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Autore: alexluna    15/03/2010    3 recensioni
La storia partecipa all’iniziativa "2010: a year togheter", indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 ».
Un omaggio alla coppia omosessuale Gertrice (Gertrude Stein x Alice B. Toklas): l'ippopotamo e l'unicorno, come le chiamava Picasso.
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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Bambina noi siamo una, bambina noi siamo così contente di essere una


Omaggio all’Amore tra Gertrude Stein e Alice B. Toklas

 

 

Paris, 1938

Libbre e libbre e libbre di grasso avvolgevano quello scheletro di genialità e passione. Nella gelida sala da pranzo in Rue Christine 5, con le pareti contese tra tende in broccato e originali di Cezanne, Gertrude Stein tagliava con impeto una bistecca al sangue, portandone alla bocca i lembi meno cotti. Chiudeva gli occhi, estasiata dal genuino gusto della carne di manzo. Finalmente l’angolo destro della bocca si alzò, mentre sotto una rete di rughe si tratteggiava un sorriso. Alice poté finalmente assaggiare la sua costata con più appetito.

Il suo dolce marito apprezzava.

L’ippopotamo e l’unicorno. Come le aveva battezzate Picasso un po’ per scherno, un po’ per cattiveria. L’ippopotamo e l’unicorno masticavano quel gusto verace della carne in reverenziale silenzio.

Gertrude aspettò che la sua piccola moglie terminasse, prima di sussurrare:

« Tutto questo è inquietante. Tutto è così pericoloso che niente fa davvero molta paura. »

Inorridita dalla verità di quella sua stessa sentenza, bevve una lunga sorsata come a stemperare l’improvvisa arsura della gola. Il sudore continuava a imperlarle le tempie. Cercò lo sguardo de Il Ritratto per ritrovare l’ultimo baluardo del proprio coraggio.

Il tovagliolo di Alice scivolò per terra. Non c’era parola o frase o poesia di Gertrude che non veniva vissuta e cicatrizzata sulla sua pelle. Si chiese se con le leggi razziali non si fosse esaurita irrimediabilmente la sua fiducia nell’intero genere umano.

 

Paris, 1967

Ricordi labili si rincorrevano a causa della febbre, come i loro corpi caldi avevano fatto un tempo, nell’intimo delle coperte. Una vestaglia blu polvere era stesa nella parte sinistra di un letto matrimoniale enorme. La donna anziana, che giaceva dall’altra parte, ne stringeva una manica. Al suo capezzale era accorso il sacerdote di Saint-Augustin, che aveva chiamato quella mattina, quando le forze le avevano impedito di alzarsi.

« Voglio che Lei sia qui nel momento in cui mi ricongiungerò con Gertrude. »

Una promessa o una speranza dettata dall’arrivo di una morte tanto cercata anni prima quanto disprezzata in quel momento. Don Gauthier le aveva tracciato con il pollice ruvido una croce in mezzo alla fronte, intonando un lamento funebre di scarsa emotività.

Per uno strano scherzo del destino, le ritornò in mente la voce rude di Picasso, molto simile a quella del prete, ora in ginocchio in un angolo illuminato della stanza, con l’occhio perso nella lettura di un breviario consunto.

« Sono andato a prendere il tè con la mia coscienza. »

Aveva scritto il pittore sulla carta marrone che confezionava Il Ritratto di Gertrude Stein. Aveva scelto di rivoluzionare le sue tinte: era iniziato il periodo rosa.

Fu un dolore intenso a ogni pennellata. Gertrude, la sua mecenate, era composta, forse troppo rigida. Ma lo sguardo sempre brillante e acuto, inquietava l’animo spagnolo di Picasso.

Alice rimaneva pomeriggi interi nella stanza con loro, per rapire con la mente la danza dei pennelli e ammirare con il cuore i lineamenti del dolce marito.

« Sono andato a prendere il tè con la mia coscienza. »

Aveva raccontato alla morte di Gertrude, in ricordo dei pomeriggi passati a dare una forma al suo genio. Alice aveva fatto spostare Il Ritratto in camera da letto, in modo che il volto dell’altra sé potesse essere la prima e l’ultima immagine della giornata.

Il corpo grande e morbido di Gertrude fu, anche quella volta, l’ultima figura che osservò prima di addormentarsi per sempre.

Era il crepuscolo di marzo.

 

 

 

 

 

 

Torno a scrivere dopo più di un anno per un bisogno più fisico che psicologico. Con gelosia regalo questa piccola one shot a te che hai letto.

La storia partecipa all’iniziativa "2010: a year togheter", indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 ». Ti invito a partecipare a tale forum, che si occupa di concorsi e iniziative di scrittura in senso lato.

   
 
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