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Autore: PattyOnTheRollercoaster    18/03/2010    1 recensioni
Questa storia parla di me. Di Ray. Di Gerard e Bob. Di Mikey e di Frank. Parla anche di Lyn, di Alicia, di Brian e di Jamia. Parla di un bambino. E parla di un padre. Ma soprattutto, parla di cambiamenti. Dei cambiamenti che arrivano imprevisti, e che capovolgono il mondo intero di una persona. Questa storia parla di me, e dei miei amici. E di come abbiamo passato assieme il tempo che avevamo...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.Rejected comic

Basta poco a consolarci, perché basta poco ad affliggerci.
Blaise Pascal

Gerard.
Era da un bel po’ che ci pensavo ormai. Purtroppo il fumetto non era stato accettato, perché secondo il preside il pubblico non poteva essere troppo vasto. Avevo capito fin dall’inizio che non voleva sponsorizzarmi, e cercava una scusa. Ma io avevo già parlato con la rivista che mi avrebbe pubblicato la storia, e mi aveva detto che andava bene, che dovevo solo trovare lo sponsor e poi era fatta. Che ne sapeva il preside di fumetti? Bah!
Devo ammettere che mi dispiaceva più di quanto non dessi a vedere. Mi avevano rifiutato. Era come una formula, un mantra che non cessavo di ripetermi ma che non faceva bene al mio corpo. Mi sentivo un po’ un fallito. Avevano rifiutato il mio lavoro, una mia idea. Non so se vi sia mai capitata una cosa del genere, ma quando qualcosa di così personale viene considerato poco più di uno scarabocchio, allora ci si sente davvero dei falliti. Mi veniva da chiedermi come mai ci avevo perso così tanto tempo, cominciavo a dubitare dei disegni che avevo fatto, delle inquadrature particolari che avevo dato alle scene, dei colori; e ancora dei dialoghi che avevo inventato, di alcuni personaggi, della trama in generale del fumetto.
Fu terribile.
Comunque sia, era da un bel po’ che avevo una gran voglia di rivedere quel disegno, quello che mi aveva mostrato la ragazza dell’Accademia, Mary Jo. MJ. Più veloce, più pratico, non come il mio nome. I diminutivi per il mio nome sono inutili e fanno tutti schifo. Non se ne salva uno.
Comunque sia, avevo voglia di rivedere quel disegno. Mi era capitato poche volte di fissarmi così tanto con una cosa. Ne parlai agli altri, dicendo che per il prossimo album magari potevamo vedere un po’ di lavori di MJ e, se ci piacevano, potevamo chiederle di occuparsi della grafica di copertina e delle presentazioni in generale. Gli altri dissero di si, che si fidavano del mio giudizio artistico.
Andai all’accademia e, grazie al disponibile e un po’ puzzolente custode di cui non sapevo il nome, mi fu dato in fretta il numero di cellulare di MJ.
Pensai di aspettare l’inizio delle vacanze per chiamarla, così non avrebbe avuto impegni scolastici. Quando le telefonai fu molto sorpresa di sentirmi e mi chiese subito chi mi aveva dato il suo numero.
“Non preoccuparti, non ti sto seguendo, non sono un maniaco. Me lo ha dato la scuola” la rassicurai.
“Di solito quelli che dicono di non essere maniaci lo sono. Come quando uno è ubriaco e dice di non esserlo … lo è” rispose MJ. “Comunque, che c’è?”.
“Volevo farti una proposta di lavoro” dissi. Silenzio dall’altra parte.
“Come?”.
“Abbiamo bisogno di qualcuno che si occupi del nuovo album. Ci servono disegni”.
“Oh, tipo le copertine, le cose che vanno a finire sulle magliette e così?” chiese lei.
“Esatto”.
“Davvero? E perché hai chiamato me?”.
“Mi era piaciuto molto il disegno che mi hai fatto vedere” dissi sinceramente. “E sono curioso di vederne degli altri”.
“Davvero? Grazie” disse, sorpresa e sincera. “Ma scusa, tu disegni, no?” mi chiese poi.
“Si”.
“E, non è che non accetti il lavoro, ma mi chiedevo: perché allora le cose non te le disegni da solo? Puoi fare quello che ti piace e non hai bisogno di pagare nessuno”.
“Hai ragione, ma poi ho paura di cadere nel ripetitivo” risposi. Era vero. Il mio stile si riconosceva subito, ma io volevo degli album tutti diversi, e gli altri erano d’accordo con me. Contattare artisti diversi era un modo semplice per avere una grafica sempre nuova e originale.
“Capito. Allora che devo fare?” mi chiese MJ.
“Devi portarci un po’ di disegni da farci vedere. Vorrei decidere assieme agli altri se non ti dispiace. Se non sono d’accordo non si può fare”.
“Ho capito, siete una band affiatata”.
“Spero di sì”. Le diedi l’indirizzo dello studio di registrazione e ci demmo appuntamento per qualche giorno dopo.
Gli altri erano molto curiosi di conoscere quella che chiamavano la mia prima scoperta da mecenate. Credo di avergli rotto parecchio le palle continunando a parlare di MJ. Quando ci riunimmo tutti per incontrarla stavo guardando fuori dalla finestra. La vidi arrivare sullo skate a tutta velocità e fermarsi sulle porte, i capelli neri sparati in tutte le direzioni che svolazzavano al vento, nonostante avesse tentato di legarli alla bell’e meglio. Portava una semplice maglietta bianca senza maniche e dei pantaloni rossi e verdi a quadretti stretti, un po’ come quelli che porto sempre io ai concerti. In mano portava l’immancabile tubo per i disegni.
“Eccola” dissi agli altri.
“Ah, puntuale. Menomale” disse Ray con evidente piacere. Gli piacciono le persone puntuali, forse perché non gli piace aspettare. In effetti l’unico che ancora non c’era era Frank, ma ci eravamo abituati ormai. Scesi di sotto per portare MJ nella stanza giusta, ma prima che potessi scendere le scale me la trovai di fronte.
“Ciao” dissi vedendola poco più sotto di me.
Lei alzò lo sguardo, poi sorrise. “Ciao. Quando ho visto tutta quella gente di sotto pensavo che non ti avrei trovato mai”.
“Si, è un po’ confuso, ma noi siamo sempre qui. Vieni” dissi, aspettando che mi raggiungesse. Andammo lungo il corridoio, svoltammo a destra e, dopo una piccola sala d’aspetto che non usava mai nessuno, c’era quella nostra specie di studio. In realtà non era uno studio, non componevamo certo lì le canzoni, ma era dove c’erano tutte le nostre cose. Dove Frank e Ray portavano le chitarre nei periodi di registrazione, le tenevano lì al posto di fare sempre avanti e indietro con gli strumenti ovviamente.
Entrai, e Mikey, Ray e Bob si voltarono tutti a guardarmi. Notai che c’era un grande assortimento di cose lì, a cui forse prima non avevo fatto caso, ma adesso che c’era anche qualcun altro era un po’ come presentare casa mia, solo che era disordinata e sporca. Bob e Ray stavano giocando ad un videogioco, Mikey invece leggeva un libro, poi c’erano una montagna di cd, alcuni libri e persino qualche abito, per non parlare poi delle cose da mangiare. In un angolo c’erano alcuni cartoni di pizza abbandonata e una bottiglia di coca-cola quasi vuota, il tutto in realtà faceva un po’ schifo gettato a terra com’era. Ma che volete, erano appena passate le tredici: ora di pranzo.
MJ entrò cauta, guardandosi attorno e sorridendo leggermente a tutti. “Ciao” disse alzando una mano in segno di saluto. “Io mi chiamo MJ”.
Ray si alzò e andò a stringerle la mano. “Io sono Ray” disse.
“Bob” disse lui dopo aver messo pausa nel gioco ed essersi alzato.
Anche Mikey si alzò e si presentò con uno dei suoi soliti sorrisi gentili. Ecco, mancava solo Frank, ovviamente. MJ si guardò un po’ attorno, poi disse: “Allora, vi faccio vedere i disegni?” chiese mostrando il tubo.
“A dir la verità ne manca uno” dissi leggermente contrariato. “Aspetta, lo chiamo”. Uscii nel corridoio e Frank mi assicurò per telefono che sarebbe arrivato in meno di cinque minuti. Era difficile credergli, dopo tutte le volte che lo aveva detto e ci aveva messo delle mezz’ore, però non dissi niente.
Quando rientrai gli altri erano seduti sul divano, e arrivai in tempo per sentir dire a MJ: “In realtà è il primo lavoro che faccio in tutta la mia vita, anche se forse non avrei dovuto dirvelo”.
“Quanti anni hai?” chiese Mikey.
“Ventitre” disse MJ. “Prima di venire ero talmente nervosa che ho bevuto un caffè e due Red Bull. Credo che per questo pomeriggio sarò abbastanza iperattiva”.
Sorrisi, e mi sedetti vicino agli altri. “Frank arriva fra cinque minuti ha detto”.
“E cioè?” chiese Ray.
“Cioè arriva fra venti minuti” disse Bob.
“E intanto che facciamo?” chiese MJ.
“Gli effetti della Red Bull?” chiesi.
“Forse” disse lei annuendo.
“Ah! Visto che Frank non c’è, allora credo che dovremmo sentirci autorizzati ad usare le sue cose” disse Bob alzandosi e andando a prendere una scatola in un angolo.
Corrucciai le sopracciglia mentre tornava indietro e cominciava ad aprire la scatola. “Che cos’è?” chiesi.
“E’ la wii, lui ancora non ci ha giocato. Inauguriamola” propose Bob.
Ray approvò: “Hm … si, okay”.
“E a cosa giochiamo?”.
“Box?” propose Bob mentre staccava la spina della Playstation e armeggiava con dei fili.
“A me va bene” disse MJ sorridendo eccitata.





Salve a tutti! ^^ Ecco una cosa che mi sono scordata di dire la scorsa volta: ogni capitolo avrà dei diversi punti di vista e, oltre a quello di MJ e dei membri della band, ci sono due personaggi in particolare di cui mi è molto piaciuto scrivere il PoV. Per ora non vi anticipo nulla, ma più avanti capirete subito chi sono questi personaggi, solo abbiate un po' di pazienza perchè i capitoli che riguardano loro sono un po' più avanti.
Questi primi capitoli forse sono un po' una sorta di introduzione, in cui MJ e gli altri si conscono meglio. Non mi piacciono le fic in cui i personaggi, non appena s'incontrano, diventano amici per la pelle, perchè non è così che va di solito nella vita reale, e a me sta molto a cuore rendere una fic il più veritiera possibile.
Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Frank. In realtà mi volevo subito 'sbarazzare' di lui e Gerard! XD Perchè la maggior parte delle storie li hanno come protagonisti, mentre io volevo concentrarmi un po' su tutti i My Chemical Romance. In realtà colui che avrà un ruolo un po' più importante in questa storia non è nè Gerard nè Frank, lo scoprirete più avanti, se avrete la pazienza di leggere XD
Grazie a chi ha messo la storia fra le seguite, anche se fin'ora non ha avuto molto successo, non importa, a me basta postarla! XD

_sory_: prima di tutto grazie mille per la recensione! ^^ Già al primo capitolo c'è qualcuno che mi dice che cosa ne pensa, wow! XD Sono felice che ti piaccia il mio stile :) Per i primi capitoli tratto più i membri della band, ma poi la storia si amplia un po'. Io di solito leggo pochissime slash, diciamo che in quel campo sono molto esigente XD Però penso che andrò a vedere qualche tua storia, ho già dato un'occhiata ai titoli e sembrano belle! ^^ Spero che questo capitolo ti piaccia, alla prossima!

Un ciao a tutti, by
Patty.
   
 
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