Ecco, questa one shot è esattamente il "sogno che diventa realtà" di tanta gente XD
Anzi, più che altro è la concretizzazione di una speranza che stava morendo in molte persone...
Oh, scrivere "London" è stato peggio di un travaglio XD
Bene, due paroline prima di lasciarvi: ringrazio la "catenina" di Manu che mi ha ridato, non so come, la voglia di continuare questa storia sconnessa e senza senso! E poi grazie anche a tutte quelle pazze che mi hanno rotto l'anima affinchè scrivessi questa benedetta shot (:
Ed ora, vi lascio alla lettura!
Un bacio, Rox.
London:
the
dream comes true!
“Dai,
ti
prego!”
“Kristen, ho
detto che non è possibile...” ribadì
per l’ennesima volta. Sbuffai.
“Ma che ti
costa!” lo pregai, di nuovo.
“Kristen, i
dirigenti non vogliono correre rischi” mi spiegò,
serio “potrebbero vederti
occhi che non devono. Ci vivete da abbastanza tempo in questa
situazione da
sapere come comportarvi, come vanno le cose e
com’è che funz...”
“Sì, è ci
viviamo da così tanto tempo da sapere anche che mi sono
rotta le scatole!”
risposi contrariata.
“Poi Robert
sta lavorando qui” riprese “e tra poco
tornerà a L.A., cosa ti costa
aspettare?”
Rimasi a
bocca aperta. “Tra poco? Tu, un mese intero, lo chiami
poco?!” gli chiesi,
scioccata.
“Sì, ma dopo
girerete insieme, ti ricordo” precisò. Non mollava
l’osso. A
me Robert mancava da morire, e lui parlava
solo di tempo, di dirigenti, di possibilità, di
come
funzionano queste cose, con una freddezza
matematica che mi faceva saltare i nervi. Allora era di business che
stavamo
parlando? Benissimo...
“Nick,
come
sta Robert?” gli chiesi tranquilla, lasciandolo un attimo
senza parole.
“Bene...”
rispose sicuro “si sta impegnando tantissimo in questo nuovo
progetto, sta
lavorando sodo...”
“Nick” lo
interruppi “vuoi che ti ricorda con chi stai parlando? Non
sono la Summit, sono
la sua ragazza e tu sai benissimo che io so come sta veramente
Robert!” Male, ecco come stava...
Come stavo
io, d’altronde. Erano due mesi interi che ci sentivamo solo
per telefono, senza
vederci neanche un minuto, se non sui giornali o in tv. “Come
pensavo” ripresi,
sicura di me, approfittando del silenzio dall’altra parte,
“e tu sai benissimo
che Robert, se non sta bene emotivamente, non dà il meglio
di sé, anche se
cerca in tutti i modi di nasconderlo, e se Robert Pattinson non
è fantastico, i
grandi capi non sono contenti,
giusto?”
gli domandai, sentendo già il gusto della vittoria.
“Già...”
ammise, mormorando.
“E tu sai
anche cosa, o meglio chi, ci vuole in questo
momento per Robert, giusto?” Sospirò: avevo il
coltello dalla parte del manico.
“Quindi?”
mi
chiese.
“Kristen a
Londra, Robert felice, i dirigenti entusiasti!” conclusi
“Prenota il volo per
domani mattina! E non lo dire a Robert, voglio fargli una sorpresa!
Ah... grazie
mille, Nick!”
“Ma non è Natale” rispose lei, schietta.
Robert si abbassò alla sua altezza, e le chiuse la zip della
giacca. “Sì, ma c’è sempre un
po’ di vento.”
“Joy, per caso devi andare in bagno?” le chiesi.
“No, mamy!” mi disse sicura.
“Sicura? Guarda che casa della nonna è un
po’ lontana, dovrai
aspettare poi...” la avvertii, ma lei scosse la testa decisa.
“Okay, però ora vieni
qui e non lasciarmi la mano, andiamo fuori ad aspettare i nonni mentre
papà
prende le valigie” le dissi, prendendola per mano. La piccola
annuì, tenendo
stretta a sé, con la mano libera, una delle sue tante
Barbie, che aveva
torturato in aereo durante il viaggio. Come avevo previsto fin dal
momento che
Joy ne aveva espresso desiderio, eravamo partiti per Londra. Era la
prima volta
che affrontava un viaggio così lungo, ma sembrava non
essersi nemmeno accorta
di ciò che aveva fatto: dodici ore di aereo, con tanto di
scalo a New York e
fuso orario, non era esattamente una passeggiata. E poi stava per
visitare, per
la prima volta, il posto dov’era cresciuto suo padre e dove
aveva lasciato un
pezzo del suo cuore ma credo che per questo il più eccitato
tra i due non fosse
di certo lei.
“Non ancora...” gli risposi, guardandomi in giro.
“Mamma?” mi chiamò la piccola
“...mi scappa la pipì!” disse,
cominciando a saltellare. Sbuffai.
“Joy, ora aspetti, ti avevo avvertita!” la
rimproverai. Mi guardò
triste.
“Ma mi è venuta ora!”
piagnucolò.
“Dai, Kris, è un bisogno fisiologico”
intervenne Robert, ovviamente in
difesa della figlia
“quando scappa, scappa!” Lo fulminai con uno
sguardo – perché doveva sempre
darmi torto? – e poi abbassai lo sguardo su Joy che,
guardandomi con sguardo
supplichevole, annuiva appoggiando la teoria del padre.
“Va bene, ma ti accompagna papà” mi
arresi. La piccolina sorrise,
girandosi verso il padre. “Ma se mi rapiscono, scippano
qualche valigia o
narcotizzano, sappiate che sarà colpa vostra e mi dovrete
avere sulla coscienza
per tutta la vita!”
“Andiamo, papi!” gli disse Joy, ignorandomi e
completamente, e
tirando Robert verso l’interno dell’aeroporto.
Sbuffai, sedendomi su una
valigia e aspettando che arrivassero i miei suoceri, mentre Robert e la
bambina
erano dentro. Mi ritrovai a fissare i passanti: persone che arrivavano,
persone
che partivano, un viavai e una frenesia continua che non smetteva mai e
andava
avanti ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Una
ragazza,
sola, con uno zaino in spalla, catturò la mia attenzione:
aveva appena varcato
la soglia delle porte automatiche, che subito era entrata in una
macchina
parcheggiata lì davanti, come se avesse paura di essere
vista. Sorrisi
involontariamente.
“Dove sei,
con chi sei e cosa stai facendo” gli ordinai.
“Stai male
Kris?” mi chiese, sospettoso.
“Non mi hai
risposto” gli feci notare.
“Sono in
camerino con la mia amante a fare sesso sfrenato... ma stai male sul
serio?” mi
domandò di nuovo.
“Se è la
verità lo scoprirò, non ti preoccupare
amore!” lo avvertii, facendolo ridere.
“Allora,
solo una delle mie tre affermazioni è vera: scegli tu
quale!”
“Spero sia
la prima, altrimenti ti uccido, come minimo...Giura solo che non devo
aspettarmi sorprese, come dire, poco
desiderate” dissi, ironica.
“Ma
sei
impazzita?” mi chiese di nuovo, ridendo. Tornai seria.
“A parte gli
scherzi, sei in camerino, solo?”
“No, sono
con la mia amante... ops, ti ho dato la soluzione!” Sorrisi.
“Robert, se
non sei solo, non posso fare una cosa...”
“Cosa?”
chiese curioso, ora.
“Ah, non mi
hai risposto!” gli feci notare, facendolo sbuffare.
“Sì, sono da
solo... Allora che cosa?”
“Se mi hai
detto una cazzata, la paghi eh?” lo minacciai, poi tornai
più seria. “Beh, non
potrei fare questo...” dissi chiudendo il cellulare con uno
scatto e aprendo la
porta...
“Alla toilette danno anche gli Smarties ora?” gli
chiesi ironica,
seguendolo con uno sguardo micidiale finché non si
fermò di fronte a me.
“Doveva assaggiarli, Kris! Sai che sono molto meglio degli
m&m’s...” mi spiegò. Sbuffai.
“Vuoi, mamma?” mi chiese la piccola, allungando la
manina con il
pacchetto.
“No, amore, grazie... mangiali tu, approfitta
finché puoi...” le
dissi, sorridendole “cioè finché non
uccido tuo padre!” conclusi, fulminando di
nuovo Rob con un’occhiataccia, ma lui mi sorrise.
“Caffè?” mi chiese, porgendomi il
bicchiere che aveva in mano.
“Grazie, ma non attacca Pattison!” risposi,
prendendolo e
cominciando a bere.
“Eccoli!” esclamò Joy, allegra.
“Nonna!” gridò, cominciando a
correre verso Claire, che stava scendendo dalla macchina parcheggiata
proprio
di fronte a noi.
“Joy! Mio Dio, come sei cresciuta!” disse mia
suocera, prendendola
in braccio e quasi commovendosi. Robert mi tese una mano e mi
aiutò ad alzarmi
dalle valige, così ci avvicinammo anche noi. “Rob,
Kristen, ciao!” ci salutò,
abbracciandoci affettuosamente uno alla volta, con Joy ancora in
braccio. “E’
andato bene il viaggio? Siete stanchi?”
“No che non sono stanchi, Claire!” rispose Richard,
il padre di
Robert, raggiungendoci dopo aver chiuso la macchina “Ti
dimentichi quanti
viaggetti si sono fatti questi due?” scherzò,
dando una pacca sulla spalla del
figlio, e facendoci sorridere al ricordo. “Signorinella, tu
sei stanca?” chiese
a Joy.
“Io no, lei un po’ sì...”
rispose, indicando la Barbie che aveva
in mano “ma è di plastica, quindi che
fa!” aggiunse poi, facendo spallucce.
“Allora portiamola a nanna, su!” suggerì
Claire, andando verso la
macchina, mentre Rob e il padre presero le valige e le caricarono sul
cofano.
Il viaggio, come avevo previsto, durò una
mezz’oretta, durante la quale Joy non
smise di parlare neanche un secondo, e fece domande a raffica sul
famoso regalo
che la aspettava a casa. Arrivammo a destinazione, dove ci aspettavano
Victoria
e Lizzie, le sorelle di Robert, che praticamente assalirono Joy
riempiendola
di coccole, e
lasciando me e Robert
liberi di disfare le valige e sistemarci nella sua vecchia camera.
“Wow” sospirai, sedendomi sul bordo del letto,
quando notai che
era esattamente come l’aveva – anzi, avevamo
– lasciata quasi quattro anni
prima. “Mi è mancata” ammisi.
“Già, anche a me” disse Robert,
sedendosi accanto a me e
stringendomi a sé. “Saranno stati un po’
anni del cavolo, ma devo ammettere che
è stato abbastanza divertente...”
continuò, sorridendo “vederti spuntare ogni
tanto, senza dirmi niente!”
“L’ho fatto solo una volta!” precisai
ridendo.
“Ma è stata di sicuro la sorpresa più
bella di tutta la
mia vita” disse, dandomi un bacio “
quel giorno, praticamente, mi ha dato tutto!”
“Non sono
pazza, mi mancavi troppo” confessai, tirandolo verso il
letto, sul quale
cademmo uno sopra l’altro, e ricominciando a baciarlo.
“Ciò non
toglie il fatto che sei pazza!” ripeté, dandomi un
altro bacio e stringendomi a
sé.
“E i tuoi
genitori? Voglio salutarli...”
“Hanno
accompagnato quella pazze delle mie sorelle a fare shopping, torneranno
tra un
paio d’ore” mi rispose con le labbra tra i miei
capelli, dove lasciò un bacio.
Intrecciai la mia mano a quella che aveva sulla mia spalla,
accoccolandomi di
più a lui.
“Non vedo l’ora
che torni da me” gli sussurrai.
“Torno
presto Kris, manca poco” mi rassicurò
“poi non ci allontaneremo mai più, te lo
giuro...” Alzai lo sguardo e annuii, allungandomi verso il
suo viso per
baciarlo e ritrovarlo ancora lì, dove ci perdemmo insieme,
isolandoci dal mondo
e approfittando della casa libera...
“Mamma,
papà, guardate che mi ha dato nonna!”
urlò Joy, entrando
di corsa in camera e salendo sul letto con noi.
“Cosa, Joy?” chiesi, notando che non aveva niente
in mano o
comunque qualcosa di diverso.
“Nonno! Dai!” urlò, saltando sul letto,
allegra, quando Richard
entrò in camera portando una capanna enorme tutta rosa, con
delle immagini di
Barbie stampate sopra.
“Ecco a lei, signorina!” disse poggiando
quell’affare a terra. Joy
sgusciò giù dal letto e si infilò
nella capanna.
“Mamma, dormo qui stanotte!” disse, decisa
“e anche le zie, vero?”
chiese, rivolgendosi a Lizzie e Vicky, che si erano affacciate alla
porta.
“Mi sa che le zie sono un po’ grandi per starci
lì dentro” le
disse Rob.
“Ma io voglio dormire con loro!” si
lagnò, mettendo il broncio.
“Amore, se vuoi puoi dormire in camera di zia Lizzie o zia
Victoria e poi vieni a giocare nella tenda”
suggerì Richard, mentre usciva
dalla camera, facendole tornare il sorriso.
“Posso mamma?” mi domandò, con gli occhi
dolci e un sorrisino
furbetto. Annuii, dandole il permesso, così
cominciò a canticchiare allegra “che
bello, che bello!” saltando per la camera.
“Questa la lasciamo nella camera del tuo
papà?” le chiese Lizzie, indicando
la tenda, al che Joy si bloccò, e si girò di
scatto verso Robert.
“Questa è la tua cameretta,
papà?” gli domandò, curiosa.
“Sì, tesoro...” le rispose lui, dolce.
“E avevi i giochi qui da piccolo? E giocavi con gli altri
bimbi?”
continuò lei, mentre si guardava intorno, assorta.
“Soprattutto con le bimbe!” scherzò
Lizzie, facendo sorridere me e
Vicky, ricevendo invece uno sguardo inceneritore da Robert. Joy stette
un po’ in
silenzio, pensierosa.
“Anche con mamma?” chiese poi, incuriosita. Il
volto di Robert si
dipinse di bianco, e si girò di scatto per chiedermi aiuto,
ma fui solo in
grado di mormorare un non lo so con
il labiale: avevamo una figlia troppo perspicace. Robert si
schiarì la voce,
mentre pensava a cosa dire.
“Ehm, Joy... veramente la mamma non er...”
“Sì, tesoro, anche con la mamma” rispose
veloce Lizzie, ridendo “si
chiudevano ore in camera e non uscivano più!”
“E a cosa giocavate, papà?” chiese
ancora la piccola a Robert, che
in quel momento aveva una grande voglia di staccare la testa alla
sorella, come
fosse una barbie.
“Beh...” cominciò lui, in
difficoltà “è passato tanto
temp...”
“Ragazzi, è pronta la cena!” La voce di
mia suocera lo salvò in calcio
d’angolo, cosicché le ragazze uscirono dalla
camera e anche Joy le seguì,
prendendo per mano la zia.
“E zia? A cosa giocavano?” domandò di
nuovo.
“Al dottore, Joy...”
“Anch’io ci gioco con i miei
orsacchiotti!” esclamò lei, la voce
che si allontanava man mano scendeva le scale, mentre io e Robert
rimanemmo
seduti sul letto.
“Grazie, mamma!” sospirò lui, come se lo
avessero salvato da
chissà quale tortura psicologica. Scoppiai a ridere mentre
mi alzavo e lo
prendevo per mano, trascinandolo verso la porta per raggiungere gli
altri di
sotto. “Non ridere!” mi rimproverò.
“Scusa, solo che dovevi vedere la tua faccia: sei
sbiancato!” gli
dissi, continuando a ridere. Mi lasciò la mano e mi
abbracciò da dietro,
dandomi un bacio sul collo.
“Voglio proprio vedere come la prenderà quando
scoprirà che è
giocando al dottore in questa camera che mamma e papà
l’hanno concepita” mi
sussurrò, con un sorriso, all’orecchio.
“Papà!” gridò la piccola,
irrompendo in camera, tutta eccitata “Zia
mi ha detto che domani mi porta a vedere la giostra grande grande,
l’orologio
grande grande e gli uomini con il cappello nero lungo lungo! Che
bello!”
esclamò, sparendo di nuovo nel corridoio. Mi girai verso di
Robert, che aveva
stampato sul viso un sorriso enorme e orgoglioso.
“Credo che la prenderà più che
bene!”
Spazio mio, tutto tutto mio *______*
Allooooora, eccomi qui per ringraziarvi di tutte le recensioni che mi avete lasciato, ne sono veramente onorata (:
@ledyang: Non te l'aspettavi, dillo, DILLO! E invece eccola :D non mi convince tanto, ma lo sai: quando mai mi convince una cosa! Alla prossima, che non so proprio di cosa parlerà :S e grazie di tutto (: we love you!
@Anto_Pattz: Anto *-* ne ho sfornata un'altra, spero ti piaccia e ti faccia ridere almeno la metà del tuo "una cippa!" XD ormai è diventato un tormentone! Ti adoro tesò, un bacio!
@ariel7: Letiiiiiiii *-* grazie mille per tutti quei complimenti, troppi TROPPI! Tanto tempo e tante minacce dopo, eccomi qui XD Spero ti piaccia! Un bacio, tesoro (:
@Broken Heart: Oh mio dio, non so che dire, veramente *me arrossisce*... eh sì, Robert di certo sa cosa fare per rendere felici le sue donne (e non solo, aggiungerei XD)! Spero ti piaccia anche questa (: Alla prossima!
@pally: Grazie mille, davvero, non so cosa dire! Sono felicissima del fatto che ti sia addirittura innamorata di Joy *-* Spero ti piaccia anche questa shot! Alla prossima (:
@yesido: Meeeeeel! Eccola qui, la minacciatrice #2! London è arrivata, stappa lo champagne! Spero con tutto il cuore ti piaccia, davvero (: Un bacio!
@cloe cullen e @Fiorels: tesori miei, vi rispondo insieme, perchè devo farvi un discorsetto :D oltre dirvi di essere meno sadiche *muahahah* volevo ringraziarvi per avermi incoraggiata ieri, che ero in fase despressione sullo scrivere... davvero, grazie mille tesori (: Beh, ora godetevi London *balla la macarena* e poi sopportatemi mentre penso a cosa potrei scrivere nella prossima... sapete, uno zucchero filato tutto rosa... mmm... XD
@alekikka94: Wow, non so cosa dire, ti ringrazio infinitamente! Spero ti posso piacere anche questa shot, anche se non ne sono molto convinta a dire il vero XD Alla prossima!
@KristenAlice: Grazie mille, spero ti piaccia anche questa shoot! Alla prossima (:
@BabyVery: Oh, grazie mille (: Spero che ti piaccia anche questa shot e che continuerai a seguirmi! Alla prossima!
@Soffiotta: Grazie mille, davvero (: