SESTO SCAFFALE DAL BASSO, PRIMA FILA, SECONDO POSTO DA DESTRA
Eccomi,
in bella vista sullo scaffale del supermercato insieme a tanti altri come me,
con alcuni di loro ho anche fatto amicizia; tutti barattoli di miele da 2 euro scarsi e uno da 2,50 euro solo perché
è di un’altra marca, un ripiano più in alto di me.
Sapeste
quante risate ci siamo fatti per tutta quella gente strana che passa nel
reparto “Miele e dolcificanti” dove siamo alloggiati!
Un
giorno è passata una nonnina con i capelli grigi vestita di celeste con la
pelle talmente raggrinzita che sembrava una prugna secca; ci ha guardato, ha
preso il miele meno costoso e si è diretta verso
il reparto “Antirughe e cosmetici di bellezza” anche se, per me, era troppo
tardi intervenire con quel tipo di prodotti e l’unica possibilità per quella
povera donna era un bel lifting facciale estremo.
Nella
stessa giornata è passato un uomo ben vestito che avrà avuto sui trent’anni;
non aveva niente di strano fatta eccezione per un tic nervoso tale che ogni tre
secondi precisi doveva fermare il carrello, prendere lo specchietto nascosto
nella tasca della giacca, guardarsi i capelli e sistemarseli; ho capito il
perché di queste azioni solo quando è andato verso la corsia “Parrucchini e
prodotti per capelli” e ho intuito che la sua folta chioma non era autentica.
Poi,
due giorni dopo, è passata una donna con un cappellino arancione di piume di merlo, stile Corte d’Inghilterra, che aveva proprio la
muffa sotto il naso e ci osservava come fenomeni
da baraccone; a volte ci alitava persino sopra e arrivava un odore talmente
pestilenziale che non mi sono sorpreso quando si è recata verso il settore
“Gorgonzola e formaggi vari”.
Una
settimana più tardi, era marzo, una giovane
signora spingeva un carrello con un bambino seduto dentro che continuava a
piangere come una fontana impazzita; nonostante questo la madre continuava a
sorridere a tutti come se avesse i muscoli facciali bloccati, ma doveva essere
proprio esasperata dal piccolo, perché è subito scappata al centro bambini del
supermercato.
Più
tardi è passata una famiglia composta da 17 membri che spingevano 7 carrelli
pieni di riserve alimentari e pannolini di varie forme e misure. I bambini più
piccoli, però, non aiutavano certo i fratelli maggiori a fare la spesa, anzi
saltavano come una molla alla ricerca degli
scaffali dedicati ai giocattoli e ai biscotti al cioccolato. I genitori alla
fine li avevano convinti a smetterla di fare i canguri che viaggiavano
sull’autostrada e allora i piccoli hanno iniziato a correre furiosamente
passando vicino, e qualcuno anche dentro, la cella frigorifera in maniche
corte.
Adesso
è venuta la sera e le luci dei reparti si sono spente una ad una e ben presto
anch’io mi ritroverei nel buio se non fosse per quelle torce della corsia
“Utensili da campeggio” che qualcuno ha acceso, dimenticandosi poi di
spegnerle.
Mentre
i miei amici dormono, però, penso che domani sarà il mio giorno di scadenza e
che mi sarebbe piaciuto essere acquistato dalla nonnina, dall’uomo col tic,
dalla famiglia numerosissima, dalla mamma esasperata col bambino in lacrime e
persino dalla signora dall’alito pestilenziale…no forse da quella no.
Comunque
il punto è che è più bello stare in compagnia che trascorrere in solitudine i
momenti che ti separano dalla scadenza, dalla pattumiera e dal riutilizzo, se
sei fortunato.
Penso
anche che avrei potuto essere utile per rendere più dolce la vita a qualcuno…
Avrei
potuto essere nella camomilla della nonnina, nel caffè dell’uomo col tic, nella
torta per i 15 bambini della grande famiglia, sul succhiotto del bambino
piangente oppure vicino al gorgonzola della signora piumata.
Invece
domani mi trasporteranno lontano dal mio adorato reparto, verseranno il miele
in un gigantesco bidone e ricicleranno il vetro per produrre altri oggetti,
forse tra pochi giorni sarò una bottiglia o un recipiente per marmellate e
chissà, forse abiterò nella casa di uno di quegli strambi personaggi che ho
solo avuto il piacere di guardare dall’alto, dal mio sesto scaffale dal basso,
prima fila, secondo posto da destra.