Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Ebbi    15/03/2010    2 recensioni
"Tu sei un idiota" disse.
"Scusami" mi avvicinai e la baciai dolcemente sulle labbra carnose. Seppur fossero passati cinque minuti dall'ultima volta che l'avevo baciata, sentivo gia' la mancanza di quel contatto.
"Ho bisogno di te.. perche' ti amo" sussurrai, incurante delle persone incantate a guardarci. Lei sorrise, lasciando sfuggire una lacrima dai suoi bellissimi occhi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Love's weekend

 

"Jake, amore mio, svegliati" la dolce voce di Nessie mi porto' nel mondo reale. Tuttavia non aprii gli occhi. Volevo ancora sentire quel meraviglioso suono.
"Jacob, smettila di far finta di dormire. Lo so che sei sveglio" dischiusi piano le palpebre, cercando di abituarmi alla luce che penetrava dalla finestra.
Quando misi a fuoco rimasi abbagliato. La mia Nessie mi sorrideva meravigliosa, gia' pronta e dannatamente bella.
"Ciao.." sussurrai roco. Mi accarezzo' il viso, con la sua solita dolcezza innata, sorridendo come un angelo. Il mio angelo.
"Ciao" il suo tocco caldo mi mandava in estasi. Baciai il suo palmo aperto e intrecciai le nostre dita.
"Andiamo a fare un giro? Questo fine settimana sara' meraviglioso.." disse calma.
"Dov'è che vuoi andare, principessa?"
"Al mercato" disse civettuola.
"Al mercato?! Quel posto pieno di donne schizzofreniche che scorrazzano come matte da una bancarella all'altra, e dove dovro' spendere meta' stipendio?" domandai esasperato.
"Esattamente" si chino' sorridente su di me, lasciando un bacio casto sulle mie labbra. Volevo ardentemente approfondire quel contatto ma un suo movimento brusco me lo impedi'. Si alzo' di scatto, ignorando il mio mugolio contrariato.
"Dai amore, vieni qui.." la implorai come un bambino capriccioso, mettendomi seduto sul letto.
"Solo quando sarai vestito e perfettamente lavato" disse seria incrociando le braccia al petto.
"Non ti ho ancora detto che ho intensione di andare a quel coso.." mi guardo' con aria di sfida, e si dileguo'. Traduzione: niente sesso per almeno un mese.
Una volta era successo, e be', dire che aveva resistito davvero per me è ancora uno strazio. Non sono mai stato peggio di come lo ero in quel periodo.
Sbuffai alzandomi di scatto e mi diressi in bagno. Lasciai che lo scroscio della doccia scorresse un po' e mi gettai sotto di esso, insensibile alla temperatura dell'acqua.
Quando uscii mi vestii con le cose che stavano sul mobile in camera e scesi le scale velocemente.
La mia piccola se ne stava di schiena, intenta nel preparare la colazione. La raggiunsi e le circondai i fianchi con le braccia, stringendola a me.
Lei sussulto'. "Non ti avevo sentito.." disse girando il volto, sfiorandolo con il mio.
Sorrisi, lasciando un piccolo bacio sul suo collo candido. I brividi di piacere percorsero il suo corpo, e posiziono' la sua mano sulla mia guancia. Continuai a stuzzicarle il lobo dell'orecchio, arrivando a tracciare contorni non precisi sulla sua mandibola. Gemeva piano, sussurrando, ma cio' basto' a mandarmi in escandescenza.
Sentirla eccitata mi fondeva il cervello.
Si volto' di scatto verso di me, facendo aderire i nostri corpi. La baciai con dolcezza, con la paura di sfiorarla e di romperla. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che una cosa cosi' dannatamente bella fosse mia.
Intrecciammo le nostre lingue, lasciandole giocare con armonia, con bramosia e desiderio. Le accarezzai i fianchi, con l'assurda voglia di possederla all'istante. Quando ruppe quel meraviglioso legame fu quasi un dolore per me.
"Adesso basta, tenero stallone" sussurro' poggiando una mano sul mio petto, mentre con l'altra si toccava la bocca.
La guardai contrariato, e lei mi indico' la colazione. "Non hai fame?" ghigno'.
"Si, moltissima" la presi per i fianchi e la appoggiai al ripiano della cucina. La baciai con foga, passione, mettendo me stesso dentro quel nostro piccolo, grande bacio.
Abbandonai le sue labbra per baciarle il collo, la mandibola, proprio come avevo fatto qualche minuto prima, lasciando che dalla sua bocca calda fuoriuscissero piccoli gemiti. Le alzai la maglietta e presi a baciarle anche il seno sodo, ormai in estasi.
Tornai ancora una volta alle sue labbra invitanti, bramose; i suoi occhi ardevano di piacere, le sue mani accarezzavano i miei muscoli tesi.
Oddio se la volevo.
"Jake.." la sua voce fuoriusci' smorzata. "Jake.. il.. Jake il.. telefono" cosa? Il telefono?
Solo in quel momento mi resi conto degli squilli insistenti dall'altra stanza.
"Lascialo squillare" dissi prima di tornare sul suo corpo.
Le sganciai i Jeans, ormai troppo ingrombranti, e infilai la mano dentro. La sentii fremere, mentre fissava i suoi occhi nei miei. Dio, come sei bella amore mio..
Giocai qualche secondo con l'elastico delle sue mutandine, poi infilai la mano.
"Jacob.. fe- fermo" sussultai. "Devo.. rispondere" mi bloccai all'istante, sospirando.
Lei respiro' forte, cercando un attimo di lucidita'. "Arrivo" mi bacio' sfuggente, si aggancio' i pantaloni e si avvio' a rispondere. Come facesse a comporre frasi di senso compiuto in un momento tale lo sapeva soltanto lei, ma si sa' che le donne hanno capacita' molto piu' sviluppate rispetto agli uomini.
"Papa', ciao" esulto' Nessie. "Si, scusa, stavo.." mi guardo' implorante. Io alzai le spalle. Sai papi, stavo quasi per fare l'amore con Jake, in cucina per altro, ma questo cazzo di telefono ha squillato e sono dovuta venire a rispondere, anche se Jacob avrebbe volentieri ignorato la tua persistenza.
"..facendo la doccia" concluse Nessie voltandosi. La guardai. Aveva i bronzei capelli sciolti e arruffati, le labbra rosse e gonfie dei nostri baci, la maglietta praticamente strappata e i pantaloni aggangiati male. Sorrisi di come quella donna potesse apparire paradisiaca anche in quello stato.
"Si, certo.. D'accordo.. No nessun problema, sara' un piacere passare un po' di tempo con voi" disse sorridendo.
".. va bene. A stasera allora. Un bacio, vi voglio bene" attese la risposta e attacco'. Poggio' le mani sul mobile del telefono e sospiro'.
"Stasera siamo a cena dai miei" annuncio' sorridente.
Io sbuffai. "Che bella giornata. Proprio una bella e strepitosa giornata" dissi esasperato.
Si avvicino' a me sensuale, prendendo ad accarezzarmi gli addominali una volta che fu a pochi millimetri da me.
"Mi faro' perdonare" sorrise ammiccante, e fu la goccia che fece traboccare il vaso. La presi in braccio di peso e le sue gambe si avvinghiarono a me. La misi delicamente sul divano, stendomi sopra senza farle male. Il mio peso l'avrebbe schiacciata.
Tornai a fare cio' che stavo facendo, beandomi del profumo che emanava la sua pelle. Quel divano ne aveva viste di cotte e di crude, ma non vi avevamo mai fatto l'amore.
"Vuoi battezzare anche il povero divano?" domando' sorridente.
"Buona idea" risposi ammiccante, lasciandomi cullare dal nostro amore.

 

"Tesoro, hai visto le chiavi della macchina?" urlai dal salotto. Nessie era andata un minuto in bagno ed io mi ero dato alla pazza ricerca delle chiavi.
Avevamo fatto l'amore per ore; dalle nove che mi ero svegliato, erano circa l'una. Avevamo detenuto records decisamente migliori, ma la mia piccola voleva andare per forza a quel maledetto mercato.
"Guarda in cucina, le avevo appoggiate vicino al frigo" obbedii, e di fatti erano la', le bastarde.
"Trovate?" mi voltai verso la mia Dea, ancora piu' bella e rilassata. Era inevitabile notare un filo di stanchezza nei suoi occhi, cosi' chiari, traparenti.
Io annuii, soggiogato dalla sua bellezza, e mi apprestai a raggiungerla. La baciai dolce, accarezzandole il viso diafano. Aveva raccolto i capelli in una coda alta, dalla quale qualche boccolo ribelle era sfuggito. Le baciai anche la fronte, lasciando che il profumo del suo schampoo entrasse nelle mie narici.
"Andiamo, amore, faremo tardi.." sussurro' tenera.
"Vuoi davvero andare a quello stupido coso?" domandai speranzoso.
Lei mi trucido' con lo sguardo, ed alzai la mani in segno di arresa.
"Sei tremendo.." la sentii sussurrare. Sorrisi prima di chiudermi la porta alle spalle.

Quando montammo in macchina non potei fare a meno di incantarmi a fissarla. Aveva appoggiato la testa sul suo pugno chiuso, e scrutava il fuori con aria pensierosa.
"Dovresti guardare avanti" mi suggeri', accortasi che la stavo guardando.
"Nah, tu sei molto meglio." costatai facendola arrossire. Era ancora piu' meravigliosa quando le sue guancie si coloravano di quel chiaro porpora.
Sorrise e torno' alla sua posizione iniziale.
Arrivammo in un baleno, per mio disappunto, e scendemmo dall'auto velocemente. Raggiunsi Nessie che mi prese per mano, trascinandomi in un mondo che non mi apparteneva assolutamente.
Il mercato di Seattle era almeno venti volte quello di Forks, composto da cinque banchi di bambini giocosi che vendono pupazzetti della loro infanzia, e due massimo di frutta o pesce.
Nulla a che vedere con le decine di banchi stracolmi che si presentavano nella piazza enorme. Gli occhi di Nessie brillarono, e non potei fare a meno di sospirare, sconfitto.

"Ehi, Jake! Quel vaso starebbe benissimo davanti al televisore!" esclamo' contenta. Puntava un vaso di terracotta beige, del tutto innoquo e inespressivo.
"E cosa avrebbe di tanto diverso dagli altri vasi?" domandai ingenuamente.
"Jacob! Quello è un vaso di Eufornio! Non è come gli altri vasi" disse lei sbarrando gli occhi.
"Eu che?"
"Eufornio, Jake, Eufornio" disse scocciata.
"Scusa se mi è sconosciuto il nome del grande Eufornico"
"Eufornio!!" mi rimbocco'.
"Quello che è" sospirai sconfitto. "Nessie, tesoro, ci siamo fermati ad almeno cinquanta bancarelle. Non hai proprio voglia di tornare a casa?" domandai sorridendo ruffiano.
Lei mise il broncio. "Jacob, questo mercato è uno dei piu' famosi dell'America, non posso perdermelo!" disse triste.
Io sospirai, e scossi la testa, beandomi del suo sorriso soddisfatto. Cosa mi hai fatto, piccola Nessie..
Viaggiammo per altri minuti interminabili, fra banchi e banchini, carichi di borse ingombranti.
"Ehi Jake, guarda! Ti piace?" ancora una volta indico' una maglietta talmente scollata che avrebbe provocato pensieri poco casti anche indosso ad un manichino senza tette.
"No" dissi.
"Come? è molto carina" la prese dal ripiano e se l'appoggio' al petto. "Non mi starebbe bene?" domando' innocentemente.
"Si, ed è proprio per questo che non mi piace" ammisi, beccandomi uno sguardo truce.
"Sei un caso disperato, Jacob Black" disse riponendo il capo, accennando un sorriso al venditore imbambolato.
Non feci in tempo a prenderla per mano che una voce sopraggiunse dietro di me.
"Nessie!" la diretta interessata volto' il capo in direzione della voce.
"Justin, ciao!" disse sorridente. Chi era?!
"Cosa ci fai qui?" domando' il biondino.
"Mah, un giretto" un giretto?! "Tu? Sei solo?"
"Si" disse dispiaciuto il mollusco. L'avrei ucciso solo per il suo bel faccino da merda.
"Oh" per un momento mi preoccupai che Nessie gli chiedesse di venire con noi, ma fortunatamente non lo fece.
"Ah, Justin. Lui è Jacob, il mio.."
"Il suo ragazzo" la anticipai. Volevo chiarire bene il concetto.
"Ah. Molto piacere, io sono Justin" disse lui, guardandomi male. "Nessie mi parla spesso di te"
"Mi dipiace non poter dire la stessa cosa" dissi gelido. Ok, forse esageravo.
Lui incendio' lo sguardo, fissando i suoi occhi cerulei nei miei neri. Il silenzio non era imbarazzante per me, ma forse lo era per Nessie.
"Be', noi.. Andiamo." disse sfiorandomi un braccio. "Ci vediamo a scuola, Justin" disse sussurrando.
"Certo. Ciao Nessie" rimasi due istanti a fissarlo, quando mi accorsi che Nessie stava procedendo senza di me.
"Ehi, Ness!" niente.
"Ness, che hai?" domandai abbracciandola da dietro. Mi scosto' bruscamente.
"Sei patetico Jacob. Patetico.." ripete' piu' per convincere se stessa che me.
"Nessie.."
"No, zitto!" tacqui.
"Perche'? Perche' sei cosi' tonto da non capirlo?" domando' esasperata.
"Capire cosa?"
"Che ti amo come ogni altra cosa al mondo" non ebbi la forza di ribattere. Abbassai le spalle e mi calmai. La mia Nessie aveva ragione.
"Perche' non comprendi che sei tutta la mia vita, che senza di te io probabilmente non sopravviverei?" i suoi occhi luccicavano. Non doveva piangere, non per me.
Le accarezzai una guancia, godendo di quel contatto vellutato.
"Nessie.." iniziai "Sono stato uno stupido. Io, l'ho visto come ti guardava e.. Tu sei tutta la mia esistenza, sei fondamentale." mi avvicinai a lei.
"Tu sei un idiota" disse.
"Scusami" mi avvicinai e la baciai dolcemente sulle labbra carnose. Seppur fossero passati cinque minuti dall'ultima volta che l'avevo baciata, sentivo gia' la mancanza di quel contatto.
"Ho bisogno di te.. perche' ti amo" sussurrai, incurante delle persone incantate a guardarci. Lei sorrise, lasciando sfuggire una lacrima dai suoi bellissimi occhi.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Ebbi