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Autore: Dada Baggins    31/07/2005    6 recensioni
Queste sono le Avventure dei Quattro Malandrini: James Potter, Sirius Black, Remus Lupin e Peter Minus...
Ma forse voi li conoscete come Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Avventure dei Quattro Malandrini

Un piccolo incidente

Con un leggero e grazioso turbinio di seta viola, la professoressa McGranitt entro' nell'Infermeria. Madama Chips scatto' verso la porta, dopo aver disperatamente gettato un'occhiata dietro la propria spalla, in direzione di un letto.
"E' grave?" l'insegnante chiese, con un tono di voce tra il seccato ed il preoccupato.
Madama Chips alzo' le spalle, sentendosi evidentemente impotente, "Non lo so, Minerva. Ci sono cose che neanche la piu' avanzata arte medica puo' guarire."
Minerva le rivolse uno sguardo carico d'angoscia, quindi si affretto' verso il letto che l'altra aveva lasciato da poco. Squadro' attentamente la piccola figura che vi era abbandonata: capelli neri, indubbiamente i piu' scompigliati che avesse mai conosciuto in vita sua; corporatura in un certo senso minuta, da Cercatore; un paio di occhiali era accuratamente riposto sul comodino, a fianco del letto.
Il volto era estremamante pallido.
James Potter stava dormendo, piuttosto agitatamente, ma il suo non era tuttavia un sonno naturale.
"Lo ha visto trasformarsi?" chiese distrattamente la professoressa McGranitt.
"Si'." arrivo' secca e dura la risposta, dall'altro capo della stanza. McGranitt sospiro'.
"Il Preside, professoressa?" madama Chips chiese, poi, con aria attonita.
"Sta arrivando."

Fuori dalla stanza, qualcuno stava trattenendo il fiato, l'orecchio incollato alla porta, l'intero corpo che sussultava ad ogni parola, ad ogni passo.
Peter Minus ascoltava la conversazione tra le due donne, incerto sul da farsi.
Ogni tanto, colto da una parvenza di coraggio, si voltava indietro, e faceva qualche passo verso l'altra estremita' del corridoio.
'Sirius e' la', nella Foresta Proibita. E' in pericolo. Devo andare.' si diceva, ostentando un'espressione risoluta sul suo volto.
Ma ogni volta che si diceva questo, il suo animo fondamentalmente vigliacco gli impedica di muovere passo, i muscoli irrigiditi da terrore e disperazione...
"Peter Minus! Qui?" una voce profonda e calma esclamo', costringendo il tredicenne a voltarsi con un sussulto
"P-preside..." ansimo' Peter, la mano sinistra sul cuore, ostentando spavento.
"Entra." il preside Albus Silente intimo', tuttavia con una voce pacata che non ammetteva repliche. I due entrarono, accompagnati da un mormorio di approvazione e sollievo da parte della professoressa McGranitt.
"Preside, che ci fa Minus qui?" chiese Madama Chips, preoccupata.
"Non lo so proprio, temo. Si potrebbe provare a chiederlo a lui." il Preside rispose, gesticolando molto lentamente, "Ha ascoltato tutta la vostra conversazione, oltretutto."
Minus rabbrividi' e affondo' il suo capo tra le spalle, con l'aria di un animale impaurito. James Potter emise un gemito, e le sue palpebre ebbero un lieve sussulto.

"Che cosa gli e' successo, Minerva?" Silente chiese, camminando verso il ragazzo.
La professoressa McGranitt rispose senza esitazione, "E' stato trovato al margine della Foresta Proibita dal professor Brownie. Purtroppo..." lancio' un'occhiata sospettosa a Peter, e stette ad aspettare.
"Minus, penso che lei possa andare nell'altra stanza per un attimo." il Preside disse. Minus non se lo fece ripetere due volte, e sgattaiolo' fuori dalla porta.
"... purtroppo era stato assalito da... Lupin. Il professor Brownie lo ha trovato privo di conoscenza. Ha detto anche di aver visto un grosso cane proteggerlo dal lupo mannaro, ed attirare la bestia... lontano da lui." McGranitt concluse, abbassando la testa al pavimento.
"Ha battuto la testa contro un grosso sasso. Non e' stato morso, tuttavia." madama Chips si affretto' ad aggiungere. Silente emise un lieve sospiro di sollievo.
"Resta il fatto," riprese la McGranitt, dopo un'occhiata torva all'altra, "Che probabilmente ha visto Lupin trasformarsi. Nessuno deve saperlo. E' un rischio troppo grosso, per Lupin, per la scuola..." fu interrotta.
"Lo so perfettamente, Minerva." affermo' decisamente il preside, tuttavia senza un'ombra di rimprovero nella sua voce, "E resta anche da stabilire che cosa ci facesse Potter nella Foresta Proibita."
Sia la professoressa che madama Chips annuirono. James finalmente apri' gli occhi, e guardo' tutti e tre con un'espressione vacua. Madama Chips si mosse velocemente e giunse al suo fianco.
James ricordava ogni cosa di quella notte. La breve fuga, sotto il Mantello dell'Invisibilita', per ginugere alla Foresta Proibita. Il lieve urlo di terrore di Peter Minus, quando si accorse che era troppo tardi, e che la Luna stava sorgendo.
Il Mantello, strappato via dalle loro teste, da una zampa munita di artigli, Peter che scappava, e lui stesso, James, che cadeva all'indietro, osservato da un paio di occhi vitrei e gialli.
E poi... la massiccia figura nera di Felpato che appariva davanti a lui...
James si alzo' di scatto, puntellandosi sui gomiti, "E' in pericolo! Nella foresta..." esclamo', ansimando, il cuore che batteva all'impazzata. Cerco' di divincolarsi dalla stretta di Madama Chips, poi incontro' un paio di gelidi occhi azzurri.
Il Preside aveva estratto la sua bacchetta, e la stava sollevando verso di lui, lentamente, con calma. Quel gesto sembrava durare un'eternita'... E James ricordo' quello che, una volta, Remus Lupin aveva detto a lui, e agli altri due Malandrini...
'Se qualche insegnante vi trovera' con me, riterra' la soluzione piu' opportuna cancellarvi la memoria, capite?...'

James non voleva dimenticare, neanche un'ora della sua vita. Non doveva dimenticare!... Doveva andare da Felpato, era in pericolo... doveva portarli la', perche' lo aiutassero, lo salvassero...
Sbatte' gli occhi ripetutamente, furiosamente, per evitare il contatto visivo, ma quello non... non servi'.
"Oblivion!" disse la voce pacata del Preside.
Tutto divenne sfocato e incerto, intorno a James... i suoi occhi fissavano vacuamente il soffitto, mentre soccombeva definitivamente all'Incantesimo di Memoria...

*** Il mattino dopo ***

Nella foresta, una grande radura custodiva un argenteo lago. Spesso, Unicorni andavano li' ad abbeverarsi. Quella mattina, un grosso cane giaceva sulle rive argentee, appena bagnato dall'acqua cristallina, il rosso del sangue che colorava la sponda.
Un ragazzo, di circa tredici anni, dai capelli castani e dalla carnagione estremamente pallida, si avvicino' cautamente, alzando gli occhi alla luce del Sole.
"Oh, no! Non lui..." gemette, avvicinandosi al cane, e chinandosi su di lui, "Sirius?..." lo chiamo', piano, vedendo che l'animale aveva aperto gli occhi e lo stava guardando.
Quello che ricevette in risposta fu un sordo lamento, tra un ringhio ed un guaito. Rialzatosi velocemente, Remus Lupin corse verso il margine della Foresta, constatando con gioia che nessuno degi studenti aveva gia' abbandonato il proprio dormitorio.
Inciampo' in un indumento sottile: il Mantello dell'Invisibilita' di James Potter. Senza indugiare, se lo infilo', coprendosi bene anche la testa.
Il Castello di Hogwarts era deserto. Solo un gruppo di insegnanti stava ispezionando i corridoi, con aria distratta. Lupin si avvicino' al quadro della Signora Grassa, che controllava l'entrata dei dormitori Grifondoro.
"Cui Prodest?" sussurro', velocemente.
"Oh, proprio non lo so, caro!" disse l'immagine del quadro, con un sonoro sbadiglio, facendo scattare l'apertura della porta.

Lupin fu subito colpito dalla minuta figura di Peter Minus abbandonata nel sonno sul divano della Sala Grande Grifondoro. Senza far rumore, il ragazzo si sfilo' il Mantello, e diede una leggera spinta a Minus per svegliarlo.
Peter sussulto', scattando in piedi. Alla vista dell'altro, rabbrividi' visibilmente, deglutendo un paio di volte, "R-remus..."
Lupin fece qualche passo indietro, e crollo' su di una sedia, la testa tra le mani. Li aveva avvertiti, ecco cosa. Aveva detto loro che ci sarebbe stato pericolo, che avrebbero potuto passare guai seri... Ma James, quel testardo... e Sirius, sprezzante ed altezzoso... Remus sospiro' amaramente. Cosa fare? Avvertire gli insegnanti? Per mettere tutti nei guai? Se non si potevano chiamare 'guai' quelli che erano successi quella notte...
Aveva sottovalutato la questione. Aveva attaccato James, e ferito Sirius... Gia', James. Dov'era James?
Con uno sforzo non indifferente, Remus alzo' la testa verso Peter, gli occhi rossi dal pianto. Si guardo' intorno. "Dov'e James?" chiese, con voce rotta.
"Ehm... e'... in infermeria." rispose Peter, con un lieve tremito nella sua voce.
Lupin scatto' in piedi come se avesse preso la scossa, "In infermeria?" chiese, scioccamente. Senza indugio, prese il Mantello, afferro' la manica della larga veste di Peter, e lo trascino' sotto. Insieme fecero scattare l'apertura del quadro ancora una volta, e si incamminarono nel corridoi.
"Remus..." piagnucolo' Peter, ancora provato dall'esperienza della scorsa notte.

Giunti in infermeria, Remus apri' lentamente la porta, e sbircio' all'interno. Non c'era nessuno. Strano. Peter trattenne il fiato, mentre insieme si fecero strada tra i letti vuoti. Solo l'ultimo, quello vicino alla finestra, era occupato da un pallidissimo James Potter.
Con un lieve singulto, Remus lancio' via il Mantello, e si accoccolo' a fianco del letto. A occhi chiusi, mormoro' parole che potevano formare una formula magica. Voleva semplicemente cancellare cio' che aveva fatto quella notte, e continuare, come se non fosse mai successo. Ma non era possibile. Doveva sopportare le conseguenze delle sue azioni... come se cio' fosse possibile! Aveva danneggiato i suoi migliori amici!
Un sospiro fece si' che Remus riaprisse gli occhi. James lo stava guardando, stranito. Cerco' distrattamente i propri occhiali sul comodino.
"Remus... tutto OK?" chiese, in tono preoccupato, ma, come al solito, scherzoso.
Lupin annui', "James, io... mi dispiace." borbotto', rosso in viso (per l'unica volta nella sua vita...)
James strinse gli occhi, cercando di capire per cosa Remus si dovesse scusare. Non ricordava nulla di quella notte. Non ricordava cosa avesse fatto, "Remus... non capisco. Davvero." ora era preoccupato veramente.

Remus gli rivolse uno sguardo in tralice, "Non ricordi?" chiese, per un attimi cercando una spiegazione di questo fatto negli occhi dell'amico.
James scrollo' le spalle, con aria noncurante, "No. Davvero."
"James... Felpato. E' ferito. Nella foresta, vicino al lago." Remus disse, senza fiato. Non era tuttavia riuscito a dire 'l'ho ferito'. "E' colpa mia..." mormoro' alla fine, gelido, abbassando gli occhi al pavimento.

Una specie di lampo attraverso' la giovane ed elastica mente di James. Gli sembrava di ricordare qualcosa... di assolutamente importante a questo riguardo... Qualcosa che aveva a che fare con un incantesimo... tento' alla fine di distrarre la propria mente, e concentrarla sulle parole di Remus.
"Felpato? Dove?" chiese, passandosi una mano sulla fronte, "Come... come e' successo?" ansimo' poi.
"Nella Foresta... vieni." Remus disse, aiutandolo ad alzarsi, e poi inevitabilmente notando che il suo amico non voleva essere aiutato in questo.

I due, incamminandosi attraverso i corridoi, evitavano di guardarsi. James, impaurito dalla sua mancanza di memoria per questo, voleva ricordare, si sforzava infinitamente di farlo. Remus, pieno di vergogna e spavento per quello che era successo, non voleva saperne di parlare. Quando Codaliscia ebbe sbloccato l'accesso del Passaggio Segreto per loro, tutti e tre si avviarono all'interno dello stretto cunicolo.
Giunsero poco dopo al lago. Ora non era piu' un grosso cane nero che giaceva sulla riva del lago. Si trattava di un ragazzo, abbastanza alto, con una lunga veste da mago, inzuppata di sangue.
James usci' da sotto il Mantello. Remus ricordo' che, essendo nella Foresta, non ne avevano piu' bisogno, e lo getto' via, con uno scatto che fece sobbalzare Peter.
"Episkey!" sussurro' James, puntando la bacchetta verso la ferita di Sirius. "Non funziona..." borbotto' poi, lanciando la propria bacchetta contro un albero, sfogando la propria rabbia.

"Dobbiamo tornare al Castello. Dirlo a Madama Chips. Questo lo aiutera'! E' l'unica cosa che puo' aiutarlo." ansimo' Remus, gesticolando e respirando affannosamente.
James stava annuendo furiosamente. Stava fissando l'amico Sirius con aria veramente disperata. Qualcuno apparve dietro di loro ed osservo' attentamente la scena prima di rivelarsi.
Scostando i suoi capelli arruffati, James Potter si avvicino' a Sirius, e, passando il suo braccio destro intorno al proprio collo, lo sollevo' cautamente. Remus si avvicino' in modo diffidente, e fece lo stesso con il braccio sinistro. Peter Minus lancio' un grido quando si accorse del Preside, che li stava gia' osservando da una decina di minuti nascosto tra gli alberi.

James, Sirius e Remus si immobilizzarono, fissando l'alta figura del Professor Silente. Sirius fece un debole tentativo di reggersi in piedi, e poi si lascio' andare, facendo si' che anche i due amici crollassero stremati sotto il suo peso non indifferente.
"Non sarebbe meglio," inizio' il Preside, ammiccando verso Sirius, "Che usaste un incantesimo?"
La bacchetta di James, ancora sull'erba, schizzo' verso il suo proprietrio, che la afferro' bruscamente.
Potter, distrattamente, la punto' verso Sirius, mormorando, "Mobilicorpus.", sempre fissando il Preside.

Remus Lupin fece qualche passo verso il professor Silente, con aria desolata, "Preside," incomincio', "E' solo colpa mia..." fu interrotto dalla voce autorevole di Silente, che lo esortava alla calma.
"Ora andremo tutti al castello, e risolveremo questo... incidente." disse, con voce pacata e, in un certo senso, dolce.

Continua...
  
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