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Autore: Ranessa    29/07/2005    10 recensioni
"Devi rivelare a Lord Voldemort dove si trova il nascondiglio dei Potter" mi dice Silente, gli occhi che brillano dietro le lenti dei suoi occhialetti a mezzaluna "E devi farlo al più presto"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Minus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[ I solemny swear that I am up to no good ]


Non avrei mai pensato che un giorno sarei stato convocato addirittura nel suo ufficio, io che a differenza di altri non ho mai fatto nulla di particolarmente importante per l'Ordine. Eppure eccomi qui, a tormentarmi incessantemente le mani , nervoso sotto lo sguardo severo dei precedenti Presidi di Hogwarts che mi fissano inquietanti dalle pareti di questa stanza così bizzarra, nella quale nulla è cambiato dall'ultima volta in cui vi sono stato, quando ancora ero uno studente e Sirius e James ne avevano combinata una delle loro, coinvolgendo immancabilmente anche me.
Silente mi osserva attentamente dall'altra parte della scrivania, con un esile sorriso dipinto sulle labbra che però non raggiunge i suoi cristallini occhi azzurri, facendomi intuire che molto probabilmente non sono felici le notizie che ha da darmi.
"Grazie per essere venuto, Peter"
Annuisco, non sapendo cos'altro rispondere.
"Nessuno sa che sei qui?"
"No... nessuno"
"Bene... bene" poggia i gomiti sul legno scuro della scrivania, incrociando le mani sotto il mento appuntito, nascosto dal candore della lunga barba "Peter... ti ho chiesto di incontrarmi qui perchè l'argomento di cui dobbiamo discutere è molto... delicato" la sua voce, quella che in ogni situazione ricordavo essere sempre calma e tranquilla, sicura, adesso vibra incerta, aumentando in me il carico di angoscia e preoccupazione che mi porto dietro da quando due giorni fa ho trovato la sua lettera sul davanzale di una delle finestre di casa mia.
"Peter, sicuramente ti ricordi... di Sibilla Cooman..."
Sgrano gli occhi, chiedendomi come ci si potrebbe dimenticare di una donna come quella...
Chiedendomi cosa possa c'entrare con l'Ordine...
Silente estrae la bacchetta dalla manica della veste che indossa, agitandola leggermente in aria. Sopra le pergamene che ricoprono disordinatamente la scrivania compaiono un foglio e quello che sembra essere un Pensatoio. Il Preside mi fa cenno di leggere la pergamena ingiallita. All'inizio penso ad uno scherzo, a una filastrocca il cui significato, sempre che ci sia, non riesco a comprendere. Poi...
Poi leggo fino in fondo.
Quando termino la lettura la pergamena si accende di un azzurrino fuoco freddo e si accartoccia scoppiettante tra le mie mani.
Alzo gli occhi su Silente, come suo solito non si è perso in stupidi quanto inutili preamboli.
Questa storia non mi piace affatto.

"Cosa... cosa significa?"
"Sibilla Cooman ha pronunciato la Profezia che hai appena letto, Peter..."
"Non credo di comprendere appieno... Professore"
Lui sospira, sfilandosi distrattamente gli occhiali e stringendo tra le dita la radice del suo lungo naso così come fa chi non vuole pensare a ciò che sta per dire, a ciò che sa, chi è stanco e incredulo. Eppure, quando li riapre, i suoi occhi sono sereni, tranquilli.
"Secondo quella Profezia, Peter, c'è un bambino, nato alla fine di luglio, il cui destino è indissolubilmente legato ad un... uomo che i suoi genitori hanno sconfitto tre volte. Un bambino che è destinato a fare grandi cose..."
"Molti bambini sono nati alla fine di luglio, Preside..." replico, cauto.
31 luglio 1980.
31 luglio 1980, è l'unica cosa che riesco a pensare.
Silente mi osserva, ha nuovamente indossato i suoi buffi occhialetti.
"Peter, in quel Pensatoio sono racchiuse alcune visioni che la Professoressa Cooman ha... recentemente avuto. Credi di potervi assistere, insieme a me...?"
Lo guardo dritto negli occhi.
Non riesco davvero ad immaginare cosa possa volere da me.
Non apro bocca.
Allungo la mano destra e mi faccio risucchiare dal vortice azzurrino che riempie il Pensatoio.

+ + + + + + + + + +

*La casa è quella di Lily e James, l'ho riconosciuta immediatamente.
Le pareti del corridoio rosa pastello, le cornici dei quadri dorate, la porta bianca della cucina leggermente scheggiata in un angolo... Tutto molto anni '60, come piace a Lily.
Ma c'è qualcosa che non va.
Il vaso di fiori sul basso tavolinetto vicino alla porta d'ingresso è a terra, in mille pezzi, i tulipani bianchi sparsi sul pavimento. L'acqua si allarga sulla moquette in una grossa macchia scura.
La foto dell'ultimo giorno di scuola appesa alla parete, quella dove Sirius ride e fa le corna a James, pende da un lato, completamente storta.
La porta del salotto è divelta dai cardini ramati, ostruisce il passaggio nel corridoio.
Ma noi siamo incorporei in questa assurda visione che in realtà scorre davanti ai miei occhi più veloce di quanto non pensi, così mi ritrovo all'interno della stanzetta accogliente, quella con i divani di stoffa verdolina e il caminetto sempre acceso... James è sdraiato sul pavimento, a pancia sotto. Una mano aperta vicino alla sua bacchetta spezzata. Gli occhiali rotti pochi passi più avanti. Un rivolo di sangue lungo le labbra.
Apro la bocca... NOOO!
Ma non sono stato io a gridare.
La stanza del bambino, Lily lo tiene in braccio, "Harry no... ti supplico", Lui le sta davanti, non Lo vedo in volto, Lily cade a terra, gli occhi verdi sbarrati, Lui guarda Harry, alza ancora la bacchetta, "Avada Kedavra", il raggio di luce rossa parte, torna indietro, Lo colpisce, Lui si dissolve, muore, Harry continua a strillare... Non ho tempo di piangere, urlare, chiedere spiegazioni a Silente, pregare che non sia realmente questo il futuro... La visione mi porta via...
L'ultima cosa che vedo è una saetta.*

*Silente mi mette una mano sulla spalla, mi costringe a guardarlo, ho le guance rigate dalle lacrime.
Adesso siamo nella Londra babbana. La sera si sta avvicinando rapidamente, l'oscurità comincia ad inghiottire gli ultimi raggi rosati di sole. Pioviggina. Fumo si alza lentamente dai tombini e vedo la gente affrettarsi per le strade, stringendo spasmodicamente tra le mani piccoli ciondoli argentati che porta al collo. Le donne camminano svelte sui loro tacchi alti, escono velocemente dagli ultimi negozi aperti... pochi. Le saracinesche sono quasi tutte calate, uomini armeggiano con le chiavi di casa dentro ad androni scuri, osservando con occhi preoccupati i vicoli circostanti. Due bambini giocano schiamazzando con un pallone rosso, senza accorgersi della donna che a grandi passi si dirige verso di loro.
"Cosa diavolo ci fate ancora qui?" afferra uno dei due per il colletto della camicia, schiaffeggiandolo violentemente su una guancia "Il coprifuoco comincia fra meno di dieci minuti!! Cos'è? Non vedete l'ora di prendervi una bella Cruciatus?" grida isterica, prendendo l'altro bambino per mano e cominciando a trascinarli entrambi lungo il marciapiede, visibilmente angosciata.
"Cruciatus?" domando sorpreso rivolto a Silente, che osserva la scena con le mani intrecciate dietro la schiena... E' evidente che non è certo questa la prima volta in cui assiste a tutto ciò. "Ma sono babbani... come...?"
Il Preside si volta a guardarmi. Non dice nulla.
"Ma mamma... la nostra palla..." protesta uno dei bambini.
Il pallone rosso è rimasto a margine della strada. Abbandonato.
La donna non si volta nemmeno a guardare.
"Lasciatela lì."

Spariscono dietro a una curva, giusto pochi istanti prima che un folto gruppo di persone compaia sul marciapiede, materializzandosi con dei sonori *pof*.
Indossano mantelli neri.
E maschere argentate.
Si guardano intorno, fanno qualche passo. È facile comprendere che sono alla ricerca di coloro che per qualche motivo non hanno rispettato il coprifuoco.
Una voce stridula di donna davanti a me, attraverso la stoffa del suo cappuccio scuro, dice che è un peccato, che aveva voglia di divertirsi un po'.
La riconosco.
È Bellatrix Lestrange.
Mi è difficile credere che non si *divertirà* semplicemente perchè la gente ha imparato a chiudersi in casa la sera. Perchè è questo che fanno i babbani adesso, vero?
La via londinese comincia lentamente a sbiadire.
Bellatrix Lestrange si volta.
Non sa che mi sta fissando negli occhi.*

*La grandine batte violentemente sui vetri delle finestre.
La stanza in cui ci troviamo è illuminata fiocamente da poche candele, ma non riconosco la casa. Non vi sono mai stato prima. Silente è ancora al mio fianco, sebbene non mi abbia rivolto una sola parola in tutto questo tempo. E mi chiedo come Sibilla Cooman abbia potuto avere queste visioni del futuro, lei che l'ultima volta in cui l'ho incontrata, all'incirca due anni fa, mi ha afferrato per un braccio con aria contrita dopo avermi studiato attentamente per un paio di minuti e ha predetto la mia morte, la quale sarebbe assolutamente avvenuta entro la fine di quell'anno. Poi mi ha preso la mano, tenendola però solamente per un dito e ha fatto un gesto strano, come per tagliarlo via... Devo davvero fidarmi di queste sue visioni...?
Mi guardo intorno spaesato, non sapendo cosa aspettarmi da quello che spero sia l'ultimo episodio a cui dovrò, mio malgrado, assistere. Attendiamo, fino a che una porta sul fondo della stanza non si socchiude appena, lasciando filtrare un sottile filo di luce che giunge fino ai nostri piedi, come invitandoci a proseguire... ad entrare.
Troviamo un salotto, ampio, con le finestre che offrono una piacevole visuale di un giardino verde, ben curato. Sposto lo sguardo per la stanza e lo vedo, lì sul pavimento, come James ...James..., un uomo. Sul tappeto una donna, suppongo sia sua moglie, e una furia nera sopra di lei, anche lui si *diverte*... come Bellatrix, e poi il tempo comincia a scorrere più veloce, sempre più veloce, vedo il Mangiamorte alzarsi, un pugnale argentato tra le mani, la donna urla, un'altra porta si socchiude appena, è uno sgabuzzino, singhiozzi soffocati, il Mangiamorte alza la testa, cammina, spalanca la porta, c'è una bambina seduta lì dentro, gli occhi sbarrati...
La realtà intorno a noi si stempera di nuovo... nei miei occhi c'è solo il Mangiamorte... in piedi di fronte alla bambina...*

E' un attimo e siamo nuovamente nell'ufficio di Silente. Io seduto al mio posto, lui dietro la sua scrivania.
"Se... se fossimo rimasti ancora..." comincio a balbettare incerto dopo qualche minuto, dopo aver fissato il Preside con occhi sbarrati per qualche minuto "avremmo visto altro... vero?" mi accorgo di star stringendo con mani tremanti i braccioli della mia sedia.
Le porto in grembo.
Tento inutilmente di fermarle.
Silente mi guarda sconsolato, quando prende la parola sembra più vecchio che mai.
"Peter... la prima visione..." chiudo gli occhi, non voglio ascoltare "è il futuro così come l'ha predetto Sibilla Cooman. Harry Potter è il bambino della Profezia che hai letto, Peter, colui che è destinato ad uccidere Lord Voldemort."
Non riesco ad impedire che un fremito mi corra lungo la schiena al suono di quel nome diabolico.
Ma riapro gli occhi. Voglio fissare Silente in volto.
"Ancora non capisco. Come può questo c'entrare con me...?"
Lui però ignora la mia domanda, continua invece a spiegare, anche se, alle mie orecchie, ogni sua nuova parola suona più ambigua e incomprensibile della precedente.
"Il punto è, però, che Sibilla ha predetto anche un futuro alternativo, fatto degli altri episodi ai quali abbiamo assistito, Peter. Un futuro di morte e violenza, di guerra, in un mondo schiavo di Voldemort e dei suoi seguaci" il suo tono di voce si alza a mano a mano che prosegue, facendosi più aspro. "L'hai visto anche tu Peter, Mangiamorte per le strade, babbani pienamente consapevoli della magia e costretti ad inutili coprifuochi, maghi e streghe non più sicuri nemmeno nelle loro case... Voldemort dominerà sul mondo, e noi lo sappiamo..."
Fa una pausa, riprende fiato.
"Ma questo, come ho già detto, è un futuro alternativo, che non avrà modo di esistere... se si avvererà la prima delle visioni di Sibilla Cooman... se Harry Potter ucciderà Lord Voldemort."
Conclude, intrecciando le mani sulla scrivania.
Probabilmente si aspetta che io dica qualcosa, ma non ne ho la forza, sono impietrito, perchè ho capito ormai... dove vuole andare a parare.
"Peter, se Colui-che-non-deve-essere-nominato" trovo così strano che ora lo chiami in questo modo "non andasse a casa di Harry Potter, e non morisse quella notte per mano sua, il futuro di questo mondo..." annuisco, per fargli intendere che sì, ho capito. Il Custode Segreto ha finalmente compreso.
Allora lui si alza, incombendo su di me ancora seduto.
"Devi rivelare a Lord Voldemort dove si trova il nascondiglio dei Potter" mi dice Silente, gli occhi che brillano dietro le lenti dei suoi occhialetti a mezzaluna "E devi farlo al più presto"
Io non riesco nemmeno a pensare.
Riesco solo ad alzare gli occhi su di lui.
Tornare a stringere i braccioli della mia sedia.

+ + + + + + + + + +

Non dormo.
Percorro a grandi passi il pavimento marcio del mio monolocale, così squallido che nemmeno i ratti hanno il coraggio di avventurarvisi. Quale sottile ironia...
Risento le parole di Silente, rivedo quella bambina, e il Mangiamorte in piedi di fronte a lei. Rivedo Colui-che-non-deve-essere-nominato e il regno di sangue e terrore nel quale in quella visione è riuscito a stringere i popoli magici e non della Terra. Ripenso alle ovvie conseguenze che un suo dominio comporterebbe.
Mi sforzo di non rivedere con la mente anche James e Lily.
Il loro bellissimo figlio...
La bambina Peter.
Pensa alla bambina...

Mi materializzo al limitare della Foresta Proibita, l'ora è tarda.
Sarei comparso volentieri direttamente nel camino di Silente, per essere sicuro di non cambiare idea nel lungo tragitto che c'è da qui al suo studio, ma non c'è un camino dal quale poter partire in casa mia... Fortunatamente non ho mai patito il freddo...
Quando arrivo al gargoyle di pietra lo trovo aperto, come se stesse attendendo proprio me, il traditore... Salgo sul primo gradino, arrivo alla porta di legno, entro senza nemmeno bussare, Silente è seduto alla sua scrivania, mi guarda come per dirmi lo so, lo so che è difficile. No, no, nessuno lo saprà mai.
E raggiungo il centro dello studio, nauseato dal rumore dei miei stessi passi sul freddo pavimento di marmo. Per un po' non parliamo, io mi giro nervoso da una parte all'altra della stanza, le mani sui fianchi, le mani sulla fronte, le mani tra i capelli.
"Dovrei... dovrei unirmi a Lui?" la mia voce suona rabbiosa, rimbomba cupa tra le pareti "Non solo dovrei far ammazzare Lily e James" ancora non avevo avuto il coraggio di dirlo ad alta voce "ma anche diventare uno dei Suoi servi??!"
"Solo fino a quando il piccolo Harry non lo avrà ucciso" il suo tono pacato è ciò che di più osceno abbia mai sentito in vita mia "dopodichè sarai nuovamente libero"
"I Mangiamorte verranno arrestati..." come diavolo faccio a pensare a me in questo momento??
"Ma non tu... ti faremo trasferire in un'altra città, sotto falso nome..." finalmente una misera traccia di vergogna nella sua voce...
"Ti faremo...?"
Silente abbassa lo sguardo.
La bambina Peter.
Pensa alla bambina...
"E se qualcosa dovesse andare storto?"

   
 
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