Dietro
il jeans un bourka
Gli
opposti
Narmin
oramai era una
giornalista, ricordava però prendendo il suo thè speziato fumante al
bar dell’aeroporto
di Baghdad, quanto le era costato diventarlo.- Papà, voglio andare alla
casa
dello studio- diceva da piccola, - Non puoi figlia mia, non è per te,lì
vanno
solo i talin, non è concesso alle donne- Narmin, metteva il muso e
desiderosa
di aprire quelle scatole di sapienza, andava a spiare alla casa dello
studio. Lì,
apprendeva i misteri del mondo, e giorno dopo giorno accresceva il suo
sapere,
era una ragazza diversa non pensava che era venuta al mondo per
prendere marito
in tenera età in un paese disastrato dalla guerra, lei sognava di
conoscere
quei luoghi che tante volte aveva sentito citare dagli insegnanti dei
talìn,
culture, odori e sapori diversi.
Naomi,
la mamma l’aveva
chiamata così perché le piaceva tanto la pantera nera della moda, per
cui si trovò
molto imbarazzata quando alla fonte battesimale il prete nel battezzare
sua
figlia non pronunciò il nome della Santa che l’
avrebbe protetta.
-Naomi,
alzati devi andare a
scuola, è tardi!- Gridava a squarciagola dalla cucina, la madre che le
stava
preparando due toast con