Potrebbe essere amore.
Non
ne ha idea, ma ormai non riesce più a smettere.
Vedere Potter era sempre stato sinonimo di umiliazione e rabbia, ma adesso non lo è più.
Non
lo è da quando si sono baciati.
Un
bacio ripieno di frustrazione e ira repressa a stento.
Un
bacio che li aveva portati ad accarezzarsi famelicamente l’un con
l’altro.
Severus ricordava bene la sensazione della dura pietra
contro la schiena, mentre Potter lo
tratteneva contro il muro. La sua mano gli teneva saldamente il collo temendo che si sarebbe
allontanato da un momento all’altro.
Ma Severus non si era voluto scansare. Non aveva cacciato l’altro spingendolo via, minacciandolo di non avvicinarsi mai più a lui.
No.
Aveva accettato le sue mani, la sua bocca e quando James lo aveva trascinato in
un’aula vuota, tutto era andato come doveva andare.
Come
se non si fossero mai insultati.
Come
se quel primo incontro fosse andato in modo diverso.
E
Severus adesso sorride quando lo vede. Un sorriso
appena accennato e subito nascosto, ma comunque presente, perché sa che quando
James lo vedrà non lo chiamerà Snivellius, ma gli
andrà incontro sorridendo a sua volta.
Gli
prenderà la mano e dopo averlo portato dietro una colonna del corridoio lo
bacerà accarezzandogli una guancia.
E
Severus lo accetta, perché
anche se si rifiuta di soffermarsi troppo sul calore che dilaga nel suo petto
quando gli capita anche solo di scorgerlo in mezzo agli altri studenti, una
parte di lui sa che quel sentimento nel suo cuore che sta cominciando a fare
capolino, potrebbe essere amore.