«Naruto
se
io morissi che faresti?»
«Morirei
insieme a te»
Da
quanto non erano così vicini?
Erano
dieci i
passi che li speravano, forse anche meno.
Si
fissavano, in un silenzio assordante; da quando il silenzio faceva
così male?
Erano
occhi tristi quelli che si incontravano, un velo di menzogna e orgoglio
però li
nascondeva agli altri; però, chissà
perché, tra di loro quella sottile barriera
non aveva mai funzionato.
Erano
lì, a dieci
passi l’uno dall’altro.
E
si guardavano soltanto.
Perché
non si stavano toccando, abbracciando, baciando?
Naruto
si guardò un attimo intorno, le figure di Kakashi-sensei,
Sakura e Karin
attraversarono il suo campo visivo…era forse per loro?
«Puoi
scegliere Naruto, se essere una delle mie tante vittime o
l’eroe di Konoha»
Riportò
gli occhi azzurri su Sasuke; no…non era per loro.
Che
fosse arrivato il momento di combattere sul serio?
Erano
dieci passi
quelli che li separavano.
Sarebbe
stato così semplice avvicinarsi e abbracciarsi, proprio come
una volta.
Illudersi
di ciò non era forse la migliore delle illusioni? Peccato
che a loro non fosse
permesso vivere nei sogni.
«E’
compito mio Kakashi-sensei»
Solo
io posso combattere
con il mio teme.
I dieci passi
divennero nove, otto…poi cinque, tre…poi zero.
Ed il Chidori e
il Rasengan si scontrarono come due onde in piena.
Dolore
accompagnò il Rasengan.
Stanchezza
accompagnò il Chidori.
Gli occhi si
incontrarono nuovamente.
«Sono
felice di
rivederti Sasuke»
Naruto chiuse
gli occhi, raccogliendo in quel colpo il sentimento che sentiva dentro,
a cui
non sapeva dare un nome preciso.
Si trattava
forse di rabbia mischiata a possessività, di affetto, di
frustrazione…ma
soprattutto quello che vibrava in quel colpo era desiderio misto ad
egoismo.
«Sono
felice di
averti conosciuto teme».
E poi fu solo
polvere quello che li avvolse, su quel palcoscenico bagnato di colpe.
«E se
fossi tu quello a
morire Naruto?»
«Ti
porterei con me
all’inferno»