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Autore: maltrerio    08/03/2010    5 recensioni
Harry e Ginny sono alle prese con la prima maternità di Ginny, che comporterà delle scelte, e delle decisioni. Cosa deciderà la ragazza? e Harry come reagirà?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo.

< ... la Potter, che oggi gioca con il ruolo di cercatore, si guarda intorno e ...increbidile!...ha preso il boccino!... non ci posso credere!... la partita è durata solo quarantasette secondi!...> la voce  di Lee Jordan magicamente amplificata risuonò nello stadio esultante.
Le Holidey Arpies avevano vinto anche questa volta. Harry sorrise orgoglioso e preoccupato. Gliel'aveva promesso!
Avevano litigato, lui l'aveva minacciata e lei l'aveva sfidato.
Era già all'ottavo mese di gravidanza.
 Il pancino era ancora molto piccolo e lui era preoccupato.
< non sono malata Harry, sono solo in attesa!> aveva commentato tranquilla
< sei in attesa del mio bambino! Ed è la vita di mio figlio che stai mettendo in pericolo, permettimi di essere un tantino in ansia!> aveva risposto sarcastico
< andiamo bene! Non è neanche nato e già sei in ansia!... senti sono la madre, è dentro di me come puoi solo pensare che possa metterlo in pericolo?> aveva fatto la gatta agitando le sue lunghe ciglia rosse.
< perchè sei un'incosciente, ecco perchè! Puoi cadere dalla scopa e ammazzarti, puoi essere colpita da un bolide e ...> cercava di farla ragionare
< posso scivolare in bagno, sulle scale, per strada... dovrei stare a letto? Ferma, immobile? Ne abbiamo già parlato... e non farmi arrabbiare che si agita anche lui!> si mise una mano sul pancino minuscolo e chiuse gli occhi.
 Il marito la raggiunse e  posò una mano accanto alla sua. Il bambino scalciava.
Lui la guardò e si sentì colpevole. Colpevole di averla fatta arrabbiare. La strinse a se e la baciò. La pace era stata fatta!
Erano sposati da cinque anni che erano scivolati come sabbia del deserto.
Lui era diventato il braccio destro del primo ministro e vice capo degli auror, lei una famosa giocatrice di quiddicth.
Ginny era sempre allegra ed era una testa matta. Si era resa conto di essere incinta al terzo mese. Non aveva avuto una nausea o un mal di testa o nient'altro se non un terribile appetito sessuale.
Ne aveva parlato con il guaritore della squadra che aveva riso all'espressione sbigottita della ragazza, quando le aveva detto
 < aspetti un bambino!>
 < non è possibile!... Come può essere successo?> aveva esclamato Ginny suscitando l' ilarità di tutte le sue compagne di squadra
< ti facciamo un disegnino, eh Ginny!> avevano preso a canzonarla.
Quando era tornata a casa era stralunata.
< che c'è?> le aveva chiesto il marito spaventato. Lei aveva soffocato un singhiozzo
< ho bisogno di coccole...> gli aveva risposto disperata.
Le era andato vicino soffocando l'impulso di parlare. Di sapere. Di capire. L'aveva stretta a se e l'aveva baciata.
Si erano seduti sul divano davanti al camino acceso e aveva aspettato che lei parlasse.
< promettimi di non arrabbiarti...> le aveva sussurrato.
< prometto di non arrabbiarmi...> aveva ripetuto un pò spaventato. Lei sospirò e non riuscì a guardarlo.
< prometti che qualunque cosa dirò e farò tu mi starai vicino senza sbraitare...> disse continuando a non guardarlo...
< Gin così mi preoccupi...> si mosse a disagio per vederla bene in viso
< aspetto un bambino...- aveva sospirato. Lo stupore che quelle parole avevano suscitato era stato incredibile – hai promesso Harry...- mormorò. Lui chiuse gli occhi e prese a baciarla dolcemente, senza smettere, in modo che quelle parole arrivassero fino al suo cuore esultante.
Le labbra scesero lente e calde sul collo lasciando una piccola traccia di baci, infuocata e brillante. Lei tremò leggermente
< dimmi qualcosa...> sussurrò Ginny al suo orecchio.
< mi spiace per la tua carriera...> aveva risposto riprendendosi
 < cosa c'entra la mia carriera?> aveva domandato un pò allibita
< non vorrai giocare nel tuo stato?... si, insomma...> aveva blaterato più che sconcertato
 < io non smetto di giocare...e non sono malata... aspetto solo un bambino!> aveva risposto caparbia
< appunto, può essere pericoloso e poi che razza di partita potresti fare? Fra un pò la tua pancia sarà visibile e...> si era fermato solo davanti all'espressione stupita della moglie che non aveva detto niente, aveva solo preso la bacchetta ed era scomparsa.
Aveva sospirato. Che aveva fatto? A volte era impossibile capire Ginny!
Si era immerso nel caminetto e si era messo in contatto con la tana. Per fortuna aveva trovato Ron
< ciao Ron, Ginny è da voi?> aveva chiesto convinto in una risposta positiva.
< no... avete litigato? Mitico!> a Ron i loro litigi lo facevano stare bene.
Gli  faceva sembrare più umani!
< un'altra volta, eh Ron!..> aveva risposto l'amico con una certa fretta.
Si era collegato al camino di Hermione ma niente, e così era stato con Luna, Demelza, Neville, Hanna, le amiche della squadra...
Non era da nessuna parte...non sapeva dove cercare e si stava seriamente preoccupando.
 Poi si illuminò prese la bacchetta e la raggiunse.
Bussò a villa conchiglia. Lei era lì nel minuscolo soggiorno che andava e veniva in preda alla disperazione.
< come hai fatto a trovarmi?> chiese spazientita mentre Bill e Fleur salivano le scale lasciandoli soli
< sono il vice capo degli auror per qualcosa no?> rispose serio.
Lei cercò di reprimere un sorriso. Era già tanto. Incrociò le braccia al petto e lo guardò torva.
< allora?...> disse battendo un piede per terra.
< aiutami a capire... io sono terrorizzato che vi possa succedere qualcosa di orribile...> disse trattenendo il fiato
< ti fidi di me? – Harry fece un cenno di assenso – allora è tutto a posto! Continuerò a giocare e tutto andrà bene!> aveva sussurrato e lui aveva sospirato.
Tutte le volte che la moglie scendeva in campo lui tremava.
Gli amici lo prendevano in giro per questa sua ansia ma lui non riusciva a nasconderlo...
ma quel giorno era speciale perchè era l'ultima partita di campionato!
Le Holideas Arpias avevano vinto il campionato per la terza volta di fila e il suo bambino sarebbe nato tra un mese. Che altro poteva desiderare?
Alla tana festeggiavano il compleanno di Ginny. Ventun'anni!
Harry ne aveva ventidue,  aveva festeggiato con Neville in una festa epica con amici e parenti. Una festa con i fiocchi.
< Harry, ma tu sei sicuro che Ginny sia in attesa?-  chiese disinvolta zia Muriel – la sua pancia è... anzi non è! Scodellerà un bambino piccolo e malnutrito... e le hai permesso di continuare a giocare... io non capirò mai i giovani!..> continuò con cattiveria.
Harry la guardò con un mezzo sorriso. Lo sapeva che non doveva darle retta, ma se lo era chiesto anche lui. Così lasciò perdere e non rispose...
Tutti avevano la sensazione che il loro bambino non sarebbe nato sano e lui non ne poteva parlare con nessuno.
Non voleva neanche pensarci... continuava a ripetersi che tutto sarebbe andato bene. Ma una cosa la poteva fare.
< mi fai un regalo?> le chiese prendendo la moglie da una parte e abbracciandola
< sentiamo...> mormorò scettica
< stiamo qui... se tua madre e tuo padre sono d'accordo possiamo stare qui fino a quando non nasce... mancano pochi giorni...> era un pò in imbarazzo
 < va bene...> disse lasciandolo basito.
< dici sul serio?> chiese baciandola
 < mamma me lo ha già proposto e io ho detto che te ne avrei parlato...> sorrise dolce
< sai una cosa? – la guardò con una piccola smorfia che gli increspò le labbra – stai diventando ogni giorno più mamma!> ridacchiarono...
La vecchia camera di Ginny diventò la loro camera.
Harry era in ufficio, discuteva con Hermione di una possibile legge a favore dei figli nati da famiglie di maghi. Tanto per cambiare... Kreacher si materializzò nell'ufficio con un sonoro crak
< la padrona...> disse ed Harry capì al volo. Si materializzò alla tana.
Si precipitò sulle scale.
 < Harry dove vai?> gli urlò dietro Ron
< come dove vado?!... Ginny....> rispose sconcertato
< non funziona così... nel nostro mondo il padre rimane in cucina ad aspettare e le streghe aiutano la puerpera... > ridacchiò dietro di loro Hermione
 < nel vostro mondo, forse, nel mio no.   Vado  da mia moglie e l'aiuto in qualche modo...>  e marciò a passo deciso verso la loro camera. Quando fu dentro le proteste che ne seguirono furono svariate
< mamma, lascialo con me...> supplicò Ginny. Harry si tolse le scarpe e si sedette al suo fianco
< sono qui tesoro... – mormorò mentre lei gli afferrava la mano e la stritolava – andrà tutto bene...> mormorò cercando di non urlare di dolore per la mano stritolata.
 Ginny Urlò.
< dai cara, ci siamo quasi...> disse dolcemente Molly
< lo hai detto anche venti miliardi di anni fa! Togli quel quasi e fallo nascere... e voglio spingere...> urlò con tutto il fiato che aveva in corpo
< non ancora... te lo dico io quando devi spingere...> tuonò la madre che stava perdendo la pazienza.
Ora Harry capiva perchè i maghi non stavano con le streghe!
Non osava fiatare e si teneva le unghie della moglie conficcate nella mano cercando di essere il più trasparente possibile.
< allora...> gridò Ginny completamente impazzita.
< allora ora spingi vedo la testa... spingi... > lei chiuse gli occhi e iniziò a spingere.
Harry strinse quella mano aggrappandosi alla moglie. Cercando di infonderle tutto il suo poco coraggio e cercando di trasmetterle tutto il suo amore come mai aveva fatto.
Tre spinte e un vagito!
Il neonato urlò più della madre che sfinita lasciò la mano del marito con un sospiro.
 Era tutto finito! Harry sollevò lo sguardo incontrando quello di Ginny.
Sorrisero un pò incerti.
Un fagotto avvolto in un lenzuolino candido venne deposto fra le loro braccia. Il piccolo aveva smesso di urlare e aveva gli occhi spalancati. Aveva capelli neri del padre, già dritti sulla testa e gli occhi castani della madre.
< è bellissimo!...> mormorò posando lo sguardo sul suo bambino.
Harry sentì una lacrima scivolare sul suo viso e non si vergognò della commozione
< ... e giusto per tappare la bocca a zia Muriel  pesa quattro chili e trecento ed è sano come un pesce!> disse orgogliosa del suo nuovo nipote Molly. Risero.
Ginny era sfinita
< ti amo...> mormorò piano il marito stringendola a se... non fu l'unica meraviglia.
A Ginny il cui seno era rimasto della sua seconda abbondante venne un latte iperproteico.
Il bimbo attaccato a quel seno per venti minuti ogni tre ore, puntuale come un orologio, cresceva a tempo di record. Ogni mese aumentava di un chilo e trecento grammi.
A otto mesi pesava quasi quattordici chili e mangiava la sua pappa come un piccolo porcellino.
Ginny se lo portava dietro facendo la gioia delle compagne di squadra.
Infatti tranquilla come non mai, aveva ripreso gli allenamenti quando il bambino aveva quindici giorni con grande disappunto di tutti.
Ma Harry le rimaneva a fianco senza fiatare.
Lui, Ted, e il piccolo James, i suoi uomini, come diceva ridendo Ginny, stavano lì a contemplarla mentre volava libera ed elegante.
Harry e Teddy si gonfiavano di orgoglio mentre raccoglievano i complimenti per Ginny e il piccolo.























Questa storia è dedicata a tutte le donne.
Quelle che si sentono in colpa perchè non smettono di lavorare una volta che diventano mamme,  e a quelle che invece scelgono di smettere, e che, a volte lo rimpiangono.

A tutte coloro che mamme non lo vogliono diventare,  a quelle che lo diventano controvoglia e a quelle che anche volendolo non lo diventeranno mai.
A tutte le donne, qualunque sia la loro scelta e la loro indipendenza.
A quelle fortunate come Ginny e a quelle che non lo sono.
A quelle che continuano a crescere con il sorriso sulle labbra e a quelle che il sorriso lo hanno perso da tempo.
A tutte le donne, grandi e piccole, giovani e vecchie, perchè essere donna è la fortuna più grande che ci sia mai capitata, anche se ancora non lo sappiamo!!!!!
   
 
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