Ciao a tutti^^ Mea Culpa mea culpa mea
culpa! Sono un disastro, avevo promesso di non far
intercorrere tanto tempo tra un capitolo e l’altro e mi ritrovo ad aggiornare
solo ora^^ Scusatemi davvero tanto, sono dispiaciuta, e mi scuso con tutti quei
meravigliosi lettori che aspettavano un nuovo capitolo dei Cavalieri.
Capitolo ora è qui, pronto tutto per
voi; è stata un’impresa scriverlo, difficile e complicato per cui spero
vivamente che vi possa piacere. Non rubo altro tempo e scusandomi
ancora…
Buona
Lettura^^
Dubbi, sogni e fili del
Destino
Quando riaprì gli occhi, la giovane
demone dagli occhi vermigli passò in rassegna con sguardo attento la
stanza in cui si trovava; le pareti bianche prive di quadri o sopramobili
rendevano la camera estremamente luminosa e questo l’infastidì. “Troppa luce, e poi quest’odore di
disinfettante mi da la
nausea”
- Su non fare
la difficile, poteva andarci peggio –
il messaggio telepatico di Ares le arrivò sicuro e ironico, mentre il bel demone
biondo era sdraiato sul letto affianco al suo. Entrambi
avevano il viso tirato e stanco, mentre i loro occhi avevano ripreso a brillare
della loro consueta luce sinistra.
-
Axel ci è andato pesante – asserì oralmente la ragazza sistemandosi meglio le
lunghe ciocche color pece che le decoravano il viso.
-
Sì, ma dovevi vedere quanta premura ci hanno riservato quegli stupidi umani
quando io e Astra ci siamo svegliati –
- E
Axel? –
-
Hilary lo ha accompagnato nella stanza dove dormono gli Scudi Sacri – pronunciò le
ultime parole con difficoltà, limitandosi ad un sibilo
forzato.
Samantha si tirò su a sedere
sconvolta. – Come? Che significa dormono?! –
-
Quello che ho detto. Non sono morti -
-
Ma non è possibile! Il nostro attacco avrebbe dovuto
farli partire per l’Inferno! – sbottò irritata alzandosi di scatto dal letto e
avvicinandosi furente accanto ad Ares. Lui non fece una piega, ma si limitò a
guardare il soffitto troppo bianco.
-
Torna a letto, non sarebbe il massimo se Takao entrasse e ti trovasse piena di
energia – le rispose con fare laconico senza smettere di osservare il soffitto
con le braccia dietro la nuca.
La
ragazza riluttante a dargli ragione si stese sul suo letto candido, mentre
ancora cercava di capire il perché di tutta quella situazione incredibile.
“Il Potere li
avrà salvati?”
“Purtroppo
sì.” il pensiero di Axel la raggiunse
in pochi istanti, prima che la porta della loro camera si aprisse per lasciare
entrare Axel, Takao, Hilary, Mao e Astra, quest’ultima appoggiata ai due
ragazzi.
Non
appena fu rientrata in hotel, Hilary si fece una doccia con lo scopo di
rilassarsi e lasciar fluire i suoi pensieri attraverso la scia d’acqua che si infrangeva sui suoi capelli color cioccolato.
Le
gocce si insinuavano attraverso le pieghe della sua
pelle, mentre con gli occhi la ragazza cercava di ricordare gli avvenimenti
delle ultime ore.
Di
quello che era accaduto all’inizio dell’incontro
ricordava tutto, le immagini si susseguivano nitide e chiare nella sua mente, ma
una volta arrivati alle ultime battute, le scene si facevano sempre più sfocate
ed indistinte, fino a che non si arrivava al punto in cui scendeva dalla
scalinata per raggiungere Axel e gli altri sul campo di gioco.
“Quella voce…” lasciò che lunghe scie bagnate mischiate
con lo shampoo le rigassero in viso, continuando ad accarezzarsi le spalle e le
gote arrossate dal vapore.
Non
aveva sognato, ne era certa; quel suono, quella voce era qualcosa di più che
un’allucinazione. Era realtà, anche se si poteva dire che era stata solo lei ad udirla. Come ad Helsinki
quando aveva creduto che a parlare fosse stata Julia. E poi la mancanza
d’ossigeno…Che soffrisse di attacchi di panico?
-
No…Io ho sentito una voce, di questo sono sicura, ma forse mi farebbe meglio
avere un parere medico – Lasciandosi massaggiare dai tocchi delicati dell’acqua,
Hilary riuscì almeno in parte a rilassarsi, cercando di scostare quei pensieri
instabili e tetri dalla sua mente per lasciare invece posto a qualcosa di ben
più grave.
“Mariam…Che cosa vi è successo?” La ragazza non aveva
mai avuto un vero rapporto di amicizia con la Saint Shield, ma per quelle poche
volte che era riuscita a vederla e a parlarle, aveva capito una piccola
sfumatura del suo carattere; in un certo senso la sua similarità con Kai era
evidente. Entrambi erano molto introversi e per certi versi freddi e distaccati, ma Mariam a differenza del russo aveva mostrato
di non essere invulnerabile, e questo era accaduto solo in presenza di Max.
Hilary ricordava ancora l’urlo carico di dolore che l’amico americano aveva
lanciato quando la ragazza si era accasciata al suolo. Un grido impregnato di
disperazione, di paura, di tristezza, sentimenti che
mai avevano sfiorato l’anima solare e vitale di Max. Ora non le importava di
risolvere i suoi problemi con voci di fantasmi o cose simili, voleva solo che
gli Scudi Sacri si risvegliassero.
-
Eppure io una voce l’ho sentita… -
-
Mi dispiace ma a quest’ora non possiamo far restare
nessuno. L’orario di visite è terminato da un bel pezzo ragazzo -
-
Per favore, non potrei rimanere qui per questa notte? Rimango nel corridoio non
mi muovo – balbettò una voce che a fatica cercava di limitare la scesa copiosa
delle lacrime.
L’uomo in camice squadrò il visitatore con sguardo
scettico; le regole erano quelle, nessuno poteva rimanere oltre l’orario di
visita, e lui non si sarebbe preso un rimprovero dal caposala per quel moccioso.
-
Non se ne parla nemmeno, nessuno può rimanere, e ora esci! -
-
Lascialo stare Jason me ne occupo io – una creatura sinuosa ed elegante emerse
da uno dei corridoi bianchi dell’ospedale, scandendo il suo armonioso passaggio
con il ticchettio del tacchi sul pavimento.
-
Ma la caporeparto… -
-
Della caporeparto me ne occupo io, e poi sono le undici di sera, non possiamo
mica far uscire un minore a quest’ora in una città caotica come Los
Angeles…Resterà con me. –
-
Ma…S…-
-
Puoi andare – la voce della sconosciuta non ammetteva repliche, dura e tagliente come i suoi occhi cerulei. L’uomo
visibilmente colpito se ne andò, sparendo dietro uno dei corridoi, lasciando i
due soli.
Ad un tratto
la donna si chinò sul ragazzo, asciugandogli le lacrime con un fazzoletto
candido, mentre la sua bionda coda le ricadeva su un lato del viso.
-
Su Max, beviamoci qualcosa di caldo e poi ti porto dagli Scudi Sacri -
Il
biondo le rivolse un sorriso pieno di gratitudine, prima di seguirla verso le
macchinette delle bevande.
-
Grazie dottoressa Sagami – “Mariam…Non ti lascerò sola nemmeno un istante,
veglierò io su di te”
E
mentre alcune anime riposavano placidamente nei loro caldi e confortevoli letti,
altre esaminavano attente la situazione, preparandosi alla prossima mossa.
Accostandosi alla finestra della stanza in cui era solo, Axel sorvolò con i suoi
occhi smeraldo l’intero scenario che si inchinava
rispettosamente davanti a lui. Lui, il Demone della Malvagità, lui La
Distruzione Assoluta.
– E
ora muoviamo il Cavallo –
Il
nuovo giorno si presentò agli occhi dei blaider come uno dei più cupi e tristi
dall’inizio del torneo. Una coltre grigia e nera ricopriva il cielo di Los
Angeles, e pareva volesse nascondere il sole dalla vista dei ragazzi. Un tempo
carico di desolazione e malinconia, un senso di
intorpidimento alle ossa, la sensazione di non aver la forza fisica di
compiere movimenti, un tempo immobile…Morto.
Quella mattina Hilary dopo aver svolto i suoi compiti
come assistente tecnica decise di andare a visitare gli Scudi Sacri in ospedale,
e già che si sarebbe trovata lì ne avrebbe approfittato per sistemare il suo
dubbio riguardanti strane voci e attacchi di panico con la dottoressa Sagami, la
donna che curava le condizioni fisiche dei Neoborg.
Memore del fatto che nessuno era a conoscenza di questi
attacchi, Hilary decise di tenere le altre all’oscuro per non creare ulteriori preoccupazioni, in un clima che già di per sé non
poteva certo definirsi tranquillo.
Dopo aver indossato un paio di jeans blu e una maglia
dello stesso colore che le lasciava scoperta una spalla si diresse verso la
hall, sperando di non incontrare nessuno.
-
Hilary aspetta! -
La
ragazza si arrestò all’istante senza neanche voltarsi, non ne aveva bisogno
perché quella voce per lei era diventata inconfondibile. Un vago odore di
muschio e aria salmastra le invase le narici, mentre due distese di smeraldo si
rivelarono per lei. – Buongiorno Axel – lo salutò lei con un sorriso; era sempre
estremamente rilassante parlare con il ragazzo, il suo
corpo ed i suoi occhi ispiravano una calma ed una tranquillità disarmante,
sapevano emettere dolcezza e forza allo stesso tempo, ed inoltre si trattava di
Axel.
-
Ciao, caspita a causa degli allenamenti non ci siamo
proprio visti…Ma a proposito dove stai andando? -
-
Oh, voglio andare a trovare gli Scudi Sacri in ospedale – gli rispose lei
evitando di aggiungere anche il secondo motivo.
-
Uhm…Ma non è meglio che ti accompagni? Alle 15.30 dobbiamo essere allo stadio
per il secondo incontro – asserì lui già pregustando il momento del prossimo
match.
-
Lo so, ma non preoccuparti non tardo…Anzi per favore potresti avvisare tu Takao?
Io vado sta arrivano il pullman – Con queste parole lei
gli volse le spalle dirigendosi verso l’uscita, quando una mano l’afferrò per un
polso e la fece volte indietro. Hilary arrossì di colpo nel percepire la presa di lui sulla pelle, ma si costrinse a rimanere calma,
almeno in viso. Le dite del moro premevano sul bracciale in metallo che la
ragazza portava sul polso, un regalo di Takao per il suo compleanno. – Verso le
14.30 ti vengo a prendere, e non accetto rifiuti siamo intesi? – le disse lui
con fare ironico mentre si avvicinava sempre di più con il viso. Hilary deglutì
silenziosamente mentre con un’agile movimento si
districò dalla sua presa per poi scoccargli un bacio fugace sulla guancia. – Ok
– con un sorriso corse verso il mezzo, lasciando un Demone della Malvagità decisamente soddisfatto che si portò alle labbra le dita che
con cui aveva toccato il polso di Hilary ed il bracciale metallico.
“Niente?”
“No…Non è lì,
Samantha” le rispose il Demone con il
pensiero cercando di percepire un potere noto.
“Beh collane
non mi sembra che ne porti” continuò lei.
“Già…Deve
trovarsi da un’altra parte, in un altro oggetto” concluse lui dirigendosi verso la palestra dove
sicuramente i loro prossimi obiettivi si stavano allenando.
Quando si richiuse delicatamente la porta alle spalle un sorriso le nacque spontaneo. Max era
incredibile, assolutamente unico; nel momento in cui si
era ritrovata nella camera di Mariam aveva creduto di trovarsi nel bel mezzo di
un film romantico, dove lei in preda ad un malore finisce in coma e lui
aggrappandosi con forza alla fune del loro amore le rimane accanto. Era stato
così che li aveva trovati: Max addormentato teneva il capo chino sul letto,
stringendo la mano di Mariam che pareva essere diventata di pietra. Onde di
capelli biondi cadevano disordinatamente sul volto dell’americano che si era
adagiato ricurvo sul letto, sicuramente in una posizione scomoda, ma l’ideale se
si voleva stare il più possibile accanto alla persona adagiata sul letto. Hilary
decise di non svegliarlo, così si diresse verso lo studio della dottoressa
Sagami che si trovava dell’altra parte del piano.
Appariva tranquilla, ma in realtà era un’apparenza che
falsa serviva solo a nascondere la grande agitazione ed
il turbolento vortice di emozioni che le imperversavano nel petto. Pensava a Max
e Mariam, alla situazione misteriosa ed inspiegabile in
cui versavano gli Scudi Sacri, al torneo, ai suoi attacchi di panico, ad Axel, a
Kai…”Axel” le gote le si imporporarono mentre con la mente rivide la scena di
poche ore prima; Axel l’aveva afferrata per un polso facendola voltare fino ad
ritrovarsi a pochi centimetri dal suo viso. Era stato qualcosa di particolare,
qualcosa che seppur fosse estremamente normale le aveva
lasciato una strana sensazione all’altezza del cuore. Non era di certo il primo
contatto che avevano; si erano abbracciati al chiaro di luna, avevano passato
una giornata insieme e molti momenti in allegria…Eppure il pensiero che le loro
labbra si fossero trovate ad una distanza così
ravvicinata le fece aumentare i battiti nel petto.
Si
sentiva strana, in una sorta di Limbo, in una terra di Nessuno in attesa di
qualcosa che non sapeva neppure lei. Attendere che Axel si facesse avanti oppure
prendere di persona l’iniziativa? Non era neanche
sicura dei suoi sentimenti per il moro. Oramai credeva che la presenza di Axel
avesse attutito e quasi debellato la pressione che la figura di Kai esercitava
sul suo cuore, e dopotutto come si era già ripromessa, Kai non sarebbe mai stato
niente di più di quello che era. Dato oggettivo di cui doveva prendere atto. Kai
una meravigliosa illusione, Axel una dolce realtà che lei voleva
abbracciare…
-
Avanti – la voce della dottoressa giunse alle orecchie di Hilary nel momento in
cui lei bussò alla porta del suo studio.
La
ragazza entrò con discrezione ponendo un leggero inchino in direzione della
scrivania dove la donna esaminava con la dedita attenzione alcune scartoffie. –
Ma che sorpresa! Ciao Hilary – la salutò lei con fare
cordiale mentre le faceva cenno di accomodarsi.
-
Allora sei passata dagli Scudi Sacri? -
-
Sì, e i medici mi hanno detto che rimarranno qui fino a che non si saranno
chiariti ancora tutti i dubbi – disse la ragazza rammentando le informazioni
ricevute.
La
dottoressa annuì tristemente, dando così l’impressione ad Hilary che in realtà i problemi fossero ben più gravi del
previsto, e la situazione più delicata di quanto sembrasse.
-
Per cosa sei qui cara? – la donna riportò velocemente
l’attenzione sulla giovane che riscossasi prese con calma a raccontarle quel
problema che tanto l’attanagliava.
Di
tutte le cose che riteneva improbabili questa era una
di quelle, anche se conoscendo il tipo di persona in fin dei conti non era poi
così impensabile da credere. Aveva trovato Max dormire accanto a Mariam, e
questo stranamente lo aveva colpito. L’amico era sempre stato un ragazzo molto
dolce e premuroso verso il prossimo, ma questo gli sembrava eccessivo. Eppure a
giudicare dal viso dell’americano non sembrava essere semplicemente preoccupato;
la sua espressione tradiva qualcos’altro, un qualcosa che però lui non seppe
identificare. Rapido si richiuse la porta alle spalle,
stupendosi dell’aver cercato di fare il meno rumore possibile. Erano
quasi le 14.00 era meglio rientrare in Hotel, anche perché non aveva la minima
voglia di sorbirsi le esasperanti lamentele di Yuri su fatto che sparisse senza
dare tracce del suo passaggio.
Dopotutto oramai ci erano tutti
abituati. Aveva trascorso la mattinata ad allenarsi con il suo Dranzer nelle
scuderie dove i russi avevano lasciato i quattro cavalli, ripensando
all’incontro del giorno prima e rievocando tutti gli episodi cruciali: il lampo
di luce che aveva investito lo stadio, i corpi martoriati degli Scudi Sacri a
terra, gli Obscuras affaticati e stremati, ovviamente tranne Axel che sembrava
aver resistito meglio di tutti, l’urlo di Hilary quando il moro si era
accasciato a terra…
“Ma che centra?” Inspiegabile
come quel piccolo frammento di ricordi si fosse inserito così bene nella sua
mente molto selettiva. La sua era una mente che sceglieva rigidamente cosa far
arrivare alla sua anima, e sicuramente questo minuscolo ricordo non aveva nulla
di importante. Eppure la rabbia che aveva provato
nell’udire la voce della brunetta chiamare quel ragazzo gli aveva dato
terribilmente fastidio. Non credeva che riguardasse Hilary in sé, ma più che
altro era legato ad Axel. Non sopportava quel giovane, lui e tutta la sua
squadra di finti adulatori. Forse c’era anche un po’ di
invidia nei loro confronti, ma non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva:
in fondo gli Obscuras avevano raggiunto in meno di un mese un grado di
popolarità tra i G-Revolution che lui non riusciva a concepire come
normale.
Inoltre gli doleva ammetterlo anche a se stesso, ma da
quando quei quattro avevano messo piede nella sua vita, la sfera che a fatica
aveva ottenuto si era frantumata. Erano tutti cambiati: Takao oramai non pensava
più tanto seriamente al beyblade, ma preferiva concentrarsi sulla sua ragazza,
Rei a causa di Ares era diventato vulnerabile e tetro come non lo aveva mai
visto. Sembrava quasi che ovunque passassero gli Obscuras lasciassero solo
desolazione e malinconia…Come la Morte.
“Adesso basta…Se Takao non è più tanto in forma meglio
così, vorrà dire che lo batterò una volta per
tutte”
Ma che stava
andando a pensare? Lui non voleva vincere così, lui aveva sacrificato se stesso
per potersi confrontare nuovamente contro Takao, aveva compiuto innumerevoli
errori sempre spinto dal solo scopo di combattere
contro il suo ex-capitano. Per cosa aveva sofferto? Per vincere contro un
ragazzino che ha perso lo spirito di duellare? No, lui voleva vincere, ma contro
il vero Takao, non contro un burattino.
Era
anche per questo che non aveva parlato con lui della sua schiena; perché non
avrebbe tollerato che Takao giocasse in maniera diversa una volta entrato a
conoscenza delle sue reali condizioni. Ma questa era tutta acqua passata, ora
lui era di nuovo Kai Hiwatari, e anche il suo avversario sarebbe tornato ad essere Takao Kinomiya.
Ad un tratto
una porta si aprì davanti ai suoi occhi, prima che da essa uscissero Hilary e la
Sagami, le quali si accorsero subito di lui. Il ragazzo soffermò lo sguardo
sulla brunetta che gli rivolse uno sguardo stupito.
-
Ciao Kai – lo salutò la donna mentre questo le rivolgeva un cenno col capo.
-
Beh ragazzi ora vi lascio, io ho dei controlli da fare. Avvisate voi che Max
resterà qui per oggi, questa notte non ha chiuso occhio, per cui è meglio se lo
lasciamo riposare – Posò poi l’attenzione sulla ragazza che le
era affianco – Tranquilla Hilary, a mio avviso non è niente di cui
preoccuparsi, almeno per il momento, ma se dovesse succedere nuovamente avvisami
ok? – con queste parole si allontanò perdendosi nei corridoi
dell’ospedale.
Una
volta rimasti soli Kai si volse nuovamente verso la ragazza, soffermandosi sul
suo viso come per cercare un segno di quanto aveva
detto la dottoressa. Che cosa aveva Hilary per essere andata dalla Sagami? E
perché sul suo volto era calata per un istante un’ombra che mai aveva sorvolato
quel viso?
Quando poi lei sollevò gli occhi per incontrare i suoi
Kai la vide sorridergli facendo scomparire con un colpo di bacchetta qualsiasi
tristezza, o forse celando accuratamente ogni disagio…
-
Ciao Kai – disse lei usando il tono più distaccato che la sua voce le
permetteva. Era stata una piacevole sorpresa trovarlo lì, come se proprio ora
che si era decisa a dimenticarlo il destino li facesse nuovamente incontrare per
permetterle ancora di invertire rotta.
Lui
le rivolse un lieve cenno col capo, osservandola con l’intenzione di ritrovare
quell’ombra di preoccupazione. Non la trovò, sembrava una particolarità di
Hilary celare le sue preoccupazioni davanti agli altri, cosa che lui non era
riuscito a fare con lei quella sera in Finlandia…
-
Sarà meglio andare – ad un tratto la voce di lei lo
riportò al presente, e fu solo nel momento in cui lui posò i suoi occhi ametista
in quelli cioccolato della brunetta che vide per un istante il velo di
preoccupazione che tanto aveva ricercato. Senza dire nulla lui la precedette
iniziando a camminare per i corridoi inamidati dell’ospedale affiancato dalla
ragazza che tentava di rimanere calma.
Evitare che lui si accorgesse di qualcosa era stata una
vera impresa, ma credeva di esserci riuscita. Ora attraversavano corridoi
immobili e deserti uno affianco all’altro, percependo ognuno una coppia di passi
che si muoveva in alternanza con i propri. Scostando una ciocca castana di lato
in modo che le coprisse parte del viso, Hilary osservò celata dai capelli la
magnifica illusione che le era accanto. Come faceva ad
essere così? Kai, questa era la risposta. Kai era Kai, illusione o cruda realtà
che fosse, per lei Kai era irraggiungibile, ma camminare vicino a lui le
procurava un’agitazione tale da temere che il suo cuore potesse battere con
un’intensità così forte da essere udita persino da lui.
“E’
meraviglioso” il primo pensiero di
Hilary mentre percorreva con gli occhi i lineamenti maschili e chiari del suo
corpo, “E’ bellissimo” ultimo
pensiero della ragazza mentre si soffermava sul suo profilo lineare accentuato
da una muscolatura sana che emanava una potenza ed una
forza affascinante.
Giunti all’uscita dell’ospedale i due si fermarono un
istante senza dire nulla. Kai si volse verso di lei trovando una ciocca castana
a coprirle una parte di volto; era rimasta in silenzio per tutto il tragitto
senza accennare ad una parola, persino i suoi respiri
parevano essersi confusi con i suoi tanto erano stati silenziosi. Il fatto che
non avesse parlato per lui da una parte era stata una
nota positiva, anche perché non amava particolarmente conversare, ma non seppe
spiegarsi perché una piccola parte di lui avrebbe voluto sentire la sua voce
dire qualsiasi cosa.
- Noi siamo
tuoi amici Kai…E questo lo sai! – Già
come quella sera…
- Axel! –
Improvvisamente si riscosse dai suoi
pensieri quando si rese conto di aver appena ricordato l’episodio dell’incontro
tra gli Scudi Sacri e gli Obscuras, in particolare il momento in cui Hilary
gridava il nome di quell’essere. Dopo pochi attimi però si accorse che forse
quel nome non lo aveva solo immaginato...
-
Axel! – lo salutò Hilary radiosa non appena lui accostò davanti a loro con la
moto salendo per metà sul marciapiede e portando la ruota anteriore a pochi
centimetri dalle gambe del ragazzo a piedi. Attraverso il casco integrale che ne
copriva interamente il volto, Kai riuscì a scorgere gli occhi smeraldini del
ragazzo e avrebbe potuto giurare che fosse di buon umore.
Hilary si accostò ai due, mentre il moro apriva la parte
anteriore del casco, lasciando che il volto potesse essere investito dalla luce
appena accennata del sole e dalle scintille che partivano dagli occhi del russo.
-
Ciao Hilary è andato tutto bene? – chiese lui
sorridendo alla giovane con la sua aria da amico premuroso che fece pietà al
diciassettenne russo.
-
Sì, diciamo di sì, gli Scudi Sacri non stanno ancora bene, ma perlomeno non sono
gravi –
-
Beh allora sarà meglio muoversi, dobbiamo tornare in Hotel per prendere il
pullman – disse lui cordiale porgendole il casco che teneva appeso al manubrio.
Hilary si arrestò di colpo in preda all’imbarazzo della
situazione. Non ci volle molto per fare due conti: loro erano in tre.
Lo
stomaco le si strinse in una morsa terribile, mentre il
cuore le salì in gola. Che doveva fare?
Con
un ghigno mentale Axel si premunì di proseguire. – Oh mi spiace Kai, se avessi
saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che danno
in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto – “Sì certo, e poi ti conferisco direttamente
il tuo Aestiu con un inchino, Cavaliere” Axel osservò per alcuni istanti il
ragazzo di fronte a lui estremamente soddisfatto del
modo magistrale in cui aveva condotto la cosa. Il suo tono eternamente
dispiaciuto pareva aver colpito Hilary che gli rivolse un sorriso in segno di
approvazione, mentre il Demone dentro di lui grondava di soddisfazione nel
leggere le missive di fuoco del suo Cavaliere.
Kai
dal canto suo si trattenne per non scatenare il suo Dranzer, che come se
provasse sulla pelle l’indignazione, si stava scaldando nella sua tasca. Falso,
ipocrita come descrivere quell’essere?
“Mi
fiderei di più a farmi accompagnare da Daichi che non arriva neanche ai freni”
pensò il russo lanciando un’occhiata torva in direzione del moro, che non
cessava di osservarlo con quell’espressione fintamente dispiaciuta. Sembrava che
un filo invisibile legasse i due ragazzi, un filo in cui scorreva corrente ad
alta tensione, che si passavano senza sosta attraverso gli occhi. Scintille
smeraldine per fiamme ametista.
Ma
Kai Hiwatari ad un affondo risponde sempre con una
stoccata decisiva. – Meglio di no, ci tengo alla mia vita – disse assestando il
colpo diretto e preciso, lasciando sia Axel che Hilary
senza parole.
“Ci
tengo a distruggerti di persona”
“Allora comincia a correre perché poi non ne avrai
tempo” Axel strinse il viso in una smorfia come se si fosse offeso, e questo non
sfuggì ad Hilary che basita per la risposta inopportuna
di Kai si stava già preparando a dirgliene quattro quando si accorse che il
russo si era già allontanato, dileguandosi e venendo inghiottito dalla folla.
-
Uhm…Non devo essergli molto simpatico. Mi spiace, ma io stavo dicendo sul serio
– si giustificò il moro rivolgendosi ad una Hilary
ancora furente. Ma come si era permesso di rispondere
così? Axel voleva solo essere carino. Certo che Kai era davvero odioso quando si
sforzava di essere arrogante.
-
Tranquillo, sono certa che non volesse essere scortese, magari ha un po’ la luna
storta – cercò di rattoppare lei con imbarazzo.
-
Oh pazienza, in fondo che mi importa di Kai? La cosa
importante è che tu sia qui con me, anche perché Takao mi ha espressamente
ordinato di scortarti viva in hotel! Su salta a bordo –
con un buffetto sulla testa le porse il casco, che con un sorriso lei prese
allacciandoselo e salendo con agilità sulla moto, assicurando poi la presa sul
torace del ragazzo. Axel andò incontro al suo corpo avendolo così perfettamente
incollato, dopodiché azionò l’acceleratore immergendosi
con lei per il traffico fitto e impenetrabile di Los Angeles.
Un
colpo alla lattina ai suoi piedi che rotolò rovinosamente sul marciapiede
cosparso di scarpe che andavano e venivano ininterrottamente. Un altro calcio
fino a che la sventurata non si infranse sotto le ruote
di un camion che trasportava surgelati.
Tirò un muto sospiro di rabbia mentre i suoi capelli
argentati gli pungevano il viso come per incitarlo a tirare su il capo. Sputò a
terra con rabbia. “Oh mi spiace Kai, se
avessi saputo che anche tu saresti stato qui avrei noleggiato una delle auto che
danno in dotazione all’albergo e sarei venuto a prendervi in auto… ma che
razza di ipocrita! Che falso, che
schifoso bastardo!” Quell’Axel era sicuramente la persona che più di ogni altro
trovava irritante; lui aveva spesso avuto in antipatia molte persone, Andrew per
esempio, o Dunga, Brooklyn ma tutti questi erano oro puro in confronto ad
Axel. Lui era nero, nero come l’odio, come la falsità come il male…”Ed Hilary ci ha creduto pure alla sua buona fede…” un rombo
di una moto lo distrasse dai suoi pensieri; credette quasi che fosse la moto del
moro, ma in effetti sarebbe stato impossibile trovarli in mezzo a tutto quel
traffico…Sembrava destinato a prolungarsi ancora per parecchio tempo.
Un
sorriso di soddisfazione si delineò sul quelle labbra
diafane contornate dai tatuaggi blu. “Amo il traffico”
Cominciò così a correre spingendosi nel folto della
folla che assediava i marciapiedi, sgusciando agile e sinuoso attraverso le code
immobili e dileguandosi nelle profondità di Los Angeles.
Non
sapeva perché le sue gambe si fossero messe a correre a quella velocità, non
sapeva perché non ne voleva sapere di fermarsi, ma se
lo sarebbe chiesto…Dopo, ora voleva solo arrivare in hotel prima di una moto
nera.
Quando Hilary giunse in Hotel
trovò tutti i ragazzi che li attendevano davanti al pullman. Rick sbuffava
sonoramente, mentre gli F-Sangre si erano messi ad
esercitarsi con i nastri per intrattenere un po’ gli ospiti che si trovavano nel
parco. Non appena scese dalla moto Takao le si piazzò
davanti con le braccia sui fianchi. – Ma si può sapere
quanto ci avete messo? Siamo in ritardo muoviamoci! –
-
Che colpa ne possiamo avere? C’era un traffico di cui non hai idea! – si difese
lei mentre Axel riportava la moto nel piccolo cortile laterale dove seduti
comodamente all’ombra di un albero i Neoborg
attendevano di poter partire.
“Ma
Kai…” Hilary si volse verso la panchina alla sua sinistra incontrando due iridi
ametista che compiaciute osservavano la coppia appena
giunta.
“E’
già qui” Axel incrociò lo sguardo del russo mentre si avvicinava al pullman con
gli altri. Alla fine Kai era arrivato prima, ci aveva dato l’anima per portare
le sue gambe al massimo delle loro potenzialità, ma ci era riuscito, non sapeva
come giustificare quello che lo aveva spinto, sapeva che aveva sentito
l’impallabile desiderio di correre, di arrivare lì prima di loro…Per cosa non lo
sapeva, ma lo aveva fatto. Un punto strano, insolito su cui la sua mente
razionale e metodica non aveva ancora riflettuto, ma lo avrebbe
fatto…Presto.
-
Signore e signori vi do il benvenuto a questa nuova giornata di Beyblade, per
l’attesa di tutti voi, ritardiamo di qualche minuto la scesa delle prossime
squadre per un avviso importante: in seguito a quanto accaduto durante lo scorso
incontro, siamo spiacenti di comunicarvi che la squadra degli Scudi Sacri è
esclusa dalla competizione di questo torneo. Riportando quindi l’attenzione alla
classifica, da questa tornata di incontri verrà
eliminata ancora una squadra. Come ben sapete dalla tappa americana verranno
saranno eliminate le due squadre che si trovano in ultima posizione. Dal momento che una squadra è fuori per motivi di salute,
diamo un occhio al tabellone…- Dal maxi schermo comparvero le immagini con le
relative posizioni in classifica. – Bene, come vedete anche voi le squadre che
rischiano l’eliminazione sono gli F-Sangre e i New
Europa…Ma ora diamo inizio alla sfida! – Un boato di voci assalì lo stadio,
mentre davanti a tutti su sette pedane colorate altrettante squadre attendevano il loro verdetto.
“Per battere gli Obscuras dovrò attendere…Non contro
Takao, non è ancora pronto…”
“Contro chiunque…Distruggerò
tutti!” Boris strinse le mani a pugno fino ad avere le nocche
bianche
“Contro i New Europa…Devo eliminarli” Yuri si sorprese
del proprio pensiero, anche perché non seppe ricollegarlo a
niente…
“Nunc!” Astra
decise le sorti del prossimo incontro tirando le fila di quel palcoscenico in
cui era lei il burattinaio e tutti gli altri inutili marionette al suo servizio.
-
Destino interessante…Sarà una sfida importante! – disse Djman.
Neoborg VS New
Europa
- Maledizione ci è andata
male…Proprio i Neoborg! – sbottò Andrew lanciando imprecazioni una volta entrato nello spogliatoio.
- Calmati Andrew, noi daremo il
massimo – lo rassicurò Michelle mentre riassettava il suo
bey
- Sì ma rischiamo
l’eliminazione! E per di più contro quegli schifosi
russi! –
- Adesso basta Andrew! – lo
aggredì Mathilda frapponendosi fra lui e Michelle. La rosa abbracciò l’amico
inglese per calmarlo, sussurrandogli un incoraggiamento nell’orecchio. Questo
sembrò tranquillizzare Andrew che in risposta rivolse
un sorriso alla ragazza prima di abbracciarla.
Ralph si avvicinò alla giovane
mettendole le mani sulle spalle. – Brava Mathilda, è così che si parla.
Preparati ora tocca a te –
- Cosa? Ma Ralph…-
- Mi hai sentito, se dobbiamo
essere eliminati potremmo dire di aver partecipato
tutti. L’altra volta abbiamo gareggiato io e Andrew,
ora tocca a te e Michelle. – Il nobile tedesco sorrise
alla sua compagna di squadra mentre il lord inglese le scoccava un bacio
d’incoraggiamento sulle guancia. La sua amica Mathilda.
- Per il primo incontro di
questo giorno avremo Michelle contro Yuri! – l’urlo di Djman irruppe nello
stadio con una forza ed una determinazione che
coinvolse ogni singola anima sugli spalti, infondendo una carica ed una sorta
d’elettricità nell’aria.
Pronti sulla pedana di lancio
si trovavano i due contendenti, che difendevano i loro colori ciascuno per un
motivo differente; se Michelle voleva tentare di salvare la sua squadra
dall’eliminazione, Yuri sentiva che voleva vincere. Si sentiva carico,
impregnato di un desiderio di battersi che gli
conferiva la carica per affrontare il mondo intero. Ma
perché?
- Bene, blaider in
posizione…Tre, due uno…Pronti lancio! –
un’esclamazione, una sfida, due sani desideri.
- Tempesta di ghiaccio! -
- Attacco Ali di fuoco! -
“Forza Michelle, forza!”
Mathilda dalla panchina guardò il compagno di squadra sperando con tutte le sue
forze in una vittoria…
“Forza Yuri!” due occhi verdi con scaglie dorate dalle
tribune osservarono il rosso, mentre il suo cuore scalpitava per uscirle dal
petto.
-
Vincerò per la mia squadra! – urlò Michelle sferrando l’ultimo attacco ai danni
di Wolborg
-
Vincerò per… - Yuri si arrestò un attimo, tardando l’assalto del su lupo. Doveva vincere, lo desiderava, lo voleva…Ma
perché? La vittoria per la squadra? Lo faceva perché era suo dovere e per
riportare al Monastero l’antico prestigio che meritava. Non aveva mai lottato
per altre ragioni, per altre persone. Combatteva solo per se stesso, ma mai lui
aveva desiderato così tanto vincere come in questo
momento.
-
Vai Yuri! – Al diavolo l’imbarazzo e la vergogna, lei
voleva tifare per lui, e voleva che lui lo sapesse.
Julia si alzò dalla sua postazione gridando con tutta la forza che aveva il nome
di quel blaider che anche se ancora non lo sapeva, nel
suo cuore voleva vincere per lei…
-
Vai Wolborg! – il rosso mandò alla carica il Lupo della
Steppa, caricandolo con un’energia inarrestabile, una forza che non poteva
essere fermata neanche con le migliori intenzioni. Una
forza doppia.
-
Il bey di Michelle è fuori gioco. Con un’abile mossa degna di un grande campione
Yuri Ivanov si aggiudica l’incontro. Butta male per i New Europa, ora se
vogliono sperare nella salvezza devono vincere il
prossimo incontro, e sperare che nel prossimo match gli F-Sangre perdano -
“Sì
stanne certo” Julia e Raul lanciarono un’occhiataccia a Djman che avrebbe fatto
tremare il cuore più impavido.
“Si
stai sicuro” Yuri involontariamente incenerì il presentatore con lo sguardo,
mentre due smeraldi dorati entrarono nel suo campo visivo, isolandolo per alcuni
istanti nel suo mondo fatto di luci e silenzi. Momenti in cui i loro occhi si incrociarono, attimi in cui Julia gli passò la sua
gratitudine e Yuri senza capire il perché, si sentì per la prima soddisfatto di
una vittoria.
-
Per il prossimo incontro vedremo una sfida molto particolare, perché per chi
avesse scommesso in una Kai VS Ralph dovrà ricredersi
perché avremo da una parte Mathilda mentre dall’altra Boris! -
- Scelta
curiosa da parte loro – constatò stupita con la mente Astra osservando il
tabellone.
- In effetti pensavo che dopo lo scherzetto di stamattina Kai
avrebbe fatto di tutto pur di combattere – Samantha si volse verso Axel che dal canto suo lanciò
un’occhiata truce in direzione delle tribune russe dove un argenteo ragazzo come
se riuscisse a sentire degli occhi puntati addosso, si volse nella loro
direzione scontrandosi con la rabbia che scoppiettava in due iridi smeraldine.
- Ammettilo
che questo non l’avevi previsto stratega
– lo prese in giro Ares mentre
depositava un bacio sulla spalla della cinese seduta accanto a lui.
- Che
evento…Il Demone della Malvagità giocato da un ragazzino – lo derise Astra mentre anche
lei spostava lo sguardo in direzione di Kai. Il fatto che il Cavaliere non
partecipasse all’incontro era stata una notizia
inaspettata per Axel che aveva già programmato ogni cosa. Questo gli scombinava
i piani…Il demone della Malvagità si volse poi verso qualcuno che invece aveva
attirato la sua attenzione. Era anche colpa sua…
“Maledetto…Peggio per te…Te la sei cercata”
E anche questa è andata. Che ve ne pare?
Spero che vi sia piaciuto, a me non ha convinto fino in fondo, ma spero che vi
sia arrivato qualcosa; un’emozione, bella o brutta che sia. Ah capitolo in
violetto per dedicarlo alla squadra dei New Europa e principalmente per
introdurre il prossimo colore che sarà interamente per un personaggio abbastanza
popolare e credo molto amato^^
Vi ringrazio ancora tutti di cuore, ma
ora è arrivato il momento del mio…
Angolo dei
Grazie^^
Pierina:
grazie mille tesoro! Mi fa piacere che
lo scorso capitolo ti abbia emozionato, e anche se questo non è allo stesso
livello, confido e spero che ti possa piacere ugualmente^^ Eh già Axel è proprio
furbo, un vero cattivo, lui più di ogni altro lo voglio far apparire come un
vero cattivo, subdolo e crudele, quindi non aspettarti atti di clemenza!! Su Kai…Beh lui è un figo^^ Ha una
psicologia difficile da inquadrare e spero che non si riveli una schifezza la
mai interpretazione^^ Grazie tante per i complimenti e tanti complimenti a te
per la tua prima storia. Mi è piaciuta molto!
Spero che mi commenterai anche questo! Sapere le tue
impressioni sarebbe
importantissimo^^
Baciuzzi Avly
DarKAngel91:
niente grazie! Sei tu che sei stata gentilissima a farmi avere la tua opinione e
spero di potermi ancora avvalere della tua presenza^^ Grazie davvero sei
gentilissima e non manchi mai^^ Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto^^ Grazie ancora!!
Baciuzzi Avly
Lexy90: la mia
tesora!! Sempre puntuale e impeccabile^^ Grazie mille
per lo scorso commento, lo so mi ero ripromessa di non far passare troppo tempo
e mi dispiace, ma ho avuto a che fare con un piccolo progettino che spero possa
andare in cantiere^^ (Non dico più niente!!) Comunque
ora voglio concentrarmi sui miei Cavalieri, perciò incrociando le dita spero di
aggiornare presto! Grazie per tutti i pareri che mi dai, le tue recensioni sono
diventate linfa vitale…Non me ne privo più^^
Baciuzzi Avly
Cherry_88:
tesoroooo come vedi sono resuscitata e spero vivamente
che possa piacerti il nuovo capitolo. Ci ho messo tanto ma spero che ne sia
valsa la pena^^ Sono contenta che gli Obscuras ti comunichino qualcosa (anche di
negativo…In fondo è quello il loro ruolo) Mentre il nostro bel Kai (come hai
detto tu, bel è riduttivo!) non si è ancora svegliato, ma il suo odio per Axel e
per tutta la sua squadra c’è…Eccome^^ Su Julia hai ragione, lei è un po’ la
migliore amica di Hilary, e proprio perché vuole bene alla brunetta non la compiange o si schiera incondizionatamente
dalla sua parte; le dice schiettamente le sue opinioni dimostrandole la sua
grande amicizia. Beh tesoro spero che questo capitolo ti possa piacere e mi
auguro di sentirti presto!! Grazie 1000 per
tutto!
Baciuzzi Avly
Kamy: cicci ma
grazie^^ Sono stata felicissima di leggere il tuo commento, mi fa piacere sapere
cosa ne pensi di questa fic^^ Felice anche del parere che esprimi sugli Obscuras
e ovviamente su Kai!! Spero di sentirti presto, magari
anche con la tua “Metallo e Sangue” che
aspetto!
Baciuzzi Avly
Lirinuccia:
tesoro mio, mi spiace dirlo, ma qui hai sbagliato per due volte^^ Uno, per me
leggere Doomsday non è un obbligo dettato dal fatto che hai scritto la
fic…E ti giuro che non faccio io un piacere a te nel leggere la tua fic, ma sei
tu che hai fatto una grande cosa facendomi scoprire
Death Note! Mi piace un sacco, sono arrivata al settimo (vado lenta come una
lumaca per via della mole di roba che ho da leggere, ma non appena potrò mi
rifarò!) e mi sono appassionata…Quindi carissima sono io a dover ringraziare te!
Sulla tua fic…Ti ho lasciato un commento e spero presto di poterne aggiungere un
altro!
Punto due: Crystal…Non odio la rossa, anzi la curo molto,
l’ho creata e posso assicurarti che se da un lato fa la parte della bastarda
stai attenta…Lei è imprevedibile, unica come il fratello!
Grazie 1000 per tutti i complimenti riguardanti il mio
stile…Non hai idea di quanto facciano piacere! Grazie
Baciuzzi Avly
Lenn
Chan: ** grazieeeee Lenn grazie davvero
per lo scorso commento, mi hai fatto saltare dalla sedia e l’avrò riletto non so
quante volte! Eh sì hai ragione…Hilary ha dalla sua la consapevolezza che Kai
non sente nulla per lei e che invece Axel sì ma è anche come dice Julia…Insomma
incasiniamo ulteriormente la matassa! Sugli Obscuras nulla da dire…Sono come
dice Kai, La Morte. E noto con piacere che la coppia
MaxxMariam piace a tutti^^ (Thank you my friends nd Max) Beh speriamo di riuscire a dare loro un lieto fine^^ Mia maestra,
spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi auguro di ricevere un tuo
commento^^
A
presto, ovviamente con la Linea Illusoria dell’orizzonte! La aspetto con
ansia!
Baciuzzi Avly
Inuyasha_Fede:
grazie ancora per l’avviso carissima sei stata gentile.
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e attendo un tuo parere^^ Capitolo
incentrato sulla pre-mossa del Cavallo come direbbe
Axel, forse leggermente più lungo, ma spero ugualmente soddisfacente! Come ho
detto prima non mi ha convinta al massimo, ma spero che
a te abbia dato qualcosa! Grazie ancora!!
Baciuzzi Avly
Un ringraziamento speciale alle persone
che hanno messo la mia storia fra i preferiti o fra le seguite! Siete
fantastici!!
E in ultimo ma non meno importante un
ringraziamento particolare alla mia Helens^^ Grazie per tutto
tesoro.
Only for
you, my friends
Avly