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Autore: maripotter    26/07/2005    20 recensioni
Come una giornata di punizione può trasformarsi in un turbinio di emozioni e segreti svelati?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La McGranitt sbatté una mano sulla pesante cattedra di legno di mogano

 

                                    Convivenza forzata

 

La McGranitt sbatté una mano sulla pesante cattedra di legno di mogano.

Le piccole vene sotto la pelle raggrinzita della mano fremettero nello scontro e cominciarono a pulsare leggermente.

Così come la vena sulla tempia che le dava un effetto severo e autoritario, come quando si arrabbiava di fronte alla pigrizia dei suoi alunni.

Gli stanchi occhi scuri li scrutarono con diniego, percorrendo le giovani figure dei sei ragazzi.

Ognuno di loro aveva una distinta espressione peccaminosa, che gli donava un’aria quasi comica.

- ma che cosa vi è saltato in mente?!? Accendere fuochi d’artificio nella Sala Grande, mentre si trattava un discorso serio?!?-

I ragazzi si scambiarono un’occhiata colpevole ma divertita, che fortunatamente non arrivò alla professoressa. Si era seduta su una sedia in pelle, appartenuta all’ex  preside Albus Silente, e si massaggiava la fronte con le mani scheletriche.

Poi rialzò lo sguardo accusatorio su di loro e annunciò:- Come punizione, dovrete passare una giornata intera  a riordinare gli scaffali della Biblioteca del secondo piano...e se non terminerete...continuerete il giorno dopo-

- Professoressa ma...-

- Niente ma, Potter! Queste sono le regole e vi aspettava qualcosa di molto peggiore, ma ho avuto la bontà di evitare che a qualcuno di voi venga un esaurimento nervoso...-

Gli sarebbe venuto comunque. A tutti loro.

Forse la McGranitt  non era a conoscenza di quanti scaffali si trovavano in quell’immensa stanza!

Perfino Hermione assunse un’aria abbattuta, pensando che per un po’, dopo quella vicenda,  non avrebbe toccato un libro della Biblioteca.

La professoressa era irremovibile.

Li guardava con un profondo cipiglio e profonde rughe si formavano sotto gli occhi della donna.

I sei ragazzi si diressero verso l’uscita, salutando con educazione la professoressa, che mormorò qualcosa che pareva un saluto, per poi tornare ai numerosi fogli da compilare.

Da quando era diventata preside doveva sottostare a continue inchieste e firmare maledette pergamene...non sapeva come il suo caro amico era riuscito a cavarsela senza impazzire.

Albus Silente aveva sempre avuto l’aria pimpante e allegra, nonostante la guerra impazzasse su di loro e i suoi doveri da preside diventavano sempre più pesanti.

I suoi occhi azzurri erano ancora impressi nella mente della donna, ed erano sempre stati il suo punto di riferimento.

Si erano spenti l’anno prima, colpa dell’uomo che si era sempre dimostrato un buon compagno, ma lo aveva tradito spudoratamente.

Il principe mezzosangue. Severus Snape.

Una lacrima solcò il volto rugoso, nel ricordo dell’anno precedente.

Meno male che c’erano ancora persone che le sollevavano il morale. Soprattutto quei sei ragazzi, giovani pieni di vita...

Con i loro scherzi, le piccole azioni quotidiane, le ridavano una spinta in più per finire la giornata.

Li aveva puniti, per evitare di portarli sulla via sbagliata.

Stava già per succedere con Draco Malfoy, che erano riusciti a far tornare indietro, dopo la sua fuga con Piton e l’agonia per diventare degno erede di suo padre.

Ma si era ripresentato a settembre del settimo anno, con un occhio tumefatto, l’aria malsana e un piccolo baule contenente i suoi effetti personali.

Lo avevano accolto, dopo avergli inflitto una severa punizione e delle medicature per i suoi numerosi lividi.

Ed era tornato quello di sempre, forse un po’ più abbattuto, ma con la solita aria da sbruffone.

Minerva appoggiò la fronte sul dorso della cattedra, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente l’odore dell’inchiostro fresco sulla pergamena.

In lei cominciarono ad affiorare i ricordi, ma lei li scacciò con rabbia, quasi fossero mostri oscuri che si avventavano contro di lei.

 

- Ma ci odia così tanto?!-

La voce di Ronald Weasley echeggiò nel corridoio vuoto e fu rimandata indietro dalle pareti.

Camminavano quasi come un corteo di zombi, le braccia abbandonate lungo i fianchi e l’aria stanca.

- No, è solo indispettita perché siamo stati un branco di idioti...-

- Parla per te, Granger-

Hermione e Draco si guardarono in cagnesco, continuando a camminare.

La ragazza continuò poi a parlare, ignorando il biondo che sbuffò sotto le sue chiacchiere.

- Dovevamo aspettarcelo che avrebbero capito che eravamo stati noi...-

- Se quella stupida di Ginny non mi avrebbe urlato “Ron, dovevi aspettare il via” non se ne sarebbero accorti- disse Ron, scimmiottando la voce della sorella, cosa che gli provocò una gomitata ben assestata su un fianco-

-Ohi!-

Harry cominciò a parlare, con la solita voce calma che lo distingueva:- Beh, il danno è fatto, dobbiamo solo sperare che questo giorno passò in fretta...-

Hermione gli si affiancò, prendendogli un braccio:- Ne sono sicura, ma con un po’ di buona volontà...-

Si sorrisero, attirando gli sguardi adirati di Ron e Ginny. L’anno prima, i due fratelli avevano avuto la loro vittoria personale, ma ora era tornata tutto come prima.

La pozione d’Amore era terminata e ci sarebbe voluto troppo tempo per prepararla e Ginny si era stancata di passare le notti a mescolare in silenzio quella poltiglia candida dall’aria innocente.

Per tutto il sesto anno di Harry, Ron e Hermione, Ginny aveva fatto ammaliare Harry di lei e Hermione di Ron.

Il risultato? Confusione totale.

Harry ed Hermione erano completamente sopra le righe. Tra di loro era nato un muro di indifferenza che si abbatteva a intervalli regolari e loro ritornavano quelli di sempre.

Ma solo verso sera, quando l’effetto della pozione svaniva.

Di mattina, lui era troppo occupato a sbavare per la furba Ginny e lei per ingelosirsi di ogni cosa riguardasse Ron.

Ma alla fine, dopo notti insonni di Ginny, urla di Hermione e tanto altro, le acque si erano placate e le giornate avevano cominciato a riavere un loro ritmo.

Draco e Harry avevano cominciato con le loro solite azzuffate, Ron continuava a beffare Hermione amichevolmente e Ginny era tornata la solita ragazza piena di spasimanti.

Lungo i corridoi, i ragazzi si voltavano a fissare il curioso gruppo: quattro Grifondoro e due Serpeverde, tutti e sei con l’aria abbattuta.

E ognuno di loro sapeva il perché, infatti, mentre passavano con la coda tra le gambe, ricevettero pacche sulle spalle e ammonizioni esultanti da parte degli altri studenti.

- Siamo arrivati- l’avvilita voce di Pansy Parkinson raggiunse gli altri che alzarono lo sguardo verso la grande porta di ferro.

Una piccola insegna indicava che al di là della porta si trovava la biblioteca.

Bussarono più volte e dopo alcuni minuti furono aperti dalla burbera bibliotecaria, che li fissò quasi con disgusto, facendoli entrare.

Quando Harry le consegnò la pergamena in cui si trovava scritto il loro castigo, la smorfia della donna si trasformò in un sorriso di trionfo.

- Bene bene, siete stati ripagati con la stessa moneta, al lavoro!- la donna gracidò quelle parole con soddisfazione, conducendoli in una stanza molto illuminata, piena zeppa di libri in disordine.

La maggior parte dei libri erano sparsi sui tavoli in legno che soffocavano sotto il peso dei grossi volumi rilegati in pelle.

Al posto delle solite sedie, grandi poltrone erano sparpagliate per la stanza e la loro rivestitura in pelle rossa donava un’aria più intima e accogliente, ma quello, era l’ultimo dei pensieri dei ragazzi.

Intanto, la donna era uscita dalla stanza, trascinando con sé il suo orrido profumo che l’accompagnava ovunque.

- Bene, devo desumere che...siamo fregati-

Ron si sedette su una delle poltrone, chiudendo gli occhi.

- Mettiamoci al lavoro, prima finiamo, prima torniamo a casa...- Ginny raggiunse il fratello e lo tirò per un orecchio per tirarlo su.

- Ma hai voglia di litigare oggi?-

- Affatto. Ma se proprio dobbiamo...-

- Su, state calmi, cominciamo.- Hermione, con la solita aria da saputella, placò le acque e incitò gli altri a iniziare il lavoro.

E tra sbuffi e bisbigli di disapprovazione, cominciarono la loro opera.

Ginny e Pansy si occuparono dell’ala ovest e tra vari battibecchi, riuscirono ad ordinare la prima fila in meno di quarantacinque minuti. Ora mancavano ben altri veni scaffali e le due ragazze erano già sfinite.

Draco e Hermione si occuparono della parte più oscurata della stanza. Scambiandosi poche parole di complicità, ordinarono velocemente quasi la metà di uno scaffale, ed entrambi sembrarono scambiarsi un sorriso soddisfatto.

Gli altri due, Ron e Harry, facendo gli sciocchi, avevano messo in ordine sette scaffali, ma avevano dovuto cominciare da capo, quando il rosso era inciampato su un libro e i era scontrato contro la libreria. Ciò aveva portato alla caduta di gran parte dei libri sopra la sua testa, che gli inflisse le risa di scherno del resto del gruppo e di un gran mal di testa.

-che coglione che sei!- aveva urlato Harry, tirandogli un altro libro sulla fronte, che lo fece ruzzolare a terra.

- ma sei normale?-

I due amici cominciarono a far finta di malmenarsi, provocando le risa degli altri, soprattutto Pansy, che con la sua risata isterica li fece sobbalzare.

- La volete smettere?- il tono di Hermione non ammetteva repliche e tutti tornarono al lavoro.

Ma dopo altri trenta minuti di lavoro no stop, i ragazzi sprofondarono nelle poltrone. Draco si era limitato a sdraiarsi sul lungo tappeto e chiudere gli occhi, sotto lo sguardo vigile, quasi materno, di Pansy.

Nessuno parlava, ma sembrava come se tra loro fosse improvvisamente nato un tacito accordo.

Lavorando in coppie, scambiandosi quelle poche parole, man mano che il tempo trascorreva gli sguardi  diffidenti si erano trasformati.

Draco si era poi ritrovato a parlare con Hermione e Ginny della loro punizione e discuteva con enfasi, mentre loro si guardavano soddisfatte.

Pansy e Ron si erano cimentati in una dura lotta a scacchi, sotto gli occhi strabiliati si Harry, davanti alla bravura dei due ragazzi.

-Scacco matto!- strillò Pansy alzandosi. Improvvisò ad un balletto dalla vittoria, mentre Ron la fissava divertito.

La ragazza, poco dopo, abbassò lo sguardo verso i compagni e, arrossendo furiosamente, tornò a sedersi.

-Allora, che si fa?- disse, dopo aver ripreso il suo colorito rosa pallido.

Tutti smisero di cercare di non ridere davanti alla sua frivola figura e si misero a pensare.

Come potevano passare il tempo?

-Ho trovato- urlò Draco trionfante, facendoli sobbalzare. –Giochiamo a “vero o falso”?!-

- Con penitenza- lo appoggiò Pansy.

Ginny batté le mani, annuendo felice.

Gli altri tre si guardarono titubanti. Chissà se i due Serpeverde avevano preparato loro una trappola. Ma dopo quella mezza giornata, sentivano che un piccolo sentimento verso di loro, stava lentamente nascendo.

Annuirono anche loro e si misero in cerchio sul lungo tappeto, cominciando a giocare.

Iniziò Harry.

Si voltò automaticamente verso Ron, che lo guardò con aria di sfida.

- Ce l’hai con me, amico?-

-Bravo. Vero o falso?-

- Vero.-

- E’ vero che sei stato innamorato di Hermione fin dall’episodio del troll durante il primo anno?-

Ron avvampò e le orecchie le divennero scarlatte, e si notavano anche attraverso i lunghi capelli rossi.

Hermione abbassò lo sguardo. Ginny le aveva detto tutto ciò che riguardava lui e i suoi sentimenti per lei.

-ehm...-

-avanti, Ron, non hai niente da nasconderci...-

Il ragazzo sospirò e disse con aria abbattuta.

-Penitenza. Scelgo la penitenza.-

Lui, Harry e Hermione sospirarono contemporaneamente. Ognuno per un motivo diverso.

Harry, poi, sorrise malizioso.

-Bene, non dovrai tirarti indietro, qualunque cosa ti chiederò.-

-ok-

-Dovrai baciare...per 15 secondi...- guardò Hermione con un sorrisetto, poi tornò a guardare Ron. –Pansy-

Hermione, che aveva trattenuto il fiato a lungo, si sentì liberata da un enorme macigno. Il suo primo bacio a Ron? No.

E Harry l’aveva salvata. Avrebbe dato volentieri un bacio a lui per ringraziarlo.

-ma dovrei volerlo anche io!- Pansy, rossa in volto, urlava.

Ma Harry era tranquillo:- Avete voluto voi fare questo gioco.-

Entrambi sospirarono, guardandosi.

A Ron non era mai piaciuta quella sua faccia da carlino, ma almeno non gli usciva la bava dalla bocca e la pelle non era raggrinzita come un cane...

Pansy e Ron si avvicinarono mettendosi al centro del tappeto, tra gli sguardi divertiti degli amici.

Anche Draco sembrava sull’orlo di scoppiare a ridere.

 - Al tre, partite, e non staccatevi fino a che non ho detto basta.- disse Harry con un sorriso divertito.

- 1...2...3-

Ron chiuse gli occhi e avvicinò il volto a quello di Pansy che si allungò verso di lui. Le loro labbra si incontrarono,e dopo alcuni secondi, cominciarono a muoversi le une contro le altre.

“Però, non male” pensò Ron, poggiando una mano sulla guancia tesa della Serpeverde.

Harry li lasciò fare e, i secondi diventarono trenta.

Pansy prese a scorrere le mani tra i capelli di Ron, avvicinandosi un po’ di più.

La ragazza socchiuse un attimo gli occhi e si trovò davanti Draco e Ginny che se la ridevano tranquillamente, ignorandoli.

Si staccò energicamente dal rosso e si allontanò. Ron rimase un attimo al centro, guardandosi intorno.

Il suo sguardo cadde sull’orologio di Harry.

Erano passati più di quindici secondi!

Saltò addosso al migliore amico, tempestandolo da amichevoli pugni.

- Brutto bastardo!- Harry sembrava sull’orlo di morire per il troppo ridere, e mentre riceveva i pugni, si teneva la pancia con le due braccia.

Pansy tornò al proprio posto, accanto a Malfoy, completamente imbarazzata. Era contro tutti i canoni baciare un Weasley!

Si sfiorò le labbra con una mano, osservando Ron con gli occhi scuri.

Miriadi di sentimenti le affollarono la mente  e lei tentò di scacciarli via con tutte le sue forze.

- Bene, ora tocca a te, Ron!- Ginny diede una piccola spintarella al fratello, che era tornata al suo posto e ingannava il tempo tirando di tanto in tanto qualche pugno a Harry, che sembrava ancora alle prese con lo scherzo.

Il rosso mostrò un ghigno a tutti, voltandosi verso Harry. L’amico smise subito di ridere.

- Bene Harry. Vero o falso?-

- Vero.-

- E’ forse vero, parlando del sesto anno, quando la pozione non aveva più effetto, cercavi ogni pretesto per stare con Hermione?-

Harry avvampò e Ron sorrise. Aveva fatto centro.

Il loro discorso incompleto, in anni di amicizia, era sempre stata la loro migliore amica e tutto ciò che la riguardava. Ma entrambi sapevano cosa provava l’altro per lei.

E le loro emozioni non si differenziavano poi così tanto.

Ron guardò Hermione e notò con un piccolo impeto di tristezza, che nei suoi occhi scuri che tanto amava, c’era un moto di speranza nell’attesa della risposta di Harry.

La ragazza aveva le mani intrecciate sopra e gambe e teneva gli occhi chiusi.

Ron sapeva cosa stava provando.

Era ciò che sua madre faceva quando suo padre tornava tardi dal lavoro, quando Fleur attendeva il fatidico giorno, quando lui attendeva una risposta da Hermione...

Qualcosa di umido gli pizzicò un occhio, ma decise che era stupido e infantile e ricacciò indietro la lacrima.

- Allora Harry?-

-...penitenza.-

Ah! Lo sapeva! Harry infondo era come lui: piuttosto che ammettere qualcosa, avrebbe fatto qualunque cosa.

E Ron decise, malgrado gli avrebbe fatto male, di ripagare con la stessa moneta.

Sorrise e nessuno si accorse dell’uragano di emozioni che scorreva nei suoi occhi azzurri.

- ok...allora, restando in tema di baci...dovrai, per 30 secondi...baciare...- mise un braccio attorno alle spalle di Hermione. –la nostra cara Hermione-

Entrambi i Grifondoro ebbero la stessa reazione: avvamparono e abbassarono lo sguardo.

 - Al tre, partite, e non staccatevi fino a che non ho detto basta.- disse Ron, con la stessa espressione e le stesse parole di Harry.

Ginny guardò il fratello con aria truce e lui alzò le spalle, con aria quasi abbattuta.

“Hai avuto la tua vittoria, sorellina. Ma è ora che le cosa vadano come devono andare” pensò Ron, mentre Harry e Hermione si mettevano al centro del tappeto.

- Ne vedremo delle belle- disse Pansy, lanciando un’occhiata divertita a Malfoy, che ricambiò lo sguardo. Sembrò quasi che il biondo lanciasse un segno di vittoria a Harry, ma lui non recepì il messaggio.

Nessuno dei quattro, però, non sentì lo scambio di battute tra Harry e Hermione.

- scusami-

-ma figurati....e poi...è solo un bacio-

-già-

Già. Solo un bacio. Ma Harry sapeva quanto poteva racchiudere un semplice bacio?

Hermione lo guardò, lievemente terrorizzata  e notò che lui era nervoso.

“Che diavolo, mi sudano le mani”

Poi la voce di Ron li fece sussultare.

-1...2...3-

I loro volti si avvicinarono, eliminando la distanza tra le labbra. Entrambi furono travolti da un’ adrenalina che partiva dal loro cuore e li scombussolava.

Harry decise che doveva agire. Cominciò a muovere le labbra contro quelle della ragazza con movimenti lenti e delicati.

La ragazza rispose dopo un secondo,  cominciando ad accarezzare i capelli scuri dell’amico.

Lui, premendo un po’ le labbra, mentre con la mano percorreva la vita della ragazza, approfondì il bacio. Si sentì rinato, e dentro di sé sentiva che lei era ciò che era sempre stata. Hermione. La ragazza che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.

Ma il bacio fu solo un ulteriore conferma. Una conferma a tutto ciò che lui aveva provato in tanti anni d’amicizia.

E cercò di trasmetterle nel bacio tutto ciò che non era stato mai capace di dirle.

Purtroppo, la magia fu spezzata dal tossicchiare insistente di Ron.

- un minuto...- disse con un cipiglio abbastanza sottolineato.

-cavoli, sembrava che non aveste mai fatto altro in tutta la vostra vita!- esclamò Pansy con una punta di invidia.

Ginny sbuffò contrariata:- Buffona.-

Hermione si voltò di scatto verso di lei. Non riusciva ancora a concepire che la sua amica nel sesto anno l’avesse tradita.

- Come?-

- Buffona-

- E perché, di grazia?-

Ginny rise scettica.

- Perché? Perché! Perché questo è il ringraziamento per averti aiutato l’anno scorso!-

- Stai scherzando spero..-

- Affatto-

- Tu mi hai aiutato?! Mi hai messo in ridicolo tutto l’anno!-

- Herm, ho cercato i farti capire che eri innamorata di Ronald!-

Hermione parlò, senza pensare, mentre Ron la guardava in modo strano.

- Io non sono innamorata di Ron! Ficcatelo in testa!-

Ron spalancò la bocca, così come gli altri ragazzi.

Si sentì solo il lieve risolino di Pansy. – La vedo brutta!-

Hermione, che si era alzata in piedi in un impeto di rabbia verso la Grifondoro, rimase immobile, mortificata.

- Ron...io...-

- Non parlare Herm...- le lanciò un triste sorriso.- Lo sapevo già...so che non sono nel tuo cuore come vorrei esserci. Resterò per te il buon vecchio Ron...nient’altro. Mentirei se ti dicessi che nel sesto anno non sono stato felice delle tue attenzioni. Ma sapevo anche che non eri tu...e non era leale. So di chi sei innamorata e sono felice per voi. Perché anche lui ti ama-

Si bloccò quando Hermione guardò con la coda dell’occhio Harry che li stava fissando.

Una maschera di insicurezza era nata sul suo viso ed era lo specchio di ciò che sentiva dentro. Chi amava Hermione?

Se non era Ron...

Intanto il rosso aveva ricominciato a parlare.

- Un anno a mi sarei infuriato, sentendomi escluso. Ma dovevo saperlo fin dall’inizio. Siete fatti per stare insieme. Fine, titoli di coda e musica. Questo non è un film, chiaro, ma la vita è simile, e la vita deve avere un buon finale. Ragazzi, qui dentro abbiamo provato le più grandi emozioni che un ragazzo possa provare in così pochi anni...abbiamo litigato, ci siamo riappacificati, e...ci siamo innamorati. Di te Hermione! Di chi se no! – si alzò e le andò davanti.

- La piccola graziosa saputella che ci ha sempre aiutato. Avrei potuto dirti questo molto prima...e magari saresti stata mia...ma...- aiutò Harry ad alzarsi e lo mise davanti a lei. Harry e Hermione pendevano dalle sue labbra.

- ma...perchè privare del vero amore i miei migliori amici? Perché mentire a me stesso?- li guardò con affetto.- Ecco. Ora sono felice.-

Una lacrima solcò il suo viso lentigginoso e gli morì sulle labbra curvate in un sorriso.

- Vi voglio bene.-

Un aria commossa inondò la stanza.

Hermione abbracciò Harry e Ron scoppiando in lacrime.

Harry, con gli occhi lucidi, ricambiò la stretta, stringendo a sé anche Ron.

Pansy e Draco si guardarono: anche loro sarebbero potuti essere felici come loro. E nei loro occhi, trovarono la risposta.

Ginny, contrariamente alle apparenze, sorrise compiaciuta e li osservò felice, avvicinandosi a Draco e a Pansy, che non riservarono per lei nessuna occhiata truce né diffidente.

 

- Ragazzi!-

La professoressa McGranitt subentrò nella stanza, con gli occhiali rotondi che le pendevano dal collo.

Li guardò di sbieco ma poi il suo sguardo diventò sorpreso: i ragazzi si erano addormentati l’uno accanto all’altro. E i libri erano perfettamente in ordine.

Li guardò con affetto, uno a uno.

La signorina Weasley era stesa sopra Draco Malfoy che aveva un libro che gli copriva il volto pallido.

Pansy Parkinson sonnecchiava su un divanetto accanto a Ronald, che si trovava in una posizione alquanto scomoda.

Harry Potter e Hermione Granger dormivano in un lato del tappeto, abbracciati teneramente. Un lampo di ricordo le sfiorò la mente. James e Lily...

Decise di prelevarli delicatamente dalle braccia di Morfeo e si schiarì sonoramente la voce, facendoli sobbalzare.

- professoressa...- sussurrò Ron, stiracchiandosi energicamente, andando a sbattere contro Pansy, che gli tirò una gomitata su un fianco.

- Ah...ma allora è un vizio!- disse il rosso massaggiandosi la parte lesa.

Intanto, gli altri si erano alzati e avevano salutato educatamente la preside.

 - Tornate ai dormitori...buonanotte e grazie per non avermi deluso...-

- Non  c’è di che- disse Hermione, aiutando Harry ad alzarsi.

La donna uscì dalla stanza, trascinando per terra il lungo vestito verde scuro.

I ragazzi andarono via dalla biblioteca.

Salutarono Draco e Pansy che si allontanavano verso i sotterranei.

Ron riservò alla Serpeverde anche un’occhiata ammiccante e lei arrossì furiosamente.

- Ciao baby-

Tutti scoppiarono a ridere e girato l’angolo, Ginny e Hermione gli assestarono una gomitata nei fianchi.

- Ah, ma allora non mi capite! Io faccio un discorso serio, commovente e tutto...e voi mi picchiate!? Harry aiutami tu!-

Harry gli diede un piccolo pugno nello stomaco, prima di raggiungere con ampie falcate il corridoio dopo.

- Vile traditore!- disse Ron, beffando Sir Cadogan.

Hermione rise e si diresse verso Harry.

Ron vide che lui le prendeva la mano, e lei ricambiava la stretta, guardandolo con uno sguardo che aveva provato a nascondere per tanto tempo.

- Abbiamo perso eh?-

- No, sorellina. Io volevo che lei fosse felice. Lei lo è. Ho vinto.-

- Già...meno male che ho te, fratellino.-

Lui le circondò le spalle con un braccio e la strinse affettuosamente a sé.

- Quanto ti devo per questa affermazione?!-

 

 

 

Allora vi è piaciuta? Va bene lo ammetto, è un remake  di una puntata di Dawson’s creek ma adoro quella puntata e lo ho un po’ plasmata!!!

Spero che recensirete...perchè ci tengo tanto...credo sia anche una forma di rispetto...potete anche dirmi che vi ha fatto schifo...mi farà un po’ male, ma la vita va così!

A me piace quello che dice Ron...sincero e tenerissimo...!!!

VI PREGO DI RECENSIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!

Ciao a tutti!!!!!!!!!

 

 

  
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