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Autore: Sweet Madness    03/03/2010    1 recensioni
La vita di una giovane giornalista viene costantemente sconvolta da un sadico scrittore che guarda caso è il suo migliore amico, due fantastiche ragazze con parecchi problemi di relazione, una sorella minore che ha come unico obbiettivo renderle la vita difficile e da lui. Beh, ma lui è tutta un’altra storia...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FOS2

The Interview, Also Known As “Operation Embarrass”

 

Arrivo al ‘Four Season’ con ben dieci minuti di ritardo, mi precipito dentro, chiedo alla reception dove si trova la sala della rosa e, una volta individuata, entro come una furia catturando il primo dipendente che trovo, è una ragazza.

"Salve, mi servirebbe un'informazione"

"Sì, mi dica pure"

"Sto cercando una persona è l'architetto Liam O'Connor"

"Sì guardi, è seduto ad un tavolo sulla sinistra, accanto ad una colonna"

"Mi scusi ancora signorina, può dirmi che aspetto ha" chiedo sentendomi un po’ stupida, lei sorride cortese.

"Certo, guardi è un bel ragazzo, alto, ben piazzato, bruno, occhi scuri"

"Lei mi ha salvato la vita grazie" le sorrido, lei ricambia e poi va via, io entro e mi guardo un po’ intorno, non c'è molta gente, ci sono un paio di ragazzi castani, ma dato che uno è in compagnia di una ragazza presumo che l'altro sia la mia intervista, è di spalle, mi avvicino frettolosamente, e mentre ancora gli sono dietro gli faccio la fatidica domanda.

"Mi scusi lei è Liam O'Connor?"

"Sì" mi porto di fronte a lui senza neanche guardarlo in faccia, sono imbarazzatissima, è tanto che non faccio interviste e oltretutto sono anche in ritardo.

"Ahh, mi scusi molto il ritardo, sono davvero mortificata"

"Ma sei tu!" cosa? Chi sono io? Questa voce mi è familiare, alzo lo sguardo e chi vedo? Sì proprio lui il tizio che mi ha salvato da una rovinosa caduta solo mezz'ora fa!

"Oh salve, sì lei mi ha salvato da una caduta storica" mi siedo.

"Oh dammi del tu, ma scusa tu non sei troppo giovane per lavorare al ‘Times’?" chissà perché mi fanno tutti questa domanda.

"Più o meno" sorrido, magari così non noterà il mio imbarazzo, cavolo solo a me succede che in una città enorme come New York il tizio che mi ha salvato la vita sia anche la mia intervista!

"Allora tu devi essere Alyssa Roth, sai leggo tutti i tuoi articoli, mi piace come scrivi e le tue interviste, le ho sempre trovate divertentissime, ma come ti dicevo, ti credevo un po’ più vecchia" sorride, cavolo quant'è carino, io divento bordeaux, ne sono certa, quando sono in imbarazzo divento di un colore indefinibile stile l'allegro orto in rosso (pomodoro, peperone, peperoncino, ecc...).

"Grazie, ma anche tu sei molto giovane per essere un architetto di fama internazionale, se non sbaglio hai solo ventisei anni"

"No, non sbagli e grazie per il complimento, ma sai com'è io ho cominciato molto presto ancora all'università un famoso architetto mi ha preso sotto la sua ala per così dire e mi ha fatto muovere i primi passi in questo campo"

"Certo, Ernesto Scavo"

"Ah, ma allora hai fatto i compiti!" sorrido da ebete, credo che questa volta mia asterrò dall'esprimere giudizi personali su quest'intervista, credo che la buon costume non approverebbe i miei commenti decisamente vietati ai minori, sto per rispondere quando gli squilla il telefono.

"Ah ciao, no non preoccuparti, cosa? Oh sì io non ho problemi, perfetto, allora a stasera" attacca e io continuo a guardarlo come un ebete, ma lui lo sa l'effetto che fa alle donne? Ma soprattutto lo sa il governo? Questo ragazzo potrebbe essere usato al posto delle armi, si fa entrare dentro una stanza e tutti sarebbero così concentrati a guardarlo che non si accorgerebbero neanche di essere ammanettati.

"Scusami era un mio vecchio amico, dovevamo pranzare insieme, ma ha rimandato a questa sera" perché me lo sta dicendo? Forse ha frainteso il mio sguardo da merluzzo per uno sguardo interrogativo, comunque, io sono qui per un'intervista ricordiamocelo, è ora di cominciare.

"Senti ti va se cominciamo, no perché ho circa una miliardo di domande da porti" ride, beh è un buon segno se ride, credo, ma forse lui pensa che io stia scherzando, strano perché mi hanno sempre detto che io non sembro il tipo che lo fa e infatti non scherzavo, solo negli ultimi cinque minuti mi sono venute in mente un centinaio di domande tipo sei impegnato? Che fai domani sera? Puoi toglierti la camicia? E cose di questo genere.

 

Ormai ho perso completamente la cognizione del tempo, per quanto ne so potrebbe essere passato un secolo da quando mi sono seduta qui, l'intervista è quasi finita, mi fa male la mascella da quanto ho riso e ho scoperto che quello che ho davanti è l'uomo perfetto, oltre al suo aspetto c'è molto di più, ed è anche meglio, è simpatico, intelligente, brillante, gentile, generoso e potrei metterci una vita ad elencare tutte le sue qualità ed inoltre ho scoperto che è single, devo essere sincera ho spacciato per una domanda dell'intervista una domanda che mi premeva a livello personale, ma andiamo, potevo fare di peggio!

Guardo l'orologio, cavolo, è già l'una e mezzo, credo che abbia altri impegni a parte farsi tartassare di domande da una giornalista impicciona, perciò gli faccio l'ultima domanda.

"Ecco, abbiamo concluso"

"Davvero? Ma che ore sono, cavolo, non mi ero accorto fosse passato tanto tempo, forse perché mi stavo divertendo" e sorride, e io divento di nuovo cremisi, ma è possibile che non mi si possa fare neanche un mezzo complimento che io arrossisco?

"Beh è stato un piacere" dico cercando di fare la disinvolta.

"Lo è stato anche per me" rimango lì tipo idiota per circa mezzo minuto prima di ricordarmi che quello è un congedo e io devo andarmene, così mi alzo, prendo le mie cose e anche lui lo fa, mi giro e faccio per andarmene quando lui mi ferma.

"Ehm Alyssa aspetta un attimo" mi giro, sembra sul punto di chiedermi qualcosa, forse vuole sapere quando uscirà l'intervista.

"Sì, l'intervista uscirà tra due settimane, se non fanno scherzi Venerdì" lui sorride e scuote quasi impercettibilmente la testa.

"Ti ringrazio, e spero di rivederti" ah le frasi di circostanza, le adoro.

"Anch'io lo spero" sì ma io dico seriamente.

"Allora ciao"

"Ciao" e questa volta me ne vado sul serio.

 

Guardo distrattamente l'orologio del computer e poi torno di nuovo alla pagina bianca, è da quando sono tornata dall'intervista che è così, non è da me, io in genere i miei articoli li scrivo il giorno stesso, non mi piace aspettare l'ultimo minuto, ma oggi non riesco a scrivere niente a parte il titolo.

Non lo so, forse inconsciamente sto cercando una scusa per chiamarlo, tipo, “sai c'è stato un ritardo l'intervista sarà pubblicata un altro giorno” o roba del genere, cavoli com'è complicato.

Improvvisamente vedo l'orologio invece di guardarlo e noto che ormai sono le sei di sera, allora spengo l'apparecchio, esco dal mio ufficio, chiudo a chiave la porta per evitare spiacevoli intrusioni nel mio spazio privato e mi dirigo a casa.

Prendo un taxi, non ho nessuna voglia di festeggiare stasera e questa volta mi farò valere costi quel che costi!



Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono!
  
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