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Autore: DarkEyes    25/07/2005    2 recensioni
Questa è la prima volta che metto online una mia storia e devo dire che ho anche un po' di timore nel farlo. Con questo racconto non pretendo di aver scritto qualcosa di eccezionale, ma scriverlo mi piace, mi diverte, mi rilassa, mi fa sognare. Dentro ho cercato di metterci tutte le cose che mi appassionano e quello che leggerete ne è il risultato. Spero possa piacere a qualcuno, accetto consigli e anche critiche se sono costruttive, nel caso non vi piaccia bhe... non leggetelo e basta!! Grazie. DarkEyes
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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IV

 

 

 

Il sole stava tramontando dietro le montagne, tingendo il cielo di rosso e viola, qualche stella cominciava a brillare in alto e la luna trasparente come un velo era pronta a vegliare anche quella notte sul sonno dei dormienti. Wiliams dalla finestra della sua camera la guardava pensieroso comodamente seduto nella poltrona di velluto porpora, accanto al tavolino, e fumando. Pensava a Shannen e si sentiva confuso dai suoi stessi pensieri, così ambigui. Doveva trovare al più presto una soluzione, doveva prendere in mano le redini della situazione e porre fine a quel caos. Teorizzato negli anni il suo piano era sembrato così semplice ma in quel momento sentiva tutto crollargli addosso, per una sciocchezza. Forse si stava preoccupando per nulla.

“Pensieroso mio Signore?” chiese una voce ironica nel buio alle sue spalle, Wiliams non si mosse e prese una lunga boccata dalla sigaretta.

“Vieni pure avanti Morder.” lo invitò, e l’uomo si mosse dall’ombra alla luce rosea della finestra.

“Problemi Signore?” gli domandò.

“Forse…” sospirò Wiliams “O forse me li sto creando io”

“Colpa dell’umana?” chiese Morder con faccia perplessa poi prese una sedia da un angolo e si sedette di fronte al vampiro, questi gli offrì una sigaretta ma lui la rifiutò facendo un cenno con la mano.

“Già! Da quando è qui i suoi poteri sono aumentati nonostante non stia facendo alcuna pratica. Ora è in grado di percepire i sentimenti altrui” spiegò Wiliams serio in volto mentre una nuvoletta di fumo azzurrino fuoriusciva dalle sue labbra ceree.

“Empatia!” esclamò Morder eccitato e lui annuì.

“Si ma oggi è successo dell’altro…” aggiunse il vampiro e Morder lo guardò interrogativo “E’ riuscita ad uscire dalla trance.. dalla trance dell’ipnosi”

Morder sgranò gli occhi e balbettò “Come… come è possibile?”

“Infatti come!” scattò in piedi Wiliams andando alla finestra con ancora il mozzicone tra le dita “Era accondiscendente.. ecco come! Questo è l’unico modo per svegliarsi dalla trance, volere ciò che si è costretti a fare”

“E lei come poteva saperlo?” domandò Morder preoccupato.

“Infatti non lo sapeva…” mormorò il vampiro gettando la sigaretta sul pavimento e spegnendola col tacco della scarpa.

“Cosa vorresti dire??!” sbottò Morder quasi urlando, Wiliams si voltò e lo guardò con espressione grave sul volto.

“Quello che ho detto!” rispose asciutto.

“Non starai mica pensando che…”

“Io non penso nulla Morder!” disse furioso Wiliams, l’altro sospirò cercando di calmarsi poi parlò.

“Beh.. allora da tuo consigliere e fedele alleato, ti suggerisco di agire al più presto, prima che la situazione peggiori. Lo sappiamo bene come possono essere rischiosi per noi i sentimenti umani e quali poteri hanno, inoltre lei è pericolosa.. se come dici tu sta ampliando i suoi poteri da sola… bisogna agire ora! Stanotte! Inoltre c’è il rischio di essere attaccati a giorni, so che al Castello si sono mobilitati e non ci metteranno molto ad intercettare l’umana.”  Wiliams abbassò lo sguardo, poi tornò a fissarlo serio e cupo in volto.

“Chi ci dice che lei sappia come usarlo?” chiese pacato e tornò a sedersi sulla poltrona di velluto porpora.

“La madre le ha lasciato il medaglione, di sicuro le avrà spiegato come..”

“Non credo!” lo interruppe il vampiro velocemente “E’ del tutto spaesata, confusa, non sa nulla. Forse avrebbe scoperto tutto al Castello, le avrebbero spiegato lì le sue potenzialità. E questo è un vero problema perché nemmeno noi sappiamo di cosa si tratta!”

“Mio Signore non perdiamo la calma” disse Morder con un sorrisetto beffardo “Lasciate fare a me, farò delle ricerche..”

“Ok!” tagliò corto Wiliams “Conto su di te! Ora va e lasciami solo” lo congedò e questi dopo un leggero inchino si avviò verso la porta.

Quando fu fuori, Wiliams si alzò e lentamente si avvicinò al grande specchio ovale appeso alla parete della camera. Con delicatezza quasi teatrale poggiò la mano sulla liscia superficie che prese a cristallizzarsi come opaco ghiaccio, poi la sua mano si spinse oltre lo specchio e lo oltrepassò come se fosse fatto di acqua, l’attraversò con tutto il corpo. Apparve in una piccola stanza circolare dalle pareti altissime, il luogo era buio e umido completamente di roccia, al centro si ergeva un pilastro di pietra su cui era poggiato il ciondolo di Shannen racchiuso in una densa bolla. Sul soffitto in perpendicolare al pilastro un varco circolare illuminava di raggi lunari argentei il ciondolo, che era stato aperto e al cui interno era stato incastonato un cristallo dalle venature violacee. Wiliams lo fissò con occhi lucenti, tremava dall’emozione alla vista di quel piccolo oggetto che avrebbe realizzato il suo più grande desiderio.

  
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