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Autore: JeanLa357    04/03/2010    2 recensioni
*A volte si chiedeva perché avesse scelto quella professione, e era arrivata sempre alla stessa conclusione: voleva dimostrare di essere utile, di essere importante. Facendo così, si diceva, avrebbe ottenuto il primo posto che aveva sempre desiderato..* nuova NaruSaku;spoler per chi non ha letto il cap.468
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione (!) : il qui presente racconto riporta un leggero spoiler, che però verrà colto solo da coloro che hanno letto fino al capitolo 468.

questa storia non è stata scritta a fine di lucro, e i personaggi non mi appartengono.

Sometimes I  wonder..

 

 

 

 

L’acqua scorreva veloce lungo il corpo di Sakura, mentre muoveva con gesti lenti e pesanti le mani fra i capelli per sciacquarli dallo shampoo.
Era appena tornata da un’estenuante giornata di lavoro e, combattendo contro la voglia di buttarsi sul letto senza nemmeno cambiarsi, si era infilata nella doccia, con le palpebre che rimanevano aperte a stento:
l’esigenza di lavarsi dalla fatica e dallo stress era fin troppo superiore al bisogno di dormire.

Ed insieme alla stanchezza, che mai l’abbandonava, tentava di allontanare anche tutte le preoccupazioni che la giornata aveva portato:
il gran numero di feriti che stazionava all’ospedale,  le innumerevoli ricerche che doveva ancora effettuare per conto di Tsunade, gli incarichi improvvisi che riusciva a superare, ogni volta, quasi allo scadere del tempo, e l’annuncio di una nuova, imminente  missione da affrontare; una missione difficile, accompagnata dalla solita ansia per un incarico che implica un pericolo così grande per lei e per i suoi compagni.

Dovevano partire  - Sai, Naruto e lei - per seguire le tracce di un gruppo di assassini che da un mese a quella parte seminavano il terrore nella parte Nord della Terra del Fuoco. E la sua ansia aumentava sensibilmente, non perché avrebbero dovuto affrontare avversari temibili, ma per quello che comportava l’obiettivo della missione: dovevano “giustiziarli” seduta stante… ucciderli.
Erano troppo pericolosi, delle “mine vaganti”, e non potevano restare in vita - le avevano detto.                             

Non era mai tranquilla quando il suo compito era quello di uccidere, e ne aveva trovato conferma molto spesso in tutti gli anni passati come ninja; forse anche per questo era divenuta un medic-ninja..in questo modo, pensava, avrebbe potuto redimersi per tutte le vite che aveva stroncato, che lo meritassero o meno..
e poi, a chi spettava decidere se meritassero di morire?

Si insaponò nuovamente, dimenticando di averlo già fatto. Pareva fosse un gesto istintivo, per tentare di lavarsi ,già da allora, del delitto che avrebbe commesso. Ma ormai da tempo aveva capito che non c’era niente che potesse fare per togliersi di dosso quei crimini che per un ninja non erano affatto considerati crimini; niente poteva farglieli dimenticare mai del tutto, perché la loro memoria tornava sempre a galla, e pesava dentro di lei come un macigno.

A volte si chiedeva perché avesse scelto quella professione, e era arrivata sempre alla stessa conclusione: voleva dimostrare di essere utile, di essere importante. Facendo così, si diceva, avrebbe ottenuto il primo posto che aveva sempre desiderato.

Ed aveva messo tutta sé stessa per questo scopo: aveva studiato, ed era diventata la prima della classe all’accademia, si era allenata, ed aveva ottenuto il suo primo posto davanti ad Ino, aveva faticato ed era divenuta la prima allieva di Tsunade..
Però, e questo era quello che, per lungo tempo, le era bruciato dentro, non aveva ottenuto il primo posto nel cuore di Sas’ke-kun.
Lui era fuggito - era sempre fuggito da tutti - e non l’aveva fatta entrare. Lui non perdonava nessuno e non avrebbe perdonato nemmeno lei, insignificante e “inutile”.. come lo erano Naruto e tutto il villaggio, del resto.                                                                        

Ripensò per un attimo a l’ultima volta che lo avevano incontrato, l’ultima volta che l’avevano combattuto, strenuamente come sempre, senza però ottenere la loro “vittoria”, perché lui, nonostante tutto, non aveva ceduto, non era tornato con loro, ma era scappato, da solo; nemmeno i suoi nuovi “compagni” avevano potuto seguirlo questa volta. Era scomparso nell’ombra, nascosto nelle tenebre, per non farsi raggiungere dalla luce che loro offrivano.
Erano passati tre anni da allora.

Uscì dalla doccia quasi senza accorgersene, coprendosi con un largo asciugamano e sbuffando perché non era riuscita a togliersi la tensione di dosso.
Si riscosse dai suoi pensieri, lungi dall’essere semplici e chiari, quando sentì la porta del soggiorno chiudersi e, dopo il suono di passi pesanti, il tonfo di un corpo sul materasso; sorrise istintivamente  e, molto velocemente, si vestì con il pigiama che aveva preparato in precedenza (con quale meticolosa forza di volontà non sapeva), dirigendosi di corsa verso la porta. Il suono di quei passi le avevano improvvisamente restituito un po’ di quell’energia che credeva perduta.

Arrivata sulla soglia della camera, si fermò per contemplare la figura distesa sul letto: un ragazzo in una curiosa tuta arancione, circa venti centimetri più alto di lei, robusto, stava a braccia aperte, con il viso volto verso l’alto; gli occhi erano chiusi, ma Sakura sapeva perfettamente che non stava dormendo.                           

Si avvicinò lentamente al letto e vi si sedette sopra, accanto al corpo quasi immobile di Naruto.
Lo osservò per qualche secondo, con un sorriso dipinto sul volto, esaminando la tuta strappata e bruciacchiata in più punti (segno di un nuovo duro allenamento), per poi soffermarsi sul suo viso: era la cosa più bella che avesse mai visto.
Con la mano andò, leggera, a scostare alcuni ciuffi biondi dalla fronte imperlata di sudore e poi, scendendo lentamente con il palmo, ad accarezzare quelle strane cicatrici che lo facevano apparire buffo, sotto un certo punto di vista.

Lei aveva sempre pensato che queste fossero una conseguenza della presenza, in lui, di Kyubi, ed invece, con sua grande sorpresa, dopo la loro prima volta assieme, le aveva raccontato che le aveva avute sin dalla nascita. “il maestro Kakashi lo può confermare!” aveva affermato.

Quando, ripensando a quel momento, rise, d’improvviso lui aprì gli occhi blu, e con un colpo di reni la rovesciò sul lato opposto del letto mettendosi sopra di lei.
Aveva lo sguardo corrucciato, come se lo stesse deridendo. A quell’espressione la ragazza si mise ancor di più a ridere.                                                                                                                                                                        

<< Ti stai prendendo gioco di me? >> chiese Naruto, quasi fosse una domanda retorica, nascondendo a stento, sulle labbra, un ghigno di soddisfazione per esser riuscito a “coglierla in fallo”. 
Quando si fu ripresa Sakura si fece leggermente più sera e rispose: 
<< Certo che no. Non mi permetterei mai >>, sorrise , << stavo semplicemente pensando a quanto sono fortunata ad essere la tua fidanzata >>.                                                                                                                         

Non era una bugia: si sentiva veramente fortunata a stare assieme a Naruto.
Come aveva detto la prima volta che aveva tentato, seppur con un effetto piuttosto negativo, di esprimere i suoi sentimenti per lui, quando stava al suo fianco si sentiva bene, libera, quasi più leggera.
Lui la fissò un istante con gli occhi color del mare pieni di una gioia non esprimibile a parole.                   

Lentamente, con il respiro che si faceva sempre più veloce, abbassò il viso fino a sfiorare con le proprie labbra quelle piene e rosse di Sakura.
Un secondo senza fiato, gli occhi che si chiudono, e poi l’approfondirsi del bacio, per istanti lunghi secoli, fino a che le bocche non si separano ed il verde e l’azzurro si uniscono di nuovo, l’uno dentro l’altro.

Tutto sembrò farsi più vero in quel bacio: il letto, la casa, l’intero villaggio, le persone a loro care, tutta la loro vita pareva chiara e nitida quando stavano insieme; niente era escluso, e tutto sembrava acquistare un senso.                                                                

Con la mano le accarezzò il viso e giocò con i capelli ancora bagnati di lei, baciandola sulla fronte ampia.   

<< Ti amo, Sakura-chan >> disse con voce roca d’emozione.                                     

Sakura non rispose a voce, ma lo baciò nuovamente e più a lungo, pensando che se in quel momento le avessero chiesto di descrivere la felicità lei avrebbe sicuramente potuto rispondere con sicurezza.                                                                               

Perché la felicità era venire amati da Lui, che le voleva bene per com’era e che accettava ogni singolo suo difetto, Lui che perdonava ogni suo errore  e tutte le sue colpe le condivideva come fossero le Sue colpe, condividendone con lei il carico.
La felicità - ora lo sapeva - era poter amare senza condizioni perché lei riceveva il Suo amore.

 

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Ringrazio in anticipo chiunque abbia letto la storia e in particolare coloro che hanno apprezzato la storia e chi vorrà recensire(sono sempre molto bene accette le critiche,soprattutto costruttive).
Era da un secolo che non scrivevo una NaruSAku! ..e in generale in questo fandom, a dire la verità. Lo si  può notare dal fatto che mi sono praticamente staccata dal manga; per prima cosa ho voluto mandare via Sasuke (che mi sta notoriamente sulle scatole) e l’ho ambientata 4 anni dopo l’incontro al quale siamo arrivati con il manga (quindi me ne sono inventata uno successivo dove finalmente se le danno). Quindi questa storia è, più che altro, una sintesi di ciò che io pensa sia il legame fra Naruto e Sakura, che è principalmente di condivisione u__u chiedo umilmente perdono per essermi allontanata dalla coppia ç__ç, e invito i sostenitori di questo fantastico pairing a scrivere molto e ripopolare il fandom di NaruSaku *__*/  Forza Pinks!!!

E dopo il testamento vi lascio liberi XD

Ancora  Grazie,

Simona.


  
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