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Autore: Nihal    07/03/2010    5 recensioni
A Oto regnava sempre il silenzio. La mattina ci si alzava in silenzio, si provvedeva ai propri bisogni fisiologici in silenzio, si faceva colazione, pranzo, cena – e un eventuale spuntino se Orochimaru era di buon umore – in silenzio.
Quando Kabuto bussò con insistenza alla porta che conduceva nella stanza di Sasuke Uchiha, lo fece in silenzio.

Potere al demenziale!xD
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kabuto Yakushi, Orochimaru, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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VITA A OTO – PROBLEMI DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE




A Oto regnava sempre il silenzio. La mattina ci si alzava in silenzio, si provvedeva ai propri bisogni fisiologici in silenzio, si faceva colazione, pranzo, cena – e un eventuale spuntino se Orochimaru era di buon umore – in silenzio.
Quando Kabuto bussò con insistenza alla porta che conduceva nella stanza di Sasuke Uchiha, lo fece in silenzio.
Il vendicatore, dotato tanto di un udito fine quanto di una pazienza ad essere gentili inesistente, si alzò scazzato dalla sua postazione, ovvero il letto. Si chiese distrattamente quante volte avesse gentilmente chiesto – con la katana sfoderata ad un centimetro dal suo naso – a Kabuto di non disturbarlo nel momento del suo riposo pomeridiano e anche negli altri momenti della giornata, ma reputò quantomeno inutile contarle.
Non dovette fare neanche uno sforzo immane per capire chi fosse il suo scocciatore personale, giacché soltanto Kabuto aveva il coraggio di disturbarlo nei momenti in cui il suo umore lo conduceva inesorabilmente in direzione del versante più psicotico e instabile del suo carattere.
Si domandò forse per la centesima volta il motivo per cui non avesse ancora eliminato quell’essere irritante e fasullo che si trovava spesso davanti e per la centesima volta si diede la stessa risposta: in ordine di gerarchia, se moriva Kabuto toccava a lui lavare i mutandoni di Orochimaru. Rabbrividì percettibilmente; il giorno che gli sarebbe stato assegnato tale incarico, avrebbe giurato vendetta imperitura a tutto il mondo ninja. Avrebbe fatto di tutto per acquisire il potere necessario ad uccidere Itachi, ma non si sarebbe abbassato a lavare i capi intimi di Orochimaru. Non avrebbe subito un’umiliazione simile.
Si accinse ad aprire l’antro, cosa che gli avrebbe provocato la vista di Kabuto, ma che avrebbe fatto cessare quell’irritante picchiettio che lo stava facendo innervosire non poco.
“Cosa vuoi, Kabuto?” Chiese altero al viso che si era materializzato dallo spiraglio della porta socchiusa.
Lui sorrise innocentemente: “Sono qui per conto di Lord Orochimaru.”
Lui e quel suo sorriso sornione non gliela raccontavano giusta; purtroppo aveva già appurato il motivo per il quale non poteva togliere di mezzo quella pessima imitazione di un ninja, quindi lo fece entrare controvoglia.
Non appena lo Yakushi mise i suoi indegni piedi nella stanza, notò il pacco enorme che portava tra le mani e che non poteva contenere nulla di buono.
Pensando ad Orochimaru, Sasuke ipotizzò che all’interno potessero esservi contenuti serpenti giocattolo – tanto per dare un tocco d’allegria all’atmosfera – o qualche prodotto per conservare la sua pelle nivea in attesa di potersi impossessare del suo corpo preferito.
Rabbrividì al ricordo delle lusinghe avanzategli dal sennin in quell’ultimo anno.
Frasi del tipo: “Oh, Sassuke, Kimimaro non era nulla in confronto al tuo corpo oserei dire… divino.”
Ormai aveva perso l’abitudine di provare ribrezzo a qualsiasi cosa dicesse o facesse Orochimaru, o almeno così credeva.
“Kabuto, cosa contiene quella scatola?” Domandò altezzoso, tentando di nascondere il tremito che era iniziato dal mignolo e che si stava espandendo in tutta la mano.
Kabuto osservò con sguardo critico i vestiti di Sasuke. Ormai era un anno che indossava quelli che si era portato dietro dalla sua fuga da Konoha. A causa di tutti gli allenamenti a cui lo sottoponeva Orochimaru, che sembrava gradire la vista di quell’odioso ragazzino tanto inviso a Kabuto, non erano rimasti altro che stracci.
Orochimaru non perdeva occasione per rimproverargli quel fatto, ma Sasuke, fino a quel momento, si era ostinatamente rifiutato di cambiarli.
Un ricordo di Konoha? Neanche per sogno: l’Uchiha aveva visto che razza di abbigliamento era fornito ai sottoposti di Orochimaru e mai, mai, in vita sua si sarebbe piegato ad indossare quei capi ripugnanti.
“Sai, Lord Orochimaru non può proprio più sopportare la vista dei tuoi, ehm, vestiti. Sostiene che deturpino il tuo corpo perfetto…”
A questo punto aggiunse tra i denti un perfetto come le chiappe della mia ormai defunta bisnonna, ma Sasuke si premurò di non staccargli la testa, a causa dell’immagine di verdi mutandoni pitonati che gli passò davanti agli occhi.
“… e quindi mi ha espressamente richiesto di aiutarti nella scelta di un abbigliamento più consono al luogo in cui ti trovi. Dovresti essere felice. In quanto corpo di scorta preferito del nostro signore, ti ha concesso di scegliere tra due capi da lui accuratamente selezionati.” Affermò candidamente.
Sasuke deglutì a vuoto. Poteva immaginare troppo facilmente i capi che Orochimaru avrebbe voluto che indossasse e senza ombra di dubbio sarebbero stati ai limiti della decenza. Se gli avesse chiesto di allenarsi con lui in mutande lo avrebbe ucciso, decise. Decisamente c’erano modi meno umilianti per acquistare potere.
“Non mi interessa cosa voglia Orochimaru, Kabuto. Se non apprezza il mio abbigliamento può semplicemente distogliere lo sguardo.” Affermò Sasuke, che avrebbe gradito senza ombra di dubbio che il sennin smettesse di fissarlo come se fosse una torta ricoperta di panna.
Kabuto posò il pacco per terra e dopo essersi rialzato si aggiustò gli occhiali con un gesto stizzito della mano: “Gradirei che portassi più rispetto al tuo signore, Sasuke.”
“Orochimaru non è il mio signore, Kabuto. Nessuno è il mio signore.” Dichiarò, fiero.
“Come ti pare, comunque ti devi cambiare, altrimenti Orochimaru mi ha ordinato di informarti che il tuo allenamento con lui è sospeso a tempo indeterminato.” Enunciò, con il chiaro intento di costringere Sasuke a piegarsi al suo volere.
Sasuke sorrise con aria di superiorità.
“Orochimaru vuole per caso impossessarsi di un corpo fiacco a causa della mancanza di allenamento?” Chiese beffardo.
“Io ho detto che il tuo allenamento con lui è sospeso, non che non ti allenerai più.”
Sentenziò, armeggiando con quella dannata scatola.
“Ah no? E chi mi allenerà, partendo dal presupposto che in questo posto la mia forza è di livello superiore a quella di tutti, eccetto Orochimaru?” Si informò, scettico.
“Sono spiacente di informarti che ora come ora il tuo livello è al di sotto di un’altra persona qui.” Assicurò, mentre tentava di aprire quello stupido pacco che, dal canto suo, opponeva una strenua resistenza.
“E chi sarebbe?” Volle sapere Sasuke, tentando di nascondere la curiosità che aveva suscitato in lui quella frase.
“Io, Sasuke. Io.”
Sasuke si trattenne dal ridergli in faccia – sia per l’affermazione sia per il fatto che si stava scontrando, con pessimi risultati peraltro, con una scatola - soltanto per salvaguardare l’ormai traballante orgoglio Uchiha.
“Ne dubito.”
“Se non indosserai uno di questi vestiti te lo dimostrerò, non preoccuparti.”
Il pensiero di dover trascorrere con quell’inutile e subdolo essere più tempo del necessario, gli fece prendere in considerazione l’idea di cambiare il suo stile. Tanto quanto potevano essere orribili i capi di vestiario scelti da Orochimaru?
Non voglio neanche saperlo, si disse.
Il suo desiderio non fu esaudito, dal momento che Kabuto, ormai rosso in viso, era riuscito ad aprire quel maledetto involucro e in quel preciso istante si stava accingendo a tirare fuori ciò che il sennin aveva amorevolmente scelto per lui.
Si era detto che non sarebbe riuscito più a provare orrore per nulla, in quel luogo: si sbagliava. Se uno dei capi che aveva tirato fuori era soltanto un orribile kimono a cui sembrava fossero state rimosse ampie parti di stoffa, l’altro era ciò che più si avvicinava alle orribili mutande pitonate che una volta Sasuke aveva visto stendere fuori da Kabuto.
“Questo…” illustrò, indicando il kimono, “… secondo Lord Orochimaru metterebbe in risalto i tuoi splendidi occhi di rubino…”
Io direi che assomigliano di più agli occhi di un caprone isterico, aggiunse sottovoce.
“Kabuto.” Lo richiamò Sasuke, tentando di non essere sopraffatto dai conati di vomito. Non sarebbe stato dignitoso.
“Sì, dicevo… oltre a questo, c’è anche il preferito del nostro signore.” E così dicendo iniziò ad agitare davanti agli occhi di Sasuke una raccapricciante tutina che gli avrebbe fatto venire in mente quella del suo ex concittadino, Rock Lee, se non fosse stato per il fatto che fosse totalmente realizzata in pelle di serpente dai colori cangianti.
“Bella, nevvero?” Chiese Kabuto, continuando a fargliela ondeggiare davanti agli occhi in maniera davvero irritante.
“Kabuto, toglimi quella cosa da davanti.” Ordinò l’Uchiha al colmo della sopportazione.
Kabuto sorrise.
“Qual è la parolina magica?” Domandò, preoccupandosi di avvicinare quell’orrore al perfetto naso del vendicatore.
Sasuke lo guardò con espressione sdegnata. Non si sarebbe abbassato a domandare per favore, soprattutto a lui. Non avrebbe permesso a quel sorrisetto impertinente di allargarsi ulteriormente.
Sfoderò la katana, che teneva sempre a portata di mano in caso si fossero verificate delle situazioni del genere, e la puntò contro il servo di Orochimaru.
“Ti uccido.”
Kabuto fece un gesto nervoso con la mano libera e allontanò leggermente la tutina raccapricciante, ovviamente premurandosi di sfiorare Sasuke che prese mentalmente nota di raschiarsi quella porzione di braccio con un kunai.
“Non era proprio la parola che intendevo, ma va bene lo stesso direi.”
Si avviò velocemente verso l’uscita, portandosi dietro quell’obbrobrio ambulante. Sasuke sperò intensamente che Orochimaru costringesse lui a indossarla.
“Credo che tu abbia optato per il kimono, vero?”
Domandò nervosamente prima di chiudersi velocemente la porta dietro di sé.
In vista dell’allenamento giornaliero, Sasuke prese in mano l’orrido kimono tra due dita, allungando il braccio davanti a sé, in modo da poterlo osservare da diverse angolazioni.
Nulla da fare. Benché lo avesse osservato da tutte le prospettive possibili, la verità di base non variava minimamente: a dispetto del fatto che superasse in bellezza la tutina di serpente, restava ad ogni modo un vestito davvero brutto.
E non aveva neanche posato lo sguardo sulla cintura – non trovò un modo migliore per definire quel coso – che si trovava ai suoi piedi e che prima non aveva notato.
Evidentemente il suo scopo era quello di tenere insieme i lembi di stoffa, in modo che lui non apparisse esageratamente indecente nel momento in cui avesse iniziato ad andare in giro con quell’abominio.
L’idea che si era fatto del kimono si rivelò del tutto fallace nel momento in cui, in uno sprazzo di coraggio, lo indossò.
Era stato addirittura esageratamente ottimista.
Si osservò con sguardo critico allo specchio e resistette all’impulso di eliminare dalla faccia della terra quel pezzo di tessuto solo ricordandosi che, in tal caso, avrebbe avuto due possibilità, una peggiore dell’altra: indossare la tuta cangiante o allenarsi con Kabuto.
Si posizionò lateralmente, sperando che l’effetto fosse migliore.
Inutile: qualunque movimento facesse, una parte del suo corpo restava inevitabilmente scoperta e la cosa più agghiacciante era che quello era proprio lo scopo di Orochimaru.
“Sassuke, sei in ritardo.”
La voce di Orochimaru si espanse sibilante per il corridoio, facendo sussultare l’Uchiha e, di conseguenza, facendogli mostrare al mondo una parte consistente della sua spalla.
Sconfitto, per la prima volta in vita sua, si accinse ad uscire con quell’abbigliamento ridicolo.
Tutto pur di uccidere Itachi, iniziò a ripetersi come un mantra, sperando, nel frattempo, che nessuno lo vedesse.
“Questo è l’abbigliamento adeguato, Sassuke. Anche se avrei preferito quell’altro…” mormorò Orochimaru sconsolato, vedendo il suo allievo entrare nell’arena in cui erano soliti allenarsi.

***



Solitamente Sasuke usciva di rado dalla sua stanza, soprattutto da quando era stato costretto a dare in pasto ai serpenti i suoi vecchi vestiti, dopo che Orochimaru lo aveva scoperto a indossarli.
Quella sera, però, non riusciva a trovare pace. Persino il rumore dei topi, abitué del covo, lo disturbavano immensamente, quindi aveva deciso di fare una passeggiata.
Quegli stupidi corridoi erano tutti uguali, quindi non si stupì quando si rese conto di essere arrivato nei pressi della stanza di Orochimaru inconsapevolmente.
Sarebbe anche tornato indietro – agli Uchiha non piaceva farsi i fatti altrui – se non avesse sentito la voce di Kabuto nella sua stanza – che lui e Orochimaru avessero una relazione? – nominare con disprezzo il suo nome.
Quindi fece una cosa del tutto contraria ai precetti del suo clan, sicuro che nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza del suo piccolo atto: si avvicinò alla porta, con la palese intenzione di origliare il loro discorso. Non che si stessero sprecando per mantenere un tono di voce basso: probabilmente li avrebbe uditi anche da camera sua, anche se meno distintamente.
“… e perciò, quando ha intenzione di impossessarsi del corpo di Sasuke, Lord Orochimaru?”
Sasuke sentì distintamente la voce di Kabuto e anche la risposta infervorata di Orochimaru.
“Presto, molto presto. Vedi con questo mio corpo non riuscirò mai a…”
Conquistare Konoha?
Impadronirsi del mondo?
Eliminare i membri dell’Akatsuki?
Togliere dal mondo Kabuto?
L’ultima era la preferita di Sasuke.
“… indossare quella splendida tutina! Il corpo di Sassuke è perfetto, tutte le linee sarebbero messe in risalto dalla più pregiata qualità di pelle di serpente…”
Per la fortuna del povero topolino che si trovava a passare proprio sotto Sasuke, lui si trattenne dal riversare tutto ciò che aveva mangiato per terra.
Doveva mantenere la calma, la sua mente doveva restare fredda per elaborare un piano…
Non si rese nemmeno conto di aver fatto irruzione nella stanza di Orochimaru e di avergli intimato di dare fuoco alla tutina, dopo avergli puntato la katana contro.
“Sei un po’ noioso, Sasuke. Sempre con questa katana… dovresti variare un po’ i tuoi attacchi.”
Affermò Kabuto, seguendo divertito lo scontro tra Orochimaru e Sasuke. Scontro che quest’ultimo aveva perso in partenza, giacché in quel momento il suo potere non era neanche lontanamente paragonabile a quello di Orochimaru. Il suo l’aveva superato, anche se per convincerlo ad indossare il kimono Kabuto aveva omesso quel piccolo particolare, ma non era minimamente al livello del sennin.
Infatti in poco tempo Sasuke si trovò steso a terra, con la sua stessa katana puntata al collo e con le risate di Kabuto che gli rimbombavano nelle orecchie.
Non sarebbe mai riuscito a cancellare quell’onta.
“Sassuke, mi hai deluso.” Lo informò Orochimaru.
Sasuke ebbe la decenza di non rispondere, per non peggiorare ulteriormente la situazione.
“Meriti una punizione per questo.” Continuò poi.
Dopo aver smesso di ridere, Kabuto si chinò per sussurrare qualcosa all’orecchio del signore dei serpenti: “Io un’idea c’è l’avrei, se posso…”
Sasuke non si preoccupò più di tanto. Cosa poteva essere? Una settimana senza cibo? Cento frustate?

***



Qualche giorno dopo, mentre veniva sottoposto a quell’umiliante punizione, sotto la stretta sorveglianza di un sogghignante Kabuto, Sasuke si ritrovò a pensare che forse avrebbe dovuto eliminare quest’ultimo, prima di Itachi.
“Sasuke, fai più in fretta, non vedi che il mucchio continua ad aumentare?” Ordinò Kabuto, palesemente divertito, indicando la cesta di fianco all’Uchiha.
“Su, le mutande di Orochimaru non si lavano mica da sole! E, soprattutto, fai attenzione a quelle in pelle di serpente. Devi lavarle secondo la direzione delle scaglie, mi raccomando.”
Sì, senza alcun dubbio avrebbe eliminato prima Kabuto.


Fine!


Potere al demenziale!
*tutti scappano*
Salve, oh poveri lettori che avete avuto l’immane sfiga di incappare prima nella storia e dopo in queste note!^^
Non chiedetemi come mi sia venuta in mente, perché non ne ho la più pallida idea._.
Io adoro Sasuke, anche se da questa storia può sembrare il contrario… è uno dei miei personaggi preferiti!^^
Ed ecco cosa succede ai personaggi preferiti di Nihal…
*personaggi si allontanano lentamente*
Sì, mi ero drogata di brutto quando ho deciso di scrivere la storia, se ve lo state chiedendo!U_U
Ecco cosa succede a spararsi una dose di funghi allucinogeni, invece di studiare per la verifica.
E non maleditemi, eh!O_o


Grazie a tutti quelli che leggeranno questa storia!^^
Ja ne,

Nihal
  
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