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Autore: Minina    08/03/2010    1 recensioni
[STORIA SOSPESA]
dal prologo:“prendi”
“cos’è?” chiese la bambina andando a fissare il compagno sedutosi vicino a lei.
“è un libro di favole no? Ti piacciono tanto” gli disse il bambino sistemandosi gli occhiali sul naso.
“io invece voglio che tu prenda questa così, quando ti sentirai solo, basta che tu la stringa forte forte a te e vedrai che io arriverò immediatamente; però quando lo farai dovrai chiudere gli occhi, promesso?”
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano ancora abbracciati fortemente quando il telefono di Reid iniziò a squillare costringendolo ad allontanarsi dalla cara amica appena ritrovata, quella sua cara bambina dagli occhi blu.

Controvoglia estrasse il cellulare dalla tasca del pantalone leggendo poi sul display “Morgan” e pigiando il tasto verde rispose al collega.

 

“Hei ragazzo! Hai sentito la novità trovata da Garcia?”

“si, mi ha informato dell’insegnate in comune a tutte le vittime”

“bene, allora” continuò il moro “lei è ancora in attività e tu sei quello più vicino alla scuola d’arte, perciò ti spiace andare te?”

 

negli occhi di Reid si manifestò parecchia esitazione seguita poi da alcuna tristezza nello scrutare la figura della giovane dinnanzi a lui, ora che l’aveva ritrovata voleva starle vicino, voleva in qualche modo recuperare tutti quegli anni di lontananza, voleva che lei gli raccontasse tutto ciò di bello e non che le era successo nella vita trascorsa lontano da lui e anche lui, poi, avrebbe voluto fare lo stesso. Voleva rimanerle abbracciata e sentire il suo calore, il battere del suo cuore, voleva solo starle vicino.

Sin da piccolo il giovane Spencer Reid si sentiva a suo agio con quella bambina tanto dolce e tanto gentile, con lei non era praticamente mai in imbarazzo, non gli capitava pressoché mai di balbettare ed erano nulle le volte in cui lei lo fermava per la sua parlantina; lei lo sapeva ascoltare, lei lo sapeva capire, lei era diversa e Reid era sicuro che lo fosse ancora.

Dal canto suo Karen era immensamente felice di aver ritrovato il suo caro Spencer Reid, per molto tempo era rimasta nella solitudine, nessuno la capiva, nessuno voleva stare con lei, nessuno tranne quel bambino dagli spessi occhiali che spesso girava per il marciapiede con un libro sempre diverso sotto mano e che non esitò ad andare da quella bambina sconosciuta quando la vide in lacrime, se quel giorno non si fosse fatta male al ginocchio inciampando su di un gradino loro probabilmente non si sarebbero mai conosciuti. “Grazie gradino” pensò immediatamente Karen lasciandosi scappare un leggero sorriso sincero.

 

“perché ridi?” le chiese Reid curioso

“nulla” gli rispose ridacchiando e suscitando ancora più perplessità nel volto del giovane agente dell’ FBI.

“ok, sei rimasta sempre la strana di sempre sai?”

“lo predo come un complimento” disse lei non spegnendo il suo sorriso dolcemente divertito.

 

Reid avrebbe voluto rimanere la con lei, ma doveva andare a parlare con quella Selma Foster. “Maledizione” pensò.

 

“Karen non vorrei, ma devo andare” dissi il giovane a malincuore, manifestando in volto una leggera tristezza.

 

Karen gli si avvicinò e porgendoli due dita sotto il mento lo sollevò, costringendolo a guardarla.

 

“d’ora in poi avremo tutto il tempo del mondo per rinsanire la nostra distanza, ma la fuori c’è un vile assassino che probabilmente avrà già trovato un’altra possibile vittima e questa avrà i minuti contati” disse la ragazza fissando l’amico negli occhi continuando a tenere il suo mento tra le dita “va a fare il tuo lavoro e arresta questo bastardo, capito?”

 

solo allora Reid capì quanto gli fossero mancati quegli occhi e quella delicatezza da angelo, lei era davvero capace di far sentire bene le persone e il suo appena accennato sorriso lo convinse ancora di più a uscire da quell’edificio.

 

“io continuerò a lavorare sugli arrangiamenti, tu vai dove devi andare Dr.Reid”  continuò Karen abbandonando la presa dal volto di Reid che, sorridendole a sua volta, si accinse ad uscire dalla stanza.

“vado da questa Selma Foster, a dopo allora!”

“Selma Foster?” domandò la ragazza sorpresa fermando involontariamente la camminata del ragazzo.

“si…perché?”

“ah, se è quella che penso io è la mia vecchia insegnate di canto all’accademia artistica qua a Boston”

“ah…si, sarà lei…probabilmente”

“non ti trattengo oltre, forza” terminò soffermandosi vocalmente sul ‘forza’ accompagnando la parola con un pugno alzato per aria da incitazione.

“s-si!”

 

Reid uscì finalmente dalla stanza e mentre saliva gli scalini si accorse che a quel volto, a quegli occhi e a quel sorriso lui portava in se, sistematicamente, un velo di imbarazzo che con tutto se stesso combatteva, almeno con lei; tuttavia in alcuni momenti questo velo si faceva notare, nonostante il suo impegno a nasconderlo.

Era così felice di aver ritrovato la sua Karen che per tutto il viaggio verso la scuola d’arte non poté far altro che mantenere un costante sorriso sul suo volto.

Anche Karen continuava a mantenere un certo sorriso sul viso dopo l’uscita di Reid dall’edificio tanto che dovette andarsi a prendere un potente caffè per riuscire a concentrarsi su quei pentagrammi scritti e “scacciare” il pensiero dell’amico dalla sua mente.

 

Il viaggio verso la scuola non fu molto lungo, come aveva detto Morgan, lui era parecchio vicino all’edifico scolastico perciò parcheggiato il SUV nel parcheggio della scuola si diresse all’interno di questa alla ricerca della signora Selma Foster dovendo dirigersi dal preside per trovarla; il preside difficilmente si sarebbe dimenticato di uno come lui dato che su circa quattro o cinque frasi dette riuscì a pronunciare correttamente solo una decina di parole essendo stato perso da un senso di agitazione che solitamente tutte le scuole gli provocavano.

 

Dopo la magra figura fatta con il preside il giovane agente del FBI si diresse verso una piccola aula all’estremità del corridoio con tanto di pianoforte una trentina di sedie movibili probabilmente di modano dato il colore molto scuro.

Su una di queste stava seduta una non più giovane donna dai capelli rossi molto corti, ricci, indossava una maglietta decisamente larga per la sua magra figura e un paio di jeans ben tenuti ed era concentrata a scrivere chissà che cosa su di un foglio apparentemente bianco.

Sperando che si fosse accorta di lui, Reid avanzò verso la rossa ed esile figura capendo però che questa non si era minimamente accorta che qualcuno fosse entrato nella stanza; per far sentire la sua presenza Reid tossì più volte suscitando finalmente l’interesse della donna che, con gli occhi sul naso, lo guardò incuriosita.

 

“chi è lei?” chiese.

“ehm…salve, sono il Dr.Reid e sono dell’FBI” continuò Reid mostrando il distintivo “lei è Selma Foster?”

“si, sono io, è successo qualcosa?” s’allarmò leggermente la donna

“devo farle qualche domanda riguardanti Mary Simons, Kelly Nich e Nicole Cooper, se le ricorda?” domandò Reid prendendo posto anch’esso su una delle sedie

“certo che me lo ricordo! Avevano delle voci fantastiche, perché?”

“bhe…sono state uccise e stiamo indagando per trovare il loro assassino”

“oddio…povere ragazze” disse tutto d’un fiato la donna porgendosi una mano alla bocca “cosa volete sapere da me?”

“potrebbe parlarmi di loro per piacere?” domandò ulteriormente Reid cercando di essere più rassicurante possibile, ma non riuscendoci.

“Mary, Kelly e Nicole non sono mai state amiche, almeno non credo proprio, non le ho mai viste insieme” cominciò a spiegare Selma “erano tutte e tre delle brave ragazze, competitive, lavoratrici e studiose, sarebbero andate lontano. L’unico punto che le associa tutte e tre insieme, oltre la mia classe, è stato un concorso canoro tenutosi a New York circa 10 anni fa, adesso non ricordo precisamente la data”

“non si preoccupi, non è essenziale, mi parli del concorso”

“a questo concorso parteciparono loro e altre due ragazze, molto più giovani e tutte e 5 riuscirono a ottenere il primo premio, ognuna cantava una canzone diversa” continuò la donna lasciandosi scappare un sorriso al ricordo dello spettacolo.

“mi potrebbe scrivere su di un foglio il nome delle altre ragazze e le canzoni che ognuna di loro contò a quel concorso?” domandò Reid a cui venne in mente una possibile teoria e un sospetto che le altre due ragazze potessero essere possibili vittime.

“certo”

 

la donna, preso un foglio e una penna, iniziò a scrivere i nomi delle altre ragazze e delle canzoni e prendendosi il tempo necessario per ricordarsi delle varie cose, diede il foglietto giallo a Reid che leggendolo diede validità alle sue teorie.

 

Mary Simons – The Riddle “Five For Fighting”

Kelly Nich – Resterà L’amre “Josh Groban”

Nicole Cooper – Then You Look At Me “Celine Dion”

Emma Collins – You Raise Me Up “Celtic Women”

Medison Cook –Hold Your Dream- OST “Fame 2009”

 

“ok, grazie mille signora Foster, è stata certamente d’aiuto” terminò Reid congedandosi dall’edificio lasciando Selma Foster nuovamente sola con un dubbio che l’attanagliava la mente.

ma l’ultima ragazza era Madison Cook o Karen Shill?” continuava a domandarsi.

 

 

Ecco qua un altro capitolo di questa mia storia. Spero di vostro gusto =)

Ah, la cara professoressa Foster non si ricorda se l’ultima ragazza (cioè possibile vittima) sia questa certa Medison o Karen, chi sarà?

Nel frattempo ringrazio ulteriormente coloro che mi seguono anche solo leggendo, grazie =)

Grazie poi, ovviamente, a coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite e un supergrazie a coloro che hanno recensito, grazie davvero =)

   
 
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