima a farlo sebbene ci metta
tutte le buone intenzioni. E non dite che allora è meglio che trovi una beta perché
fin’ora non è andata tanto bene come cosa XD... morale della storia, non
garantisco ovviamente su eventuali errori che sono CERTISSIMA ci siano anche
qui nonostante io mi sia metto con tanto d’occhi (leggersi cosìàO_O) a
decifrare ogni svista e ogni errore possibile!
Tutto
ciò non per mettere le mani avanti, sia chiaro, è solo per far capire che sono
consapevole di essere una così detta mezza sega a betare,
ma che mi ci impegno! Ringrazio tutte le persone che hanno commentato i miei ultimi
vaneggi e chi mi ha accolta dopo così tanto tempo su questo sito...
Ma
a parte ciò sto rubando la scena perché questa storia ha un suo perché! Mychan (ve ne ho parlato colei che mi ha stressata per
pubblicare nuovamente!) oggi compie il suo compleanno e mi ha chiesto una
piccola shortina!
Non
è esattamente il mio genere, è la prima volta che lo affronto, però è stata una
sfida! Sta a voi dirmi se l’ho vinta!
Auguri
Biancaneve! (altrimenti detta Mytra!)
Spero
ti piaccia!
Profumo di vita
Draco
era nervoso. Parecchio nervoso. Era nervoso perché Harry Potter, da qualche anno
(non certo mesi o settimane) ma anni (due
per l’esattezza) suo ragazzo, da qualche giorno lo stava palesemente evitando.
All’inizio
ne aveva avuto un sospetto quando alla richiesta di fare sesso sfrenato (eh sì
si era abbassato a “chiedere”) si era sentito rispondere con un molto finto “ho
mal di testa” . Aveva ingoiato il rospo e aveva aspettato.
Ma
quando i giorni senza sesso diventavano due, poi tre ed infine una settimana ed
in più Harry che se ne stava più a casa dei suoi amici che a casa loro...allora
era ben chiaro che non solo Harry stava evitando Draco, ma lo stava addirittura
lasciando. Perché non c’era altra
spiegazione all’evitare il sesso sfrenato con Draco Malfoy perché sempre e
comunque fare sesso con il bel serpeverde era un onore oltre che un piacere.
Almeno così era convinto.
Solitamente
Draco in questi casi avrebbe usato la tattica della guerra preventiva che
consisteva nel mollare invece che essere mollati, ma si ritrovò ad ammettere
come faceva ogni giorno da due anni a quella parte, che non poteva lasciar
perdere così una storia... prese un attimo per pensare alla parole adatta; importante.
Draco
non si era mai impegnato con nessuno, mai davvero. Aveva avuto qualche ragazzo,
qualche volta anche una ragazza ma mai era arrivato al punto di dire quelle
fatidiche due parole. E stentava a dirle anche ad Harry anche se, dovette
ammettere con indulgenza, le provava.
Del
fatto che avesse detto per la prima volta “ti amo” nientepopodimenoche
ad Harry Potter era una cosa che aveva superato da tempo ormai, perfino
accettato. Del resto non lo aveva premeditato, semplicemente gli era uscito dalle
labbra con la facilità inversamente proporzionale alla difficoltà che aveva
avuto a dirlo a chiunque prima. E non ci era mai riuscito. Nemmeno per scherzo.
Sospirò
versando tre gocce esatte nella fiala verde. La pozione era pronta.
Se
solo il suo ragazzo si fosse degnato di venire a prenderla in consegna per
portarla poi alla sua amica, sarebbe stato perfetto.
Osservò
la bocchetta con apprensione; era da un paio di mesi che Hermione
seguiva una cura ormonale per restare incinta ed era preoccupato del fatto che ancora non ci fosse riuscita. Quella
pozione era pressoché infallibile, senza contare la precisione con cui lui
sapeva farla. Era impossibile che non fosse già gravida, magari anche di parto
gemellare, eppure...
Sospirò
pensando che l’unico motivo per cui non poteva essere stata in grado di
concepire era la totale sterilità, almeno di uno dei due coniugi, ma non voleva
ammetterlo, non voleva causare dolore a Hermione-So-Tutto-Granger,
anche perché con il tempo si era rivelata perfino una specie di amica. Ma, se
Harry lo stava per mollare, alla fine poco importava.
Era
immerso nelle sue elucubrazioni quando sentì la serratura scattare al piano
superiore. Harry era tornato e, in quel preciso istante, Draco si sentiva
abbastanza risoluto da voler chiarire una volta per tutte. Poteva anche essere
una sua impressione, certo, ma preferiva scoprirlo prima che fosse troppo
tardi.
Posò
la fialetta verde nel contenitore e, pulendosi le mani, salì le scale.
Harry
non era una cima a simulare indifferenza, era chiaro che non si aspettasse che
Draco fosse in casa soprattutto era chiaro che non ne gradisse la presenza.
Si
guardarono con fare impacciato.
-
C’è qualcosa che vuoi dirmi?- sbottò Draco quindi con una punta di acidità.
Voleva essere pacato e riflessivo, ma non ci riusciva. Questa situazione gli
stava dando altamente ai nervi.
-
In che senso?- pigolò Harry sulla difensiva.
- In che senso?- gli fece il verso Draco
avanzando per il salotto che divideva la cantina dall’atrio dove si trovavano
rispettivamente. – Abbiamo un problema, lo so io, lo sai tu, lo sappiamo tutti
e due. I problemi si affrontano, questo però non sembri saperlo.-
Harry
restò immobile, quasi di gesso. Prese un profondo respiro. - ...Si.- disse solo.
Ecco
“si” era proprio quello che Draco non voleva sentire. Era un “ma no cosa dici,
lo sai che ti amo” che voleva sentire! Non ammissioni di colpa. Avrebbe
preferito di gran lunga pensare che fosse una sua più che giustificata
paranoia, ma non la realtà dei fatti.
-
Bene.- si sforzò di rispondere di rimando – Dato che sembri avere un problema
con me, esponilo.-
Cercava
con tutti i suoi muscoli e nervi di restare calmo, ma gli era difficile. La sua
voce gli risultava fin troppo rabbiosa e quasi poteva vedersi attraverso gli
occhi di Harry minaccioso piuttosto che accomodante. Lo vide dondolare sul
posto ansioso, quindi fare due passi cauti nella stanza.
-
Hai ragione.- disse e Draco sentì la rabbia ribollirli nelle vene, ma in
maniera più cauta, un po’ rassegnata.
-
Bene.- disse.
-
Bene...- rispose Harry di rimando.
Poi
ci fu silenzio. La tensione si tagliava con un coltello.
Harry
si mosse velocemente, così velocemente che Draco si sentì in qualche modo spaesato
dal brusco movimento.
-
Mi dispiace io....è successa una cosa. Non volevo che succedesse, cioè...non mi
aspettavo che.-
Il
sangue nelle vene di Draco decise di fare dietrofront e circolare al contrario,
così, giusto per farlo sentire male, così male da aver timore di un infarto.
Harry....lui aveva...? No. Non volle crederlo.
-
E’ che non mi aspettavo avesse questi effetti.- continuò – Non...mi sarei
aspettato una cosa simile.-
Calma. Può esserci una spiegazione
plausibile. Si disse Draco, No. Harry era Fedele. Harry era....
-
Di che diavolo stai parlando?- scandì cercando di non scattare ad arpionargli
la gola – Parla, per merlino.-
Harry
alzò gli occhi in una muta supplica di perdono – Hermione
insisteva che quella pozione faceva schifo... e mi ha sfidato a berla.- disse.
Draco lo guardò confuso e in parte sollevato che non avesse appena dichiarato
“mi sono scopato il postino”.
-
Continua.- disse quindi.
Harry
prese un profondo respiri – Credevo che avesse come effetto collaterale solo un
aumento di desiderio, visto che sono un uomo.-
C’era
un “ma” in quella frase. Era
sottointeso, però era chiaro come il sole. Aumento di desiderio.... altre
conseguenze...Quali altre
conseguenze?
Draco
visualizzò il libro su cui aveva studiato la pozione, tutti gli ingredienti e
le indicazioni, ma non ci arrivò. Non finché non vide la mano di Harry
sfiorarsi l’addome in un segno delicato ed affettuoso. Harry guardo Draco e
Draco guardò la sua pancia.
- Oh.- riuscì solo a dire sentendo tutto il suo corpo rilassarsi
sotto la consapevolezza che Harry non lo aveva tradito, né voleva lasciarlo.
Era solo incinto.
Oh merda.
Sbatté
le palpebre confuso e finalmente consapevole dell’assurdità della esitazione.
Indicò Harry e aprì più volte la bocca come a voler dire una cosa. Riuscì solo
a chiedere – Come?-
-
Sei tu l’esperto di pozioni, non io. - grugnì Harry di rimando.
Certo,
ovvio. Draco prese considerevoli boccate d’aria cercando di riflettere. Infondo
non c’era nulla di strano solo che il suo ragazzo aspettava un bambino. Tutto
qui. Assolutamente nulla di strano.
Avrebbe
dovuto dire qualcosa, no? Ma era del tutto impreparato ad affrontare questa
cosa perché mai aveva pensato a questa possibilità.
Forse
contento dal silenzio del proprio compagno Harry proseguì – Ma non ti
preoccupare, il dottore ha detto che se non continuo a prendere la pozione ogni
mese non c’è possibilità di portare avanti la gravidanza, quindi...devo solo non
prenderla.-
-
Come?-
-
....va presa ogni mese. E’ per....mantenere vivo l’utero magico.-
Draco
annuì, incapace di fare una qualsiasi cosa.
-
Tanto mancano pochi giorni allo scadere del mese.-
sentì dire improvvisamente da Harry e gli sembrò che gli si bloccasse il cuore.
...Come?!
- Quanto, esattamente?- sbottò ansioso.
Harry
ricambiò il suo sguardo – Un...Un paio di giorni.-
-
Merda!- Draco scattò verso la cantina e con grosse falciate e scendendo gli
scalini a due a due, si ritrovò nel suo laboratorio per poi ripetere il percorso inverso ma con la
medesima velocità. Si sedette accanto ad Harry e gli tirò indietro la testa
premendo sulle sue labbra la pozione finita poco prima per Hermione.
-
Draco, ma...-
-
Non parlare.- lo freddò il biondo – Non so nemmeno io cosa provo in questo
momento, ma bevi questa fottutissima pozione.-
Harry
sbatté le palpebre quattro volte confuso prima di capire. – Tu...lo vuoi.-
Draco
ricambiò lo sguardo, scuro in volto – Non lo so.-
ammise – Ma non riesco a disprezzare l’idea che tu abbia mio figlio in grembo..perché
è mio figlio, vero?-
-
Certo.- replicò Harry offeso – Per chi mi hai preso?-
-
Bene.- rispose solo allora Draco respirando a fondo.
Osservò
Harry ingurgitare la pozione e poi soffrire con una smorfia quindi abbassò gli
occhi sulla pancia ancora piatta del suo ragazzo.
-
Un bambino.- disse solo.
-
Un bambino.- rispose Harry in conferma.
***
Draco
era ancora segretamente convinto che non potesse essere vero, ma quando vide il
piccolo semino nell’addome e in particolare il piccolo cuoricino martellante,
allora la consapevolezza gli si buttò addosso abarbicandolo in un soffocante
abbraccio. Ma ci si abituò presto, forse in pochi attimi, perché dopo la
consapevolezza, a bussare alla porta della sua anima, fu la gioia.
Gioia,
si riscoprì a notare. Vera gioia.
Lui
e Harry...e un bambino. Pannolini, urla, pianti, notti insonne... Provò a
pensarle tutte per cercare di smorzarla, ma non ci riuscì. L’immagine di un
piccolo fagotto tra le braccia del suo ragazzo fu l’unica cosa che riusciva a
pensare. E lui ad abbracciarli entrambi.
Lo
voleva, capì in quel momento, non lo avevano programmato, ma ora che ci si trovava
benché fosse una delle situazioni più bizzarre del mondo; lui la voleva.
Attese
quasi impaziente che Harry si rivestisse e il medico esaminò le analisi.
-
E’...singolare.- ammise – Ma se prende ogni mese la pozione non dovrebbe avere
problemi.-
-
E come funzionerebbe...il parto?- domandò il moretto ansioso – Cioè io non
sono...-
-
Un parto cesareo mi pare d’obbligo, signor Potter.- rispose l’uomo. Harry annuì
pragmatico.
-
Tranquillo.- intervenne Draco – La cicatrice può scomparire. Andrà tutto bene.-
Harry
alzò gli occhi verso Draco e scosse la testa – Non è questo.-
-
E allora cosa c’è?-
Harry
scrutò negli occhi del ragazzo come a trasmettergli un messaggio, di angoscia e
timore – Niente.- disse però infine e Draco conosceva abbastanza Harry da
capire che quel niente voleva dire l’esatto opposto.
Il
viaggio di ritorno fu silenzioso. Draco non aveva mai imparato a guidare quelle
cose che i babbani chiamavano “macchine” quindi era
sempre il moretto a guidare. E lo fece in silenzio.
Nell’aria
vagavano discorsi di cui vi era un bisogno quasi biologico di parlarne, ma non
lo fecero. Tacquero.
Tornati
a casa Draco preparò la cena mentre Harry accese la tv per riempire quel denso
silenzio. Forse aspettavano solo il momento giusto per parlarne, un segno, una
qualsiasi cosa che desse il via.
-
Harry..- decise quindi il biondo di tagliare la testa al toro durante la cena –
che hai?-
Il
moretto fermò per un attimo il lavoro della forchetta sulle uova e restò
immobile per qualche secondo – Non lo so. - rispose.
Draco
annuì piano – Puoi..- esordì – Puoi parlarmi di tutto, lo sai?-
Non
era da lui essere così propenso a queste cose, ma non sapeva cos’altro fare. Harry
scosse la testa e Draco provò un incredibile frustrazione.
-
Se non mi dici cosa c’è come posso aiutarti, Harry?- replicò teso.
Harry
posò la forchetta accanto al piatto – Ho sonno.-disse – Vado a dormire.-
Fece
per andarsene ma Draco lo bloccò immediatamente – Perché fai così?- sbottò
nervoso – Prima mi eviti, non mi dici niente, aspetti quasi di perdere il
bambino e ora fai così...- Draco smise di parlare improvvisamente consapevole
che c’era solo una spiegazione a tutto – Harry tu vuoi il nostro bambino?- domandò
quindi con una rinnovata calma, ma con una strana sensazione di groviglio e dolore
nello stomaco.
Harry
lo guardò, non fece altro finché Draco non lo lasciò andare.
-
Capisco.- disse solo, e nella sua immagine si fissò quell’unica immagine vista
sul monitori; un cuoricino che batte. – Va bene.- disse ma non era sicuro gli
fosse uscita la voce –Vai a dormire, domani ne riparliamo.-
Harry
non augurò nemmeno la buona notte salì le scale e scomparve al piano di sopra.
Quella notte Draco dormì sul divano.
**
In
una famiglia normale avere una bambino era di solito motivo di grande gioia, ma
quando la gravidanza non era umana, né naturale, allora c’erano fin troppe
domande senza risposta.
Draco
non aveva dormito per nulla quella notte forse in attesa che il moretto
tornasse giù confessandogli che lo voleva quel bambino. Ma Harry non lo fece. Restò
sopra in un silenzio fin troppo chiaro per poter sperare ancora.
Draco
dal canto suo voleva questo bambino, lo sentiva con ogni fibra di sé quasi
fosse lui ad avere quel famoso istinto, l’istinto
materno. Quasi sorrise di sé a pensare che certo non era lui ad avere in grembo
una vita.
Perché
era così difficile per Harry accettare questa cosa?
Certo
non se lo sarebbe mai aspettato; restare incinto. Capiva che era vista come una cosa impossibile
almeno nel regno babbano. Era ovvio che Harry fosse
spaesato. Ma davvero non aveva provato niente quando aveva visto quella piccola
macchiolina pulsare? Tra i due era Harry quello coraggioso e sentimentale,
quindi..come poteva essere?
Cosa
doveva fare ora?
Andò
a lavoro e quando la sera tornò Harry non era in casa. Sembrava che quella
situazione stesse pregiudicando l’intero loro rapporto, come se quei due anni
fosse svaniti tutti in quel semplice momento in cui Harry aveva iniziato a sentire
le prime nausee e si era recato dal medico da solo.
Forse
semplicemente Harry non lo amava più e non voleva quel bambino frutto di
entrambi.
Eppure...Eppure
non poteva crederci, non del tutto. Ricordava con nostalgia quell’unico attimo
in cui il moretto si era sfiorato la pancia con uno sguardo così pieno di
intenso amore da far sentire lo stesso Draco che guardava, coccolato da quel
tempore. Il tempore di una famiglia.
Cosa
poteva quindi ora il moretto rinunciare così?
Dovevano
parlare. Altrimenti la distanza tra loro sarebbe aumentata ulteriormente e non ci
sarebbe stato poi nulla da fare.
Così
pensando il biondo si recò nell’unico posto in cui sapeva trovare Harry: dai
coniugi Weasley ed infatti lui era lì. Osservò dalla
finestra del giardino quasi per caso la Granger
stringersi tra le coperte con le lacrime agli occhi ed Harry più in là
schiacciato sotto il peso di una colpa.
Osservò
Hermione scuotere la testa ed allungare un braccio
verso le mani giunte di Harry e stringerle come la propria, dire qualcosa e poi
vedere finalmente quello che a Draco era mancato tantissimo; il suo sorriso.
Ne
restò catturato quasi come se non vedesse il proprio ragazzo da mesi e nemmeno
si rese conto di allungarsi come per raggiungerlo. Quando lo fece, fu troppo
tardi: il suo braccio traditore aveva bussato alla porta vetro del giardino e i
due amici avevano alzato gli occhi verso di lui.
Cercò
di sembrare calmo quando in realtà non lo era. Vide Harry guardare Hermione e lei annuire, alzarsi e andarsene. Ed infine
osservò il moretto raggiungerlo ed aprigli la porta.
Draco
restò in silenzio guardando l’amato ed accettando quel tacito invito ad
entrare. Una volta dentro, l’aria calda della casa gli provocò un formicolio in
contrapposizione con il gelo londinese che vi era fuori.
Ci
fu nuovamente silenzio, ma stavolta era di preparazione ad un discorso che era
giusto e doveroso fare. Una volta per tutte.
-
Non eri a casa.- disse Draco, piano, giusto per poter
dire qualcosa, iniziare a parlare.
-
Lo so.- rispose l’altro.
-
Di cosa parlavi con la Granger?-
Harry
incrociò le braccia e si strinse nelle spalle – Gli ho detto che il suo piccolo
scherzetto ha avuto più conseguenze del dovuto e che ora avrò un bambino.- non
c’era allegria nella voce, ma semplice verità – Mentre lei no.-
continuò ancora abbassando la voce di due toni come se il pensiero lo ferisse.
-
E’ questo il problema?- domandò quindi Draco – Che tu che non vuoi avere un
figlio ti ritrovi ad averlo in te, mentre lei che lo vuole non può?-
Harry
alzò gli occhi sul suo ragazzo riducendoli a due fessure – Lo voglio, Draco.- disse – Ma non penso sia
giusto. Non sono una donna, non...- sospirò – Non è naturale.-
L’altro
lo guardò incapace di fare altro. Vagliò migliaia di parole, una più ipocrita
dell’altra su come fosse un miracolo, su come doveva solo essere contento di
una cosa simile, ma non riuscì a farle uscire, disse solo la cosa che più gli
premeva sapere – Quindi cosa farai?-
Harry
alzò le spalle tenendo lo sguardo basso ad evitare quello del compagno – Non ne
ho idea, va bene? Vorrei solo..tempo. Ma più passa il tempo più questa cosa
cresce e io la sento....dentro di me. E...mi
spaventa.-Il biondo avrebbe voluto guardare nei profondi occhi verdi dell’amato
ma questi continuava a guardare per terra, o comunque in un posto lontano –
Cioè...è...un essere umano. Che
diritti ho io di far nascere un vero essere umano?-
-
Non è un diritto Harry.- soffiò il biondo avvicinandosi a grandi passi per poi
posare le mani sulle spalle del ragazzo come ad incoraggiamento – E’ un dono. Prendere quella pozione per un
uomo non significa necessariamente rimanere incinto. C’è una possibilità su
diecimila, è successo solo quattro volte nella storia!-
-
Ti sei documentato, noto.- fece l’altro ironico.
-
Sai che non mi piace affrontare le cose impreparati. Non sono un grifondoro.-
Harry
guardò finalmente il proprio ragazzo. – E com’è finita per loro?- domandò come
se temesse la risposta con tutto se stesso.
- Il
loro bambino è cresciuto sano e forte.- rispose immediatamente il biondo.
-
Ragiona Draco!- sbottò quindi il moro esasperato – Cosa gli diremo quando ci
chiederà come è nato? Quando vorrà sapere come può capitare che due uomini
possano avere un bambino? Cosa diranno di lui gli altri?!-
Draco
sorrise, conscio che Harry voleva davvero quel bambino e lo aveva capito dalla
preoccupazione nella sua voce. Era terrorizzato, come ogni genitore, come ogni
madre. Preoccupato che il proprio bambino crescesse bene, che ricevesse
abbastanza amore. Il suo dovere in questo caso era solo uno...
-
Andrà tutto bene Harry.- lo rassicurò – Ci penseremo quando capiterà, per il
momento gli daremo tutto l’amore di cui siamo capaci e so che ne abbiamo
veramente tanto da dare.-
Guardò
gli occhi di Harry inumidirsi velocemente – Dici che ce la faremo?- lo sentì
dire piano, speranzoso.
-
Ne sono certo.- disse ancora sfoggiando
un sorriso sincero – Quindi ora torna a casa e iniziamo a decorare la sua
stanzetta, ok?-
Quando
Draco sentì le braccia di Harry sulle sua schiena stringerlo come se ne valesse
la sua stessa vita si sentì
completamente realizzato, come se fin’ora gli fosse mancato un considerevole
pezzo e lo avesse appena ritrovato, incontrato in lui.
Quello
era il posto di Harry; nelle sue braccia. Così come quello suo era nelle
braccia del moretto.
-
Vi amo.- disse allora, senza pensarci su, come ogni
dichiarazione seguita da quel primo “ti amo”. Sentì Harry intensificare le
presa e annuire. Poi si baciarono e la tensione di quel mese fu dimenticata in
un solo istante.
**
Harry
aveva ragione a dire che una delle conseguenze della pozione era l’aumento di
desiderio. Per mesi, ogni volta che la prendeva, passava una settimana a
ricercare un contatto con il ragazzo, anche quando lui si ritirava stanco dal
lavoro.
-
E’ colpa della pozione.- protestava ogni qual volte che Draco lo prendeva in
giro di essere affamato di sesso. E Draco allora non sapeva far altro che
ridere a cuor leggero e baciarlo – Certo.- diceva poi – La scusa è buona, eh?-
I
mesi passavano e il bambino cresceva nel grembo di Harry che si lamentava
proprio come tutte le donne di essere ingrassato, di odiare le caviglie gonfie
e poi le voglie...quelle era terribili. Oltre al sesso, s’intendeva.
Del
resto gli ormoni era una gran bella fregatura e quella pozione certo ne era
allo stato puro.
Era
dimenticata la tensione il tempo e a restare fu solo pura gioia.
Hermione
ormai rassegnata a non poter avere una famiglia per sé se ne stava spesso con i
due ragazzi ad aiutare Harry in ogni sua azione, quasi come se quel bambino concepito
fosse un po’ anche suo ed i due avevano accolto con discrezione la cara Zia Herm consapevoli che non sarebbe stata altro che una
presenza positiva nella crescita del loro piccolo.
Il
tempo passava e ogni volta che i ragazzi vedevano in quel monitor quel piccolo
cuoricino battere e quel bambino muovere i primi ditini, dare i primi calcetti,
tutto, tutto era un centimetro più speciale.
-
Perché non ci sposiamo?- domandò ad un certo punto Draco mentre se ne stava
disteso sul grembo ormai tondo del moretto dopo una sessione straordinario di
sesso post pozione. Harry, che accarezzava i capelli del suo compagno con
dolcezza cessò un secondo il movimento per poi riprenderlo poco dopo – Va
bene.- disse – Ma quando avrò riacquistato il peso forma.- rise e Draco rise
con lui.
-
Draco!- esclamò un giorno Harry con una nota di panico nella voce. Il biondino
si affacciò dalla cucina.
-
Che c’è?- domandò preoccupato.
-
C’è qualcosa che non va.- esclamò toccandosi la
pancia – Mi fa male.-
-
Male?- riuscì solo a sussurrare Draco avendo giusto il tempo di spegnere i
fornelli per poi correre subito da Harry. Posò una mano sulla pancia e non
sentì nulla, ma Harry ringhiò e strinse forte la stoffa del divano.
-
Fa male!- grugnì rabbioso.
Draco
guardò Harry e per un attimo la consapevolezza si fece strada in loro. Non
persero nemmeno tempo a prendere la
macchina, Draco abbracciò il moretto e lo smaterializzò al San Murgo...
Due
ore dopo Harry giaceva in un letto ancora addormentato per via dell’anestesia.
Draco era al suo fianco e poco più in là in una piccola teca c’era un fagottino
addormentato che respirava ed odorava come un neonato. Un vero neonato.
Non
lo aveva ancora preso in braccio, né gli aveva dato un nome. Aspettava che
Harry aprisse gli occhi e che fosse lui a farlo per primo, se lo meritava
dopotutto.
Attese
un'altra intera ora prima che il moretto desse segni di vita.
-
Dov’è?- fu la prima cosa che domandò – Dov’è il bambino?-
-
Accanto a te.- sentì rispondere Draco immediatamente
– In attesa che tu lo abbracci.-
Harry
tentò di aprire gli occhi e vi riuscì solo dopo svariati tentativi, pian piano
riacquistò la lucidità necessaria per capire davvero cosa stava accadendo e
dove fosse.
-
Draco.- lo chiamò.
-
Sono qui.-
-
Dov’è?- domandò ancora finalmente cosciente del tutto – Sta bene?-
-
Ma certo.- rispose il biondo – Sta benissimo. E’ una bambina.-
-
Una bambina?- domandò il moretto sorpreso poi allungò una mano quando Draco si
allontanò da lui. Lo chiamò ancora ma poi tacque quando lo vide con in braccio
un esserino avvolta con una coperta. Capì subito e si
ritrovò a piangere senza nemmeno rendersene conto.
Draco
gliela posò in grembo dolcemente
confessando di avere il timore quasi di romperla tanto gli sembrava
fragile ed Harry la prese tra le braccia con altrettanta premura.
Era
così...delicata, indifesa. Anche morbida.
Il
suo nasino che si muoveva appena per via del suo respiro e l’odore pungente di
neonato fu la prima cosa che Harry sentì della sua bambina. La loro bambina.
Quando
Draco gli passò una mano sulle spalle e posò l’altra sul braccino della piccola
ricominciò a piangere incapace di fermarsi.
Quel
momento fatto puramente d’amore era così perfetto che rimase impresso a fuori
nei loro cuore per sempre.
**
-
Tua figlia è una peste!- ringhiò Harry discostato le coperte – Non sa stare
ferma cinque minuti!-
-
Ah ora è mia figlia?- rimbeccò Draco
divertito – Dov’è finito il “sono stato io a portarla in grembo”-
-
Ma poi ci è uscita ed è tale quale a te! – sbuffò buttandosi esausto sul
materasso – E’ una piccola mocciosa viziata! –
Draco
alzò un sopracciglio ficcandosi anche lui sotto le coperte – Potrei offendermi.-
Harry
gli fece la linguaccia – Andiamo eri uno spocchioso snob ad Hogwatrs!
E lei sta prendendo la tua stessa strada. Del resto il sangue non è acqua!-
Draco
ghignò sapendo che per quando le parole era dovute solo allo stress di crescere
una bambina iperattiva e incredibilmente magica. Toccava a lui aiutarlo a scaricare
la tensione ed avevano il migliore dei modi per farlo.
Lo
abbracciò e iniziò a baciarlo dolcemente.
-
Non attacca Draco.- disse, ma Draco sapeva che stava mentendo. Forse era
l’effetto collaterale permanete della pozione o semplicemente, come era sempre
stato, il desiderio sessuale tra loro era acceso e presente o perlomeno bastava
poco a stimolarlo. Lo baciò ancora e sentì il moretto sciogliersi letteralmente
tra le sue braccia e la cosa lo eccitava sempre fino all’inverosimile.
Lo
amava, amava ogni cosa di lui e della loro vita. Baciò ogni centimetro della
sua pelle, desiderando ogni frammento di desiderio che stava acquistando.
Mentre lasciava andare in basso una mano però un rumore distrasse i due ormai
quasi presi dal desiderio.
-
Papà?- sentirono una voce fin troppo famigliare, docile ma carica di promesse
di distruzione. Harry strinse gli occhi e con un sorriso rassegnato si lasciò
andare al materasso cercando di pensare ad altro oltre quello che la piccola
aveva interrotto.
Draco
sorride e lo lasciò libero con un bacio leggero sulla guancia e si alzò da lui.
-
Dimmi, piccolina di papà, che c’è?-
-
Ho fatto un incubo.- disse la bambina sulla porta reggendosi al pomello con
forza e con l’atra stringendo al petto la bambola che la zia Herm gli aveva regalato allo scorso compleanno quando
compiva tre anni.
Draco
ed Harry di un tacito comune accordo discostarono le coperte permettendo alla
bambina di raggiungerli e poi la strinsero tra loro, amorevolmente.
-
Su ora dormi.- fece Harry con un sorriso dolcissimo che annullava ogni parola
detta prima: per quanto lei lo facesse impazzire amava quella pargoletta come
nessuno a parte Draco.
-
Ci siamo noi a proteggerti dai mostri cattivi.- la rassicurò Draco di rimando.
La
bimba dai grandi occhi verdi e dai boccoli biondi sorrise con il suo faccino
paffutello e strinse le sua manine nei pigiami dei suoi padri quindi si addormentò
sentendosi completamente al sicuro.
Harry
e Draco si lanciarono un occhiata rassegnata ma felice, si allungarono per
darsi un leggero bacio sulle labbra e cullarono la loro bambina fino a che il
sonno non sopraggiunse anche per loro.