Un abito per tutti
Spesso, una volta miei coetanei, erano desidero
si di
apparire nella loro piena maturità di un adulto
quando
ancora lo sviluppo fisico quanto morale non si era ancora concluso. Spesso,
una
volta miei coetanei, volevano dimostrare a tutto il mondo la
loro illusoria indipendenza da tutto e tutti. Consideravano, e credo considerino ora più che mai, l’infanzia un
punto di partenza che bisogna abbandonare al più presto Assimiliamolo ad un vecchio abito al quale siamo
abituati in ogni movimento, esso ci accompagna nel quotidiano, in pubblico,in
privato…ovunque e con chiunque, adesso immaginiamo che lentamente questi
vestiti comincino a starci stretti e di colpo ci sorprendiamo
di
come potevamo vivere la nostra vita in quello spazio ristretto e lentamente
cominciamo a cambiarci, capo per capo, lentamente, non abbiamo fretta…
Fino
a quando, ad un tratto, ci rendiamo conto di indossare qualcosa di totalmente
nuovo, a noi ancora sconosciuto, ma al quale presto, ci abitueremo. Diventerà
parte di noi e quello liso, sciupato da mille intemperie, lo nasconderemo
in un remoto angolo del nostro armadio. Anch’io, senza rendermene conto cambiai due
abiti, ma per il primo lottai con disperazione, lo rivolevo indietro, bottone
per
bottone, strappato e con le toppe, ma lo desideravo riavere. Ah, quanto ero
stata sciocca a cambiarlo! Succede così quando=
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ci si affeziona a qualcosa, te ne rendi conto solo quando l’hai perduto
per sempre, così come ora riottenere il mio vecchio vestito mi era
impossibile perché ormai indossavo quello nuovo fiammante che era anche
troppo grande per me. Non l’avevo preso della misura giusta, ma si sa
…Talvolta
con i capi succede.