Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: Kirby    25/07/2005    3 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza svolta: amicizia, amore e gelosia - Parte 2^

Dei passi affrettati attirarono l’attenzione del giovane che si voltò in attesa di veder comparire la figura tanto amata di Diana.

Fa che sia lei… pensava il giovane. D’altronde chi altri sapeva del loro incontro? si chiedeva il giovane dubbioso.

Finalmente la vide: aveva i capelli in disordine, segno che aveva corso per gran parte del tragitto. Il viso arrossato e gli occhi scintillanti… E’ bellissima… pensò semplicemente Fred guardandola.

 

Anche Diana si accorse di lui. La stava aspettando accanto all’albero dove, due settimane prima, avevano fatto il picnic… Il vento, che aveva iniziato a soffiare subito dopo la funzione, sembrava giocare con i capelli di Fred.

Mi ha aspettata… pensò arrossendo Diana. Aveva corso per tutto il tragitto, non voleva ammetterlo, ma aveva paura… Paura che nonostante tutto lui avesse preferito andarsene… magari con Janet…

Salì la collinetta che li separava e si appoggiò all’albero e cercò di riprender fiato.

“Ciao…” le disse lui guardandola con tenerezza.

“Ciao…” riuscì a dire lei, dopo aver regolarizzato il ritmo del respiro, i battiti furiosi del suo cuore non volevano saperne di calmarsi: era tesa ed emozionata.

 

“Temevo che non venissi…” le disse in un soffio Fred non riuscendo a smettere di guardarla.

“Anch’io…” disse lei non riuscendo a sostenere il suo sguardo.

“Non volevi venire?” le chiese sorpreso Fred.

Ieri non aveva badato molto alle parole che aveva detto a Diana, ma ora… temeva di aver fatto troppe pressioni sulla ragazza.

“No” disse invece lei scotendo la testa “non sapevo se… si insomma… se mi avresti… aspettato…” disse cercando di guardarlo.

“Te l’avevo detto…” le rispose lui “Ci sediamo?” propose togliendosi la giacca e mettendola per terra, affinché Diana sedendosi non si sporcasse il vestito.

“Grazie” disse arrossendo maggiormente. Non era abituata a simili premure. Certo, Ruby le aveva detto infinite volte che i ragazzi si comportano in modo gentile e premuroso nei confronti delle ragazze carine ed, ancor di più, quando queste interessano loro.

Ma un conto era sentirlo dire o vederlo su altri, ben diverso era essere protagonista.

Diana non sapeva come comportarsi. Era emozionata, temeva di rovinare il momento magico che si era creato tra loro.

 

“Avevamo iniziato un discorso ieri sera…” disse lui rompendo il silenzio che si era creato.

 

Ci siamo… pensai non sapendo cosa dire o fare…

Attendevo trepidante che tu facessi una qualche mossa. Certo, sapevo che non mi avevi fatta venire fin lì per stare a guardare il paesaggio, ma l’avevi fatto per continuare un discorso. Già il discorso per essere precisi. Quello che la notte precedente mi aveva tenuta sveglia a fissare il soffitto chiedendomi cosa dovevo fare, e soprattutto se facevo la cosa giusta. Ma qual’era la cosa giusta?

Questa mattina mi sono alzata risoluta… Avevo deciso: non vado all’appuntamento. Appuntamento i miei unici appuntamenti erano con Anna.

Ma quando sono arrivata in chiesa e ti ho visto… tutta la mia risolutezza è scomparsa. Il dubbio si è impadronito di me. Cosa fare? Andare o non andare?

Il colpo di grazia alla mia risolutezza è stata data dall’occhiata che mi hai riservato al termine della funzione, quando parlavo con Julia.

Lì ho capito che non ti avrei deluso… Che non volevo deluderti.

Non hai un carattere facile, sempre pronto a scherzare su di me… A prendermi in giro…

Come al nostro primo incontro… quando, per me, tu eri solo un vagabondo o un ladro: il ladro che mi ha rubato il cuore.

Ma sai essere dolce e gentile, premuroso e sensibile.

Sono venuta all’appuntamento, per concludere il discorso iniziato e non finito ieri… Ed adesso era arrivato il momento quel momento…

 

Mio Dio, Diana, sei così bella. Stanotte non ho quasi chiuso occhio pensando a te, a cosa dirti se fossi venuta a questa specie di appuntamento, perché fino all’ultimo temevo che di rimanere solo su questa collina… Solo in compagnia del vento che si faceva beffe di me… Mentre tu, ignara del mio tormento, decidevi di dimenticarti di me e del nostro incontro, di noi… Già, parlo ancora di un noi… Può esistere un amore così? Ci conosciamo da due settimane, eppure io già so che non riuscirei a starti lontano…

Mia madre mi raccontava spesso, da piccolo, di come aveva conosciuto mio padre, di come si era innamorata follemente di lui, del loro matrimonio e dell’amore che ancora oggi saldamente li univa. Il nostro, Diana, sarà in grado di fare altrettanto?

Quando ci siamo conosciuti… Mi hai colpito al cuore… Eri così arrabbiata… Avevi le guance imporporate… Gli occhi ti brillavano… Ti avevo scambiato per una bambina, e come tale mi divertivo a prenderti in giro… Quale errore ho fatto… Ed il giorno dopo tu ne hai pagato le conseguenze… Per colpa mia ti sei fatta male… Come sono stato sciocco… Ringrazio Dio e te per avermi concesso una seconda possibilità.

Non la voglio sciupare, dolce Diana, ma non posso andare avanti senza sapere cosa provi per me… Vorrei invitarti ad assistere al matrimonio di mio fratello… vorrei poterti vedere più spesso… Sono stanco di vorrei… Adesso voglio.

 

“Già” disse semplicemente lei voltando un po’ la testa.

“Sono così brutto da farti scappare ogni volta?” chiese lui senza parafrasare, guardandola.

Dritto al punto, pensò lei. “No…” sussurrò “No, non lo sei affatto, anzi…” disse con voce normale, evitando di guardarlo. Sapeva che se l’avesse guardato non avrebbe più avuto il coraggio di proseguire.

“Allora perché sembri sempre scappare? Eviti i miei sguardi… Non mi guardi mai…” cercò di capire il giovane.

“Io non scappo!” disse Diana guardandolo per la prima volta.

“Non lo fai nel vero senso della parola, però sei sfuggente. Vorrei conoscerti meglio… Mi piaci…” disse arrossendo Fred, distogliendo per un attimo lo sguardo da lei.

“Anche a me piaci…” disse in un sussurro Diana.

Sussurro che il vento portò alle orecchie del giovane Fred… Nessuno dei due parlò per un’attimo.

“Vuoi venire al matrimonio di mio fratello con me?” chiese Fred guardandola.

Il rossore sul viso della ragazza aumentò “Mi piacerebbe… ma cosa penseranno i tuoi genitori? E Janet?” chiese lanciando un’occhiata furtiva al ragazzo che le stava accanto.

“Beh, sei amica mia e di Julia. Non penso che abbiano nulla in contrario. Come ti ho già detto ieri, Janet è solo la sorella della sposa. Tra me e lei non c’è e non ci sarà mai nulla. Almeno da parte mia. Credimi!” disse prendendole inconsapevolmente la mano.

Diana, a quel gesto, arrossì ancor di più “Ti credo” disse sorridendo senza ritrarre la mano.

“Allora… Sabato pomeriggio passo a prenderti?” chiese speranzoso il ragazzo continuando a tenerle la mano.

“Devo chiedere ai miei genitori prima… Penso di sì comunque” disse esitante Diana.

“Se vuoi posso passare da te martedì e chiederglielo io…” disse Fred.

“Grazie” disse sorridendo dolcemente.

I rintocchi di mezzogiorno fecero sobbalzare i due ragazzi: avevano parlato per più di un’ora e non se n’erano accorti.

Si salutarono e decisero d’incontrarsi il giorno successivo dopo il lavoro.

 

Diana rientrò a casa felice. Aveva tanto temuto quell’incontro, ed alla fine…

“Diana, iniziavo a preoccuparmi” disse la madre guardando prima l’orologio e poi la figlia.

“Scusami” iniziò dispiaciuta “mi sono fermata a parlare e non mi sono accorta del tempo che passava” disse la ragazza.

“Va bene… Mettiti a tavola” disse la madre comprensiva.

 

Fred rientrò a casa felice. Era soddisfatto di come si erano sistemate le cose.

Non voleva mettere fretta a Diana, però era stato felice di sapere che anche lei provava i suoi stessi sentimenti.

Non l’aveva ammesso con le parole, ma l’aveva fatto con i gesti. E secondo lui i gesti molto spesso erano più efficaci di mille parole.

Non aveva ritratto la mano, quando lui parlando gliel’aveva afferrata dolcemente.

Andò in soggiorno dove trovò tutta la sua famiglia a tavola.

“Figliolo… Sei in ritardo…” disse il padre guardando prima il figlio, poi la pendola e di nuovo il figlio, in attesa di una risposta.

“Scusatemi, mi sono trattenuto a parlare e non mi sono accorto dell’ora” disse alquanto vago.

Avrebbe spiegato ai suoi genitori tutto, ma in un secondo tempo.

Janet era livida di rabbia. Sua sorella non l’aveva svegliata quella mattina e, di conseguenza, non era potuta andare in chiesa insieme agli altri.

Aveva saputo da Julia che in chiesa c’era Diana Barry: quella campagnola è sempre tra i piedi… aveva pensato.

Ed ora Fred tornava a casa con quell’aria soddisfatta… Di sicuro era stato trattenuto dalla campagnola Diana…

La campagnola non voleva cedere, anzi persisteva nel ronzare attorno al suo  Fred… Avrebbero dovuto fare una chiacchierata loro due… Magari quello stesso pomeriggio.

 

“Vorrei visitare i dintorni” disse Janet poco dopo aver pranzato.

“Certo Janet, potresti chiedere a qualcuno di accompagnarti…” aveva proposto la signora Wright.

“Preferirei andare da sola signora Wright, sa riesco ad immergermi meglio nella natura se sono sola. E poi Avonlea è un paesino, non posso perdermi, ne potrà accadermi nulla di male…” disse Janet sorridendo alla sua interlocutrice.

“D’accordo” dissero i coniugi Wright.

Janet, dopo aver indossato un vestito blu con cappellino e borsetta in coordinato, salutò i presenti ed uscì.

Era sua intenzione recarsi a casa Barry e fare quattro chiacchiere con Diana.

 

Intanto a casa Wright…

“Marting, Alice, volevo chiedervi… Posso invitare Diana al vostro matrimonio?” chiese Fred ai due futuri sposi che si trovavano in salotto a discutere degli ultimi dettagli del matrimonio.

“Non vedo perché no…” disse Martin, guardando la sua fidanzata che non poneva obiezioni.

“Grazie! A tutti e due!” disse il Fred abbracciando prima il fratello e poi la ragazza.

Andò in soggiorno: sapeva che i suoi genitori volevano delle spiegazioni riguardo al ritardo con il quale si era presentato a pranzo, e lui era pronto a darle ma senza orecchie di estranei a sentire.

“Janet non la prenderà bene…” disse Alice sospirando tristemente, appena Fred uscì.

“Fred non l’ha mai presa in giro. E’ lei che si è creata qualche illusione su di lui, lo sai anche tu… Se ne farà una ragione prima o poi” disse Martin dolcemente.

“Ne sono sicura, tuttavia… Forse hai ragione tu” disse cambiando argomento.

 

Un’insistente bussare alla porta costrinse Diana a smettere di impastare la torta che stava facendo per i suoi allievi.

Pulendosi le mani aprì la porta: la sua sorpresa fu totale.

Di fronte a lei c’era Janet.

“Non mi fai entrare?” chiese la ragazza guardando Diana dall’alto in basso.

“Accomodati prego…” disse Diana osservando la sua inattesa ospite.

Sua madre era andata a trovare zia Atossa e, se si escludevano il padre e la sorella al piano di sopra, era sola.

Sentiva su di sé lo sguardo implacabile di Janet: perché mi sono messa a fare la torta… pensava la ragazza confrontando il suo abito e quello della sua ospite.

Diana indossava un vestito giallo con le maniche a sbuffo ed un grembiule bianco, sporco di farina e di marmellata di mele.

Fece accomodare la sua ospite in salotto e, dopo averle chiesto se gradiva qualcosa, offerta rifiutata altezzosamente, si sedette in attesa di sentire cosa aveva da dirle.

“Una casa piuttosto piccola… Quanti siete in famiglia?” chiese osservando con noia l’ambiente.

“Siamo in quattro: i miei genitori, io e mia sorella…” disse Diana osservando con occhi critici il salotto.

“Immagino non abbiate domestici… D’altronde abitate in un paesino…” continuò astiosa l’ospite.

“Io e mia madre riusciamo a tenere pulita la casa anche da sole e poi… non ci piace l’idea che un’estranea tocchi le nostre cose…” disse vedendo Janet giocherellare con un centrino.

“Veniamo al motivo della mia visita: lascia stare Fred. Smettila di ronzargli intorno. Lui è il mio fidanzato!” disse con cattiveria Janet.

“A me non pare” trovò il coraggio di replicare Diana.

“Vuoi la verità?” le chiese Janet ed al cenno affermativo di Diana continuò “Devi sapere che a Charlottetown io e lui eravamo fidanzati. Poi i suoi genitori si sono trasferiti… lui mi aveva chiesto di seguirlo e di sposarci. Io ho stupidamente rifiutato. Sai la città è sempre la città e lui… beh non l’ha presa bene… Mi capisci? Abbiamo litigato… Io ho capito il mio errore… Lui, dopo pranzo, mi ha detto che mi ama ancora… Solo che, per farmi ingelosire, ha finto con te… Ed adesso non ha il coraggio di venire lui qui a scusarsi…” disse la ragazza, guardando Diana con comprensione.

Mi ha preso in giro… pensò con gli occhi lucidi.

Ce l’ho fatta! E’ stato più semplice di quanto pensassi… pensò Janet.

Credimi! D’un tratto quella parola squarciò la delusione che l’aveva colta.

Fred le aveva detto che tra loro non c’era nulla e lei voleva fidarsi di lui.

“Fred non è un bugiardo! E se lo pensi non lo meriti!” disse Diana guardando Janet con occhi scintillanti.

“Mah…” iniziò Janet.

“Ed adesso se hai finito di dire cattiverie su Fred, puoi anche andartene!” disse alzandosi ed accompagnando la sua ospite alla porta.

“Te ne pentirai Diana Barry” disse uscendo Janet.

“Vedremo” disse prima di chiudere la porta.

 

 

Salve a tutti! Ecco qua un nuovo capitolo di questa saga (ok, saga è forse una parola grossa… concedetemela per favore).

Allora ringrazio ovviamente tutti quelli che leggono questa fanfiction ed in particolare:

Daphne: grazie tesorino! Spero con questo capitolo di averti accontentato. Ho lasciato un po’ di mistero, però adesso i due sono a conoscenza dei rispettivi sentimenti… Non credo di essere caduta nella mielosità, se sì perdono. Romantico? Io direi di sì. Ironico… Qui ho dato buca… Sorry! Spero che anche questo capitolo ti  piaccia, tanto da lasciarmi un commentino. Anche più di uno se credi. Grazie mille dei complimenti che mi fai. Sei troppo buona. Sappi che mi fanno troppo piacere…

Simple Plan's Fan!!!: ciao! Grazie anche a te, spero che continuerai a leggere questa storia e che mi farai sapere la tua opinione.

 

Ringrazio ancora tutti quelli che leggono e quelli che commentano.

Vi voglio bene.

Luana

  
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