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Autore: Angie    29/07/2005    4 recensioni
I fatti si svolgono al tempo della 1° serie di Angel. I nostri tre "paladini" della giustizia, Angel, Doyle e Cordelia sono sulle tracce di una misteriosa setta che imperversa su L.A., commettendo efferrati crimini.
Riusciranno anche questa volta a far rispettare la giustizia, e far trionfare il bene sul male?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Francis Doyle, Cordelia Chase
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, 

sto seguendo proprio in questo periodo le puntate della prima serie di Angel… e le trovo davvero belle!

 

Inutile dire, che subito mi è venuta in mente una storia…

 

Beh, lo so che è triste dirlo, ma voglio dedicarla alla memoria di Glenn  Quinn ( che nel telefilm interpreta Doyle) beh, non potevo saperlo è l’ho scoperto navigando nei siti dedicati al tf : è morto ( di overdose qualche anno fa…)

 

Mi ha lasciato male, a me il personaggio di Doyle piaceva tantissimo…

 

 

Gioco Pericoloso

Racconto di Angie.

 

 

1. Apparenze che ingannano.

 

Quanto tempo era trascorso, ormai?

 

Fra dieci giorni, sette ore e venti minuti… un anno.

Un anno esatto,  mica un giorno!

Mica poco…

 

Cielo, ma da quando teneva i conti così… bene?

Conti,  numeri, statistiche, grafici,  lei le aveva sempre odiate quelle cose!

E poi il  tempo… i ricordi… per  lei il tempo era semplicemente un concetto astratto, un qualcosa da considerare con cinico distacco.

 

Un giorno e poi l’altro si strappavano dal calendario, si susseguivano, si rincorrevano  e passavano via, fra una festa ed un provino per un casting…  Fra un giro nei negozi del centro per  fare shopping e un appuntamento dal coiffeur .

 

Già, per lei  era così… un tempo…

Ma adesso com’era lontano quel tempo.

 

Non che rimpiangesse quella vita, certo.  Anzi si ritrovava spesso a rimuginare come avesse potuto condurre un’esistenza così vuota e scontata.

 

Così protesa all’esclusiva considerazione dell’aspetto fisico.

Dell’apparire e basta.

Del concentrare il tutto sull’effimera sicurezza che derivava dalla bellezza esteriore.

 

Ma cosa le prendeva quella sera?

Perché i suoi pensieri era affollati da tutte quelle assurde considerazioni?

 

Lei ci teneva ancora al suo aspetto fisico ed alla sua linea, eccome! 

Adorava ancora l’alta moda ed avere l’armadio pieno di vestiti eleganti.

E avrebbe di certo  e con immenso piacere,  indossato un abito di Versace o Dolce & Gabbana, o perché no, di Cavalli,  il suo attuale stilista preferito.

 

Ma… a parte tutto,  a parte tutte quelle considerazioni,  a dispetto di ciò che era stata  giù a Sunnydale  prima,    nella città degli Angeli adesso,   lei  era anche cambiata.

 

Era mutata, come una crisalide in farfalla.

Come un anatroccolo in un bellissimo cigno.

Come un uccellino implume ed indifeso,  in un arrogante  falco.

 

E da cosa era dipeso quella magnifica trasformazione, quello spalancarsi ai suoi occhi di un universo tutto nuovo… impensato ed ignoto fino a prima.

 

Forse era meglio dire da chi era dipeso…

 

L’immagine che le rimandò lo specchio, la sua stessa immagine, arrossì vistosamente.

 

Per indursi a pensare ad altro,  afferrò la spazzola abbandonata sul ripiano di marmo dell’elegante comò e prese a pettinarsi i capelli con vigore;  i  colpi si susseguirono implacabili,  secchi e precisi,  fino a che la mano non aveva iniziato a formicolarle dolorosamente.

 

I suoi magnifici capelli, lunghi e folti,  morbidamente arricciati alle punte apparvero alla fine dell’energico trattamento in tutta la loro bellezza:  una cascata brillante e setosa.

Impalpabile e vellutata.

Fluida  e liscia.

Erano splendidi,  ma lei non se ne curò più di tanto.

 

Con una smorfia d’apprensione si diede un ultimo sguardo allo specchio,  era già molto tardi accidenti, e lei  aveva perso del tempo utile in quelle sciocche considerazioni.

 

Con scatto nervoso,   tuffò le mani in un piccolissimo  beauty,  pescandone  due sottilissimi fermacapelli  di strass  luccicanti.

Li fissò con decisione ai lati del capo all’altezza delle tempie,  in maniera da arginare ordinatamente la massa ribelle massa di  quei capelli fluenti e scuri.

 

Poi un ultimo uno sguardo allo specchio, per controllare che tutto fosse a posto...

Gli occhi, due pozze nere come petrolio,  intensi ed espressivi  erano sottolineati lievemente dalla matita scura ed orlati da ciglia ricurve e lunghissime. Gli zigomi, alti ed  aristocratici resi ancor più eleganti da impalpabile fard perlato.  La bocca dai contorni generosi e dalle labbra piene,  illuminate dal solito rossetto brillante che tanto amava… Chanel  Rosso ciliegiaa quello non avrebbe mai rinunciato.

Sembrava a posto!

Con foga afferrò l’elegante spolverino scuro,  infilandoselo nervosamente mentre correva alla porta e la richiudeva veloce dietro di se.

Quattro mandate schioccanti e rumorose che rombarono nel corridoio silenzioso e deserto.

 

L’ascensore manco a dirlo era occupato, e non senza stizza  s’accinse a servirsi delle scale.

Aveva scarpe nuove e tacchi vertiginosi quella sera… “Perché diavolo mi sono messa queste?!”   Imprecò mentre si dirigeva veloce verso la rampa di gradini,  stretti e tortuosi.

 

Ma lei lo sapeva fin troppo bene.  Non aveva mai messo scarpe basse in vita sua,   dopo le nove di sera… e non lo avrebbe fatto di certo quella sera.

 

Proprio all’ultimo istante, però, la porta dell’ascensore si aprì alle sue spalle con l’abituale scatto secco e fastidioso.

 

Il rumore di ferraglia che ne conseguì,  e che lei ben conosceva, la indusse a girarsi.

 

Chi poteva  essere a quell’ora di notte?  Poteva essere solo…

 

Una faccia un po’ stralunata e due occhi intensamente grigi la fissarono,  mentre l’uomo usciva con quella sua camminata scanzonata, dall’ascensore.

 

- Doyle.  – Esclamò la giovane,  piantandosi le mani sui fianchi con fare bellicoso. -   Ma ti pare l’ora di arrivare?   Io… io stavo andando a fare il giro da sola!

 

- Scusa se ti ho disturbato, dolcezza. – Replicò prontamente il ragazzo, fissandola senza preoccuparsi di celare più di tanto la sua approvazione. – Cielo,  sei uno schianto!  Ma cos’hai sotto lo spolverino… niente? Sarebbe interessante.

 

La bambola ritornò sui suoi passi, avvicinandosi,  ma solo per poter salire sull’ascensore. – Oh, piantala! Ho fretta, e non ho certo tempo per tenere a bada le tue  perversioni.

 

Doyle sorrise  alla pesante allusione, senza apparire per nulla turbato.

A lui piaceva la sfida,  quella sottile ironia che correva fra di loro…  quel punzecchiarsi ma infondo cercarsi, quell’odiarsi e rispettarsi.  Come sempre accettò con un lieve cenno del capo,  il duello verbale che di li a poco si sarebbe scatenato, e pensò lesto a come contrattaccarla…

 

Un altro ragazzo avrebbe mollato il colpo, ma quel ragazzo… non era certo… Doyle. 

 

Doyle era una sorta di  mezzo demone,  mezzo uomo,  mandato in missione  sulla terra per vegliare e portare aiuto ad  un soggetto alquanto strano, anzi più unico che raro:  un vampiro con l’anima.

Ma quel che non gli avevano detto e che di certo lui non sospettava, era che il tal strano personaggio, dal nome assolutamente paradossale in confronto alla sua fama,  Angelus…  annoverasse fra le sue conoscenze una ragazza mozzafiato come lei…

 

Cordelia.

Aveva capito subito,  già al primo sguardo che ne sarebbe stato per sempre, perdutamente innamorato.

Oh, no che non avesse mai amato prima… anzi,  sulla terra s’era dato un gran bel da fare…con le donne.

 

Ma Cordelia.

 

Beh, lei era un concentrato di contraddizioni, che lo attirava inesorabilmente.  Era petulante e noiosa a volte,  quanto invece brillante e divertente in altre.

 

Con quell’aria da “puzza sotto il naso”  menefreghista ed egoista,  eppure… sempre  pronta ad aiutare senza mai porsi problemi o fare domande…

 

Spesso, anzi  più  frequentemente negli ultimi tempi, Doyle si era ritrovato a pensare che Cordelia fingesse…

Mettesse una comoda  maschera tutti i santi giorni,  utile esclusivamente ad  interpretare la figura da sexy bamboccia svampita,  con cui poter parlare solo  di  sesso, gossip o alta moda…

 

Un bello scudo protettivo,  dietro cui nascondere il vero io… La sua vera essenza… Il suo reale essere.

 

Ma perché lo faceva, poi?  Quale necessità aveva di celare la sua effettiva natura?” 

Doyle non si rese conto di essersi perso nei suoi stessi conturbanti pensieri,  e solo la mano ferma e secca della ragazza che bussava con insistenza sulla sua spalla,  lo fece riaffiorare dalle quelle strane considerazioni.

 

- Ehi…ehi, dico a te… Doyle!  Che diavolo intendi fare?

 

- Beh, ti seguo baby, che domande!

 

Cordelia sbuffò,  aggiustandosi il fermaglio sui capelli -  E va bene.  Ma non t’impicciare in quel che faccio, chiaro? – Asserì  senza mezzi termini.

 

- Perché non dovrei?  -  Sbottò Doyle,  entrando con foga nell’ascensore.

Il vano era piccolo e ci si stava parecchio stretti.  Quale situazione migliore…

Con scatto felino la precedette nell’impostare il piano  sulla vetusta tastiera e non lo fece solo per galanteria,  ma perché allungando la mano ebbe l’opportunità di sfiorarle i capelli, la pelle all’altezza del collo,  lungo, slanciato e  sottile.

Candido e morbido come seta impalpabile.

 

- Per tutti i demoni, ragazza,  hai una pelle… una pelle... Ma che bagnoschiuma usi? – Cielo, che cosa stupida da dire… Il giovane si pentì subito di quella stupidaggine, desiderando ardentemente  mordersi la lingua… ma ormai…

 

 - Doyle, se continui così ti pianto in asso appena usciti da questa trappola sferragliante!

 

Lui non diede cenno di aver recepito il "messaggio"  e  per  tutta  risposta  si  fece più sotto, costringendola in un angolo dell'angusto abitacolo.

Gli occhi intensi che brillavano di speranza e desiderio, incatenati in quelli neri e bellissimi di lei.

La voce bassa e roca che tradiva la repentina eccitazione.  -  Cordelia...  dammene l’opportunità… lo sai, potrei farti morire di piacere per una notte intera...

 

Lei fece una smorfia a ribadire la totale indifferenza che le provocava un'affermazione di tale portata. - Uhmm... ho i miei dubbi.. Ma intanto, non è che potremmo rimandare questa arguta   discussione in un altro momento?

 

Con mossa abile e svelta,  sgusciò  dal    forzato abbraccio del giovane, abbassandosi per passare sotto il suo braccio teso  e nell'attimo  in cui le porte dell'ascensore si spalancarono, fu all'esterno in un baleno.

 

Doyle confuso e sgomento da un cambiamento tanto repentino,  prese ad inseguirla per il corridoio. - Tu non sai cosa ti perdi... Sai,  a volte reciti davvero bene la parte della strega senza cuore!

 

Un sorriso sornione curvò lievemente le sue labbra laccate. - E' chi ti dice che io stia  recitando?  E poi, precisiamo una cosa: io non sono affatto una strega. Dovresti conoscere  Willow, lei sì che ci sapeva fare!

 

- E cioè? Che diavolo vuol dire? - Replicò  sempre più scombussolato Doyle.

 

Ma Cordelia non pareva molto propensa a rispondere alle curiosità del ragazzo.

Era già sulla soglia dell'imponente portone che dava accesso al condominio, spostando lo sguardo acuto da una parte all'altra della strada, mentre Doyle le si faceva appresso come un cagnolino in attesa di una replica.

 

La giovane alla fine s'accorse dell'insistente sguardo incuriosito che le lanciava l'amico e riprese incerta a fornire una spiegazione. - Oh..ehm...ben, volevo dire che... beh, non è proprio quello che volevo dire...

 

- Continuo a non capire, Cordy...

 

- Oh, per favore non chiamarmi così! Io volevo solo dire che Willow era davvero una strega.  Una vera strega!

 

Doyle si passò una mano sulla fronte, e malgrado fossero alle porte della brutta stagione, la sentì imperlata di sudore... "Quella ragazza lo faceva impazzire..."

 

- Okay,   lasciamo stare.   Non c'ho    capito niente, e non ci tengo a sapere dei tuoi vecchi amici di Sunnydale... Scommetto che mi stavi accennando ad una delle ragazza che vivevano là,  giusto? 

 

Ma Cordelia si era di nuovo allontanata.    Aveva    disceso     in fretta  le   scale che conducevano dritte al marciapiede della strada ed    ora    puntava    con decisione verso la  sua    decappottabile bianca.

 

- Dammi le chiavi, forza guido io! - Lo apostrofò mentre s'accostava alla portiera del lato guida.

 

Doyle fece i gradini a due a due, tanta la foga di raggiungerla. - Ehi, no! Andiamo con la tua.

 

- E' a secco di benzina! - Replicò lei con nonchalance

 

- E la mia cosa pensi che consumi,  acqua?

 

La bella bruna sfoderò uno dei suoi sorrisi più accattivanti, in attesa che il ragazzo le si facesse più vicino.

 

Doyle sospirò mentre nei suoi pensieri confusi, si faceva spazio la consapevolezza che per l'ennesima volta nello spazio di pochi minuti, il suo cuore, quasi umano, aveva preso a battere all'impazzata contro le costole.

 

- Dai, guido meglio di te quando siamo di fretta, e tu lo sai... - Precisò Cordelia, con il tono di voce  che si era improvvisamente fatto più sommesso e languido.

 

Doyle gli si era fatto proprio sotto,  e allora la mano sinuosa ed affusolata di lei , si era spostata in maniera repentina infilandosi dentro la tasca destra della sua giacca di pelle.

E a quel punto… lui  aveva trattenuto il respiro, mentre sentiva la presenza di quelle  dita delicate  all'altezza del bacino  afferrare la chiave  con destrezza e quindi scivolare fuori con la stessa maledetta grazia con cui si erano infilate nel pertugio.

 

Non riuscì a bloccarle quel suo  polso sottile... Oh, se solo avesse potuto farlo, e costringerla ad abbracciarlo...

Ma la situazione era mutata ancora una volta... ed in un lasso di tempo che sembrava infinitesimale

Eppure era cambiata...

 

Cordelia era già seduta al posto di giuda e lo squadrava con aria gelida dal finestrino abbassato.

- Allora, vuoi muoverti? Guarda che ti lascio a piedi!

 

Erano già diverse volte che stava facendo la figura del cretino rimbambito, quella sera...

Ma c'era abituato, ormai.

 

Da quasi un anno conosceva quell'incredibile ragazza.

Da quasi un anno le faceva una corte spietata...

Da quasi un anno lei si prendeva gioco di lui... e le cose non sarebbero certo cambiate  nel corso di quella sera!

 

*****

 

  
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