Allora
ho scritto una fic sul 486, descrivo quelli che sono i pensieri di Sasuke in
quello che è uno dei capitoli più importanti per il rapporto tra Sasuke e
Naruto, diciamo che cerco di “comprenderlo” di esprimere le motivazioni del suo
comportamento attuale (ovvero da emerita testa di cazzo). La verità è che
finché Naruto crede ancora in lui posso farlo anche io. Così se vi verrà voglia
di picchiare l’Uchiha a sangue nei prossimi capitoli, potrete pensare che fa
così perché in realtà è ancora profondamente legato a Naruto (almeno secondo
me). Che questo nella sua mente contorta lo porti a fare cazzate immani è tutto
un altro paio di maniche… XD
VI AVVERTO! Non è una shottina leggera o allegra. Per nulla. Diciamo che
è la prima volta che scrivo qualcosa di così drammatico. OVVIAMENTE E’ PIENA DI
SPOILER. I dialoghi sono grosso modo tratti dalle raw.
-IN FONDO AL CUORE-
Sasuke
aveva pensato che una volta eliminato il colpevole della strage della sua
famiglia il suo animo si sarebbe alleggerito. Quando vide il corpo di Itachi a
terra senza vita si sentì strano, non era affatto sollevato, era solamente più
vuoto, era come se avesse una voragine nel petto al posto del cuore. La situazione
peggiorò ulteriormente dopo il racconto di Madara, non riuscire a pensare
correttamente, la sua mente sembrava faticare ad elaborare il significato di
quelle frasi, il cui suono vorticava nella sua testa come una musica lugubre.
Tutte le sue certezze, le poche che potevano essergli rimaste, si sbriciolarono
di colpo e l'unica cosa che gli restava era quel baratro sempre più profondo.
Da allora il moro si era chiuso in una specie di trans continuando ed
accelerando la sua volontaria discesa verso l’abisso, follia dopo follia,
crudeltà dopo crudeltà, senza darsi il tempo di riflettere, alimentando il proprio
odio con altro odio. Quello stesso odio che annulla i ricordi felici
svuotandoli di ogni significato, che corrode i legami fino a distruggerli, che
annienta la possibilità di provare altri sentimenti, che permette di
dimenticare l’umanità degli altri e quindi di uccidere senza rimorso.
Sasuke voleva anestetizzarsi dal mondo affogando nella propria rabbia e nel
proprio rancore.
Ormai non poteva più fermarsi e tornare indietro, la consapevolezza di quello
che aveva fatto lo avrebbe schiacciato, ma soprattutto non aveva nessuna
intenzione di mantenere alcun legame o di crearne di nuovi , legami che
avrebbero potuto portare ad altra inutile sofferenza. Fino ad allora la sua
risoluzione aveva dato i suoi frutti: non aveva provato nulla nel sentire le
parole di Sakura quando lo aveva raggiunto, non aveva provato nulla nemmeno
rivedendo Kakashi corso in aiuto della sua allieva. Tutto andava per il meglio
fino all’arrivo di Naruto.
Quando l’Uzumaki è comparso con una delle sue solite entrate trionfali non Sasuke
ha potuto fare altro che ascoltarlo, non ha potuto ignorarlo come aveva fatto
con la ragazza o col suo vecchio maestro. Perché Naruto è diverso, come sempre.
Il moro capisce che l’ex compagno non è cambiato di molto quando gli dice con
il suo solito abbacinante sorriso che è felice di vederlo. Felice di vederlo… Sasuke
si stupisce, sapeva che Naruto era pazzo ma non pensava fino a quel punto.
Quando il biondo proclama per l'ennesima volta di riuscire a capirlo
davvero, il moro gli urla che non è vero, anche se nemmeno lui
capisce perché si scaldi così, dovrebbe saperlo che l’Uzumaki è e sempre rimarrà
una testa di cazzo: testardo e presuntuoso. Tanto che quando Kakashi tenta
di intromettersi Naruto si ribella e arrivano allo scontro diretto. Chidori
contro Rasengan ancora una volta.
All’improvviso sono interrotti dal sopraggiungere di Madara che non vuole
rischiare di perdere una delle pedine più importanti a sua disposizione e
quindi cerca di parlare con Sasuke, ma il moro si allontana da lui,
sottraendosi per la prima volta ad un ordine del suo antenato e avvicinandosi a
Naruto. Non può fare a meno di ascoltarlo, forse perché il biondo ha un carisma
incredibile che trasuda da ogni singola parola e costringe a starlo a sentire;
o forse per qualcos’altro, qualche scampolo del loro rapporto sfuggito alla sua
auto distruzione, qualcosa che in qualche modo lo porta ad avere una relazione
privilegiata ed unica anche negli scontri con lui.
“Hai
visto nel mio cuore i miei veri sentimenti?
Naruto
sorride mentre parla. Cosa diavolo sorride a fare?
Ha appena dichiarato di voler combattere fino alla morte con quello che si
ostina a voler chiamare suo migliore amico e continua a sorridere come se
niente fosse. Forse, pensa Sasuke, Naruto è diventato persino più pazzo di lui.
“Sono
l’unico che può sopportare il fardello del tuo odio, è una cosa che solo io
posso fare. Divideremo il tuo odio e moriremo assieme”.
Sasuke
sente le sue parole. Non solo attraverso le orecchie, ma le sente dentro, sotto
la pelle, le sente toccare corde del suo animo che aveva dimenticato di avere e
che non riesce più a decifrare. La verità è che nulla l'aveva più toccato così
a fondo da quando Madara gli aveva parlato del fratello, la verità è che Sasuke
si sente così da quando lo ha rivisto, e che preferisce ignorare tutto. Ma
diventa sempre più difficile.
Naruto sa. Perché i suoi occhi lo scrutano fin nel profondo,
attraversano l’odio e vedono quello che l’altro si rifiuta di vedere, che
dietro a quella corazza terribile e impenetrabile c’è ancora un bambino
spaventato. Quello stesso bambino di 13 anni che si nascondeva sotto una
maschera di falsa indifferenza, ma che era sempre pronto a salvarlo e a
toglierlo dai guai. Naruto sa anche che adesso è lui a dover salvare quel
bambino. Sa però che prima deve riuscire ad abbattere le difese dell’altro. Sa
che il suo dolore e il suo odio sono tanto grandi quanto inimmaginabili, in proporzione alla sua paura, e sa che per
riuscire a distruggerli forse deve rischiare la vita.
“Non
ci siamo mai capiti soltanto con le parole, l’ho saputo dal momento in cui ci
siamo incontrati, noi comunichiamo con i pugni. Quindi combattiamo, perché non
riesco nemmeno a comporre farsi di senso compiuto. Moriremo e non ci sarà più
nessun Jinchuuriki e nessun Uchiha, vivremo in un altro mondo assieme”.
Naruto
parla della morte sorridendo, come se fosse una possibile soluzione, un mezzo
per cancellare i problemi, parla di un altro mondo e di nuove speranze.
Ma Sasuke non può crederci. Non dopo aver visto i corpi straziati dei suoi
genitori, averli sentiti diventare freddi sotto le sue piccole mani innocenti,
o la vita che fuggiva dagli occhi vitrei delle sue vittime abbandonandone le
pupille dilatate, o il loro sangue che gli imbrattava le mani e i vestiti,
mentre i loro volti terrorizzati si trasformavano in maschere di cera. A volte
nell’oscurità della notte quando si svegliava tormentato da quelle immagini
orrende, gli sembrava di avere ancora nelle narici l’odore del sangue.
Per Sasuke nella morte non c’è nulla di positivo, nulla che lasci sperare, solo
rosso cremisi e gelida oscurità. Forse è per quello che per un attimo si trova
a volere che Naruto durante la battaglia riesca davvero ad abbattere le sue
difese e il suo odio, a raggiungere quel bambino spaurito, a consolarlo e
prendendolo per mano dirgli che era tutto finito.
Desidera che Naruto ancora vivo lo stringa a
sé fino a fargli male, lo consoli, vuole potersi scogliere in lacrime tra le
braccia di chi lo ha sempre amato e capito davvero. Vuole potersi scaldare
davanti al fuoco del suo sorriso ancora una volta, vuole lasciare che quel
calore sciolga il ghiaccio che imprigiona il suo cuore da troppo tempo. Vuole
che il biondo gli insegni a vivere di nuovo, a sperare di nuovo, perché sa che
se c’è qualcuno in grado di farcela quello è solo Naruto.
Ma è solo un breve, intenso attimo.
Quello che li lega è qualcosa di diverso dall’amicizia, è qualcosa in qualche
modo molto più profondo, qualcosa più forte del tempo, della paura, del dolore,
dei ricordi dolorosi, della volontà, forse è anche più forte del odio.
E' come un cordone ombelicale, un filo
invisibile e robustissimo che li lega dentro, mente e mente, cuore e cuore,
anima ed anima. Per quello non comunicano con le parole, perché sono di troppo.
Quel filo imbriglia Sasuke e lo trattiene ancora adesso, impedendogli di
essere completamente indifferente a tutti anche al biondo.
Per
quello doveva ucciderlo ucciso. Per essere finalmente libero. Perché con la
morte avrebbe finalmente troncato quel legame che lo tratteneva e lo ostacolava
come una catena, che gli faceva provare sensazioni dimenticate e così
dannatamente pericolose.
Forse.
N.d.A.
Allora che ne pensate? Ve l'ho detto che era un po' diversa dalle mie solite, l'ho scritta di getto perchè questo capitolo mi ha super-ispirata, magari in alcuni punti è un po' zoppicante, ma è molto sentita. Allora che ne dite?