La stazione.

La bambina stava in piedi dritta e impaurita.
 Stava davanti al padre che si era accovacciato facendo arrivare il viso all'altezza del viso della piccola.
< ma quando arriva?> chiese ansiosa.
< ora ... ha detto che veniva, lo sai che è sempre in ritardo!> rispose cercando di tranquillizzarla.
Il fumo della locomotiva, nel binario nove e tre quarti, nascondeva molti volti, colpa dell'assenza del vento.
< ma ... se arriva troppo tardi? Se sono già partita?> chiese ormai in preda all'ansia.
Il padre la guardò e sorrise.
La piccola Metis era una bambina di undici anni, bionda, con lunghi capelli morbidi e lisci.
Aveva gli occhi azzurri della madre ed il visino appuntito come quello del padre.
Era bellissima come lo era la madre che nel loro mondo, nel mondo magico, era conosciuta come fotomodella e non solo.
La bambina sorrise, segno che l'aveva scorta tra la folla, e ora correva ad abbracciarla.
Le si avvinghiò con le gambe intorno alla vita e le braccia strette intorno al collo.
< mamma!> affondò il visino nell'incavo tra il collo e le spalle e respirò il profumo della sua mamma.
< ehi topolino! Che c'è?! Non dirmi che eri in ansia?!> la tenne stretta tra le sue braccia e poi la liberò sorridendo.
Il marito si avvicinò e le posò un bacio sulle labbra.
< ciao, sei in ritardo!> la sgridò dolcemente.
< ciao! ... come al solito! ... mi perdonate?> chiese fingendosi pentita.
< l'importante che tu sia qui!> rispose divertita la bambina.
Mancavano pochi minuti alla partenza e loro tre erano sul binario a salutarsi come molte altre famiglie.
< davvero pensavate che non sarei venuta? Andiamo ... la mia primogenita parte per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e io non ci sono? Vergognatevi!> ridacchiò.
Padre e figlia arrossirono.
< io sapevo che saresti arrivata in tempo!> disse tranquillo.
< va bene avevo paura che tu non arrivassi ... > si imbronciò la piccola.
La madre spostò da una parte i voluminosi capelli rossi e la strinse a se posandola subito dopo con i piedi  per terra.
Il marito, biondo come la figlia, e lei, si accovacciarono per guardarla dritta negli occhi.
< e se finisco a tassorosso?!> chiese nuovamente in preda al panico
< a noi  non importa! Lo sai bene che una casa vale l'altra e che il cappello parlante vede oltre quello che gli altri vedono!> sorrise il padre incoraggiante.
< altrimenti non avrebbe mai messo tuo padre in Grifondoro!> sorrise maliziosa la madre.
< mi promettete di scrivermi tutti i giorni?> domandò un pò rinfrancata.
< tutti i giorni... e faremo i bravi!> rise la madre
< promesso!> ridacchiò il padre.
< se finisco in serpeverde nonno Harry si arrabbia, ma se finisco in grifondoro si arrabbia nonno Draco ... che devo fare?> saltellò da un piede all'altro.
< ascolta ... devi affidarti al cappello parlante ma se questo non ti sta bene, allora decidi tu! Qualunque  casa va comunque bene a noi non importa!> disse seria la madre posandole una mano sulla spalla.
< sai, io credo di essere finito in grifondoro perchè dovevo stare con tua madre!Ma questo non dirlo a nessuno... e poi ricorda, tu devi essere sempre te stessa. Sei una ...> il padre la invitò a concludere
< Malfoy!...> sorrise
< e una ...> chiese la madre.
< Potter!...> rispose ridendo.
Il capostazione fischiò, la bambina si staccò dai genitori e salì sulla carrozza.
Vide il padre circondare la vita della madre e lei ricambiare. Li  vide sorridere nella sua direzione rassicuranti.
Il treno si mosse e lei sollevò una mano salutandoli, rossa in viso dall'emozione.
< ci vediamo a Natale!> dissero in coro.
< ci vediamo a Natale!> rispose lei sorridendo finalmente felice.
Anche per la piccola Metis Malfoy stava per iniziare la sua grande avventura!