Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Luine    19/03/2010    4 recensioni
Che fine hanno fatto le ostrichette? Perché la Regina Bianca è così sbroccata? Perché Stein sta con quella Rossa? Perché il Brucaliffo è tornato bruco? Come mai il Cappellaio Matto è così poco matto? E gli Umpa Lumpa che c'entrano? Una parodia demenziale che, spero, vi diverta più del film che ha deluso un'accanita fan di Alice della Disney.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2.

E' lei o non è lei? Ma certo che è lei!


Precipita in una voragine senza fine, chiaramente; c'è un letto su cui rimbalza manco fosse un tappetino elastico, un pianoforte, che nella versione Disney se ne stava placido a mezz'aria, qui se ne sta placido a mezz'aria, ma lei ci va quasi a sbattere. La gonna non le fa da paracadute e lei cade a terra, nella stessa stanza in cui è finita la prima volta. Corrisponde quasi tutto, tavolo, porta piccola che lei trova subito, chiave e boccetta con la targhetta “bevimi”, ma a quanto sembra se ne accorge solo lo spettatore che se ne sta pure a sonnecchiare sulla sua poltrona, incurante se quello accanto a lui gli ha versato addosso tutta l'aranciata.

Ma, tornando alla storia, Alice prende la chiave e, dato che, come dicevo il capitolo scorso, è proprio un genio, prova a passare dalla porticina (il cui pomello non parla manco se provi ad insegnarglielo).

“Oh, ma è lei.”

“No... è proprio scema. Non può essere lei.” dice qualcuno oltre la porta, dove lei è incastrata. Non potendo andare avanti, ma solo tornare indietro, da brava genia quale è, rientra nella stanza.

“Ah, ma tanto è un sogno!” sospira, del tutto convinta di questo, anche più tranquilla di quando era bambina. Perché, si sa, quando si cresce, la razionalità rimane quella di un coriandolo. Beve in modo decisamente razionale dalla boccetta che, avendo visto la prima versione, sapeva a cosa serviva. Diventa piccola piccola. Va bene, la smetto di dire ovvietà.

Ok... no.

Lascia la chiave sul tavolo.

“Porca pupazza.” sbuffa una voce.

“E' proprio cretina.” esclama una seconda, piccola, ed inviperita.

“Non è lei.” dice una terza.

“E' lui o non è lui? Ma certo che è lui! Il signor Enzino!”

“Chi?”

“Non guardi Striscia la Notizia?”

“Non ho la tv...”

Alice, intanto spreme le meningi per capire come riprendere una chiave irraggiungibile, ma per fortuna il Paese delle Meraviglie le va incontro: c'è la scatola con i biscotti con su scritto “mangiami”. Lei mangia, certamente, non versa fiumi di lacrime perché se no sarebbe tutto uguale al film della Disney e, ripresa la chiave, finisce di bere il liquido nella boccetta. Finalmente può passare e vedere il suo comitato di benvenuto: i fiori che le hanno dato dell'erbaccia, Pinco Panco e Panco Pinco, il topolino della zuccheriera e il Bianconiglio.

“E la maratonda?” chiede, anche se non riconosce nessuno di loro, pur sognandoli ogni notte.

“Non abbiamo tempo. Il Nostromo è morto.”

“Che tonno!” sospira lei.

“Eh già. Ma si va di là.” Pinco Panco indica una direzione.

“No, di qua!” Panco Pinco ne indica un'altra.

Alice è spaesata e si guarda intorno, curiosa e con uno sguardo da invasata. “Che bel sogno! È straganzo! Ma Johnny dov'è?”

“Dai, andiamo!” la esorta il Bianconiglio.

“Da Johnny?” grida.

“Dal Brucaliffo!”

“Ma non è lei!” protesta il topolino della zuccheriera. “La odio! Ora la pungo!”

“Ti puoi trattenere per qualche altro fotogramma?” la rimbecca il Bianconiglio, poi si rivolge ad Alice: “Ma sei tu o non sei tu?”

“E chi dovrei essere?”

“Se è lei... ma non è lei... come fa ad essere lei?” si cruccia Pinco Panco.

“Se non è lei, ma è lei, come fa a non essere lei?” risponde, dunque, Panco Pinco.

“Ehm...” Alice alza una mano per richiedere dalla parola. “Io non ci voglio andare dal Brucaliffo.”

“E perché? Ti fanno schifo i bruchi?” una voce profonda e un intenso odore di fumo la fa voltare ed ecco un grosso bruco blu che la guarda con sufficienza.

“Oh... tu mi ricordi qualcosa.” sussurra Alice, anche se non ha bene idea di che cosa potesse essere.

“Chi sei tu?” risponde la creatura.

“No...” ammette Alice. “C'è qualcosa di sbagliato. Mi ricorda qualcuno che fumava... e che diceva... cosa essere tu?” indica il topolino con fare minaccioso.

No... quello era suo padre.” risponde il topolino. “Il problema, l'unico problema, è che sei tu che non vai. Non sei l'Alice giusta.”

“E qual è la Alice giusta?”

Il topolino si stringe nelle spalle e gliele volta. “E io che ne so?”

“Il giorno dello SpassoSpassosissimo sta per arrivare.” taglia corto il Brucaliffo, solennemente, per riportare l'attenzione sulla sua... si può dire persona riguardo ad un bruco blu?

“Oh, finalmente!” sospira Alice, allargando le braccia. “Quando arriva Johnny?”

“Ma chi è Johnny?” sussurra il topolino a Bianconiglio, che non sapeva manco di che si parlasse.

“Fatele vedere la Ziaprofezia.” propone Pinco Panco.

“Fatele vedere la mammaprofemamma!” ribatte Panco Pinco.

“La zia?” Alice è confusa, pover'anima. “Che sogno assurdo! Ma non ho mangiato peperoni... e neanche le cozze!”

“Ziaprofezia.” taglia corto il Bianconiglio, aprendo la pergamena e mostrando tutto ciò che vi era contenuto, lasciandoci all'oscuro. “La tua venuta era stata predetta, Alice. Tu aiuterai gli Umpa Lumpa a tagliare le tavolette di cioccolata!”

“Chi?”

“Gli Umpa Lumpa, i mostri che la Regina Rossa usa per ricattare tutte le creature di Sottocosto anche detto Mondodisotto!” punta il dito sul fondo della lunga pergamena, dove tanti piccoli esserini mascherati le porgono una grossa tavoletta larga quanto una tavola e lei, con le braccia dietro la testa e una spada tra le mani, si appresta a tagliarla in due. Ha persino un'armatura!

“Oh, ma come sono cariniiii...” grida. “Sono piccoli! Sono teneri! Come i conigli che Gollum regala a Frodo!”

“Ma tu devi...” esclamano, per la prima volta d'accordo, Pinco Panco e Panco Pinco. Nessuno capisce il riferimento a Gollum e Frodo.

Ma, insomma, Brucaliffaccio!” strilla il topolino, saltellando per farsi vedere, in mezzo a quella gente troppo più alta di lui. “Lei è o non è quella Alice? Mi sembra troppo scema!”

“Forse circa quasi.” risponde il Brucaliffo, che è di molto permaloso, e, in una nuvola di fumo sparisce.

Alice è allibita, ma sente il bisogno di sparare una scemenza qualunque: “No... ma adesso mi sveglio... non vorrei che poi pensassero che sono scappata perché sono una che se la fa addosso, e staranno tutti sparlando di me... mmm... ah, sì.” si dà un pizzicotto, ma non si sveglia.

“Ti aiuto io!” si offre il topolino e affonda uno spillo nel suo alluce, con sadico divertimento, ridendo anche in modo raccapricciante.

Alice salta ed impreca, ma...

E' il momento della suspense! Arriva un enorme orso-cane peloso che li attacca. Urla e fughe a perdifiato si sprecano, carte da gioco in piedi ed armatura, più le sempre presenti picche. Nessuno canta “di rosso le tingerem”, ma tutti urlano e voglio catturare i traditori che vogliono far tornare Alice che è già tornata per i fatti suoi.

Lei fugge via e quindi ce ne freghiamo.

Nel mentre, un losco figuro affascinante, con un cuore rosso a rattoppare un occhio che – forse – manca. Una vera caduta di stile, ma noi lo lasciamo fare perché i cattivi, si sa, non devono essere fashion. Raccoglie la Ziaprofezia abbandonata a terra come se non fosse stata una cosa preziosissima e se ne va, mentre Alice corre... corre... corre...

Finché non capisce che lei è figa. “Un momento...” si blocca in mezzo alla via. “Ma questo è un sogno! Al massimo mi sveglio, dato che ho da fare qualcos'altro di cui a nessuno importa... mmm... Io sono Jake Sully!” dichiara, voltandosi con coraggio e stoicismo, mentre l'orso-cane corre verso di lei, famelico. Naturalmente, perché lei è l'eroina, l'essere mostruoso si ferma, la graffia – la dinamica mi sfugge tuttora – e il topolino, perché è un'anima candida, la salva: infilza un occhio all'orso-cane e glielo sfila, perché... togliere un occhio dalla cavità oculare è come stappare una bottiglia, nelle migliori famiglie.

“Scappa, idiota!” grida il topolino ed Alice esegue, perché è un'eroina dalle idee confuse.


Nel frattempo, in un palazzo lontano, in mezzo ad un deserto spaventoso ed immenso, che si erge al suo centro, è successo qualcosa. Entriamo senza troppi voli pindarici. Una porta si apre.

Chi ha mangiato la mia pastiera? L'ho fatta arrivare da Napoli apposta!” grida la Regina Rossa, il cui testone dà segno di un grande cervello, a dispetto del suo corpicino che, però, riesce a reggerla senza problemi. Un gruppo di servitori ranocchi si mette impettito lungo il corridoio, mentre tutta la corte guarda, rigida e spaventata.

“Due per uno?” domanda al primo ranocchio.

“Due.” risponde quello, sicuro.

“Bravo. Non sei stato tu a mangiare la pastiera!”

Punta un dito sul secondo. “Cinque per cinque.”

“Venticinque.”

E così via. Poi arriva al più furbo, l'Einstein delle rane, quella che tutte vorrebbero essere. Sì, Kermit la Rana, quello che, al primo sguardo, capisci che è il colpevole e che la pastiera, sicuramente, la sta masticando. Chi non se n'è accorto, siete proprio voi, sì, voi con l'aranciata sui pantaloni, perché vi siete addormentati prima.

Comunque... Kermit e la Regina si guardano per un interminabile istante, poi... la topica domanda:

“Un per otto?”

“Le peruzze, maestà.” risponde tremolante il povero Kermit.

Ma lei è intelligente e, pertanto, cattivissima. Ha capito! “Il tuo alito... sei stato tu a mangiare la mia pastiera!” e quindi, appuratolo, ordina in modo perverso, perché lei è cattivissima e poi lo faceva anche la Regina di Cuori (pace all'anima sua), nel cartone: “TAGLIATEGLI LA TESTA!”

“No! Devo sfamare moglie e figli! Ho tre girini... ho anche le foto!”

“Meglio!” risponde la regina. “Così sapremo che cosa mettere sulle lapidi!”

“Ma... signora...” le rammenta un paggio. “era Kermit la Rana. Sua moglie è Miss Piggy!”

“Meglio!” risponde la regina. “Adoro la pancetta calda!”

“Mia regina... questa battuta è dopo...” esclama il paggio, spaventato, guardando un lungo copione su pergamena.

“TAGLIATEGLI LA TESTA!”

E dopo tutto questo tagliare, la nostra Regina va a sedersi sul suo trono, stanca di tutta quella vita così movimentata. Eh, sì, eh sì: la vita di una signora del male è davvero molto stressante. Per fortuna che c'è lui, Stein, il suo tenero amante. “Oh, mio diletto, allietami un po'... camera tua o camera mia?”

“Ehm...” Stein sorride in modo tirato, ma lei vede solo languido amore trasudare da ogni suo poro. “Ho portato qualcosa di meglio, mia signora! La ziaprofezia.” e gliela srotola davanti.

“Mmm... mi hai portato un papiro...” risponde lei, delusa, guardando le immagini che ci sono sopra e che, come in Harry Potter, si muovono anche. “Oh, che carini... e questo ammasso di capelli, chi è? Mmm... non sarà...” guarda terrorizzata il suo compagno. “Sharon Stone?”

“No, mia signora... è...”

“Nicole Kidman?”

“No...” risponde lui, indignato. “Questa gente non fa filmettini del genere... se voi non foste la moglie di Tim Burton, sareste qui?”

La regina gli lancia un'occhiataccia. “Ti perdono solo perché se il cucciolo tenero!”

Stein sospira di sollievo.

“Amorino...” lo chiama lei, sbattendo gli occhioni. Lui sorride.

“Sìììììì?”

“Mi vuoi dire chi è?” sbotta la regina, strillando isterica.

“Ma è Alice! Quella del Paese delle Meraviglie!” esclama lui, oltremodo spazientito.

“E ma potevi dirlo subito, però!” ribatte lei, stizzita. “Ringrazia che mi piaci, altrimenti...” si passò un indice sotto il collo, lasciando che fosse lui a prendere le dovute conclusioni. Stein risponde con uno dei suoi smaglianti sorrisi, giusto per dissipare un po' la tensione. “Adorabile pucci pucci...” sospira lei, languidamente, per poi tornare a sorridere in modo perverso. “Insomma, camera tua... o camera mia?”

Stein si ritrova con le spalle al muro. “Forse vorresti prenderla! Taglierà la cioccolata preparata con tanta fatica dagli Umpa Lumpa!”

“NO!” grida la Regina, scattando in piedi, terrorizzata dall'idea. “E poi chi lo shakera il cioccolato Milka? Stein!” si volta verso di lui, gli occhi sgranati. “Trova Alice e offrile qualunque cosa per tornarsene dal suo rosso sfigato!”

Stein parte e, finalmente, rivediamo il cavallo di cui abbiamo già detto l'unica battuta, per cui non ci ripeteremo.

“Ehm, ma così non vale!” protesta. “Io vado dalla società protettrice degli animali!”

“Ma stai zitto vai!” sbotta il cane che cerca di grattarsi lì dove è attaccata la catena. “In questo momento dei terroristi stanno attentando alla vita di un candidato alla presidenza. Mia figlia è scomparsa e qualcuno del mio ufficio è implicato in tutto questo. Mi chiamo Jack Bauer. Oggi sarà il giorno più lungo di tutta la mia vita.”

Ma che vai delirando?” lo rimprovera Stein. “Dai, sono cattivo per cui ti dirò che tua moglie e i tuoi figli verranno liberati, anche se non è vero. Ma, dato che sei un credulone, tu ci credi e mi porti da Alice.”

“Eh, che bello! Sono così felice che, quasi quasi, me ne sbatterò e continuerò a lavorare in segreto per la Regina Bianca...” risponde, sarcastico, Jack Bauer e, una volta staccata la catena, parte all'inseguimento di Alice.


Ma torniamo proprio da lei, che è dentro la foresta oscura. È notte, lei è dispersa, ferita e impaurita. Per questo, come ogni volta che lei non sa cosa fare, arriva lo Stregatto che si è fatto la tinta ed è diventato blu a strisce viola morto.

“Mmm... che lunghi capelli che hai...” esclama, in un tono decisamente seducente.

“E' per affascinarti meglio, gattino mio.” replica Alice, osservandolo, mentre lui le rivolge uno dei suoi inquietanti sorrisi, senza capire da dove le sia uscita una risposta del genere.

“E che gambe corte che hai...”

“E' per... lasciamo perdere.” taglia corto Alice, quando vede che lui cerca di guardare al di sotto del vestito succinto che, per qualche ragione, le è apparso quando è diventata troppo piccola per il suo. “Quando finisce questo sogno? Io sono stanca. E non si può dormire nei sogni, quindi...”

“Oh, guarda, che bel tatuaggio!” la ignora lo Stregatto, sfiorando seducentemente il braccio di Alice che, scattando indietro, turbata dalle movenze feline del gatto, si guarda e vede il suo nome, quello della mamma e quello del papà troneggiare sul braccio destro come dei lampeggianti rossi.

“Oh! E quando me lo sono fatto?”

“E' stato l'orso-cane quando ti ha attaccata. Con una zampata, ripercorre all'indietro il tuo albero genealogico, ma solo di una generazione.” lui si muove, ammiccando con fare sornione.

Alice si fa ancora indietro, a disagio. “Oh, porca miseria!” sbotta, nervosa. “E adesso cosa racconto alla mamma?”

“Mmm... fammici dare un'occhiata, bambina...” continua lo Stregatto. “Se si infetta sono guai... posso aiutarti io a trovare una scusa per la tua mamma...”

Si avvicina, fregandosi le man... ehm... le zampe anteriori l'una con l'altra, ma lei lo blocca, prima che lui abbia il tempo di avvicinarsi di più. “No... ehm... non importa, lo tengo così!”

Lo Stregatto non demorde. “Allora lascia che lo fasci...”

“Ehm... no.” allunga una mano. “Lo tengo così.”

“Quand'è così...” lo Stregatto si stringe nelle spalle, offeso. Le scocca un'occhiata risentita. “ti accompagno dal Cappellaio Matto.”

Alice corruga la fronte. “E perché?”

“Perché è quello che vuoi da tutto il film.”

“Per nessun altro motivo?” insiste lei, con fare indagatore.

“Il Cappellaio Matto è Johnny Depp!” ribatte lui, stizzito.

“Sì!” grida Alice, saltando come un'invasata. “Finalmente lo vedrò!” Ed è così che Alice segue tutta contenta l'affascinante Stregatto verso la sala del tè del Cappellaio Matto. “Ah, sì...” esclama improvvisamente, ricordando ciò che il papà le ha detto tredici anni fa. “Devo riferirgli un messaggio!”





Risposte alle recensioni:


Angel666: sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto :) non conoscevo Stefano Disegni, prima di controllare sulla Wikipedia. ^^ dovrò cercare qualcosa di suo. :P Comunque sono d'accordo con te e quando ancora doveva uscire pensavo anche io che riprendesse proprio la storia originale. Poi conoscendo Tim Burton... mi aspettavo di meglio. Che altro dire? Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. :)


Infine ringrazio Kikkina90 che ha deciso di seguire questa storia.

  
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