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Autore: Angel of Music    26/07/2005    1 recensioni
Quando non sai chi sei poniti tre domande:in che cosa credi? In che cosa speri? E soprattutto che cosa ami?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più ci ripenso e più dubbi mi sorgono

 

Più ci ripenso e più dubbi mi sorgono.

La stessa cosa mi capitava quando frequentavo la scuola. Quando sedevo sotto l'ombra di una fronda rigogliosa,accarezzavo la superficie ruvida di un foglio e sentivo sotto i miei polpastrelli la durezza e la compattezza del carboncino.

Adoravo disegnare,adoravo quella sensazione:le immagini si imprintavano sulla retina,il mio cervello le rielaboravano e la mia mano faceva il resto.

Il polso si piegava,il dorso della mano seguiva il suo movimento e le dita erano ferme sul mio strumento.

Tracciavo linee prima leggere poi più marcate,schizzi che diventavano sempre più perfetti e decisi.

Amavo tutto ciò.

Mi sembrava una magia di gran lunga superiore,a tutte quelle che avvenivano in quel luogo.

Però a lavoro finito il mio occhio si faceva critico,il disegno che prima si presentava come buono risultava dozzinale,sporco,senza chiarezza,senza profondità.

Più ci pensavo,più scorgevo imperfezioni.

Come adesso:più ci penso più i dubbi mi assalgono.

Ora devo sedermi su una sedia,in mezzo a questa stanza vuota,dalle pareti scalcinate e dall'aspetto desolante.

Devo prendermi la testa fra le mani,in una chiara posa di riflessione,e farmi alcune domande:

Cosa ti spinge a farlo?

Sul serio,adesso rifletti…che ti è preso?

Possibile che siano bastati pochi incontri per farti cambiare visione di tutto quello che ti circonda?

No,io non credo nei colpi di fulmine.

Colpi di fulmine?

Ma che ti salta in testa? Non è di questo che si tratta!

Di tutte le cose irreali che sono accadute in quest'ultimo periodo,questa è l'unica certezza.

 

***

C'era un libro.

"Il Cavaliere d'Inverno".

Durante un periodo in cui dovetti stare a casa forzatamente,quello scritto era la mia unica compagnia.

La storia era interessante,ma non è questo il motivo per cui,almeno per me,era degno di nota.

Conteneva un esame,un esame che consisteva nel scavare nel profondo di se stessi.

"Quando non sai chi sei,Tatiana Metanova,fatti tre domande:

In che cosa credi?

In che cosa speri?

E soprattutto….che cosa ami?"

Ora dimmi,su guardati e prova a rispondere…so che lo puoi.

 

***

In che cosa credi?

Cosa credo.

In che cosa credevo,si dovrebbe dire.

Ero un fedele,credevo nel Dio che si è fatto uomo,mi comportavo secondo le sue leggi. Non ero stolto.

Sapevo che questo non bastava,bisognava avere fede. Non bastava comportarsi da bramino per assicurarsi la salvezza eterna.

Poi i miei valori sono stati travolti.

Un unico evento può stravolgerti la vita?

Prima di quella notte non lo sapevo,non lo potevo sapere.

Ma quando le mie gambe accusavano la fatica di quella folle corsa verso la salvezza, quando quest'ultime si piegarono e caddi in avanti,quando senti il fiato di quella belva su di me,quando sentì le sue zanne affondare nella mia carne allora…

Allora…seppi che si,poteva accadere.

Ricordo una cosa in particolare quella notte.

I miei occhi si spalancarono,e catturarono la luce della pallida e verginale luna piena.

Era lì sfacciata,che guardava,osservava impietosa.

"Questa è l'ultima volta che vedo la sua faccia completa.."

Che pensiero razionale,per uno che era diventato un lupo mannaro da meno di cinque minuti!

L'ho sempre odiata la luna.

Non la consideravo per niente romantica.

Era ipocrita,cambiava faccia continuamente,era insensibile perché non ascoltava i lamenti dei poeti e dei giovani innamorati.

Adesso ho un motivo in più per odiarla.

Ma non è l'unico oggetto della mia ira,qualcuno più in alto di lei avevo cominciato ad odiare.

L'entità divina che prima veneravo,ora era diventata solo che una menzogna inventata da uomini.

Come potevo essere stato così stupido da credere a dei dogmi creati da uomini come me? E se anche ci fosse un Dio….

Perché aveva permesso questo? Perché proprio io? Io che assecondavo il suo volere,con sofferenze e privazioni.

Sentivo che la mia fede si sgretolava,ma volli dare un ultima possibilità ai valori dell'uomo che ero.

Era la mattina di Natale,il St.Mungo per quella ricorrenza si riempiva di parenti dei malati ricoverati.

Ma i miei non si fecero vedere.

Tutti si allontanarono.

Tutti scappavano,tutti avevano paura.

Avevo perso tutto.

Tutto,completamente tutto.

Quella mattina il sole invernale splendeva impietoso di fronte alla mia sofferenza,quella mattina bestemmiavo contro il mio Dio,volevo sfogare tutto il mio dolore in rabbia prima che si trasformasse in pianto,in quella mattina lui comparve a me.

Remus Lupin.

 

***

In che cosa speri?

 

Facile rispondere a questa domanda,ma procedi con ordine mio caro…e non dimenticare nulla.

Stava lì,leggermente curvo sul mio compagno di letto un uomo sulla cinquantina padre di famiglia.

Era lì con la famiglia dell'ammalato ma capii che non era un suo parente,infatti non aveva il caratteristico colore rosso del signor Weasly(così lo sentii chiamare da un Guaritore)e dei suoi congiunti.

Poi si volse verso di me.

Che sorriso dolce.

Una mezzaluna splendente su quel volto segnato da rughe leggere. Si avvicinò a me,l'unico letto senza un capannello di persone festanti intorno.

"Manca poco,eh?"disse quando si sedette su uno sgabello accanto a me.

"Che?"

"Dico che manca poco alla luna piena,ne sento già gli influssi… è così anche per lei non è vero?"

Lo esaminai: gli avevo attribuito erroneamente più anni di quanto ne avesse in realtà,nonostante il volto segnato e i capelli castano chiaro striati d'argento lucente gli occhi erano animati di un luccichio…tipico della giovinezza,non ancora del tutto spenta in lui.

Nonostante questo non potei fare a meno di notare la disgrazia di quell'uomo:gli abiti erano frusti e lisi in più punti e aveva l'aria per niente sana.

Eppure splendeva.

Fu quel singolare ossimoro a colpirmi,innanzitutto.

"Ma che diavolo…?"cominciai,inviperito da quell'assurdo cenno di conversazione.

"Oh mi scusi non mi sono presentato,sono Remus Lupin. Sono desolato,il mio metodo per iniziare un discorso è pessimo…ho peccato di negligenza e non curanza. Le chiedo scusa."

Rovistò nella tasca della sua veste,tirando fuori una barretta di cioccolato.

"Tenga. Le farà bene."

"Se ne vada!"

"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"disse sorridendo. Odiai quell'espressione beata!

"No! Ma non sono in vena! E poi sono pericoloso,sono un lupo mannaro…se continua a starmi intorno le assesterò un morso!"

Rise.

E rise di gusto anche. Strinsi i denti dalla rabbia. Li sentii scricchiolare pericolosamente.

"Temo..temo..che sarà inutile…perché… - continuò tra le risate tirando su la manica - qualcun altro prima di lei ci ha già pensato!"

Mi mostrò l'avambraccio dove,ancora erano vivi i segni di canini appuntiti dall'aria animalesca.

Rimasi di stucco.

"Sorpreso? Io l'avevo capito subito invece…si può dire che l'abbia riconosciuta a fiuto."

La mia espressione stupita si tramutò in disgusto:cos'era quella roba? Una battuta?

"Ok,ok - disse alzando le mani in segno di resa - mi arrendo. Sono un pessimo comico oltre che pessimo interlocutore!"

Questa volta risi io.

Dio,ma lo faceva apposta a mettersi in ridicolo?

Durante quell'incontro- scontro non parlammo molto e Remus si congedò dopo poco ma con la promessa di ritornare.

Sbuffai dentro di me;davvero mi credeva così cretino? No,non sarebbe mai venuto e già montava la rabbia verso di me:avevo abbassato le difese come se nulla fosse faticosamente innalzate contro la pietà di chiunque…anche se di un mio simile.

Ma lui venne.

Lo ammetto. Una grande emozione aveva scosso quel muscolo addormentato dall'indifferenza che,con fatica,batteva sotto il mio petto quando lui si avvicinò a me.

"Come va? Si sente meglio? Ha passato bene la luna piena? Le hanno somministrato la pozione anti-lupo? Ha un gusto orribile,ma è davvero efficace e…."

"Posso rispondere ad una domanda per volta?"dissi sconvolto da tanta parlantina.

Ridacchiò.

"Oh certo scusi. Sa,torno appena dalla funzione mattutina e tutto quel silenzio ha come scatenato un interminabile fiume di parole in me."

"Quindi lei crede?"dissi in un sorriso scettico.

"Certo."

"Ma come fa? Non vede la sua situazione? Non vede la paura? Il disgusto che tutti provano verso di lei?"

"Si che lo vedo. Ma è una situazione facile da controllare."

La mia espressione sarcastica lo costrinse a proseguire con la sua filosofia.

"Insomma se la si considera una prova,non dico che diventa più facile ma è sopportabile."

"Una prova? E chi sarebbe l'esaminatore?"

"Il nostro Alto Fattore. Il nostro Signore."

Voltai la testa in uno sbuffo. Rimanemmo in silenzio.

Davvero quel tipo aveva un che di incredibile:mi credeva un ingenuo? Con che animo diceva quelle cose? Erano veritiere? Era sincera la sua decisione del volto?

Mi girai.

La sua espressione era tranquilla. Non sembrava offeso dal modo in cui avevo accolto le sue idee.

"Mi dica - non avevo intenzione di lasciar cadere il discorso,la cosa mi premeva più di quanto mi aspettassi - non ha mai avuto momenti di sconforto?"

"Molti più di quanto si possa immaginare. Ho un rimedio."tirò fuori dalla veste un rosario. Lo fece ondeggiare davanti a me.

"Tenga. È suo…è il mio modo per scusarmi per averla fatta innervosire e poi credo che ne abbia bisogno più di me." Si alzò.

"Devo andare ora,so che fra poco sarà riabilitato…salutiamoci allora. Non credo che ci rivedremo."

Tese la mano,molle e pallida. Non la presi,rimasi a fissare la sua faccia serena e seria. Mi dava fastidio vederlo lì,con la sua gioia che urtava la mia amarezza che sembrava insultare il mio stato d'animo.

No,non mi dava fastidio.

Ero adirato.

Ritirò la mano un po’ amareggiato e scomparve tra infermiere affaccendate,letti d'ospedali e vapori densi di pozioni.

Basta.

Stop.

Fine della storia.

***

Che cosa ami?

 

Ma era davvero la fine? O meglio volevi davvero questa fine? Non volevi rincontrarlo amico mio?

Non volevi raccontargli come hai ripreso a pregare,a come hai passato le giornate dopo quell'uragano di vita e speranza?

Non volevi rincorrerlo per le corsie,per i prati,per i deserti,per le colline,per le strade di tutto il mondo solo per stringere quella mano?

Nel frattempo sono uscito.

L'aria viziata di quella stanza si era insinuata nel profondo dei miei polmoni irradiando un senso di nausea in tutto il corpo.

Sono in mezzo alla strada,inspiro l'aria umida della notte per purificare il mio malessere.

Guardo in su:l'odiato satellite non c'é.

Sembra quasi un segno,sembra che qualcuno con capacità e facoltà più elevate di me mi stia sussurrando nel vento: vai,vai e non temere.

Controllo nuovamente l'indirizzo;è tutto giusto. Quanto mi è costato averlo,contro cosa ho dovuto lottare!

Ma contro cosa poi?

È buffo:la gente passa energie,tempo,vita nel rispondere a quelle tre domande,per capire cosa si è,cosa si può fare e poi si ha paura del responso.

Ora sono davanti alla sua casa,la casa di Remus Lupin.

Un ombra macchia la luce color crema di una stanza. Sobbalzo.

È la sua figura.

Rido.

È incredibile quanto tu sia straordinario:con un paio di frasi mi hai ridato un barlume che brilla con la sua luce fioca,con un regalo mi hai ridato la voglia di credere in qualcosa…ed ora con la tua sola presenza fai scomparire il timore in me.

Ora so che posso farlo,so che posso rispondere.

 

In che cosa Credi? Io credo in Remus.

 

In che cosa Speri? Io spero in Remus.

 

Che cosa ami?

 

Mi avvicino alla porta,riguardo la finestra,scorgo ancora la sua sagoma.

Sorrido.

 

Che cosa ami?

 

C'è tutto il tempo per rispondere a questa domanda.

Busso alla porta,e attendo che un viso sorpreso mi apri.

 Fine.

 

Note dell'Autrice: finita la mia prima esperienza con Harry Potter. Adesso dovrò nascondermi dalle vostre critiche in qualche remoto angolo.

Questa storia c'è l'avevo in mente fin da quando avevo letto il quinto libro,ma solo ora ho trovato il tempo per scriverlo in maniera a me più congeniale…anche se non ci sono riuscita granché…è come se penna e mente lavorassero per conto proprio.

Va bene,ora vi lascio…non siate troppo cattivi con il lancio di verdura marcia,sono sensibile al dolore.

Baci.

   
 
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