Era incredibile come, immerso nella folla e distratto dal vociare insistente delle fanciulle che lo circondavano, l'avesse individuata subito.
Miss Bennet.
Era a pochi passi dall'entrata, un sorriso allegro e solare sul volto, la mano che andava ad accarezzare con affetto e delicatezza il braccio della sorella maggiore, mentre scambiava qualche convenevole con Mr Bingley e le sue sorelle. Darcy riusciva a leggere chiaramente negli occhi della ragazza una strana impazienza; doveva vedere qualcuno, forse l'amica Charlotte. La cosa certa era che attendeva solo l'attimo adatto a defilarsi – ma questo non la spingeva a dimenticare le buone maniere, a fuggire via sgarbatamente. Continuava a conversare amabilmente con Charles, nonostante la sua espressione tradisse una certa voglia di allontanarsi. La tradiva a lui, quantomeno. Probabilmente non alle persone che la circondavano. Perché, Darcy l'aveva ormai notato, ci voleva una sensibilità, un'affinità particolare per comprendere la seconda miss Bennet. Lui sentiva di avere quella sensibilità, anche se non era forse la caratteristica che per prima gli sarebbe stata attribuita dai suoi conoscenti.
Si mosse lentamente verso di lei, sempre restando a debita distanza e cercando di risultare il meno interessato possibile. Perché non lo era, interessato: non aveva certo motivo d'esserlo. Solo, era piacevole vedere lo sguardo gioioso della ragazza, aveva la proprietà di trasmettere allegria. Ma non vi era altro ad attrarlo, nessun piacere particolare nello stare con lei, nessun bisogno di confrontarsi con una realtà tanto diversa dalla propria.
La vide inchinarsi lievemente e allontanarsi dal gruppo, per poi mettersi evidentemente a cercare qualcuno con lo sguardo, tra la folla. Per un attimo, un misero e quasi inesistente attimo, nella mente di Darcy si delineò la possibilità che potesse essere lui, l'oggetto dell'interesse della giovane Elizabeth. Rivolgendo di scatto lo sguardo al bicchiere che aveva tra le mani, scacciò il pensiero quasi all'istante. Sapeva bene che miss Bennet non aveva alcun motivo di cercare lui, né di desiderare la sua compagnia. E lui non era in alcun modo toccato, o ancor meno ferito, da ciò.
Posò il calice ormai vuoto su un tavolino a pochi passi da lui, e si avvicinò a Bingley, nella speranza di cancellare dalla propria mente pensieri tanto sconvenienti e inadatti.




Due parole al volo giusto per spiegare cosa ho scritto – altrimenti le note diventano più lunghe della storia.
Questa fa parte di una serie di flashfic sui pensieri e/o sentimenti di alcuni personaggi di P&P in momenti -attimi- particolari della storia. Questo è nato guardando il film del 2005 (che, lo ammetto, in realtà non amo particolarmente), in particolare la scena l'arrivo di Jane e Lizzy al ballo a Netherfield, con Lizzy alla ricerca di Wickham. Darcy non era presente in quel momento, visto che toccava ai Bingley fare gli onori di casa, ma ho immaginato che guardasse il tutto da lontano.
Non so quando esattamente posterò le altre flashfic della serie perché, purtroppo, sono stata costretta a formattare il pc e le ho perse. Certo, le idee sono ancora lì e potrei riscriverle, devo solo trovare il tempo e la voglia di tornare un po' "indietro", e di riprendere un progetto che la mia mente considerava finito. Se questa vi è piaciuta, magari pregate che Jane Austen mi illumini perché riesca a riprendere il progetto in mano :)

Ly