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Autore: Ranessa    25/07/2005    2 recensioni
Allora ho deciso. Sarò Tuo. In ogni mio gesto. In ogni mio pensiero. Io sarò Tuo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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[ I'll be yours ]


Sarò tuo padre
Sarò tua madre
Sarò il tuo amante
Sarò tuo

"I'll be yours", Placebo


I bordi della pergamena si ripiegano lentamente su loro stessi mentre le fiamme scoppiettanti del camino li lambiscono. Sono più scuri adesso, neri. L'odore del foglio che brucia riempie la stanza, sa di miele e spezie e di un particolare inchiostro magico che stretto nella morsa del calore si scioglie. I contorni del Marchio Nero al centro della pergamena si fanno più indistinti, l'inchiostro cola, le orbite scoloriscono e rimane solo il serpente.
La mia convocazione ufficiale brucia.
Osservo le fiamme inginocchiato a terra.
Sento il fuoco danzare nei miei occhi.


"Nemmeno tuo padre era così calmo a suo tempo"
La sua voce stride fastidiosa, roca, quasi non si direbbe che appartenga a una donna. A quella che, forse, una volta, è stata una donna.
"Io non sono mio padre" e tu non sei nessuno. Non ti voglio qui.
"Tua madre non è venuta?"
"Non si sentiva bene..." non voleva assistere al mio suicidio, non voleva incontrare te.
"Mia sorella è sempre stata debole..." si siede sulla poltrona di fronte alla mia, il suo corpo scheletrico inghiottito dall'imbottitura rossa.
"Non è debole... Non si sente bene" ribatto gelido, stringendomi maggiormente nel mio mantello. Ultimamente soffro molto il freddo. Bellatrix invece no, indossa una leggera veste nera, con un'ampia scollatura.
Non riesco a distogliere lo sguardo dalle sue clavicole bianche, sporgenti.
"Ricordo che da bambina soffriva di emicrania. Noi giocavamo in giardino e lei si chiudeva al buio nella sua stanza, con la testa tra le mani..." ride, una risata isterica, irritante ed io mi domando se con noi intenda lei ed Andromeda. Mi è difficile immaginare una Bellatrix bambina che gioca felice con la sorella rinnegata, quella il cui nome non si è mai potuto pronunciare in casa mia, eppure so così tanto su di lei...
"La cosa ti diverte?"
"Non dovrebbe?" scopre i denti in quello che suppongo dovrebbe essere un sorriso. Ha gli occhi cerchiati di viola.
"Cosa diavolo vuoi Bellatrix?" ho impiegato del tempo a mettere insieme il coraggio e la fittizia calma esteriore, la sua presenza mi disturba. Mi fa venir voglia di alzarmi e andarmene. Lei mi scruta con finta aria ferita, stringe una ciocca di capelli stopposi tra le dita ed intona una filastrocca infantile, con il fastidioso tono cantilenante di una bambina piccola...
"Balla bella principessina, pallida e bionda e così piccina, tutta sola te ne stai, e sempre sola tu sarai, piangi piangi piccolina, trema davanti alla tua nera regina, sei debole, sei fragile, non sei che la mia servetta, obbedisci e dammi retta, piangi piangi piccolina, qui c'è la tua nera regina..."

Non è questione di volere o non volere.
E nemmeno di fare la vittima o tantomeno di far finta che la colpa sia di mio padre, o del mio nome, o del mio sangue puro...
Ho spedito un paio di gufi, prima di venire qui, per sapere, ed ho ottenuto le risposte che cercavo.
Ora so che dietro quella porta ci saranno anche Tiger e Goyle. Adrian Pucey e Blaise, Pansy e Flitt.
Ma Theodore no.
È questione di scelte, e l'Oscuro non ha scelto Nott.
L'Oscuro non ha voluto Nott.
Ma ha convocato me perchè così ha deciso, nient'altro.
Senza scenate o inutili diatribe familiari.
Voldemort non ha scelto il mio nome, o il mio sangue puro, o la discendenza di mio padre...
Voldemort ha scelto me...

I passi non si sono ancora fermati.
Colpiscono con rabbia il marmo dei pavimenti e rimbombano fin qui, i loro echi che si rincorrono veloci tra le mura della mia stanza, irritanti. Allora spalanco violentemente la porta, salgo le scale a tre a tre ed irrompo in biblioteca, pronto ad inveire contro chiunque mi stia impedendo da più di mezz'ora di trovare un minimo di concentrazione per studiare. La scuola ricomincia fra una settimana ed io non ho ancora fatto un solo compito. Quest'estate proprio no e invece mi fermo, perchè ci trovo mia madre, illuminata soltanto dai timidi raggi di sole che ogni tanto sfuggono alla prigionia delle nuvole ed entrano furtivi dalle finestre, ampie ed alte, decorate e preziose.
Cammina avanti e indietro, senza mai fermarsi, singhiozzando odiosamente e stringendo spasmodicamente una lettera al petto. È dimagrita, le curve morbide sono diventate angoli spigolosi, i capelli non brillano più, sono arruffati, le mani nervose e gli occhi sempre così rossi che non si riescono più a distinguere le meravigliose sfumature azzurre.
Mamma... ti odio quando fai così...
"Che altro c'è adesso? Possibile che tu riesca soltanto a frignare ultimamente?" il mio tono acido è una lama tagliente, lei sobbalza spaventata, accorgendosi soltanto ora della mia presenza, e mi volta subito le spalle, borbottando no, no, no e dirigendosi svelta verso il camino acceso, le mani che appallottolano la lettera. La precedo svelto prima che possa gettarla tra le fiamme, afferrandola rudemente per un braccio e strappandole il foglio dalle mani.
Apro lentamente la pergamena e scopro che non è una lettera, che nulla vi è scritto.
Perfettamente al centro però c'è un disegno, tracciato accuratamente con l'inchiostro più nero che io abbia mai visto.
Alle mie spalle mia madre continua la sua litania, no, no, no, no, dondola avanti e indietro come una bambina piccola, il volto nascosto tra le mani.
Io non riesco nemmeno a chiedermi il perchè, a pensare che non può essere, che non ho ancora diciassette anni...
No, no, no, no...
Riesco solo a fissare il Marchio.


Allora ho deciso. Sarò Tuo.
In ogni mio gesto. In ogni mio pensiero. Io sarò Tuo.
Come un padre. Come una madre. Come un figlio e un amante. Sarò Tuo.
Come un'ombra e uno scherzo del fato.
Come il più fedele dei servi.
Io sarò Tuo.

   
 
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