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Autore: Ladia    04/03/2010    7 recensioni
Questa è la mia prima FF, spero che vi piaccia: "Questa volta glielo chiedo. Non posso più rifiutarmi! Ne sono sicura: questa volta sarò impiegabile! Sospirai, cadendo con stanchezza su una panchina, depressa e scettica allo stesso tempo. Era ormai la terza volta che mi trovavo nel parco vicino alla scuola di Allan!"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti!… a dire la sincera verità… sono un po’ emozionata… questa è la prima ff che scrivo quindi, vi prego, di non andarci troppo pesante…

Volevo dedicare questa one- shot ad una delle mie migliori amiche che mi ha sostenuto e che ha insistito fino all’esasperazione (la mia), affinché pubblicassi questo capitolo (Grazie mille Giorgia!).   

Beh… spero che vi piaccia, e buona lettura!

 

 

 

Giuralo

 

 

 

 

 

“Perché il coraggio

 Può vivere con  un solo sguardo”

 

 

 

Questa volta glielo chiedo. Non posso più rifiutarmi! Ne sono sicura: questa volta sarò impiegabile!

Sospirai, cadendo con stanchezza su una panchina, depressa e scettica allo stesso tempo.

Era ormai la terza volta che mi trovavo nel parco vicino alla scuola di Allan!

Alzai il viso osservando le nuvole bianche.

Le intravedevo appena tra i rami degli alberi che mi circondavano.

Loro, dall’altro canto, attraversavano, lievi e ignare dei miei pensieri, il cielo limpido. Inutile, forse, notare il colore di quello, così intenso, luminoso… con l’arrivo dell’inverno si sarebbe a poco a poco sbiadito trasformando la sua bellezza… il colore dei suoi occhi

Socchiusi le palpebre, per poi perdermi con dolcezza nel ricordo dei tratti del suo viso…

E’ NO! ... Esclamai, di botto tra i miei pensieri, rizzandomi sulla panchina …Questa volta se passa non ti limiti ad ammirare le sue amabili fattezze o  a salutarlo! No! Questa volta lo fermi e ci parli!! odiavo la mia timidezza, che giorno dopo giorno tendeva sempre di più a dimostrarsi codardia!…

Ma non feci nemmeno in tempo a finire di pensarlo, che mi passò davanti agli occhi una giacca svolazzante.

Il mio cuore si fermò. Avrei riconosciuto quei passi in ogni dove… era lui.

Malgrado ciò che avevo appena pensato sperai con tutta me stessa che non mi avesse visto: Fatica sprecata… a quello non sfuggiva niente, purtroppo…

Si fermò di scatto e fece dietro-front con lentezza calcolabile.

Io saltai in piedi di rimando, ma lui mi rivolse una domanda, l’unica domanda che non volevo sentir pronunciare dalle sue labbra… l’unica in grado di farmi veramente ricredere su ciò che stavo per fare…

- Oh ciao, Elisabeth, come va? Anche oggi qui? – Uno strano sorriso sul volto…

Ecco l’ ha detto! Non mi vuole tra i piedi!! Fatto!!!

Chiusi gli occhi, cercando di lottare furiosamente contro l’inarrestabile voglia di correre via senza nemmeno salutarlo… ma mi accorsi con inevitabile consapevolezza che a prescindere dalla scelta che avrei fatto, il mio corpo non avrebbe in ogni caso risposto agli ordini, se avessi potuto mi sarei semplicemente sciolta: per quale ragione Madre Natura non aveva permesso all’uomo di disfarsi e rifarsi quando voleva?

… bella domanda…

Perché se così fosse, sarebbe stato troppo semplice tirarsi fuori dai guai…? O forse, tirare fuori quel poco coraggio che nessuno aveva ancora scoperto…

- Beh… sì… - Arrossii. Come mai ero ancora lì?… Ah, sì, non rispondevo ai comandi…

- Allora che c’è? Scusa… ma oggi non posso proprio fermarmi a prendere un gelato…vado di fretta… – …Che impertinente...!

La sua voce era attraversata da un sottile velo canzonatorio, solo in quel momento me n’accorsi davvero, era evidente che si prendeva gioco, senza un apparente motivo, di me.

Spalancai gli occhi incredula… da quando si comportava così affettuosamente con me…?

Mi rivolse quel sorrisetto sfacciato, che era una delle poche cose che m’infastidivano e affascinavano allo stesso tempo di lui, e girandosi fece per andarsene. Quel suo gesto irritante e dolce (forse solo per la mia fervida immaginazione…) mi ricordò per quale ragione ero andata lì, e senza quasi rendermi conto di quello che facevo, scattai in avanti e lo presi per una manica.

- Aspetta!- Quel breve attimo in cui avevo ripreso a respirare si congelò. Rimasi impietrita a fissare il tessuto morbido che quasi stringevo. Scossi la testa. Eh no! Ora basta!!

Gli mollai la manica e preso un lungo respiro dissi:

- Devo… devo chiederti una cosa…-

- Dimmi.- Fece lui preoccupato dalla mia agitazione.

…Lui preoccupato? Forse non dovrei farlo… pensai, nonostante il mio ammonimento precedente …infondo, non sono affari miei…

Alzai il viso e lo guardai decisa …No. Ormai lo sono.

 Un ultimo attimo d’esitazione, poi sospirai convinta.

- Devo chiederti se ti sei innamorato di Giada. – Lo dissi tutto d’un fiato e fissai i miei occhi verdi nei suoi, cosciente, che se avesse mentito lo avrei capito.

Mi aspettavo di tutto dal sì, al non sono affari tuoi, o al cosa te ne frega a te? Perfino una sfacciata risata in faccia…  Ma invece mi sorprese. Di nuovo.

- No. –

Rispose, con il mio stesso sguardo penetrante (forse con un pelo di seccatura in più). Se mi avesse guardato così due minuti prima sarei diventata vera pappetta, ma ora, non più. Il mio animo era diventato di pietra…

 

- Giuralo.- Ferma, sicura come non mai. Mi ero imposta di fidarmi, ma questa volta esigevo una vera risposta. Avevo aspettato fin troppo.

- Giuralo sulla cosa che di più cara hai al mondo.-

Il suo viso diventò ad un tratto cupo, i suoi occhi si abbassarono, facendo sparire il suo sguardo da ragazzo viziato, e cercarono… coraggio, credo… un coraggio che mai avevano dimostrato verso di me… ma io, quasi non me ne accorsi.

- Non posso giurarlo…- la sua voce, ad un tratto dolce e completamente serena.

- Come NON Puoi !!!- Dentro di me cominciò a divampare assieme alle fiamme, una collera ardente e indissolubile. Non davo più voce al mio cuore… Per una strana ragione non ero più in me stessa…

- No.- ripeté con voce ferma.

- Non posso giurare sulla cosa a cui tengo di più al mondo… non posso giurare su di te… non trovi? – alzò il viso e mi mostrò il più bel sorriso che avessi mai visto. Era così, diverso da quello di pochi minuti prima…

Sentì l’odio dissolversi in un soffio. Il mio cuore cominciò a battere forte. A differenza, di prima, batteva incontrollabile, avevo quasi paura che Allan lo sentisse… Avrei voluto pronunciare un “cosa?”, ma la domanda mi morì in gola.

Nella mia mente ripetevo: A cui tengo di più al mondo… te… me…

Lo guardavo immobile senza quasi comprenderne il vero senso, mentre quello che sentivo ormai era soltanto il vento che mi sferzava il viso, l’unico capace di infrangere il silenzio che mi circondava, e a malapena compresi ciò che lui mi disse:

- Comunque visto che ci tieni tanto, lo giuro… mmmmmh… lo giuro su qualcosa di mio… lo giuro sul mio sangue!… Contenta?-

Continuavo a restare lì, imbambolata.

Qualcosa di mio… perché io non sono sua,  anche se ciò che ho sempre sperato…

Con un gesto della mano mi risvegliò.

- Ehi? Ci sei?-

Questa volta abbassai io gli occhi, e balbettai con un filo di voce:

- Si, va… va bene, gia… già meglio… ma…-

… Ma cosa voleva dire prima? Volevo chiederglielo… ma…ma…

- Ok! Allora va bene! Ci si vede, eh! Ciao…-

Il tono di voce era di nuovo il suo… a volte fin troppo gentile, un po’ irriverente… si voltò, alzò un braccio in segno di saluto, e mettendosi le mani in tasca se ne andò.

Strinsi i pugni e chiusi gli occhi.

 Ma che razza di fifona sei eh? D'altronde di cosa hai paura ormai? Hai avuto più coraggio di quanto avessi potuto mai  sperare e ora rovini tutto così?

Per una volta il coraggio mi batteva forte nel petto. Lo sentivo, vero, affianco al cuore, non dovevo… non potevo lasciarlo svanire…!

Così, dopo pochi attimi, mi ritrovai a correre a perdifiato, sperando di non star commettendo uno sbaglio.

Quando lo raggiunsi mi parai di fronte a lui a braccia spalancate. Fissai lo sguardo a terra, pregando che non mi mentisse, e ancora ansimante chiesi:

- Cosa intendevi... con il fatto... che io... sono la cosa... a cui tieni di più al mondo?-

Lui non rispose, non subito almeno… e con il suono affannato del mio respiro condivisi attimi che reputai infiniti.

Poi alla fine, mi si avvicinò all’orecchio, sfiorandomi la guancia, sussurrando…

- Questo…-

D’ istinto chiusi gli occhi.

Ero letteralmente impietrita, da lui mi aspettavo uno scherzo, che se avesse voluto mi avrebbe fatto senza alcuno sforzo, ma, invece…

Sentii la sua mano calda accarezzarmi il viso, il suo respiro fermarsi con il mio, e le sue labbra posarsi sulle mie.

Abbassai piano le braccia, mentre arrossivo.

Non trovai il coraggio di aprire gli occhi, ma sperai con tutto il cuore che quell’attimo non finisse mai…

 

 

 

 

 

Allora…?

Com’ è? … Minimamente decente?

Spero di ricevere almeno due o tre recenzioni… quantomeno di lamentele per la pubblicazione… Vi prego, non deludete troppo le mie aspettative… :°(

Un bacio ;))

 

Giulia

  
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