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Autore: _moonlight    19/03/2010    19 recensioni
«Secondo me è una cosa che non vogliono farci sapere.» decretò, sentendo Sakura stendersi affianco a lui e guardare il soffitto con la sua stessa intensità.
«Per me i bambini si fanno quando si è in un letto.» affermò la bambina sospirando.
«Sì, quando si è vicini, forse.» continuò a parlare il moro mantenendo lo sguardo sul soffitto. Entrambi stavano pensando la stessa cosa.
Sasuke&Sakura da piccoli
Genere: Demenziale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come si fanno i…
bambini ?

 

 

 

«Le promesse vanno sempre mantenute!» urlò Naruto.
«Se farò una promessa giuro che la manterrò» disse Sakura con noia.
«E tu teme, le manterrai?»
«Se questo ti fa stare zitto, sì te lo prometto!»
«Avete giurato.
»

 

 

 

«Starai qui ancora per molto?» chiese squadrando la figura femminile seduta sul suo letto. Ovviamente non era mai stato un tipo delicato, Lui, ma quella bambina lo distraeva anche solo con un gesto. Seccante, davvero insopportabile.
«Finché mia madre non finirà di parlare con la tua, devo rimanere qui.» disse dolcemente la bambina facendo oscillare l’esili gambe. Sasuke si portò una mano sulla fronte guardandola di sottecchi. Noiosa.
«Dai, mica ti sto dando così fastidio! Non essere antipatico.» esclamò lei contraria, saltando giù dal letto e avvicinandosi a lui.
«Sakura, ogni movimento che fai mi da fastidio.» disse arrabbiato mettendosi le mani tra i capelli e scuotendo la testa. La bambina di nome Sakura l’osservò pensierosa, inclinò leggermente la testa e chiese: «Anche se respiro ti do tanto fastidio?».
«Sì, anche se respiri.» affermò sgarbato.
 Senza dire niente, Sakura si prese una ciocca di capelli rosa scappata al suo nastro e, con un lento gesto, se la porto dietro l’orecchio, sorridendo.
 «Mi dispiace Sasuke-kun, io non vivo senza respirare, purtroppo non vivo nemmeno senza di te. Se non mi vuoi sulla coscienza fammi rimanere solo un altro po’, infondo siamo amici.» ribatté minimamente turbata dalla risposta che il bambino, scortesemente, gli aveva dato qualche minuto prima. Smielata, troppo smielata.
Sebbene Sasuke Uchiha fosse ancora un bimbo di dieci anni, e la sua freddezza e il suo carattere da duro – almeno con le persone al di fuori della sua famiglia- gli davano l’aria di un bambino un po’ più grande, l’unico piccolo e insignificante debole che aveva, era: quello di cedere a tutto quello che gli chiedevano Sakura o Naruto. In un modo o nell’altro i suoi amici avevano sempre la meglio su di lui, anche se non lo dava a vedere.
«Fai come vuoi.» sbottò alla fine nascondendo il leggero rossore tra il collo della sua maglia. Sakura sgranò gli occhi e intrecciò le sue dita con quelle di lui urlando dalla gioia.
«Grazie Sasuke-kun, ti voglio bene!»
Il leggero rossore di lui divenne pian piano più evidente a quel contatto, tanto che fece difficoltà a nasconderlo tra le ciocche dei capelli color pece.
 «Sì ho capito, ora lasciami!» spinse leggermente via le mani di lei e ricominciò a trascrivere i compiti dell’accademia per celare un po’ del suo imbarazzo.
«Comunque Sas’ke-kun, ieri parlavo con Naruto-»
«Hai parlato da sola con Naruto?» l’interruppe Sasuke stupito.
«Sì, i soliti discorsi inutili. Ah qui non è cinquanta ma cinquantasette.» lo corresse la bambina ricambiando lo sguardo di fuoco di lui con un sorriso sornione.
Sasuke corresse l’errore e con un tonfo chiuse il quaderno scocciato dal fatto che Sakura lo fissasse mentre scriveva.
«Non finisci i com-» fu interrotta nuovamente, questa volta da un viso molto adirato.
«No. Continua.» disse atono mentre si sedeva sul letto, curioso del fatto che Sakura, dopo così tanto tempo, lo stava ancora guardando negli occhi senza evitare lo sguardo come capitava in altre situazioni.
«Lui dice che avremo tanti figli insieme e che saremo marito e moglie, capisci?», Sasuke fece segno di assenso.
«Ad un certo punto però mi ha chiesto: “Sakura-chan, ma come si fanno i bambini?”. Io, beh io non lo so! Tu lo sai?» domandò leggermente imbarazzata.
Sasuke aggrottò la fronte «Tu a Naruto cosa hai risposto?» chiese a sua volta.
«Che non lo sapevo.» rispose sconsolata Sakura.
«Non dico quello scema!» sbotta irritato il bambino assottigliando gli occhi, «Lui ti ha detto di fare dei figli insieme, tu che gli hai risposto?»
 «Gli ho detto che io non voglio fare figli con lui, ma Sasuke-kun ora che centra?».
Sasuke si trattenne dal sospirare sollevato.

 «Non c’entra niente, comunque tu hai qualche idea di come si fanno?» continuò il discorso grattandosi la nuca con fare pensieroso. Sakura ci rifletté a lungo, come si facevano i bambini?
La prima idea che gli balenò in testa fu d’un imbarazzo tale che dovette distogliere lo sguardo dall’amico di fronte a se. «D-dai Sasuke-kun perché non chiediamo a tuo fratello o a tua madre?» propose insicura.
«Non se ne parla! Vorresti chiedergli di come si fanno i bambini? Se non ce ne hanno mai parlato vuol dire che la cosa è davvero imbarazzante, no?» esclamò rassegnato Sasuke buttandosi con un tonfo secco sul materasso. Sbuffò involontariamente.
«Secondo me è una cosa che non vogliono farci sapere.» decretò, sentendo Sakura stendersi affianco a lui e guardare il soffitto con la sua stessa intensità.
«Per me i bambini si fanno quando si è in un letto.» affermò la bambina sospirando.
«Sì, quando si è vicini, forse.» continuò a parlare il moro mantenendo lo sguardo sul soffitto.
Entrambi stavano pensando la stessa cosa.
«Quindi se Naruto vuole avere dei bambini da me, dobbiamo stare vicini come lo siamo ora noi due?» chiese la bambina girando lo sguardo verso Sasuke che, sentendo queste parole s’irrigidì e si voltò a guardarla.
«Vuoi fare dei bambini con Naruto?»
«Ma se non so nemmeno come si fanno.»
«Però vorresti!»
«No!» negò incredula.
«E dimmi, non starai mai stesa in un letto vicino a Naruto che sogna di metterti incinta, a dieci anni?» chiese con freddezza e decisione tanto che Sakura venne percossa da un leggero brivido.
«Certo che no. Naruto non mi piace.»
Sasuke storse il naso e finì per spostare ancora una volta lo sguardo sul soffitto, lasciandola sconcertata su tutte quelle domande di cui lui, per la maggior parte, sapeva già la risposta. Nelle loro teste si creò una tale confusione che Sasuke pensò ai modi più strani per fare un bambino, come la telepatia; mentre Sakura pensò che il maschio doveva solo mettere la mano sulla pancia della sua ragazza per farle crescere il bambino nel suo ventre.
Tutte ipotesi nate e morte nello stesso istante in cui erano state pensate.
«Forse devono fare qualcosa.»
«E cioè cosa?» domandò Sasuke.
«Non è che i bambini li porta la cicogna, ci sarà per forza un meccanismo.» cercò di ragionare Sakura mentre con un lampo di genio, si girò verso Sasuke artigliandogli la maglietta e avvicinando il viso a quello di lui. « Ho trovato, ho trovato!» esclamò entusiasta sgranando gli occhi verde smeraldo.
«Hai capito?»
Sasuke si alzò da quella posizione scomoda poggiando tutto il suo peso sugli avambracci e rivolgendo, all’entusiasta Sakura, uno sguardo troppo sorpreso. A sua volta la bambina, per riuscire a parlare a tu per tu con l’amico, si mise a cavalcioni sul letto lasciando la presa della maglia e posando entrambe le mani sul materasso.
«I grandi quando vogliono fare un figlio…» il suo sorriso partiva da un orecchio e finiva nell’altro «Si baciano!»
Sasuke sgranò gli occhi guardando con imbarazzo Sakura.
«Si baciano?»
«Si baciano!»
«Ma che schifo!»
«Io invece lo trovo romantico, insomma, pensaci genio: I Grandi dormono nello stesso letto, stanno sempre vicini e a volte si danno i baci. Ora chi ci dice che non si baciano nemmeno a letto mentre sono vicini vicini?»
«Sto per vomitare.» ammise Sasuke
«Voi maschi e la vostra delicatezza.» ringhiò Sakura guardandolo con aria rassegnata; doveva ammettere che, anche se aveva una cotta tremenda per lui, a volte sembrava davvero un bambino di due anni. Ma infondo cosa poteva farci, tutti i maschi a quell’età erano infantili e sicuramente questo non sarebbe cambiato con il passare degli anni.
«Ehi Sasuke-kun, ci proviamo?» chiese timidamente dopo un po’ di silenzio, sapendo perfettamente che la sua domanda era assolutamente stupida e senza un senso logico. Fatto stava che il povero Sasuke si trovò a trattenere lo stupore per non far vacillare i suoi modi da “duro”.
«Vuoi fare un figlio, non sei troppo piccola?» chiese con stupore.
«Ma và non voglio mica fare un figlio, volevo provare a… ecco… l-lasciamo stare.» balbettò la bambina stropicciandosi il vestitino in preda al panico. Purtroppo per lei Sasuke non era così stupido come Naruto, aveva capito benissimo cosa intendeva; lei voleva fare l’altra cosa. Ed è per questo che, controllando che la porta fosse ben chiusa e che nessuno potesse vederlo mentre si sentiva totalmente in imbarazzo in quella situazione, ingoiò quel groppo rimastogli in gola e, con la voce più neutra e impassibile possibile, rispose: «Se questo ti farà stare zitta.»
In un primo momento la piccola Sakura non capì quello che aveva detto, ma non perché era stato sussurrato così piano che nessuno distante dal raggio di venti centimetri l’avrebbe sentito, ma perché quella reazione l’aveva presa ben alla sprovvista.
«S-sei davvero sicuro?»
«Sbrigati! E ti avverto, non devi dirlo a nessuno. Nessuno.» ribatté Sasuke prendendo un respiro profondo e decidendo di dar fiducia a Sakura con la convinzione che non l’avrebbe mai tradito. Senza che lui se l’aspettasse, Sakura, in prenda ad un attacco di cuore e tremarella, posò la mano sulla sua – riuscì a notare quanto le piccole mani di lei fossero cosi bianche e leggere-  e chiuse gli occhi avvicinandosi leggermente, poi senza muoversi da quella posizione. Solo in quel momento, vedendola così, Sasuke si fece scappare un leggero tremolio che si trasformò subito in decisione mentre pian piano, con l’imbarazzo di un bambino e uno sguardo tra il serio e l’imbarazzato, si apprestava a poco a poco ad eliminare le distanze tra lui e la migliore amica –se così si poteva chiamare.
E c’era quasi riuscito se non fosse stato per la voce che arrivò dal piano di sotto. Stupide madri.
«Sakura-chan scendi, dobbiamo andare!»
Come svegliati da un sogno, entrambi aprirono gli occhi – ma… quando anche quelli di Sasuke si erano chiusi?- e, trovandosi lontani pochi centimetri dal volto dell’altro, si allontanarono più velocemente possibile. Sakura si apprestò a scendere di corsa dal letto ed arrivare alla porta più in fretta possibile, barcollando per le gambe molli.
Aprì la porta e si girò verso Sasuke salutandolo con mano tremante. Il suo viso era di un rosso pomodoro.
«Ciao Sasuke-kun, ci vediamo.» abbozzò correndo via e urlando nel corridoio un “chiedi a tuo fratello su quella cosa”.
Sasuke non si mosse da suo letto. Finché Sakura non sparì dalla sua visuale non aveva accennato nemmeno una linea di rossore, solo quando non la vide più davanti ai suoi occhi neri si buttò a peso morto sul letto, sospirando. Evitò accuratamente di specchiarsi nello specchio affianco all’armadio perché sapeva che il caldo che sentiva in tutto il suo corpicino, voleva significare solo una cosa: aveva il viso rosso come quello di Sakura.

 

 -          qualche giorno dopo-

 

 «Allora, novità?» chiese la voce femminile, l’unica nella sua stanza.
«A parte che ti trovo sempre tra i piedi, no. Nessuna.» replicò gelido Sasuke in direzione della voce acuta dell’amica.
«Ma se non ci vediamo da tre giorni, Sasuke-kun, sei uno stupido!» replicò Sakura offesa.
Restarono qualche minuto in silenzio, l’aria era ancora troppo pesante dopo il “quasi bacio”, ed ogni volta che capitava che i loro occhi s’incontravano, balzavano alla mente ricordi lucidi e vivi di qualche giorno prima.
Entrambi però, erano sollevati della discrezione dell’altro, nata non per non creare imbarazzo ma per celarlo a loro stessi. Insomma se avessero parlato di quel momento, sarebbe stato sicuramente un suicidio per tutti e due.
«Se intendi se ho parlato con mio fratello, sì, l’ho fatto.» disse rassegnato il bambino facendo passare uno sguardo d’intesa con l’amica.
«Sei grande!»
«Cinque minuti fa ero un stupido.» mormorò il più piccolo del clan Uchiha rassegnato in tutti i fronti a capire cosa frullasse nella testa delle ragazze.
Sakura alzò un sopracciglio irritata, ma sedette sul tappeto di fronte al moro aspettando impaziente la spiegazione.
«Ma ti avverto Sakura, potresti rimanerne sconvolta, vuoi davvero sapere come si fa?» domandò Sasuke sorridendo beffardo al segno d’assenso di lei.
«Ok, io ti ho avvertita.»
«Sasuke-kun, dai!» esclamò la bimba, dai capelli rossi pallido.
«Allora, devi sapere che mio fratello è un mago in queste cose-»
«E’ un mago a fare figli?»
«No Sakura. No. È un mago nel spiegarlo.» rispose esasperato posandosi una mano sulla fronte.
Sakura divenne ancora più sconcertata di quanto non lo fosse prima. «Infatti mi sembrava, tuo fratello non ha figli.»
«Ovvio, mica tutti li possono fare così, non escono uno dopo l’altro!» sbottò furioso Sasuke scuotendo la testa dopo aver sentito la risposta breve di lei.
«Oh certo.» affermò infatti Sakura con poca sicurezza.
«Allora, per fare i figli-» venne interrotto nuovamente nel vedere la bambina cominciare a mangiare i suoi biscotti preferiti, erano i suoi preferiti!
La guardò per un attimo con sguardo furente decidendo che perdere fiato, così sarebbe stata un’ inutile perdita di tempo.
«…Per fare i figli, esiste un’ape. Quest’ape che dovremmo essere noi maschi, si posa sul fiore, il fiore sei tu! Le femmine. E l’ape e il fiore si danno piacere a vicenda. Capito?» spiegò il bambino alla bell’e meglio. Purtroppo ciò che ottenne da Sakura non fu il risultato desiderato.
Sakura guardava Sasuke, Sasuke guardava Sakura.
Verde nel nero, nero nel verde.
Silenzio. «Sasuke-kun» cominciò Sakura, «Quando tuo fratello te l’ha spiegato, tu hai capito?» chiese perplessa, continuando a guardarlo come se un attimo prima avesse parlato ostrogoto e non giapponese.
«Tu hai capito?»
«Ti ho fatto prima io la domanda.»
«Beh, mi sembra un po’ impossibile che un’ape faccia i figli in effetti, ma è pur sempre una metafora.» spiegò professionalmente Sasuke dondolandosi leggermente. «Penso che rimarremo nel dubbio.» sbuffò insoddisfatto alzandosi dal tappeto e sbadigliando assonnato.
«Assolutamente no! Abbiamo dieci anni, quando vuoi saperlo, quando sarai vecchio abbastanza da non poter fare più figli? No perché se te ne sei accorto, se tu non fai figli nemmeno io posso farli! Quindi se non li fai tu, non li faccio io! Mica posso farli con Naruto, e poi ma che discorsi sto facendo, non so nemmeno chi li porta questi maledettissimi bambini, sembro una stupida pure a parlarne.» sbraitò Sakura avvicinandosi a Sasuke e dandogli un bacio sulla guancia prima che potesse allontanarla. Si avviò verso la porta e lo guardò con aria seria: «Chiederò a Ino, lei lo saprà sicuramente.»
Un ultimo sguardo e corse via lasciandolo così, da solo, mentre cercava di decifrare i messaggi subliminali che gli aveva lasciato.

 

 -          qualche ora dopo-

 

 Quando la porta di casa Haruno si aprì, lo stupore e la gioia si lessero chiaramente negli occhi della madre di Sakura. All’entrata della piccola casa, gli occhi scuri i Sasuke si perdevano nella notte buia, mentre la sua bianca pelle somigliava sempre più al candore della luna piena. Un lieve inchino e un sorriso appena accennato.
«Buonasera, Sakura ha lasciato questo a casa mia, posso?» chiese mostrando il nastro rosso ben saldo nel piccolo pugno e sporgendosi per entrare.
«Che piacere vederti Sasuke-kun, Sakura è in camera sua.» disse dolcemente la donna chiudendo la porta dietro di se, «Io vado a preparare del tè, ne vuoi un po’?» domandò poi incamminandosi verso la cucina. Sasuke fece segno di “no” con la testa e cominciò a salire le rampa di scale, svoltando a destra non appena entrò nel lungo corridoio.
La trovò così; seduta con lo sguardo rivolto alla luna, i piedi nudi sul copriletto rosso e la testa sulle nuvole. Era davvero sognatrice, lei.
Senza nemmeno bussare alla porta entrò e tossicchiò per far notare la sua presenza all’amica che, sorridendo amabilmente, si apprestò ad andargli vicino. «Che ci fai qui?» domandò.
Sasuke alzò le spalle e mostrò il suo nastro rosso, «Era nella mia camera, cerca di non farti viaggi mentali, fanno male, soprattutto a te.» ammise onestamente porgendo ciò che era di Sakura.
La ragazzina cominciò a ridere sussurrando un “grazie” mentre si legò tra i capelli il suo adorato nastro.
«Posso sedermi?»chiese
«Ovvio che sì» rispose la ragazza chiudendo la porticina della sua camera. Non appena vide la figura di Sasuke nella sua stanza si ricordò del discorso fatto con Ino. Non era la prima volta che stavano da soli, lei era sempre stata in camera sua e anche in quella di Naruto, ma ora, ora era tutto diverso.
«V-vuoi sapere, cosa mi ha detto Ino?»
Sasuke la guardò indifferente, «Sul fatto dei bambini? Quella pervertita te l’ha spiegato?»
Sakura annui cominciando ad arrossire pian piano.
«Hai caldo per caso?» s’incupì Sasuke.
«Quello che ti dirò è peggio, molto peggio, della storia dell’ape e del fiore.» disse Sakura coprendosi la faccia con le mani.
«E’ davvero imbarazzante.» proseguì cercando di non guardarlo negli occhi.
«Su, racconta.» la incitò Sasuke picchiando più volte il palmo della mano sul letto, per farla sedere accanto a lui. Lei ubbidì silenziosamente.
«Per fare i figli, devi usare quello lì»
«Quello lì?»
«Sì, hai capito no? Quel coso che hai tra gambe» mormorò Sakura sentendosi mancare per l’imbarazzo, questo era cento volte peggio del bacio.
«Cosa?! Intendi quello, quello!?» esclamò stupito.
«Sì, intendo quello, quello.»
«Tu sei pazza!»
«No vedi, ora ti racconterò tutto quello che Ino e sua madre mi hanno detto. Sasuke-kun, vuoi davvero sapere… come si fanno i figli?»
L’unica cosa che non volle vedere era, effettivamente, il cenno di assenso di Sasuke, perché da lì in poi doveva fare quello che qualche ora prima si era ripromessa di non dire a nessuno fino alla fine dei suoi giorni. Forse per l’imbarazzo, l’avrebbe anche tenuto all’oscuro dei suoi figli. Ma fu costretta a spiegare tutto ciò che Ino, maliziosamente, gli aveva spiegato, al ragazzo di cui era innamorata.
Per prima cosa, e con molto imbarazzo, cominciò a parlargli di cosa doveva fare il ragazzo e cosa la ragazza, che sì, i baci c’entravano pur sempre qualcosa e che il letto e lo “stare vicini” erano davvero ipotesi azzeccate. Gli parlò anche dell’ape e del fiore e dei “ farsi piacere a vicenda” e che i bambini erano frutto di un’unione a lei del tutto fuori dal normale, seppur la cosa più normale al mondo. Anche se Sakura vedeva, a poco a poco il viso di Sasuke cambiare tonalità di colore ed emozioni, continuò il suo racconto con il viso nascosto tra le mani evitando parole molto imbarazzanti e sostituendole con:

quello che hai tu, quella che ho io, il coso lì.
La soddisfazione più grande fu la fine di tutto quel discorso, sembrato durato un’eternità. Trasse un bel sospiro di sollievo e cominciò a frenare pian piano i battiti, stranamente accelerati, del suo cuore.
«E questo è tutto.» fu il gran finale che fece, sentendo la gola secca.
«Oh. Dio. Santo.» esclamò Sasuke molto più che sorpreso dal racconto dell’amica e rosso sulle guancie pallide; doveva ammetterlo Sakura, che quella fu la prima volta che lo vide arrossire.
«Sì lo so, non me lo sarei mai aspettato.»
«Beh spero almeno che ora sarai contenta, dopo questa grande scoperta possiamo anche andare a vomitare nel bagno.»
«Non essere così esagerato! Più che altro è… imbarazzante.»
«Imbarazzante è dire poco! Soprattutto se… te lo racconta-… una femmina.» disse Sasuke tra i denti, scendendo dal letto e mettendosi le mani in tasca.
«I- io devo andare, mia mamma mi starà aspettando.»
Troppo, troppo orgoglioso per dire che tutta quella situazione lo metteva in serie difficoltà. Sakura è tutta colpa tua.
«Oh, ti accompagno.», Sakura s’avvicinò a lui, sentendosi a disagio dopo aver parlato per ore e ore con Sasuke su come fare i figli e aver ammesso di volerli fare proprio con lui.
Per tutto il breve tragitto per arrivare al cancello di casa, nessuno dei due proferì parola, sentendosi molto più sereni in quel beato silenzio.
Si salutarono appena e non si guardarono quasi mai fino a che, proprio quando Sasuke era già abbastanza lontano da casa dell’amica, si dovette fermare sentendo il suo nome urlato a squarcia gola.
Appena si girò, notò un’affannosa Sakura dirigersi verso di lui.
Piegò le ginocchia e posò le braccia su di esse per respirare meglio, un paio di respiri e alzò la testa rosa nella direzione del moro che, in quel momento, non riuscì a non pensare a come fosse buffa.
Sakura alzò la mano destra, chiudendola a pugno fece rimanere fuori solo il piccolo mignolo, sorrise e si mise ritta per guardarlo meglio negli occhi.
Ancora verde nel nero.
«Promettimi», un attimo di pausa, «-Promettimi che non lo farai con nessuna.» disse decisa.
Sasuke la guardò senza proferire parola.
«Promettimi che sarà io quella ragazza.» continuò.
«Me lo prometti?!» urlò facendo salire di un ottava la sua voce. Sasuke la guardò per un paio di secondi spostando lo sguardo, da lei alla mano, dalla mano a lei. Un ghigno si dipinse sul suo volto mentre incrociò il suo mignolo sinistro con quello di lei.
«Te lo prometto, solo se anche tu non lo farai con nessun altro»
Sakura sorrise.
«Te lo giuro»
«Ne passeranno di anni, lo sai questo?»
La bambina cominciò a ridere «Non importa Sasuke-kun, non importa.»

Abbiamo promesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa Fiction è dedicata a una persona
Speciale.
Spero che gli piaccia
Ricordati che ti voglio tanto bene,
per te ci sarò sempre <3

 

 

 Spero che piaccia anche a voi, io mi sono divertita un modo a scriverla.
SasuSaku per sempre, ricordatevi che noi siamo la coppia.
E ho detto tutto ù.ù

 Black a vita, Robs!

ps: mi scuso lo so devo ancora aggiornare " Il ragazzo di mia sorella" 

   
 
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