*
Come mi infastidiscono questi slip. Dannato Sirius che
hai preso il mio ultimo boxer, non ho chiuso occhio*
Questo
fu il primo pensiero che James Potter riuscì a formulare una volta sedutosi
sulla sponda del letto al baldacchino che ormai lo ospitava da sette anni.
Come al solito si passò le mani tra i capelli
arruffandoli all’inverosimile e dopo aver sbadigliato sonoramente non fece in
tempo a stiracchiarsi che con un secco rumore, il baldacchino gli crollò
addosso
Non potendo più muoversi, James fu salvato dall’intreccio che il pesante legno
formava con la stoffa purpurea, dall’intervento dei suoi compagni di stanza che
dopo aver udito il tonfo si erano subito precipitati ad aiutare il malcapitato
amico, anche se Sirius si era prima concesso un grassa risata
Infatti proprio quest’ultimo, ancora con le lacrime
agli occhi, mise in piedi il suo migliore amico mentre Remus lo scrutava con i
suoi occhi d’ambra dallo sguardo interrogativo
<
James ti sei fatto male? Ma come hai fatto a far crollare un
baldacchino tanto resistente?>
<
Bhè Remus devi capire che la oggi la sfortuna si è
abbattuta sul nostro James come io avevo prontamente predetto
ieri sera. Ecco, Potter questo è quello che meriti dopo aver abbandonato i tuoi
fidi compagni solo per trascorrere una sana serata di sesso con quello
splendore della Evans>
<
Scusa se sono stato uno stupido. Come ho potuto passare una serata favolosa con
la mia ragazza invece di morire dalla noia con voi sui compiti di Aritmanzia?>
Sirius
avrebbe voluto ribattere ma si limitò solo a mitragliar il compagno con
un’infinità di cucinate,dando così tempo a Peter e
Remus di lavarsi e vestirsi
Black e Potter si scambiarono un’occhiata, poi guardarono contemporaneamente la
porta del bagno, si guardarono ancora e poi un’altra volta la porta e si
lanciarono nella loro consueta corsa per il primato nel bagno ma James
incespicò in un lembo di un qualche lenzuolo e capitolando sotto un letto
concesse l’onore di usare il bagno per primo al suo amico che tenendosi la
pancia dalle risate chiuse la porta con un leggero tonfo.
La porta si riaprì dopo una ventina di minuti facendo uscire
Sirius con la sua solita aria arrogante, con il nodo della cravatta allentato ad
arte e i primi bottoni della camicia sbottonati.
Gettò la testa all’indietro guardando il suo riflesso nello specchio che gli
fece l’occhiolino. Solo allora si accorse che il suo
amico stava accovacciato accanto al suo comodino ed avvicinandosi ancora di più
notò che stava tentando di fasciarsi le dita dalla mano sinistra
pericolosamente rosse e gonfie.
<
Non dirmi che ti sei chiuso le dita nel cassetto perché in questo caso dovrò prenderti in giro fino alla fine dell’anno!! Dai lavati che alle borse dei libri ci penso io>
Con
la testa bassa Potter si diresse in bagno ma si ritrovò subito dopo ad urlare
di dolore poiché dopo aver sbattuto la testa contro il lavabo si aggrappò allo specchio che gli si frantumò addosso.
*****
James
entrò in Sala Grande per la colazione, con lo sguardo
ancora cupo mentre il suo migliore amico continuava a ridere della sua
giornata, appena cominciata, ma che già si prospettava
sfortunata.
Camminando ancora a testa bassa James non notò il ragazzo del settimo anno di
Serpeverde, anche lui con il volto chino, che gli si avvicinava con una tazza
di cioccolata bollente tra le mani.
Gli avvertimenti di Sirius furono vani poiché i due si scontrarono e mentre il
Serpeverde cadde a terra, James riuscì a stare in piedi, essendo più robusto,
ma la cioccolata bollente gli si versò sulla camicia immacolata strappandogli
un urlo di dolore che suscitò l’ilarità di Sirius e di tutti i Serpeverde che
non aspettavano altro per umiliare il capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro.
James dovette rinunciare alla colazione e scappare alla torre dei Grifondoro,ignorando i commentini un po’
troppo spinti di parecchie ragazze che lo videro con la camicia sbottonata e
molto aderente ai propri addominali, per arrivare parecchi minuti in ritardo
alla prima lezione della giornata che consisteva in due ore di Pozione nei
sotterranei
Essendo arrivato in ritardo l’unico posto disponibile si trovava nella fila dei
Serpeverde proprio accanto al ragazzo che prima gli aveva versato la cioccolata
sulla camicia che proprio in quel momento cominciava a sghignazzare.
<
Piton non ridere. Oggi non è giornata e ti giuro che io ti ammaz…>
Non potè finire la frase che sentì qualcosa di
appiccicoso ed umido attaccarsi al collo e andando a prenderlo in mano
notò che si trattava di una pallina di carta immersa in una goccia di lardo di
marmotta che utilizzavano per la pozione del giorno.
Subito gli arrivarono altre palline che gli si
impigliarono ai capelli e che si infilarono nel colletto della camicia
Approfittando di un minuto di distrazione del professore, James si voltò e vide
Malfoy che preparava le palline e il suo fido amico Lestrange, che essendo uno dei cacciatori della squadra di Quiddich dei Serpeverde, riusciva sempre a centrare in
pieno la sua testa.
Un’altra pallina gli arrivò direttamente in su una lente, ma questa non
proveniva dai nemici serpeverde, bensì da Sirius che seduto di fronte a lui, si
divertiva con una cannuccia a lanciargli anch’egli delle palline.
Il ragazzo accortosi dell’occhiata omicida dell’amico, alimentata da un’altra
pallina che aveva centrato in pieno un orecchio, decise di aiutare il compagno
di stanza, allorchè scagliò con precisione una
boccetta contenente distillato di zolfo, che si infranse
su Lastrange, essendo anche Sirius un ottimo
cacciatore della squadra di Grifondoro. Le due ore di pozione trascorsero tra
le suppliche di Remus che pregava Sirius di smetterla
e terminò con uno zero preso da James poiché la sua boccetta contenente la
pozione si era infranta tra le mani di Peter , soggetto di uno scherzo mancino
da parte dei Serpevarde, che si era offerto
gentilmente di portarla alla cattedra*****
Tutti gli alunni del settimo anno dovevano ritrovarsi per la terza
ora di lezione nella serra numero 5 dove li attendevano due ore di Erbologia.
Ormai Sirius aveva consumato, in appena tre ore, tutte le lacrime che gli erano
rimaste, poiché per il suo compagno di stanza quella era proprio una giornata
sfortunata e secondo James il peggio ancora doveva arrivare.
Infatti per arrivare alle serre i ragazzi avrebbero dovuto passare davanti alla
capanna di Hagrid che proprio allora stava scrutando
il cielo alla ricerca di qualcosa non ben definita con aria
molto seria.
<
Hagrid non fare quella faccia così seria mi stai
spaventando>
<
Ohi giovane Sirius! Dove state andando? Remus Lupin
come stai? Va tutto bene?>
Detto
ciò il mezzo gigante diede una pacca sulla spalla a Remus, che secondo lui doveva essere affettuosa, ma che rappresentò,
per il prefetto di Grifondoro, un attentato alla propria persona mingherlina.
Infatti Lupin si ritrovò a barcollare sotto il gesto d’amicizia del guardia
caccia di Hogwarts.
<
Ma che stai cercando Hagrid?>
<
Peter sei tu che hai parlato ma dove sei piccolo amico?>
Infatti
la differenza di dimensioni tra i due era incolmabile e perciò molto volte Hagrid non riusciva neanche a notare dove fosse il piccolo Minus.
<
Bhè in ogni caso lo sapete che stanotte nella foresta
proibita è nato un cucciolo di Ippogrifo
che ho deciso di chiamare Fierobecco. E ho visto che ha spiccato il volo una decina di minuti fa ed ora
non riesco più a trovarlo. Ma a proposito di scomparsi, dov’è James?>
Proprio
in quel momento i Malandrini e molti altri studenti udirono Potter gridare dal disgusto, infatti il cucciolo di Ippogrifo
che si divertiva a volare sulla sua testa, non era riuscito a trattenere i suoi
escrementi che finirono tutti sul malcapitato Cercatore, che cercando di non
vomitare corse verso il castello per dirigersi poi alla torre per cambiarsi per
la seconda volta.
<
AHAHAH Hagrid, credo che James abbia trovato Fierobecco>
James
intanto arrivò in ritardo anche alla lezione di Erbologia e dopo aver perso dieci punti per il suddetto
ritardo, si ritrovò accovacciato con le mani sulla testa cercando di
proteggersi dalla raffica di frammenti di vetro provenienti da una vetrata
della serra che Pix aveva pensato di infrangere
proprio in quel momento e con questo gesto di guadagnarsi la simpatia dei
Serpeverde.
Dopo essersi assicurata che l’alunno non avesse gravi tagli, la professoressa
lo fece accomodare all’ultimo posto in fondo all’aula davanti ad una pianta che
sembrava un tubero enorme di un verde acceso.
James non fece in tempo ad infilarsi i guanti e a toccare la pianta che questa
gli scoppiò tra le mani ricoprendolo di un nauseabondo
liquido giallognolo.
<
Oddio Potter scusa mi sono dimenticata di informarti che una di queste piante
era già matura e pronta per auto distruggersi e devo
dire che l’hai trovata proprio tu>
Fu la leggera scusa della professoressa
che suscitò il riso dell’intero settimo anno, perfino Lily e Remus non
riuscirono a trattenere le risate alla vista di un
James completamente fradicio di quella sostanza puzzolente che gli ricopriva
anche le lenti degli occhiali.
Ormai nel pomeriggio finalmente per
James arrivò l’ora degli allenamenti di Quiddich che,
secondo lui, non avrebbero dovuto portargli noia
essendo molto bravo in questo sport, ma non appena,
inforcata la scopa e sospirato per la fine di quella giornata disastrosa,
avvertì piccole gocce d’acqua che sempre più velocemente lo bagnavano.
In un primo momento costrinse la sua squadra e se stesso a rimanere in campo ma
le proteste degli altri giocatori e delle sue ossa ormai fradice gli fecero
decidere di abbandonare gli allenamenti e di dirigersi agli spogliatoi, che
dovette abbandonare ancora sudato e sporco poiché, avendo concesso ai suoi
compagni di squadra di andar per primi alle docce,
queste avevano esaurito la loro riserva d’acqua.
Appena rientrato al castello un raggio di sole,
filtrato dalle grandi finestre, lo infastidì tanto da non fargli prestare
attenzione a Lastrenge che con molta noncuranza gli
gettava una piccola boccetta rotonda sotto il basso tacco della scarpa che
usava per il Quiddich.
Scivolò rovinosamente sul recipiente di vetro, tanto che la caduta non fece
spezzare solo l’ottima scopa che James utilizzava, ma il ragazzo dovette
dirigersi subito dopo in infermeria poiché aveva udito un sinistro rumore
provenire dal suo polso destro accompagnato da un acuto dolore.
*****
L’infermiera della scuola riuscì a metterlo in sesto per l’ora di cena, e dopo
una lunga doccia James decise di porre fine al quella
giornata troppo lunga con un’ottima cena, ma la
suddetta giornata non voleva proprio terminare, infatti non appena entrato in
Sala Grande inciampò in un proprio laccio, ma riuscì ad equilibrarsi con un
movimento brusco del busto che gli fece cadere gli occhiali sul pavimento i
quali furono prontamente pestati dai suoi stessi piedi sempre nel tentativo di
non cadere.
Fissò per un lungo periodo i vetri delle lenti e la
montatura distrutti sul pavimento e udendo le risatine infantili dei Serpeverdi uscì dalla Sala indispettito.
Sirius stava per raggiungerlo quando una piccola mano si posò sulla sua spalla
e girandosi incontrò gli occhi smeraldo della ragazza che da ben sette animava
il mondo del suo migliore amico.
<
Lascia Sirius vado io>
Detto
questo, con il tono calmo e gentile che Lily riservava ai Malandrini dopo il
fidanzamento con James, si chinò a raccogliere i pezzi degli occhiali ormai in
frantumi che con un semplice incantesimo riparò e uscì dalla Sala Grande per raggiungere il proprio ragazzo.
Trovò James in cima alla torre sud, la più bassa e meno frequentata del
castello poiché si affacciava direttamente sulla Foresta Proibita, ma anche la
preferita del ragazzo poichè forniva un posto
tranquillo dove stare senza che nessuno accorgesse di
lui.
Quando Lily arrivò alla torre, trovò il suo ragazzo affacciato fumare una
sigaretta, della quale poteva distinguere solo la piccola lucina
che produceva, e intanto guardare fisso davanti a se.
Gli si avvicinò lentamente così che lui non potesse sentirla e arrivatagli
accanto gli accarezzò affettuosamente la testa, gesto che lo fece sobbalzare ed
arrossire furiosamente mentre si affrettava a gettare via il mozzicone di
sigaretta e espirare il fumo che ancora aveva nei
polmoni
<
Odio l’odore di sigaretta sulle tue labbra! Che ci facevi
tutto solo al buio?>
<
Bhè tanto senza gli occhiali non è che riesco a
vedere più di tanto>
<
Allora sono venuta a portare un po’ di luce!>
Detto
ciò Lily mise lei stessa gli occhiali al suo ragazzo che dopo averla
abbracciata, affogò nell’odore delizioso che emanava la sua pelle bianca e
mentre giocherellava con alcune ciocche di capelli vermigli non potè far a meno di pensare a quanto fosse importante per
lui il sostegno e l’amore di lei nei momenti difficili e come se l’avesse letto nel pensiero lei gli accarezzò una guancia
dicendogli
<
E’ stata solo una brutta giornata, è tutto finito adesso.>