Doveva scegliere.
L’acqua o il fuoco, il portale a sinistra o l’altro a destra.
Tutti i suoi alleati se n’erano andati.
Chiuse gli occhi per prestare attenzione dentro di sé: la sua mente le diceva di lasciare per sempre i suoi ideali, il proprio corpo diceva: “Scegli, la terra sta cessando di vivere”, la sua anima era resa diaccio e voleva il fuoco, il proprio spirito arso chiedeva: “L’acqua”, e il cuore…il suo cuore era muto.
Era schiacciato.
Ma la forza era della sua paura: il timore di sbagliare.
Phedra volse l’ultimo sguardo al cielo con poche stelle.
Improvvisamente apparve una nuova, strana stella che cominciò a poco a poco a diventare sempre più grande, poi capì, era un’enorme sfera di fuoco freddo.
Si piegò coprendosi con le braccia la faccia.
In un primo momento sentì un forte boato, poi il silenzio e infine udì qualcosa… una voce. Una voce decisa, ma allo stesso tempo dolce e rassicurante che la chiamò dicendole “Phedra, la consacrata, svegliati”.
Aprì gli occhi: uno scudo verde-azzurro aveva salvato lei e i due portali, ma intorno a sé non c’era più niente, solo il nulla.
Davanti a lei, in mezzo la cenere, c’era solo un fiore: una rosa bianca non ancora sbocciata. La raccolse e richiuse di nuovo gli occhi: dentro a Phedra mente, corpo, anima e spirito erano incapaci di parlare diffondeva parole solo il cuore e le profetizzava “Segui la speranza”.
Nell’aria cominciò a propagarsi una dolce melodia, che le ricordava un mondo non vissuto, ma esistente, proprio al centro dei due portali.
Con il fiore sul cuore seguì la musica intonando una canzone che non aveva mai sentito, ma che aveva nel suo cuore come se ci fosse sempre stata, e trovò la strada giusta.
Il terzo portale.