SADNESS
Vagavo
senza meta tra i vicoli bui di Londra. Mi ero lasciato tutto alle
spalle. Forse
“Tutto”era il termine meno appropriato per dare un contenuto alla mia
patetica
esistenza.”Niente”era la parola giusta. L’oscurità e la solitudine era
ciò che
meritavo .Il mio essere interiore era tetro e inquietate,come i vicoli
che
percorrevo.
Davanti
a me :L’eternità inutile. Non conoscevo più il significato della
parola”VITA”. Non
ricordavo che sapore avesse il cibo,e neanche la delicatezza del
vento che ti
sfiorava la pelle. Non ero ne uomo,ne bestia. Non avrei mai più vissuto
veramente. Vivere ,significava completezza:Amare,sognare,crescere,e
morire.
Si,Morire!Anche quello,faceva parte della vita. Un altra nostra
condanna:Non
poter morire di mano propria. Eravamo imprigionati in quell’inferno
infinito. Non aveva alcun senso vagare per sempre nel labirinto del
purgatorio
,in cerca di qualcosa che non sarebbe ma arrivato. Era strano come gli
esseri
umani scansassero la morte,temendola e patendola. Piangevano al
pensiero
di dover morire, quando io invece in quel momento la cercavo, la
desideravo.
L’unico pensiero che riusciva ancora a tenermi legato a questo mondo,era
la mia
famiglia. Le persone che mi volevano bene,e in particolar modo….Carlisle
.Non
avrei mai voluto arrecargli dolore.
Stimavo e ammiravo l’uomo che ormai consideravo mio padre. Mi aveva
donato la
vita eterna,strappandomi dalla morte terrena,umana .Mi aveva concesso
un'altra
possibilità di esistere. Mio padre, aveva agito in buona fede,senza
pensare che
tra la scelta di morire prematuramente,o vivere eternamente da
vampiro;avrei scelto di morire .Carlisle era un uomo giusto,e la parola
“uomo”non
era un errore attribuito al suo modo di essere. Aveva una particolare
dedizione
verso la razza umana,cercando in tutto e per tutto di capirli,accettarli
e
aiutarli. Se non fosse stato per la sua tipica carnagione bianca,la sua
pelle
fredda,e la sua eterna giovinezza;anche io avrei fatto fatica a
giudicarlo
diverso. Carlisle,era forse l’unico esemplare della nostra specie,alla
quale
era impossibile attribuire la parola -mostro- .Capivo e accettavo le sue
scelte,ma non li condividevo .La strada che percorreva era giusta,ma
inutile.
La nostra nascita era legata ad un unico terrificante
obbiettivo:Uccidere. Eravamo degli assassini immondi. Allora perché
sforzarsi
tanto per essere qualcos’ altro?. Era inutile cercare di aggrapparsi
alla
speranza di conservare la nostra umanità,privandoci degli istinti
primordiali
della nostra specie .Non avrebbe fatto nessuna differenza se il sangue
che
ingurgitavamo,fosse stato umano o animale . Questo, non impediva alla
nostra
pelle di risplendere,e ai nostri occhi di annerire. Eravamo senza
volerlo delle
belve fameliche .Neppure- BELVE- Anche esse ,appartenevano al cerchio
naturale
della vita:Nascere - crescere e morire. Invece noi,non eravamo niente
.Non
avevamo ne cuore e ne anima. Vuoti!Eternamente dannati. Chi ero? Cosa
volevo?Ancora non conoscevo le risposte alle mie domande. Vedevo solo
buio e
vuoto davanti a me. L’ignoto. Gli unici istinti primordiali che avevo,mi
avevano reso schiavo di essi. Accettai e abbracciai il mostro che
albergava in
me, soddisfandolo in tutto e per tutto. Se era il sangue umano che
cercava ,io glielo avrei donato. Nessun rimorso ,nessuna indecisione
.Non
potevo scendere più in basso dell’inferno in cui già vivevo. Infondo
perché dare un peso alla propria coscienza,quando non ne possedevo una.
Non ero
più io .Il vero Edward,era morto a Chicago nel 1918. Non potevo,o forse
non
volevo cercare altro,in quella ipocrita esistenza. Mi sarei
comportato,come la
mia natura mi imponeva. Sarei stato un vampiro e niente altro. Neppure
un nome
,era adeguato ad un essere come me. Perché dover distinguerci attraverso
i
nomi,quando dentro eravamo tutti uguali,tutti dei mostri. L’unico strano
e
incomprensibile sentimento che non capivo,era il dolore. Soffrivo.
Sentivo un
peso sul petto ,che mi perseguitava ovunque .Tutto intorno a me scorreva
veloce,senza
soffermarvi ad osservare nulla. Infondo non c’era niente che mi
interessava
davvero,nulla che valesse la pena di vedere. Alzai gli occhi al cielo
per
ammirare le stelle,ma niente. Non riuscivo a vedere neanche quelle. I
miei
occhi erano neri come la mia sete. Solo buio davanti a me .Ma cosa
cercavo in
verità?C’era qualcosa che mi spingeva oltre. Non era solo il vuoto che
sentivo
nel petto a farmi riflettere sulla vita .Forse cercavo un
significato,una
luce,una speranza?La notte incombeva su di me,rendendomi sempre meno
visibile
alle persone. Bene!Era il momento di lasciar perdere la piccolissima
parte di
me riflessiva,e abbandonarmi all’unico scopo essenziale della mia
permanenza:
La sete. Chi sarebbe stata la mia prossima vittima?Mi strinse un po’ lo
stomaco
a quel pensiero,ma subito dopo il mostro che era in me,ringhio furioso.
Ma
si,cosa mi importava?Era quello che ero. Dovevo solo accettarlo. Per
cercare di
far tacere la parte in me che ancora ragionava,cercai di convincermi da
solo,parlando ad alta voce,per far risuonare le mie parole più vere e
convinte”Solo persone cattive,solo persone cattive” .Non servì a
molto,visto
che il pensiero che giunse dopo fu contraddittorio:Tu chi sei per
giudicare chi
merita di morire?Ormai ero impazzito. Discutevo da solo,come se in me
esistessero due entità. Non ero Dio,e neanche un uomo. Allora chi mi
dava il
potere per decidere sulla vita degli altri?L’unica soluzione possibile
era, che
ero un demone .Il demone della notte. Le leggende sul nostro conto,erano
tutte
vere,e giustificate. -I FREDDI -Così ci chiamavano. Era vero,freddi in
tutto.
Non avevamo ne emozioni e ne sentimenti. Allora perché stavo li a perder
tempo
sulle cose giuste,e quelle sbagliate?Basta!!Non volevo più ascoltare la
mia
mente,e i miei pensieri. Avrei agito,subito .Infondo ero li per questo
.Uscì
dal vicolo che mi aveva nascosto nell’ombra fino a quel momento,e mi
diressi
deciso,verso la piazza affollata. Nella notte,la mia pelle si
mimetizzava alla
altre,senza farmi notare. Attraversai la piazza lentamente,osservando le
persone
attorno a me. La gola bruciò al mio passaggio,ma
era un tormento abitudinario. Presto avrei colmato quel dolore fisico.
Sentivo
intorno a me,le loro menti inutili. Che persone insignificanti!Forse mi
stavo
facendo veramente troppi problemi.Meritavano tutti di morire per mia
mano.
Nessuno si sarebbe accorto della loro mancanza. Mi soffermai un
attimo,per
controllare la situazione,e la percentuale di probabilità che avevo di trovare una preda,in tutto quel trambusto .Ero
un mostro, un assassino,ma…non mela sentivo di affondare i denti su una
schiera
di ragazzini insignificanti .Ero stato preso troppo dalla fretta di
assecondare
il mio demone,che ero fuggito nella direzione sbagliata. Quella
piazza,non ero
il luogo adatto per cacciare. Mi sarei dovuto recare altrove,tra strade
perse e
vicoli cechi. Era li che si trovava la brutta gente. Imboccai subito,un
altro
vicolo scuro,e li,mi sentì di nuovo a casa. La notte,rese tutto più
silenzioso
e facile .Mi incamminai deciso lungo la via che avevo davanti .I miei
abiti
erano neri come la notte, e mi rendano
invisibile. Sentivo i pensieri dei ragazzini in piazza,che si
allontanavano da me. Finalmente ero abbastanza distante da rimanere
solo.
Inchiodai subito. Non capivo!La gola,era in fiamme,gli occhi neri. Mi
voltai,per controllare intorno a me,e tutto era normale,tranquillo .La
secchezza che sentì in gola,si intensificò radicalmente,eppure,vicino,
non
c’era nessuno .Ed anche se ci sarebbe
stato,l’avrei sentito .O meglio -avrei sentito la sua mente- Avvicinai
la mano
alla gola,per trattenerla .Il dolore fu allucinante. Avevo sete!Una sete
assurda e incontrollata. Non avevo mai assaggiato quel tipo di desiderio
intenso. Continuavo a non capire,ma sapevo che ciò che sentivo era una
brezza
umana .Solo essa,poteva farmi infuocare in quel modo. Chiunque
fosse,sarebbe
morto ,quella sera,in quel momento.,per me e per il mio essere. Non
poteva
esistere nulla superiore a
quel desiderio .Non conoscevo più
pensieri,o riflessioni. Volevo solo il suo sangue. Mi persi in quella
bramosia,
chiudendo gli occhi,per assaporare l’aria. Come poteva esistere qualcuno
con
quel tipo di odore? Era troppo,troppo invitante. Dilatai le narici per
sentire
ancora. Non avevo mai conosciuto nulla di simile. Era
intenso,forte,dolce e
allo stesso tempo stuzzicante. Pregai che quel profumo,non appartenesse
ad un
bambino,perchè non mi sarei fermato per nulla al mondo. Ancora non
capivo,da
dove provenisse, finché la luce di un auto passante,mi fece riprendere
lucidità,attirando il mio sguardo sul pianerottolo di un abitazione. Era
buio,e
deserto. Vidi qualcuno a pochi metri da me,seduto con sui gradini di
quell’uscio .Dai capelli,riuscì a capire che si trattava di una
ragazza,che
avvolgeva il suo volto tra le gambe. Era proprio sotto di me,eppure non
l’avevo
vista,e ne sentita. Forse. perché dormiva,o non pensava .Scossi la
testa- non
aveva alcuna importanza.,sarebbe morta! .Era una situazione perfetta:
Notte
fonda,lei dormiva,e intorno a me il silenzio,Quel pensiero,mi infuocò di
nuovo,facendomi avvicinare lentamente. Già assaporavo il suo sangue .Se
il suo
odore era così intenso,il sangue mi avrebbe dato l’eterna beatitudine
.La
volevo,subito. Accelerai il passo,silenzioso,quando,un singhiozzo
sordo,mi
distrasse dal mio scopo .Era stata lei?Rimasi in silenzio per cercare di
cogliere qualcosa altro .Di nuovo un singhiozzo. Si!Era lei. Ma allora
non
dormiva?Perchè non l’avevo udito i suoi pensieri?Le mie domande mi
fecero
soffermare un attimo,facendomi perdere nei particolari. Osservai
attentamente
la sua posizione. Era china su se stessa in posizione indifesa. Il suo
viso era
coperto dall’ enorme chioma scura arruffata,Le sue esili braccia
circondavano
le gambe raccolte,come per proteggerle.
Era cosi delicata e semplice. Cosa mi prendeva?Perchè questi
pensieri?No!Non mi
sarei fermato .In tutto il mondo non avrei mai trovato un sangue
prelibato come
il suo .Un sangue che mi avrebbe fatto perdere i sensi .Era troppo
particolare,per lasciarmi convincere dalla mia…Non so cos’era!Ma non mi
interessava .L’avrei colta di sorpresa,l’avrei afferrata
velocemente senza che lei sene
accorgesse .Magari non avrebbe sofferto. Scattai in avanti ,senza
perderla di
vista. All’improvviso,la ragazza,sentendo il rumore dei mie passi
vicini,alzò
il voltò .Mi guardo intensamente. I suoi
occhi era profondi,e scuri .Non era spaventata, perchè?Sulle sue guance,
sgorgavano delle lacrime. Il suo tenero viso,era a forma di cuore,e
anche nella
notte,riuscì ad intravedere i suoi zigomi tingersi di rosso. Mi ero
fermato ad
ammirarla. Lottai contro i miei pensieri,cercando di dare un senso a
tutto
questo. Sentivo il suo odore sempre più forte,ma non riuscivo a
muovermi. La
gola,era ormai in fiamme. Improvvisamente,la ragazza,asciugò veloce le
sue
lacrime,e si passò una mano tra i capelli,tirandoli leggermente indietro
.L’ondata mi travolse….non potevo fermarmi,non DOVEVO fermarmi!. Non
avevo mai
desiderato del sangue umano,in quel modo .Doveva essere mio,ad ogni
costo.
Poi,avrei fatto i conti con la mente. Per non farla spaventare, mi
avvicinai
piano .Lei continuava a guardarmi,senza parlare. Appena le fui
accanto,sprofondai nell’indecisione. Allungai la mano verso di lei,nella
speranza forse di spaventarla,e farla fuggire via da me,e dal mostro che
ero.
Ma lei,continuò a guardarmi serena,tranquilla. Toccai leggermente il suo
volto,e
ricaddi nell’oblio. Le sue guance avvamparono. La sua pelle bruciava più
del
suo odore. Era viva,pulsava in lei,ogni singola cellula. Quella
ragazza,era la
mia rovina. Troppo rara da trovare,ma troppo tenera da uccidere. Non
riuscì a
tenere a freno la lingua,e le diedi libertà”Che cos’hai?”Ma che mi
prendeva?Stavo dialogando con la vittima?Era inutile,sciocco,e
imbarazzante.
Lei abbassò lo sguardo sulle sue gambe,arrossendo di
nuovo”Niente”Confermò il
tipico -niente- delle donne.”Allora perché piangi?”Le chiesi
istintivamente .Ma
perché continuavo su questa strada assurda?Dove mi avrebbe
portato?Dovevo
fermarmi,subito!La vidi chiaramente,mordersi il labbro,mentre cercava di
darmi
una spiegazione”Non so,forse uno sfogo”Rispose con voce,rotta dal
pianto. Uno
sfogo?Di cosa?Stupidamente volevo saperlo. Un attimo!Perchè non riuscivo
a
sentirla?Non sentivo i suoi pensieri. Per questo motivo le ponevo delle
domande. Era stranamente un incognito per me. Arricciai la fronte
insospettendomi. Cosa mi accadeva?Era tutto nuovo e strano. Quella
perfetta
sconosciuta,era affianco a me,con il profumo più delizioso al mondo,ed
io
volevo sapere i suoi problemi?Eppure non volevo morderla,o forse si.
Però non
volevo farla soffrire. Non ci capivo più nulla,ma parlai di nuovo. Ormai
mi ero
incuriosito”Per cosa dovevi sfogarti?”Mi pentì subito della mia banale
domanda,troppo intrusiva,e troppo personale .Lei infatti alzò lo sguardo sorpresa .Non riuscivo a leggere la
sua mente,e questo mi uccideva,perciò le chiesi subito”Scusa”Riferendomi
alla
domanda che le avevo posto prima .Era strano, come di fronte a lei,mi
sentissi
impacciato. Non riuscivo a prevedere le sue mosse anticipatamente,ed ero
curioso e allo stesso tempo intimorito da quella situazione. Cercai di
approfondire la conversazione rendendomi il meno possibile
invadente”Come ti chiami?”Gli
chiese nuovamente,cercando di essere naturale. Gli umani facevano
conoscenza
tra di loro attraverso queste piccole domande. Non era saggio
chiederle:Perché
non riesco a sentire i tuoi pensieri?O perché hai un sangue così
delizioso?La
ragazza alzò gli occhi verso di me e mi rivolse uno sguardo strano. Era
sorpresa e incredula. Rispose,timida,subito dopo”Isabella,ma tutti mi
chiamano
Bella”Cosa mi stava succedendo?Ero felice di sapere il suo nome.
Perchè?Era
come se una piccolissima parte di lei,fosse entrata in me. Mi sentì a
mio agio
per un momento,e risposi a mia volta alla domanda che lei, non mi aveva
neppure
posto”Il mio nome è Edward. Edward Cullen”Il mio nome?Io stesso avevo
scomunicato
qualsiasi cosa appartenesse all’essere umano già superato;compreso il
mio nome
di battesimo. Invece adesso ero li
,fiero di ripeterlo ad alta voce. Davvero volevo conoscere quella
ragazza?Improvvisamente ero entrato in un tunnel di sensazioni
particolari,e
non volevo uscirne. Curiosità,timore,rabbia,dubbio,e dispiacere
,invasero il
mio corpo. Internamente, il mio demone urlava e strepitava in attesa del
suo
sangue invitante,mentre la mia mente chiedeva di più. Dovevo solo
decidere chi
dei due assecondare .Cercavo un suo sguardo,un suo gesto inaspettato,una
sua
parola improvvisa,come se ne avessi bisogno. Cominciai a sentirmi
diverso,affettuoso e premuroso verso quell’ essere indifeso. Non volevo
farle
del male,e neppure volevo che gliene facessero
altri. Pensai al dolore che avrebbe potuto provare in quel
momento,e
subito,mi irrigidì .Assurdo!Volevo proteggerla. PROTEGGERLA?Risi da solo
a
quella parola tanto inadeguata,per me .Il demone della notte in cerca di
vittime da sacrificare,voleva proteggere una ragazza .No!Non una
ragazza,ma
-quella- ragazza. Innaturale ,impossibile ,impensabile …….. eppure era
vero.
Non potevo mentire più a me stesso. Un sentimento nuovo ,cresceva in me
adesso,diverso da tutti gli altri,più forte,più maturo e molto più
pericoloso.”Tutto
bene?”Mi chiese ,lei vedendomi assorto. Risentire la sua voce fu quasi
un
sollievo. Mi ripresi subito dal sogno che stavo vivendo ad occhi aperti.
Eravamo incompatibili,come il fuoco e l’acqua. Insieme non potevano
esistere,ci
saremmo distrutti a vicenda.
Indietreggiai piano,cercando di
ragionare. Dovevo ritornare alla concreta realtà,e fare i conti con la
mia
natura. Tutto quell’inaspettato sentimento,non avrebbe portato a nulla
di
buono,in special modo per lei. Si alzò lentamente,vedendomi frustrato e
spaventato”Che succede?”Mi chiese preoccupata. Bene!Anche altruista.
Dovevo decidere
se ucciderla adesso,o fuggire via il più lontano possibile. Dovevo
lasciarla
libera di vivere tranquillamente,come se quell’incontro non fosse mai
avvenuto?Infondo,non doveva avvenire. Io non facevo parte del suo
mondo,e della
sua vita,quindi non appartenevo alle sue giornate,e mai avrei potuto
farne
parte .Dovevo sparire .Ma il pensiero di non rivederla,mi tenne
incollato sulla
strada,lasciandomi paralizzato. Mi venne incontro decisa e senza paura,e
mi sfiorò
la mano. In quel momento l’odiai. Odiai il suo modo di essere cosi
insopportabilmente dolce e affettuosa. I suoi modi mi spiazzavano
irrepetibilmente,rendendo tutto più difficile e confuso. Non so per
quale motivo
volli essere sincero con lei”Credo che sia più salutare per te,che la
conversazione si concluda qui”Parlai agonizzante dal dolore. La gola era
un
continuo tormento,e le labbra erano contratte e rigide. Non osai
guardarla
negli occhi,per non spaventarla. Non potevo guardarmi in faccia,ma in
quel
momento ero sicuramente terrificante. Seguì il silenzio,e lei non
rispose.
Neppure si mosse. Non potevo leggere nella sua mente,perciò se volevo
capire
quale reazione aveva avuto alle mie parole,dovevo girarmi per guardarla.
Volevo
vedere il suo volto,e cercare di capire attraverso i suoi occhi,i pensieri che nascondeva .Mi girai sempre
adagio. Il dolore che sentì in gola,fu
niente paragonato a quello che seguì dopo. Incrociai i sui occhi,e la
vidi
triste,delusa,quasi mortificata. Mi attraversò il senso di colpa,e
l’incomprensione .Perchè quella reazione?Che ragazza strana e misteriosa
.Nella
mia lunga esistenza da vampiro,avevo
incontrato diverse donne,immortali e umane, innamorate del mio aspetto
perfetto
e irreale;ma nessuna di loro aveva suscitato in me il minimo interesse.
Invece,Bella…..Lei,
lei era interessante,e a dir poco bellissima. Cosi fragile e indifesa,da
togliere il fiato. Lottai contro l’irrefrenabile voglia di toccarla e
accarezzarla
.Avrei voluto consolarla,e stringerla forte a me. Il suo silenzio mi
rendeva
nervoso e impaziente”Cosa stai pensando?”Infine diedi alito alle mie
domande.
Ero curioso,e continuavo a parlare inconsciamente .Non volevo andare
via,e
neppure abbandonare quell’ angelo che mi dava sollievo. Aspettai ansioso
che
esprimesse in parole le sue emozioni e sensazioni,non escludendo la
possibilità
che avrebbe anche potuto mentirmi. Nuovamente,Bella,si morse il labbro
inferiore con un gesto attraente. Non riuscivo a toglierle gli occhi di
dosso.
Ogni suo movimento era scoordinato e
lento,ma allo stesso tempo sensuale e irresistibile. Qualsiasi spostamento d’aria che provocava,trasportava
su di me la dolcezza del suo profumo, e della sua pelle. Mi lasciava
perplesso
e scioccato. Si decise a parlare”In verità mi chiedevo…..Il - perché
–fosse
iniziata la nostra conversazione?”Alzò gli occhi piena di
coraggio,cercando di
cogliere una risposta nel mio sguardo. IL PERCHE ’ ?Me lo chiedevo anche
io.
Lei aggiunse sincera “E ‘ strano che un tipo come te,si sia interessato
ad una
come me”Terminò la frase,in un sussurro. Un tipo come me?Un- mostro
-come me.
Se realmente avesse saputo qual era stata la vera ragione del nostro
incontro…sarebbe fuggita via. Sorrisi involontariamente ironico
alle sue parole,e lei spalancò gli
occhi fraintendendo. Subito mi affrettai a chiarire”In me non c’è nulla
di
buono,nulla per cui valga la pena soffermarsi. Non sono quello che
credi”Ma
perché continuavo a darle spiegazioni?Bella agì d’istinto,togliendomi
gli ultimi
brandelli di lucidità che ancora tenevo stretti saldamente a me. Si alzò
sulle
punte,e mi accarezzò il viso. La sua mano era calda,soffice, e viva. Il
fuoco
che lasciò sulla mia pelle fredda,era molto più intenso dell’ardore che
ancora
si propagava nella mia gola.”Non è vero. Non sei cattivo,altrimenti non
ti
saresti soffermato a consolare una stupida ragazzina frignante su di un
pianerottolo”La sua fiducia mi colpì in pieno petto. FUGGI,VA VIA!Volevo
urlarle. Quella ragazza aveva cosi poco senso del pericolo,che mi senti
subito
in colpa per essermi trattenuto con lei. Avrei potuto ucciderla senza
problemi.
Lei era troppo ingenua e fiduciosa. Non riuscì a fare niente di tutto
quello
che pensai. Non le urali la verità,e neppure l’aggredì. L’unico
movimento folle
e incomprensibile che riuscì a fare,fu quello di accarezzare lentamente
la sua
delicatissima mano,posta sul mio viso. Ci guardammo intensamente
negli occhi,senza dir nulla. Due
mondi totalmente diversi,che si attiravano l’un l’altro. O forse
semplicemente
un uomo e un donna di fronte alla possibilità di conoscerci.
Non so cosa eravamo entrambi in quel momento,ma
ero felice. Per
la prima volta nella mia insignificante esistenza,capì di
voler qualcosa. Ero certo di non aver un
cuore che pulsava in petto,ma in quel preciso istante ,avrei giurato che
in
me,qualcosa esplose .Sentivo chiaramente le ondate di calore,che Bella
trasmetteva dal suo corpo,rendendole anche mie .Mi sbagliavo.
Improvvisamente
trovai uno scopo in quella mia vita parallela. Si!Era lei.
,Volevo vederla,sentirla e starle
accanto. Mi comportavo da pazzo masochista,ma era ciò che veramente
sognavo. Un
sogno,un miraggio,una luce in tutte queste tenebre. Non so se avrei mai
trovato
in me,la forza di starle lontano. Ormai
sul mio cammino era caduta una stella,cosi luminosa da farmi
perdere
ogni oscuro pensiero. Non sarei mai stato più lo stesso di prima. Dentro
di me
qualcosa di molto più raro e potente,metteva già radici. Pian piano
vedevo
offuscare il demone che mi apparteneva. Egoisticamente la volevo,la
desideravo
più di ogni altra cosa al mondo. Presi coscienza del sentimento che
nutrivo
verso di lei,accettandolo,e ammettendolo. Il profumo del suo sangue
dolce,non
smise di trottolarmi in gola,ma in verità,ormai il pensiero di
morderla,o
ferirla,era lontano. Esisteva qualcosa di molto superiore .Qualcosa che
non
avrei mai pensato di provare. Nella mia
mente,ripetevo in continuazione, quella parola che da vigliacco ,avevo annullato dalla mia
esistenza. Scandì chiaramente ogni sua singola lettera,per cercare di
renderla
più mia. Infine giunsi alla conclusione,che il mio sentimento aveva un
solo
significato,un solo nome:L’AMORE!