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Autore: Minina    04/03/2010    3 recensioni
[STORIA SOSPESA]
dal prologo:“prendi”
“cos’è?” chiese la bambina andando a fissare il compagno sedutosi vicino a lei.
“è un libro di favole no? Ti piacciono tanto” gli disse il bambino sistemandosi gli occhiali sul naso.
“io invece voglio che tu prenda questa così, quando ti sentirai solo, basta che tu la stringa forte forte a te e vedrai che io arriverò immediatamente; però quando lo farai dovrai chiudere gli occhi, promesso?”
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Reid era spaesato nel vedere quella figura sulla soglia della stanza, tuttavia era certo che quella bambina di 17 anni non fosse l’unica con degli occhi del genere perciò quella si trattava solo di una coincidenza, una bellissima coincidenza dai lunghi capelli ricci e da un viso dolce; quando lei andò a rivolgergli lo sguardo, Reid, imbarazzato, si girò repentinamente dalla parte opposta con il volto mentre lei, chiamata da Lowell, s’avvicinò alla scrivania.

 

“cosa posso fare per voi?” chiese dolcemente stringendo al petto dei fascicoli color ocra.

“cosa puoi dirmi di questi arrangiamenti?” le chiese l’uomo in giacca e cravatta mostrandole quelle fotografie piene d’orrore.

“così a prima vista posso dire che probabilmente non sono completi, ma non ne sono certa, potrebbero appartenere a qualche canzone oppure hanno un normale senso melodico anche in questa condizione”

“noi avremmo bisogno che lei ci aiutasse signorina Shill” le chiese Prentiss avvicinandosi “potrebbe appunto trovare la canzone a cui appartengono o in qualche modo completarli oppure disporli in senso logico fra loro?”

“certo, ma mi ci vorrà un po’ di tempo” acconsentì lei sempre con voce dolce accennando un piccolo sorriso.

 

Reid era ancora appoggiato alla parete al limite della stanza evitano lo sguardo di lei e cercando di capire se potesse essere proprio la bambina a cui teneva tanto da piccolo e a cui teneva ancora oggi oppure se si trattsse solo di una somiglianza.

Era assorto nei suoi pensieri confrontando i lineamenti della ragazzina con quelli della giovane adulta che ora si trovava davanti a lui quando fu nominato da Morgan.

 

“Reid tu rimarresti qui cercando più informazioni possibili sulle tre vittime e per aiutare la signorina Shill se servirà mettendoci al corrente di eventuali tue deduzioni?” gli chiese Morgan.

 

Quella situazione per Reid si rilevò quasi perfetta, avrebbe potuto capire se quella donna fosse la sua cara amica, tuttavia con il suo essere di perenne imbarazzo lavorare con lei non sarebbe stato affatto facile, ma non avendo praticamente scelta acconsentì alla richiesta del collega.

 

“si…” acconsentì il Ragazzo sollevandosi dal muro iniziando a manifestare immediatamente un certo disagio.

“se volete potete andare al piano di sotto nella stanza della masterizzazione, dove ci sono tutti i computer” propose Lowell ai due giovani che si sarebbero soffermati per una lungo lavoro.

 

I due diretti interessati accettarono e Reid, una volta salutati i colleghi, si allontanò con la ragazzo verso il piano inferiore e all’interno della stanza dove avrebbero lavorato e dove fortunatamente si trovavano anche alcune lavagne mobili.

 

“bhe, buon lavoro ragazzi” augurò il signor Lowell prima di congedarsi “se serve qualsiasi cosa non esiti a chiedere Dr.Reid”

“grazie, ma credo di aver già tutto quello che mi serve” gli rispose il giovane appoggiando i fascicoli riguardanti le tre vittime e i loro curriculom della casa discografica.

“come ho già detto, buon lavoro!”

 

l’uomo se ne andò definitivamente lasciando i due giovani da soli in quell’ampia stanza assalita dal silenzio; non ostante l’iniziale scopo di Reid questo non riuscì ad emettere suono se non il rumore del suo cuore che batteva assai più velocemente del normale.

Voleva parlarle, voleva rompere il ghiaccio e risolvere quel suo tremendo quesito sull’identità della giovane che dal canto suo si era messa subito al lavoro su una delle sedie adiacenti a quella dove ora stava seduto il Dr.Spencer Reid.

“devo dirle qualche cosa, devo dirle qualche cosa!” continuava a ripetersi Reid non accorgendosi che stava guardando la ragazza seduta vicino a lui da ormai troppo tempo.

 

“è tutto ok Dr.Reid” chiese alzando lo sguardo facendolo incontrare con quello del ragazzo-

“s-si…tutto…ok” rispose lui abbassando gli occhi al foglio riguardante il caso per poi alzarli nuovamente “ma chiamami pure Spencer..o Reid…co..come preferisci”

“ok…Spencer!” gli rispose non riuscendo a trattenere una leggera e dolce risata sottolineando il nome “Spencer” con la voce.

 

Quella risatina fece accelerare ancora di più i battiti del giovane dottore che non sapeva minimamente ne come comportarsi ne cosa fare.

sei qua da solo con lei, con un dubbio che ti sta per far diventare pazzo, chiedile –con un sotterfugio- qualche cosa del suo passato e scopri se è lei no?!?!  Non sembra poi così difficile, ma mi raccomando, discrezione Reid!”

 

“tu..com’è che ti chiami?” domandò tenendo a freno l’agitazione

“mi chiamo Karen” gli rispose gentilmente senza sollevare lo sguardo dalle fotografie e dal foglio pentagrammato che aveva sotto mano “chiamami pure così” terminò sollevandosi incontrando gli occhi di Reid che si sentì bruciare dall’interno.

 

Passò ancora del tempo prima che Reid riuscisse a raccogliere ancora del coraggio per farle un’altra domanda, non prima però di aver svolto almeno un po’ del suo lavoro sulle vittime, scoprendo però pressoché nulla, per poter proseguire aveva bisogno saper cosa volessero dire quegli arrangiamenti a cui Karen stava lavorando.

“aspetta aspetta…Karen? Ma..ma..”

 

“scusami Karen potrei farti una domanda?” domandò Reid venendo però subito interrotto da un urlo di Karen che proclamava “Eccolo!!!” seguito dalla sua veloce andatura verso il computer centrale della stanza.

 

Karen non si era nemmeno accorto che Reid le aveva fatto una domanda tanto era concentrata sulla sua scoperta.

 

“hei Spencer, vieni a vedere!” disse tutta euforica facendo gesto al ragazzo di raggiungerla

“guarda, questo pezzo di musica scritto sulla prima vittima appartiene ad un piccolo passaggio di una canzone che si chiama “The Riddle” dei Five For Fighting”

“potresti scaricarmi il testo per piacere?” chiese Reid con lo sguardo fisso sul monitor.

“mi ci vorrà un po’ dato che non sono molto pratica di comuper e dato che la stampante è a chissà che piano” gli rispose trattenendo una risatina “è un po’ un labirinto questo posto!”

 

lei si girò di scatto trovandosi a pochi centimetri dal volto il viso del ragazzo che ormai aveva assunto un bel color porpora.

Si guardarono dritti negli occhi per qualche istante che a loro sembrò un’eternità; potevano giurare di riuscire a vedere la loro immagine riflessa negli occhi dell’altro tale era l’intensità del loro sgurardo, i loro cuori presero a battere così forte che sembrava che volessero uscire dai loro petti facendo appesantire il loro respiro. Reid si decise a riformularle la domanda a cui poco prima non ricevette risposta, ma venne fermato dal suono del suo cellulare.

 

“…pronto?” domandò un po’ tremante date le circostanze.

“hei genietto, qui Garcia con delle novità fresche fresche, vuoi che ti illumini?”

“…si?” le disse titubante il ragazzo non completamente sicuro della frase posta dall’occhialuta collega.

“tutte e tre le nostre vittime hanno studiato all’accademia artistica di Boston, non si conoscevano direttamente, ma avevano tutte una stessa insegnate. La signora Selma Foster che, guarda caso, aveva collaborato per un piccolo periodo con la casa discografica dove tu ora ti trovi. Ah, mi faccio paura da sola quanto sono brava!” si congratulò da sola Garcia.

“già, anche a me” scherzò quasi del tutto Reid dall’altro capo del telefono “grazie mille Garcia”

“di niente tesorino” terminò la ragazza concludendo la telefonata.

 

Ora Reid avrebbe dovuto tornare dal signor Lowell, chiedere di questa Selma Foster, farsi dare l’indirizzo ed andarci a parlare, ma non lo fece immediatamente, prima doveva soddisfare quel suo dubbio che non l’aveva ancora abbandonato così, accantonato momentaneamente imbarazzo e agitazione, si avvicinò a Karen che intanto era tornata alle fotografie e sedendosi di fronte riuscì a farle quella maledetta domanda.

 

“Karen, tu vivevi a Las Vegas?”  chiese serio guardandola negli occhi

“si…” disse fievolmente “aspetta, non dirmi che tu..”

 

fu allora che Reid estrasse dalla tasca il ciondolo a forma di goccia che la bambina gli regalò 17 annifa, una bambina che ora doveva avere 25 anni, di nome Karen dai magnifici occhi blu cobalto; e lei era proprio così.

Alla vista di quella collanina Karen a stento riuscì a trattenere delle lacrime di gioia; quel bambino di 17 anni prima dagli spessi occhiali a cui lei volle un bene dell’anima le era proprio davanti agli occhi, con un sorriso di felicità stampato in volto e con in mano il dono che lei gli fece quando dovette pertire. Era proprio lui.

Entrambi s’alzarono ancora increduli, si avvicinarono e senza alcuna esitazione ne alcun imbarazzo si abbracciarono; si diedero un lungo abbraccio pieno di calore, come quelli di quando erano piccoli, un abbraccio pieno di gioia. Lei andò a poggiare la testa sull’incavo del collo di Spencer liberando le lacrime che non era riuscita a trattenere facendo quasi piangere l’amico finalmente ritrovato;

 

“sai, mi dispiace per quello che ti ho detto ieri, anche se sarai lontana tu rimarrai sempre nel mio cuore!”

“e anche tu nel mio! Però hai avuto ragione ad arrabbiarti, io ti avevo promesso che ti sarei sempre rimasta vicino e invece ora devo rompere la nostra promessa, mi dispiace tanto”

“sei stata l’unica amica che ho avuto e sono davvero tanto felice per questo! Grazie mille”

 

“sei tornata” le disse Spencer con una voce piena di sentimento

“non me ne sono mai andata Spencer” gli rispose Karen con la voce troncata dal pianto.

 

Rimasero abbracciati per parecchi minuti non avendo la forza per allontanarsi, ora che si erano finalmente ritrovati.

 

 

Heilà!!! Grazie per le recensione a cui ora non riesco a rispondere mio malgrado per mancanza di tempo.

Spero che a coloro che hanno letto questua FanFiction si piaciuta e spero altrettanto questo capitolo anche se ho fatto un po’ fatica a scriverlo perché come il precedente è leggermente di passaggio. Dal prossimo SICURAMENTE inizia la vera azione e il vero rapporto che unisce e unirà Spencer e Karen.

Ditemi pure come vi è sembrato, accetto critiche e consigli ovviamente ;)

Recensite e ancora grazie per aver letto!!!!

Un bacio!

   
 
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