A Vicena, regina di Herena, da Vivi, principessa di Alabasta
Grazie per la sua gentile lettera -

Vivi accartocciò il foglio e lo lanciò attraverso la stanza. Mancò il cestino - ancora. Karl, al suo fianco, chiocciò esprimendo il suo interesse verso il comportamento insolito di lei. La ragazza sospirò e arraffò un po' le piume del papero. "Non riesco a completare queste note di ringraziamento nel modo giusto."

Voleva camminare.

Ma le principesse non passeggiano. Non bestemmiano e non urlano di frustrazione, non buttano sul pavimento tutto ciò che è sulla scrivania. Io sono una principessa, quindi non posso fare e non farò nessuna di queste cose - e non importa quanto bene io possa sentirmi poi.

Si morse il labbro e riprese in mano la penna. Se non stava scrivendo, avrebbe dovuto iniziare a progettare il percorso del suo viaggio attraverso il regno.

Terracotta bussò alla porta; era un picchiettìo che si poteva distinguere facilmente - più di un colpo, meno di un battito, e significava che colei che aveva bussato era pronta ad aprire la porta lo stesso, anche se chi era dall'altra parte non voleva.

"Entra pure" la chiamò Vivi.

La donna si buttò dentro."Andiamo" esplose. "E' una bella giornata. Il sole splende e abbiamo compagnia!"

"Prima dovrei finire questa lettera..."

L'occhio d'aquila di Terracotta aveva già visto le palline accartocciate che circondavano il cestino. Sapeve che la lettera non sarebbe stata finita quella sera, o anche quella settimana, se l'umore di Vivi era quello.

"Male". Terracotta la prese per le braccia e la stava già trascinando fuori dalla porta. "Diremo al re qualcosa tipo che i nostri gabbiani postini si sono fermati su una cassetta di trote o qualcosa del genere."

Vivi riuscì a convincere Terracotta che poteva camminare da sola e la seguì obbedientemente nella sala principale del palazzo. Karl le era alle calcagna. La principessa ripassò mentalmente le formule di benvenuto. Come sta? La ringrazio per aver deciso di visitare il nostro paese, signore o signora (a seconda del'ospite). Apprezziamo che abbia trovato il tempo per venire a salutarci e -

"L'ho presa!" annunciò Terracotta, una volta che le due ebbero disceso la grande scala di marmo.

"Vivi, guarda chi c'è qui", disse suo padre.

"Capo?". Lui sembrava sorpreso si vederla almeno quanto era sorpresa lei di vedere lui. Gli occhi di lei si strinsero mentre si guardava attorno altezzosamente. Balzò sulle scale, saltando due gradini alla volta. Karl la seguì obbedientemente nella sua risalita.

"Vivi! Aspetta!" Borbottò Kohza e prese a seguire la principessa fuggente.

Il re e uno dei suoi uomini li guardarono mentre si urtavano lungo le scale, girando l'angolo e andando fuori dalla loro vista. "Correre? Questo non è da Vivi" osservò Cobra.

"Pensavo volesse salutarlo con un gancio destro come al solito" disse Chaka.

"E' sempre stata la parte migliore" aggiunse Pell.

"Quello che stanno facendo è troppo 'da adulti' per loro due" mormorò Igaram.

"Vuoi dire che preferivi quando si dicevano ciao improvvisando un incontro di wrestling qui sul pavimento?" chiese Cobra calmo. "Era quello che avresti voluto vedere?"

"Sua ma-ma-ma-" soffocò il suo oltraggio l'uomo. "Sua maestà! Non dica così!"

Terracotta scosse la testa mentre eccheggiavano urla di rabbia attraverso la stanza di marmo.

NOTE DELLA TRADUTTRICE: E questa è Watermark della bravissima Hazard, che ho conosciuto sul sito www.fanfiction.net. Ringrazio chiunque abbia deciso di leggere questa fic non nata dalla mia mente malata, ma soltanto tradotta. Se vorrete inoltrare i vostri commenti all'autrice, lo farò io per conto vostro, basta che scriviate fra i commenti. E se vi piacerà, continuerò a tradurla. Ah... magari dal primo capitolo non sembra granchè, ma è appassionante! Ve lo giuro! (Altrimenti non avrei deciso di tradurla, no? ^_^)
Ho deciso di mantenere i nomi Vivi e Kohza come nella fic originale, non mi pareva giusto cambiarli; quello che invece ho deciso di cambiare è stato Karl, che in stesura originale era Carue.
A presto con il secondo capitolo^^
kurumi