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Autore: Clovely    10/03/2010    4 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Light and Darkness

Capitolo 2:

 

Continuarono a baciarsi, finchè Elena non si staccò dalle sue labbra di poco, per riprendere il respiro.

Sentiva il cuore battere fortissimo, come se stesse per uscirgli dal petto, e aveva caldo, fin troppo caldo.

Tenne gli occhi chiusi, come se non volesse lasciar finire quell’istante.

Aveva agito d’istinto, senza quasi pensarci. “Oddio, gli sono saltata addosso!” realizzò, tenendo sempre gli occhi chiusi.

Sentiva lo sguardo di Damon su di se, e percepiva il suo respiro, il suo alito fresco sulle labbra.

Si decise ad aprire gli occhi. Quelli di Damon erano li, vicinissimi al suo viso, e lui la fissava, la fissava con così tanta intensità che Elena arrossì e fu costretta ad abbassare lo sguardo, sciogliendo quasi imbarazzata l’abbraccio.

Solo Damon riusciva ad intimidirla e questo la faceva sentire strana.

Il ragazzo le sollevò il viso con le dita, fissando di nuovo i suoi occhi neri dentro quelli di Elena.

Per la prima volta, Elena non vi trovò traccia di scherno o derisione.

La stava studiando, cercava di capire cosa stesse provando.

«Scusa Damon, non volevo….»

“Saltarti addosso?” completò lei nella mente, sorridendo.

«A no?»

Disse lui, inarcando un sopracciglio.

Elena si alzò.

Era immensamente confusa. Si era sentita tanto vicina a Damon, quando le loro labbra si erano toccate.

Anche lui si alzò, al suo fianco.

Elena lo fissò. Per un istante osservò il suo fisico. Era davvero bellissimo. Ma cercò di riportare il suo sguardo sul suo volto, e cercò di concentrarsi sulle parole che doveva dire.

«Vuoi sapere se ti lascerò una possibilità, Damon?»

Il ragazzo la guardò, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.

«Perché ti avrei rapita e portata qui, altrimenti?»

«Ho bisogno di pensarci, Damon. Tu… hai fatto cose bruttissime in passato e io… ci devo pensare.»

Damon si mise a passeggiare sulla riva, recuperando la maglietta.

Elena si ricordò di essere bagnata e per la prima volta sentì freddo e rabbrividì.

«Tieni.»

Disse lui, porgendole la sua giacca di pelle nera.

Elena la guardò e indugiò, ma poi la prese e se la buttò sulle spalle.

«Mi porti a casa?»

Damon si mise la maglietta e la guardò.

«Va bene,» disse sogghignando «Ma sappi,» Uno spostamento d’aria, e inaspettatamente Elena se lo ritrovò alle spalle, la bocca vicina al suo orecchio «Che non amo aspettare.»

La ragazza si voltò ma lui si stava già incamminando verso la macchina.

Si strinse la giacca addosso e lo seguì, guardando truce la sua schiena.

Il ragazzo procedeva, stando sempre davanti a Elena, che provò a raggiungerlo, ma ogni volta che ci tentava lui allungava il passo.

Arrivarono alla macchina quasi correndo e quando Damon si voltò, stava ridendo.

Elena respirava affannosamente e andò verso la portiera del passeggero ignorandolo.

«Divertente.»

Disse allacciandosi la cintura, mentre Damon sbatteva la portiera del guidatore.

Lui ridacchiò.

«Pensavo ti fossi offeso.»

«Scherzi? Ci vuole molto di più per offendermi.»

Partì a tutta velocità con la sua ferrari nera.

«E poi ti ripeto. Non importa quello che sceglierai. Tu sarai mia.»

Elena lo fissò, ma lui sembrava seriamente concentrato sulla strada.

Non riusciva a capire se scherzasse o no.

Il silenzio regnava incontrastato nell’ auto, finchè Damon non parlò di nuovo.

«Allora, suppongo che non mi denuncerai per rapimento.»

Questa volta fu Elena a ridacchiare.

«Penso di no. Per ora.»

Dopo pochi minuti Damon si fermò davanti a casa Gilbert.

Elena sospirò, guardando la porta. Zia Jenna e Margaret non erano a casa, meglio così.

«Bene, allora direi che ci vediamo domani. E spererei che non mi rapissi di nuovo, ok?»

«Domani avrai una risposta?»

Elena sapeva che era inutile rispondere un forse, non lo avrebbe accettato.

«Sì.»

«Allora ci vediamo domani, Elena.»

Disse, posando enfasi sul suo nome.

Il battito cardiaco della ragazza aumentò di poco. Di solito era lei che faceva aumentare il battito ai ragazzi, non il contrario.

Si slacciò la cintura e fece per aprire la portiera, ma una fredda mano la fermò.

Damon aveva preso il suo polso.

Fece scorrere le dita sulla sua mano, poi fissò un istante le due mani intrecciate, e si portò quella della ragazza alla bocca, sfiorandola con le labbra.

«A domani.»

Elena deglutì e scese dall’auto.

Damon sorrideva, mentre inforcava un paio di scuri occhiali da solo di marca, e ripartiva con la sua ferrari tirata a lucido, che sembrava luccicare al sole.

Rimase qualche istante a guardare la strada vuota, stringendosi la mano che il ragazzo aveva sfiorato con le sue labbra. Il suo cuore batteva ancora forte. Odiava questa sua reazione, la faceva sentire vulnerabile.

La ragazza sospirò e entrò in casa.

Fece cadere lo zaino in corridoio e non si preoccupò di mangiare, desiderava fare una sola cosa.

Arrivò in camera sua e individuò il piccolo libricino blu.

Lo prese e si buttò sul letto, iniziando a scrivere. Quando diceva “pensare”, intendeva scrivere il diario.

 

28 aprile

Caro diario,

sono confusa. Di solito non lo sono mai, di solito so sempre cosa fare, ho sempre le idee chiare. O perlomeno ho sempre un piano, uno schema da seguire, oppure Bonnie e Meredith che mi aiutano. Ma questa è una decisone che devo prendere da sola.

Ma non so cosa fare. Damon mi ha chiesto di dargli un opportunità, e io l’ho baciato.

Non so cosa mi è preso, ho agito così, senza pensare. Sul momento non mi sono pentita, e forse nemmeno ora lo sono.

Mi sono sentita così in contatto con lui! Ma non posso dimenticare cosa ha fatto. Lui è cattivo, ma è come se questa cosa non contasse. Ma deve, lui ha ucciso delle persone.

E ora mi domando, se io glielo chiedessi, per me, smetterebbe di farlo? Non so se ci tiene tanto a me. Non so se mi vuole solo per il mio sangue.

Ma quando l’ho baciato non ho provato questo. Io sapevo che non voleva farmi del male. L’ho sempre saputo, per tutto il tempo.

Forse lui ha bisogno di me, forse lo posso aiutare. E io voglio aiutarlo.

Sento che c’è attrazione tra noi, io sono legata a lui, lo sento ogni volta che lo vedo.

Quando guardo i suoi occhi neri, sento come un richiamo.

Cosa devo fare diario? Gli concedo questa opportunità?

 

28 aprile, dopo cena

Caro diario,

ci sto ancora pensando. Ci penso da tutto il giorno.

Zia Judith ha detto che a cena ero distratta. L’ha detto anche Bonnie quando l’ho chiamata per dirle ch andava tutto bene.

Ma non va tutto bene. Sono combattuta.

Damo ha detto che sarò sua lo stesso. Ma sappiamo entrambi che sarebbe diverso.

A volte sa essere così irritante, ma sento che non lo fa per farmi arrabbiare, non davvero almeno. Lui è semplicemente così. Ma a volte sa essere anche davvero dolce e con me si è sempre comportato bene, in questi tempi. Non ha mai provato ad approfittarsi di me, nemmeno oggi. Sono stata io a saltargli addosso, non lui.

Chissà dov’è ora. Potrebbe anche essere qui in questo momento. Bè, non in camera mia però, perché non l’ho mai invitato a entrare. Ma ora non importa.

E’ vero, ha ucciso delle persone. Ma per colpa della sua natura. Lui è un cacciatore, anche noi uccidiamo per mangiare. Quindi è così cattivo?

Non riesco più a scrivere diario. Ho bisogno di riposare. Ma sono sicura che domattina avrò la mia risposta.

 

Elena chiuse il libricino e lo ripose con cura al suo fianco, sul comodino.

Ci aveva pensato davvero tutto il giorno, e aveva davvero trovato una sfilza di pro e contro sulle decisioni che avrebbe potuto prendere.

Ma le domande erano poche.

Lei lo amava? Voleva passare il suo tempo con lui? Si fidava di lui?

In fondo al suo cuore, Elena sapeva di conoscere la risposta.   

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

Prima di tutto, vorrei ringraziarvi di aver letto la mia fan fiction! E in particolare vorrei ringraziare loli89, Erika90 e KeLsey per aver recensito! Le vostre critiche positive mi anno fatto piacere e mi hanno incoraggiata non poco!!! =)

Così ho deciso di fare diventare la oneshot una fanfiction!

So che questo capitolo è un po più statico del precedente,  cercherò di farne altri più dinamici! ^^

Anche perché ora sto cercando di costruire una trama, visto che questa storia era nata per essere solo un capitolo… quidni… vi starete chiedendo che fine ha fatto Stefan! xD

Bè, vi dico che prima o poi spunterà fuori anche lui!

E magari spunteranno anche gli altri personaggi principali! =)

Bene allora vi ringrazio moltissimo dell’attenzione!

Al prossimo capitolo!

Cecy

 

p.s. chiedo scuse se ci metto tanto ad aggiornare, ma quando scrivo, devo essere tranquilla e rilassata, e in questo periodo la scuola è davvero uno stress, quindi ho poco tempo per scrivere!  

   
 
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