layla the
punkprincess grazie perché
continui a commentare e a seguirmi! Significa molto.!
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-Hey Hagen!-
sollevai la mano in modo che il tedesco mi
vedesse.
Si accorse di
me dopo un paio di secondi e si avvicinò mettendomi una mano sulla
spalla.
-Hey
Stella…come stai?- sorrise e io non
riuscii a tenere un’espressione seria. Sorrisi e gli porsi la guancia in modo
che lui potesse darmi un bacio, lui rimase un po’ stranito. Effettivamente in
Germania non usano dare baci per salutarsi, allora io gli presi il viso e gliene
diedi uno in guancia.
Rimase
immobile per un momento, forse fissava il marciapiede da dietro quegli occhiali
scuri; l’unica cosa che riuscivo a vedere con chiarezza era la sua bocca mezza
aperta e il suo sopracciglio alzato.
-Ehm…- feci
un colpetto di tosse e lui si ricompose.
-Beh
andiamo?- e mi porse il braccio, come un vero cavaliere, e io accettai di buon
grado l’offerta.
Camminammo
per un po’ ed io ripensai a quando lo avevo
chiamato.
*FLASHBACK*
Digitai il
numero tremando. Squillò un paio di volte, ma aspettai fino alla
fine.
-Pronto?- oh,
aveva risposto!
-Pronto…ehm
Hagen sono Stella- sentii una pausa e poi…
-Hey Stella!
Sono contento che tu abbia chiamato-
-Eh, sono
contenta anch’io che tu mi abbia dato il numero- sorrisi sapendo che lui non
poteva vedermi. Ci accordammo su dove incontrarci e quando riattaccai saltellai
per tutta la casa fino allo sfinimento e mi addormentai accanto al
telefono.
*FLASHBACK*
-Hey…a che
pensi?-
Imbrogliai,
non potevo mica dirgli la verità.
-Ma perché
non ti togli mai gli occhiali?-
-Eh…sai sono
molto sensibile alla luce del sole.-
“Bravo
Georg!”
La terza volta
nel giro di poche ore?! Mi stupisco di me
stesso!
-Ma dai, non so
nemmeno di che colore sono i tuoi occhi!- cercò di togliermeli ma io le afferrai
la piccola ed esile mano e la bloccai, cercando di non farle
male.
-Appena saremo
in un posto più riparato.-
Si convinse e
si allontanò subito dal mio viso, perché con la mia mossa precedente ero
riuscito a fare avvicinare pericolosamente i nostri nasi. Forse non le andava.
Forse non subito.
La portai in
una villa e ci sedemmo vicino ad un laghetto con le paperelle. Non sapevo che
fare, avevo una gran voglia si baciarla ma allo stesso tempo mi sentivo in colpa
a prenderla in giro, non dicendole la
verità.
-Hey Hagen, che
hai?-
-Niente Stella-
sorrisi e le diedi un bacio sulla guancia. Questa volta fu lei a rimanere di
sasso. Continuò a guardare il laghetto ma smise di tirare molliche alle papere.
Vidi la sua mano lasciare il pane e toccare la mia sulla mia
gamba.
Io la strinsi.
Era morbida, liscia e piccola. Riuscivo a sentire il sangue pulsare nel suo
polso, sentivo le pulsazioni aumentare, andare sempre più
veloci.
Girò il viso
verso il mio, senza guardarmi, il suo naso toccava le mie labbra. Stava quasi
per avvicinarsi, ma la mia coscienza mi bloccò. Dovevo dirglielo, magari se
glielo avessi detto dopo il bacio si sarebbe arrabbiata.
Cavolo!
-Stella.-
Lei si girò di
nuovo verso il lago, diventando rossa come un
pomodoro.
-Stella…non
posso.-
Il rosso
aumentò.
-Che succede?
Hai una ragazza? Ah che stupida…- fece per
alzarsi.
-No aspetta,
non si tratta di ragazze o meno.-
Si fermò ed io
continuai.
-È tutta colpa
della mia coscienza. Devo dirti una cosa ma devi promettermi che non avrai
nessuna strana reazione.-
-Che c’è?-
disse socciata.
Mi tolsi gli
occhiali e sciolsi i capelli.
-Non mi chiamo
veramente Hagen-
Lei si girò e
mi squadrò ben bene.
-Georg?!-
***
Aprii gli occhi.
-Khloe…-
Li aprì anche lei.
-Come ti senti?-
-Bene, anzi diciamo meglio di ieri sera- mi girai a pancia
su.
-Bill, mi dispiace. So che è tutta colpa mia.- la guardai negli occhi
e presi il suo piccolo viso tra le
mani.
-No Khloe no.- sentii la sua calda lacrima sulla mia
mano.
-Si invece.- singhiozzò.
-Ora per chi piangi? Perché ti dispiace, piangi per Gustav, piangi per
Tom?.- sapevo che l’ultima era quella giusta. Lei esitò per un momento, poi tirò
su col naso e rispose.
-Mi dispiace del casino che ho combinato con tutti.- Stupida…pensa che
non abbia capito. Alzai un sopracciglio e lei mi crollò addosso piangendo come
una fontana. Feci semplicemente quello che lei aveva fatto la sera prima.
Aspettai.
***
Che scomoda
sensazione la sabbia sulla pelle. Mi alzai.
Il sole mi
picchiava sulla fronte, saranno state le undici e mezza, l’unica cosa che mi
faceva ricordare il giorno prima era il dolore che portavo nel petto. Proprio
come se avessi il cuore spezzato!
Raccolsi da terra
la maglietta e quel poco di coraggio che mi era rimasto, entrai in macchina e
misi in mito. Sentii il motore rombare e partii pronto a tornare in città, dopo
quel pomeriggio passato a riflettere.
***
-Yaaaaawn!-
Ero solo sul divano a guardare la tv, in camera non c’era nessuno. Possibile che
tutti scappassero proprio mentre avevo bisogno di loro? Mi serve qualcuno che mi
aiuti a distrarmi. Distrarmi…uhm…
Occhiali da
sole, porta, corridoio, ascensore, strada.
Il caldo era
soffocante e la sete aumentava ad ogni passo. Arrivai fino al duomo…il duomo.
Avevo incontrato Khloe li per la prima volta, guardai verso il campanile, da li
aveva lanciato la coca-cola in testa a Tom. Cazzo…Tom. Solo ora mi misi a
riflettere, fino a quel momento avevo solo allontanato l’idea, senza affrontarla
sul serio. Ricordai in ogni minimo dettaglio ciò che era successo. Il bacio, Tom
e lei che preferisce seguire lui. Perché? Su Gustav, non essere stupido.
Dopotutto è così scontato.
Guardai verso
l’orologio del campanile…le sette di sera. Dovrei tornare in albergo, ma non ne
ho proprio voglia. Voglia di vedere Khloe, di vedere Tom. Voglia di vederli
insieme magari.
***
-Bill?- non
aprii gli occhi, aspettai che lui mi togliesse la benda che mi aveva legato
intorno al capo.
-Khloe?-
sentii una risatina e poi il terreno iniziò a diventare più
soffice.
-Cosa
diavolo…?- poi sentii l’odore del mare, evidentemente Bill mi aveva portata
vicino una spiaggia, ma per fare cosa?
-Shh…cosa
senti?- immaginai la sua espressione, sorriso smagliante, trucco perfetto e
occhi luccicanti!
-Sento
l’odore del mare…sento la sabbia sotto i piedi…e sento anche che questa benda
non mi fa circolare il sangue!- mi misi le mani sui
fianchi.
Sentii Bill
avvicinarsi e togliermela.
Le luci della
riviera calabrese brillavano sullo stretto di Messina ed era quasi tutto buio.
Bill stese una coperta sulla sabbia.
-Stasera
fuochi d’artificio!- sorrise. Che dolce.
-Sei
serio?-
-Sisi! Ho
visto il volantino stamattina prima che succedesse tutto il
casino.-
Mi tese una
mano…in un attimo era sera. Ci coricammo sulla coperta e guardammo il cielo.
Guardammo il cielo tutta la notte, immaginando che un giorno ci sarebbe stato
qualcosa di migliore.