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Autore: Bryn    24/07/2005    5 recensioni
Vorrei che la commentaste e che mi diceste sinceramente cosa ne pensante. Io sono un’appassionata di slash, lo sono davvero molto … ma spero che le altre lettrici di slash non snobbino questa storia solo perché è su James e Lily. Diamo loro la chance che meritano. Permettiamo loro di dirci come sono stati felici. Questo io chiedo. E vi ringrazio anticipatamente.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevamo mangiato tranquillamente, nonostante tutto

Avevamo mangiato tranquillamente, nonostante tutto. Ci sentivamo al sicuro, Sirius ci aveva fatti sentire al sicuro, suggerendo di trasferire a Peter il compito di essere il nostro custode segreto. James era preoccupato per Sirius, il compito che si era preso era terribilmente pericoloso, ma, come aveva scherzosamente concluso lui stesso, in fondo “Sirius non sarebbe se stesso se non si fosse preso la parte più eccitante, lasciando me a languire qui

 

Avevo finto di offendermi

 

(“Stare qui con me e nostro figlio per te è languire?”)

 

e lui mi aveva abbracciata, attirandomi a sé e baciandomi, ridendo come solo lui sapeva ridere e dicendomi quelle parole che tanto amavo sentirmi dire

 

(“Stare qui con te e nostro figlio è il paradiso”)

 

per poi subito dopo tradire la sua anima di buffone, concludendo la frase con quel pizzico di umorismo che di solito gli meritava una mestolata sulla nuca.

 

(“solo vorrei annoiarmi un po’ di meno …”)

 

Aveva aperto il suo bel viso in un sorriso e poi mi aveva baciata, rovesciandomi leggermente indietro. Nella nostra calda, sicura, accogliente cucina. Sotto gli occhi di nostro figlio che sedeva nel suo seggiolone e batteva il cucchiaio sul ripiano tutto felice nel vedere i suoi genitori così affiatati.

 

Mi ero messa in viso quell’aria leggermente corrucciata che assumevo sempre quando ancora ero una prefetta e lui James “Prongs” Potter, il combinaguai della scuola. Poi, proprio come allora, l’avevo bacchettato per la sua impudenza, cosa che entrambi adoravamo. Io fare, lui ribattere.

 

(“Ah è così? Si annoia signor Potter? Allora suppongo che si annoierà di meno *stanotte* se si leggerà un buon libro in soggiorno, sul *divano* mentre io dormirò con nostro figlio”)

 

Harry aveva riso, deliziato dall’occhiata falsamente disperata che suo padre gli aveva lanciato mentre mi lasciava andare e gli si avvicinava, rivolgendosi a lui e parlandogli a bassa voce, mentre io sparecchiavo alla cara, vecchia maniera babbana.

 

(“L’hai sentita scricciolo? L’hai sentita tua madre? Vuole mandarmi in bianco. Ma tu non glielo permetterai vero? Non vuoi dormire con lei giusto? Lascerai che sia il tuo papà a trovare un rimedio alla noia corteggiando la mamma, sì?”)

 

Ed Harry, a modo suo, gli aveva risposto, ridendo e battendo le manine, facendo così partire gli ultimi schizzi di zuppa dal suo cucchiaio e colpendo James vicino all’occhio. A quel punto il mio amore aveva sollevato il piccolo dal seggiolone e se l’era messo davanti al viso incupendosi, con aria fintamente severa. Ma era bastato che Harry storcesse il visino per fargli morire le parole in gola. E quando la prima lacrima aveva fatto capolino al bordo dell’occhio del nostro tesoro il grande James Potter, il Marauder, il Cercatore, il Ragazzo-più-corteggiato-di-Hogwarts [a sentire lui] era miseramente crollato, supplicando il bambino di non farlo.

 

(“Harry? Harry scherzavo! Harry giuro mi dispiace, Harry ti prego, dai non fare così, avantiiiiii! Non voglio farti niente, guarda che non mi sono arrabbiato. Sul serio non me la sono mica presa! Non mi ha dato fastidio quello che hai fatto! Scherzavo! Harry non piangere, no no no non farlo. LILYYYYYYYY!”)

 

Ridendo avevo preso nostro figlio dalle braccia del padre e l’avevo stretto a me baciandogli via le lacrime dal viso, lasciandogli stringere il pugnetto attorno al mio indice mentre lo cullavo. Harry aveva appoggiato il viso sul mio seno, calmandosi, e mi aveva sorriso beatamente mentre suo padre alle mie spalle bofonchiava non so quali proteste.

(Però così non vale … quando io mi arrabbio o sono triste non mi tratta mica così … non è per niente giusto, ecco!”)

 

A volte veramente davo più maturità intellettiva a mio figlio che non a mio marito. Ma del resto Harry aveva passato molto meno tempo con Sirius di James, e questo poteva spiegare il maggior rincretinimento del mio amore. Senza offesa a Sirius ma messi vicini lui e James riuscivano ad essere più imbecilli di quanto si potrebbe credere. Specie senza Remus a monitorarli.

 

Intanto James si era pulito il viso e cercava di rientrare nelle grazie del bambino, tentandolo con qualche innocuo giochetto di trasfigurazione.

 

(Vedi Harry? Era una tazza ma ora … tac! … è un bel topolino! Ti piace? Vuoi vederne altri? Sì?”)

 

Li avevo lasciati in cucina ed avevo attraversato il soggiorno per poi salire al piano di sopra ed andare a cambiarmi. Avevo passato tutto il giorno con addosso dei vecchi jeans di James ed una sua t-shirt, perché avevo avuto da fare nell’orto davanti a casa e non avevo voglia di sporcare i miei vestiti. Ma ora la giornata era finita, la cena anche ed Harry non aveva più modo di bersagliarmi con pappette, zuppe o simili. Potevo anche mettermi qualcosa di mio, senza che rischiasse di venire irrimediabilmente rovinato da mio figlio o dal lavoro nell’orticello, che peraltro stava venendo su molto bene da quando avevo impedito a James di darmi una mano.

 

Il tempo d’infilarmi qualcosa di comodo e fresco, un vecchio vestito chiaro che avevo da quando avevo finito la scuola, ed ero tornata di sotto, fermandomi in soggiorno a porre un qualche rimedio temporaneo al caos fatto nel pomeriggio dal duo di delinquenti che viveva con me. Poco fa ho osservato che mettere vicini Sirius e James senza supervisori li rende imbecilli al di là di ogni immaginazione, ma dovendo essere sincera direi che il massimo dell’idiozia mio marito la raggiunge quando sta con suo figlio. Come testimoniava il fatto che lo stesse facendo galleggiare in aria mentre mi raggiungeva in salotto, probabilmente con un Wingardium Leviosa. E sembrava pure *soddisfatto*! Ma gli spiegai io, per l’ennesima volta, come stavano le cose. Pacatamente, come del resto dovrebbe essere ovvio.

 

(“JAMES! RAZZA DI DISGRAZIATO! COSA STAI FACENDO? VUOI CHE HARRY SI SCHIANTI AL SUOLO? STAI GIOCANDO CON LA VITA DI NOSTRO FIGLIO! E SE TI DISTRAI? SE SPOSTI LA BACCHETTA? SE INTERROMPI L’INCANTESIMO? HAI IDEA DEL MALE CHE SI PUO’ FARE?!?!?”)

 

E lui? Lui come aveva reagito? Nella sua tipica maniera, da manuale se mai fosse esistito un manuale su James Potter. Facendo la faccina dispiaciuta, acchiappando Harry per un piede, tirandoselo in braccio e sfoderandomi due occhi da cucciolo innocente.

 

(Ma me l’ha chiesto lui. Cioè, me l’ha fatto capire. Lo sai com’è comunicativo no? Lo dici sempre tu”)

 

Come se avessi mai potuto cascarci. L’avevo gratificato di un’occhiata tra il furioso ed il perdonato e gli avevo preso il bimbo dalle braccia, che gorgogliava beatamente felice. Ovvio che lui era felice. Gli piaceva tutto quello che faceva suo padre. Forse perché avevano il cervello uguale, cosa che avevo anche ribadito a James. Lui come aveva reagito? Altra reazione da manuale, e forse io avrei potuto scriverne uno perché lo conoscevo come le mie tasche. Si era azzerbinato un attimo e poi aveva assunto il tono da dignità offesa.

 

(Lily amore ma perché non mi credi? Già perché tu non mi credi. Non mi credi mai! Non su ciò che faccio con Harry! Dici sempre che è tanto intelligente, ricettivo, portato, furbo… e poi però quando succede qualcosa che non ti va la colpa è solo mia”)

 

Inutile rispondergli, si sarebbe incaponito ancora di più con quella storia. Così gli avevo dato un bacio, avevo sbattuto le ciglia e gli avevo chiesto se per caso non poteva sistemare un po’ il soggiorno visto che lui era tanto buono e bravo. Chiaro come il sole lui aveva acconsentito, conscio che se avesse anche solo osato proferire una lettera la minaccia sul divano ed il libro sarebbe diventata in breve una tragica realtà. Sapevo come prenderlo. Era tutta questione di occhiate e toni di voce. Non servivano minacce esplicite.

 

Mentre giocavo con Harry lui si era dato da fare, con la bacchetta naturalmente, ed aveva risistemato tutto il soggiorno in un battibaleno guardandoci di sottecchi, convinto di non essere visto, con quella sua aria mezza orgogliosa e mezza intenerita. Avevo amato con tutto il mio cuore queste sue uscite un po’ furtive. Rendevano l’atmosfera in casa più intima e compensavano le sue sfacciate dichiarazioni d’amore con cui mi tempestava per tutto il giorno. Succedeva spesso che, alla sera, James diventasse più sottile e malizioso, più tentatore. Come se ci fosse stato molto da tentare. Non l’avevo sposato senza motivo!

 

Aveva finito in tempo record e mi si era avvicinato pretendendo un anticipo su quello che avremmo condiviso nella notte, se Harry avesse dormito tranquillo. Gli avevo dato il suo bacio, Harry stretto tra di noi che ci guardava rapito come se fossimo la cosa più bella del mondo. Bastava che ci sorridessimo perché lui scoppiasse di felicità. Anche se sapevo che i ricordi non si formano prima del terzo di anno di età nei bambini, in un certo senso ero sicura che lui avrebbe conservato almeno una sensazione di tutto questo. Perché James in fondo aveva ragione. Harry era il bambino più intelligente che io avessi mai visto. Inoltre era figlio mio e di James no? Ovviamente da James aveva preso la bellezza, ma da me gli occhi e la dolcezza oltre all’intelligenza. Un filo arrogante? Beh, James è molto intelligente, ma non nel senso in cui speravo che lo diventasse mio figlio. Non completamente nel modo in cui lo speravo che diventasse mio figlio. Mi auguro che Harry non diventi improvvisamente cretino quando Sirius gli capita a tiro … e questo, purtroppo, è tipico di suo padre. Ma lo amavo e lo amo anche per questo. Non era mai cresciuto, era sempre il ragazzino ribelle. Il mio Peter Pan personale. Che anche a 90 anni, ne ero sicura, mi avrebbe fatto sentire giovane. Non sono critiche le mie, piuttosto affettuosi commenti.

 

E lui mi aveva rabbuffata, richiamandomi all’ordine. Io, la più posata dei due.

 

(“Lily? Amore? Mio splendido giglio?”)

 

Gli avevo dato un altro bacetto e poi mi ero persa a guardare Harry, battendogli appena un dito sul nasino, osservandolo sbadigliare. M’ero informata se James aveva già fatto le cose fondamentali mentre io ero di sopra.

 

(“Cambiato? Pulito per bene? Ruttino?”)

 

Ricordo ancora come aveva riso, per poi fare l’offeso e chiedermi che razza di padre credevo che fosse.

 

(Pensi forse che mi dimenticherei delle cose fondamentali come queste? Quando poi Harry potrebbe svegliarsi di notte e tirarci giù dal letto, mentre siamo impegnati a fare cose moooolto più interessanti che non cullare un neonato a mezzanotte, o quasivoglia ora scelga il nostro tesoro?”)

 

Mi ero limitata ad un mugugno non impegnativo, lanciandogli un’occhiata di sottecchi ed arrossendo quando avevo scoperto che se l’aspettava e che mi aveva beccata in pieno. Quasi stizzita, ma intimamente compiaciuta, dal suo conoscermi così bene avevo provato a zittirlo usando Harry come scudo.

 

(Basta così James Potter! C’è un bambino qui, te ne ricordi?”)

 

Ma, ovviamente, per lui questo non era un problema. Aveva praticamente rapito Harry dalle braccia per poi portarlo sopra di corsa, suppongo a sistemarlo nel suo lettino, per poi tornare da me e coinvolgermi in un appassionatissimo bacio, che mi aveva fatto girare la testa e crollare le gambe. Forse non avevo mai detto che amavo ed amo quest’uomo più di me stessa. No? Beh, ora sì.

 

Mi aveva baciata a lungo, come solo lui sapeva fare, con quel misto di amore e tenerezza che culminava nella passione, sempre la stessa sin dai tempi di Hogwarts ed al tempo stesso ormai condita dalla calma che veniva dal nostro conoscerci così bene fin dentro l’anima. Ci eravamo sorrisi, guardandoci negli occhi, mentre intrecciavo la mia mano alla sua e lui le sollevava entrambe per baciarmi le dita. Quella piccola reverenza nel suo sguardo che si rifletteva nella mia mi dava sempre un brivido.

 

Stavamo per approfondire i nostri baci con altro quando lui bussò. In realtà non sapevo che fosse lui, pensavo che fosse Peter o forse la nostra vicina, una babbana un po’ svampita ma simpatica. Ricordo che James mi guardò con gli occhioni da cucciolo, il loro effetto completamente rovinato da quel luccichio che conoscevo troppo bene. Fui io a dirgli di aprire

 

( “Potrebbe essere per un motivo importante, dai … io resto qui” )

 

Un altro fugace bacio, un sorriso condiviso. Lo guardai uscire ed il mio irriverente pensiero fu che in fondo era vero … James aveva il sedere più bello di tutta Hogwarts. Per me anche più bello di quello di Sirius. Sulla porta si fermò, voltò la testa e mi strizzò l’occhio con un piccolo ghigno. Poi sparì in cucina, per andare ad aprire. Avevamo fatto della cucina il nostro atrio. Ci piaceva, la disposizione irregolare delle stanze. Più a lui che a me. Ma era divertente.

 

Pochi attimi dopo quell’ultimo sorriso malizioso di James la mia vita andò in frantumi, e sapete come. Io non ve lo dirò. Preferisco indulgere ai ricordi più belli, ricordarmi com’era la vera vita. Quella che avrei voluto vivere finchè morte naturale non mi avesse colta, assieme a James. Siamo vissuti assieme, morti quasi nello stesso momento. Non vi dirò come, ma se vorrete vi parlerò ancora di come eravamo.

 

 

 

 

Nei frammenti dello specchio infranto

Leggo i ricordi di una vita vissuta

Vissuta con il sorriso sulle labbra

Labbra d’incoscienti che giocavano

Ma non è il gioco

Felicità?

 

 

 

 

 

 

- Fine -

 

 

 

 

 

 

Ero ispirata per una storia su James, Lily ed Harry. Ho voluto scrivere una storia che parlasse di loro prima che morissero. Ho voluto lasciare a Lily il diritto di raccontarci come vedeva la sua vita prima che le venisse strappata via. Questa storia è una one shot, ma in realtà sto preparando una specie di seguito che parlerà della stessa sera, anche se vista da James. Ho in mente un piccolo ciclo, ma non so se riuscirò a scriverle tutte entro oggi, perciò non vi dirò su chi le voglio scrivere perché non voglio illudervi. Se scriverò quelle storie le vedrete pubblicate. Prima o poi. Possibilmente prima. Magari oggi. Vorrei che la commentaste e che mi diceste sinceramente cosa ne pensante. Io sono un’appassionata di slash, lo sono davvero molto … ma spero che le altre lettrici di slash non snobbino questa storia solo perché è su James e Lily. Diamo loro la chance che meritano. Permettiamo loro di dirci come sono stati felici. Questo io chiedo. E vi ringrazio anticipatamente.

  
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