-Sii felice-disse.

Restai impietrita.

Jacob se ne accorse e mi lasciò andare all'istante, voltandosi verso la portiera.

Aspetta, avrei voluto dire. Solo un minuto. Ma ero immobilizzata, ascoltavo l'eco della voce di Edward nella testa.

Ascoltai le ultime parole dell'Edward fittizio che la mia mente aveva creato con l'unico scopo di farmi superare la sua assenza. Fu lì che capii.

L'Edward vero, quello che era stato il mio primo, vero amore, quello per cui ero persino disposta a trasformarmi in una vampira, mi aveva lasciata. In modo crudele e spietato. Mi aveva usata, e stanco del giochetto, mi aveva abbandonata. Non mi amava più, forse non mi aveva mai amata.

Mi resi conto in quel momento che se ero riuscita a svegliarmi, a scuotermi dalla mia apatia, a sorridere di nuovo, era stato per Jake.

Mi resi conto che se davvero Romeo avesse lasciato Giulietta, lei sarebbe stata malissimo per mesi, forse anni, ma poi avrebbe incontrato Paride, lui l'avrebbe distratta, l'avrebbe curata, e piano piano lei si sarebbe innamorata di lui... Vivendo felice e contenta con lui per il resto dei suoi giorni.

Al vero Edward non importava di me, e la mia era solo un'illusione creata dal mio subconscio che non voleva accettare di perderlo...

Era a Jacob che importava di me. Era lui che aveva accettato di essere per sempre il mio migliore amico, di soffrire in silenzio senza lamentarsi, perché mi amava.

Mi amava.

Me ne resi conto solo in quel momento, realizzandolo a pieno. Forse avevo preso i suoi sentimenti come una semplice cotta, ma non era così. Mi amava, e aveva scelto di starmi accanto anche se io non ricambiavo, in quel momento.

In quel momento.

Sorrisi. A dispetto della situazione, sorrisi.

-Jake.

-Sì, Bells?-il mio sole personale. Caldo, dolce, protettivo. Profumava di boschi, spiagge, e casa. Ero a casa.

-Ti ricordi quando mi hai detto che insistere paga?-gli chiesi. La mia voce risuonava ancor più timida del solito. Voleva davvero una persona insignificante come me? Aveva già cambiato idea? Ero sicura del passo che stavo per fare? Assolutamente sì. Ma avevo paura lo stesso.

-Mmmh-fu la sua risposta. Probabilmente non era piacevole ricordare la giornata durante la quale si era trasformato per la prima volta.

-Penso che...

Non riuscivo a parlare. Chissà chi mi aveva rubato la voce, o la forza per dire quelle poche parole, le parole che avrebbero reso la mia vita migliore.

Sembrava che qualcosa mi impedisse di parlare, come quando Jake aveva cercato di svelarmi il segreto dei licantropi...

-Bells, stai bene?-il tono di Jacob era diventato preoccupato. Presi un respiro profondo, poi mi feci coraggio, sentendo il sangue affluirmi alle guance, ed il battito del cuore accelerare.

-Avevi ragione.

Abbassai lo sguardo, presa dall'imbarazzo e dalla paura irrazionale di un rifiuto.

Sentii la sua testa voltarsi piano, il movimento calmo e regolare del suo petto fermarsi.

-Bella?-la sua voce era sorpresa ed incredula. I miei occhi trovarono il coraggio per guardare il suo volto, ed in un attimo ritrovai il Jake di un tempo, un po' arrossito, con gli occhi lucidi, che mi guardava con un'intensità che non gli avevo mai visto sul viso.

I suoi occhi imploravano una risposta certa, ma non potevo parlare: ero sconvolta dalla sensazione del mio cuore che premeva per uscire dal petto per la prima volta dopo tanto tempo per felicità, e non per paura o dolore.

Incapace di dire qualcosa, annuii e basta, sicura che avrebbe capito anche con quell'unico gesto.

Jacob, allora, si sciolse in un sorriso pieno di gioia, il più bello e dolce che io gli avessi mai visto sul volto, e mi guardò per un momento infinito.

Poi sentii una mano caldissima a sfiorarmi il volto, in una carezza incerta e ancora incredula, timida.

Vidi il suo viso avvicinarsi, e chiusi gli occhi nel sentire le sue labbra calde e morbide sulle mie. Solo un bacio a fior di labbra, dolce e timido, fra noi. Tornammo a guardarci, e questa volta fui io a portare una mano sul suo volto, accarezzando la pelle scura e calda delle sue gote. Lui chiuse gli occhi come un gatto, sentendo il mio tocco, ed il mio cuore sembrò fermarsi, per poi battere ad un ritmo dieci volte più veloce di prima.

Riaprì gli occhi, puntandoli nei miei, e la sua mano coprì la mia, piccolissima in confronto, ancora sul suo volto.

Mi avvicinai a lui, e poggiai la fronte sulla sua.

-Alla fine, ce l'ho fatta-mormorò lui, con voce roca.

-Sì-dissi, e bastò quello. Le sue labbra furono sulle mie, più passionali e sicure di prima, e ricambiai il bacio con entusiasmo, con questa nuova e bellissima emozione, questo sentimento che bruciava nel petto. Era un calore dolce e pieno di gioia, che in un attimo ricucì la mia voragine.
Ero guarita.

*****