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Autore: Daphne_Descends    14/03/2010    2 recensioni
Cassandra è una trovatella con un passato misterioso ed una rara abilità. Lei riesce a vedere. Mostri spaventosi che non appartengono al suo mondo.
Non sa nè perché, nè chi siano, non conosce altro che domande.
Fino a quando sembra che tutti inizino ad interessarsi al ciondolo di sua madre.
E così inizia il viaggio di Cassandra, alla scoperta della verità e di risposte che solo due misteriosi viaggiatori possono darle. Attraversando mari e paesi, in cerca dei colori mancanti per completare la tela della sua vita.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 4: Discovering

 

 

«Ho aspettato fin troppo! Rivoglio i miei soldi!»
«Cerca di calmarti, Frank, non vorrai fare una scenata».
«Non mi interessa, Rose! E’ da un mese che quel ragazzo mi deve trenta denari!»
«Frank, non costringermi a minacciarti. Harry pagherà tutto e adesso sparisci che dobbiamo lavorare» Rose allungò un dito verso la porta, guardando eloquente il signor Wilbey. Quello scosse il capo esasperato e sibilò «Non è finita qui, Rose. Non puoi difenderlo per sempre».
«E’ uno dei miei ragazzi. Lo difenderei fino alla morte».
Frank se ne andò, scontento.
«Ti ringrazio, Rose, ma non avresti dovuto esporti in quel modo. Non voglio causarti più guai di quelli che ho già portato».
«Non dire stupidaggini, Harry, e ora fila a lavorare, come pretendi di guadagnare, altrimenti?».
Se ne andò, burbera, borbottando di compiti da portare a termine e di giovani scansafatiche.
«Rose è molto buona» commentò dolcemente Elisha, mentre tornava in sala con Cassandra «Cerca sempre di aiutarci, anche se lei stessa potrebbe rimetterci. Sono davvero felice di averla conosciuta».
Cassandra si limitò ad annuire, pensierosa. Era vero, Rose era sempre gentile e generosa con tutti, anche se per questo lei stessa finiva nei guai.
Prima con lei. L’aveva accolta da bambina, senza sapere nulla sul suo passato e dopo averla scoperta a rubare nel magazzino.
Poi era arrivato Harry, in cerca disperatamente di un impiego. Era già indebitato, all’epoca, ma Rose gli aveva dato un lavoro, nonostante molti cercassero di dissuaderla. Si diceva che fosse un lavativo, un delinquente. Ma si fidò di lui. Aveva un ottimo intuito Rose, sapeva riconoscere all’istante le brave persone. Ed Harry era una di quelle.
Non faceva mai una piega alle continue fughe di Cassandra, come non si arrabbiava degli infiniti debiti del ragazzo. Si limitava ad aiutarli e pregare che un po’ di buonsenso si sarebbe mostrato anche in loro.
 

***

 
«Signorina Cassandra, che deliziosa sorpresa! Ero giusto intenzionato a chiedervi se anche stasera vi sareste occupata di noi».
La ragazza sorrise, avvicinandosi al tavolo tre.
«Certo, signor Henry. Cosa volete che vi porti?»
Il biondo ci pensò per qualche istante, poi decise «Mi piacerebbe provare la bistecca di manzo».
«Con della birra?»
«Sarebbe perfetto» spostò gli occhi sul ragazzo che si trovava di fronte, in attesa.
«Anche per me» mormorò lui, con il solito tono di voce distaccato, che ormai aveva imparato a riconoscere.
«Torno subito» annuì, dirigendosi velocemente verso la cucina.
La fiera era quasi conclusa e il numero di clienti era sceso. Potevano addirittura prendersi un attimo di respiro tra una portata e l’altra.
Henry capitava che le si avvicinasse per fare una chiacchierata, dopo l’orario di cena. Era piacevole parlare con uno straniero, poteva portare delle notizie interessanti.
Aveva saputo che a Maitland, oltre il mare, c’erano problemi per la successione al trono. Nella vicina Elwood i campi rendevano meno del previsto e l’inflazione aumentava.
A Brigham il re pretendeva di emanare un editto per cui tutte le fanciulle del regno avrebbero dovuto essere a sua completa disposizione.
Notizie che non sarebbero mai arrivate a Glenville, se non dopo diversi mesi. E allora non sarebbero più state delle novità.
Era piacevole parlare con Henry. Sapeva come catturare l’attenzione del suo interlocutore.
Il suo compagno di viaggio, invece, era il suo esatto opposto. Non parlava con nessuno e stava sempre per fatti suoi. Nemmeno Harry e la sua parlantina erano riusciti a strappargli qualche mugugno in più. Compariva solo agli orari dei pasti e poi spariva di nuovo. Non era piacevole trovarselo davanti all’improvviso, con i suoi vestiti scuri e lo sguardo freddo. Ma i suoi occhi blu incantavano. Più di una volta Cassandra aveva desiderato poterli guardare senza venirne gelata. Ma non osava farlo.
«Ecco. Se avete bisogno ancora di qualcosa chiamatemi pure» poggiò i piatti e i boccali di birra sul tavolo, sorridendo.
«Grazie mille. Posso chiedervi una cosa?»
Cassandra annuì, confusa. Gli occhi azzurri di Henry si posarono sulla catenella che aveva al collo.
«Non ho potuto fare a meno di notare che indossate una collana. Come mai la tenete nascosta?»
Un brivido le percorse la spina dorsale. Non sapeva nemmeno lei il perché, ma la inquietava il fatto che in molti sembrassero interessati al suo ciondolo. A partire dall’essere di qualche pomeriggio prima.
«E’ più comodo così. Non mi impiccia» rispose cauta, mantenendo un tono cortese.
«Capisco. Ma sarei piuttosto curioso di vederla, adesso. Posso?» nonostante l’aria leggera, capì che non avrebbe accettato un no come risposta.
«Certo» tirò fuori dalla veste il ciondolo, sentendo gli sguardi dei due puntati addosso, e glielo mostrò.
Gli occhi di Henry si illuminarono «Molto bello davvero. Dove l’avete preso?»
«Era di mia madre. Ce l’ho da quattordici anni».
Il biondo sembrò stupito «Scusate l’ardire, signorina Cassandra, ma posso chiedervi la vostra età?»
Lei aggrottò la fronte, riponendo al sicuro la collana «Ho diciannove anni».
«Diciannove? Chi l’avrebbe mai detto! Giusto due in meno di Thomas!»
Thomas?
Fu solo quando il ragazzo dagli occhi blu fulminò l’uomo che capì. Era lui Thomas.

Thomas.
«Come siete giovani! Mi ricordo che alla vostra età ero solito fare stragi di cuori. Invece la vostra mente mi sembra sempre occupata da altro» Henry si lasciò andare ai ricordi, sotto lo sguardo infastidito dell’amico e quello imbarazzato di Cassandra.
«L’amore è la più potente delle magie, ricordatevelo Cassandra» le sussurrò, un sorriso affettuoso sul volto.
Lei annuì, confusa, e li lasciò mangiare in tutta tranquillità.
 

***

 
Sistemò le sedie, mentre gli ultimi clienti discutevano al bancone del bar. Era quasi orario di chiusura e in molti si erano ormai ritirati nelle loro camere.
«Cassandra?»
Si girò, trovandosi di fronte il viso sorridente di Henry.
«Signor Henry, siete ancora in piedi?»
«Volevo salutarvi. Domani mattina ripartiamo e temevo che non ci saremmo visti».
«Oh, partite già?» chiese con una punta di delusione. Si era divertita con l’uomo, le dispiaceva molto vederlo andare via.
«Esatto. Dobbiamo proprio tornare a casa. Ma sarei lieto di incontrarvi ancora, se mai veniste a Maitland».
«Sarebbe un piacere» gli sorrise.
«Vi ringrazio per esservi presa cura di noi in modo così amabile. Permettetemi di affermare che siete stata la conoscenza migliore di questo nostro viaggio» le prese delicatamente una mano e la baciò.
Cassandra ringraziò della luce soffusa della sala, perché il rossore sulle sue guance non sarebbe passato facilmente inosservato.
«A presto, spero».
«Sì, arrivederci».
Rimase a fissarlo, mentre si dirigeva al piano superiore, ma quando raggiunse le scale, il suo sguardo non poté non posarsi sul ragazzo moro, appoggiato alla balaustra. La stava fissando con i suoi occhi blu, in silenzio. Le lanciò un’ultima occhiata penetrante e si voltò, decidendosi a seguire il suo compagno.

Thomas. Strano come avesse conosciuto il suo nome solo prima che partissero. Con una morsa alla gola si ricordò delle domande che gli aveva fatto. Domande a cui lui non aveva risposto.
Si morse un labbro. Era l’unico che vedeva, oltre a lei, non poteva lasciarlo andare così, senza neanche una misera spiegazione.
Ma cos’altro poteva fare?
 

***

 
Correva.
Attorno a lei c’era solo il buio, non riusciva nemmeno a distinguere la direzione in cui stava scappando. Sapeva soltanto che non poteva fermarsi.
Il gelo avvolgeva ogni cosa, anche il suo cuore.
Inciampò e cadde a terra; calde lacrime iniziarono a bagnarle le guance senza che potesse fare niente per fermarle.
Si rimise in piedi a fatica e riprese la sua fuga disperata, sentendo un fruscio alle sue spalle che la spinse ad aumentare la velocità.
Ma incespicò nuovamente e l’odore dell’erba umida le penetrò nelle narici, quando sbatté con il viso contro il terreno.
E si arrese, incapace di muovere un singolo muscolo, con il respiro affannato e i battiti del cuore che le rimbombavano nelle orecchie.
Si girò sulla schiena, sentendo la presenza avvicinarsi. In un attimo, nella completa oscurità del posto, una mano, lunga e fredda, raggiunse il suo volto.
Paralizzata dalla paura, non un singolo rumore uscì dalle sue labbra serrate.
E poi, quella mano già conosciuta si bloccò. Sul suo ciondolo.
Fu solo quando sentì tirare la catenella, che riuscì ad aprire la bocca e urlare con tutte le sue forze.

 
Cassandra spalancò gli occhi di scatto, trovandosi a fissare il soffitto bianco della sua stanza. Si portò d’istinto una mano al medaglione, continuando ad ansimare.
Poi sospirò. Un incubo.
Si mise a sedere, spossata, e si asciugò il sudore con l’altra mano. Aveva spinto le coperte ai piedi del letto e, da lì, penzolavano sul pavimento.
La finestra aperta faceva entrare uno spiffero d’aria; Cassandra si alzò con le gambe che tremavano ancora, come se avesse davvero corso con foga, e si diresse verso quella fonte di sollievo.
La luna crescente brillava alta nel cielo scuro e le stelle erano perfettamente visibili. Chiuse gli occhi e respirò profondamente, lasciando che l’aria fresca le asciugasse il sudore.
E fu in quel momento che un piccolo dettaglio le si affacciò alla mente: quando era andata a dormire, la finestra era chiusa.

 

 

 
 
 

Come vi avevo annunciato, gli aggiornamenti non saranno affatto regolari. Spero comunque che continuerete a seguire questa storia, perché ne sarei davvero lieta.
Grazie per aver letto.
Emily Doyle: Beh, temo che per avere la risposta a tutti i tuoi dubbi, ci vorrà ancora parecchio! XD E questo capitolo di certo non aiuta a sbrogliare la matassa!
Ghen:
Siete proprio curiose! Ma purtroppo per il momento non posso svelarvi niente! Non avete idea di quanto mi dispiaccia! In questa storia tutti nascondono qualcosa. Ma almeno ora sappiamo il nome del ragazzo, anche se ammetto di aver fatto fatica a trovarne uno che gli stesse bene. Spero ti sia piaciuto questo capitolo!
Grazie a chi l’ha aggiunta tra le preferite e le seguite!
Alla prossima!

   
 
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