Libri > Un ponte per Terabithia
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Autore: J i n    20/03/2010    11 recensioni
[ UN PONTE PER TERABITHIA ] - E se Leslie non fosse morta? Sono passati quattro anni dal suo arrivo a Lark Creek. Lei, Jess e tutti gli altri hanno ormai 16 anni e qualcosa sta per cambiare per i due sovrani di Terabithia...
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sedicesimo .::. « Every part of me »

[ Maybe I will never be

Who I was before

Maybe I don’t even know her anymore ]

Every part of me – Miley Cyrus

Leslie’s PoV

Non so che cos’era accaduto dopo che lui se ne fu andato dalla mia stanza.

Avevo riposto il nastro che mi aveva regalato poco prima della mia partenza nel cassetto, sotto al quaderno degli appunti, all’album delle foto e a tutto il resto.

Nei giorni a venire andavo a scuola e lo ignoravo completamente.

Immatura? Sì, ma mi sentivo tradita, abbandonata.

Ero l’unica che ancora aveva il coraggio di combattere per salvare il Regno, visto che lui non sembrava aver intenzione di farlo per nulla al mondo.

Entrai in classe quella mattina, sbattendo i libri sul banco e non curandomi del fatto che Jess era seduto accanto a me come sempre, ma fissando miss Meyers seduta dietro la cattedra a fare l’appello.

Quando disse il mio nome alzai la mano e la riabbassai immediatamente dopo.

Non è che non avevo intenzione di parlargli.

È solo che avevo bisogno di tempo per pensare che cosa realmente ne pensasse di tutto quello che avevamo passato, di come avevamo trovato Terabithia eccetera eccetera.

Per me era stata una parte importante della mia pre-adolescenza e… sì, lo sapevo anch’io che prima o poi si cresceva tutti quanti, ma non pensavo così in fretta.

Era la terza ora quando arrivò un bigliettino al mio banco.

 

            Aspettami alla corsa, dopo.

            Dobbiamo parlare di tante cose.

                                                           Jess.

Lo accartocciai e lo rimisi in tasca.

Che dovessimo parlare non c’era ombra di dubbio.

 

Difatti alla corsa, quel pomeriggio, lo raggiunsi.

Com’era prevedibile non ci posizionammo sulla linea di partenza, ma rimanemmo decisamente indietro rispetto agli altri così che non ci sentissero.

«Leslie, noi due dobbiamo parlare», disse guardandomi con le mani in tasca.

Lo guardai a mia volta annuendo ed incrociando le braccia al petto, facendogli capire che lo ascoltavo.

«So che cosa ti saresti aspettata da me. Pensavi che avrei combattuto con tutte le mie forze, con quanto fiato avevo in corpo per salvare Terabithia e ti giuro, te lo giuro che l’avrei fatto se non fosse che siamo cresciuti, Leslie, ed è una realtà che non possiamo ignorare. Per me… non so nemmeno come spiegartelo, ma credo che lo senti anche tu. Terabithia non è più la stessa. Non è più come una volta. E con questo non voglio dire che abbiamo perso la fantasia ma che… che non è più come qulache anno fa. Io non sento più il nostro Regno come prima.

Ricordi, poco prima che partissi, quando ti ho detto che temevo che Terabithia, quando te ne fossi andata, potesse scomparire? Ecco, secondo me non è scomparsa del tutto ma non ha più la stessa presenza di prima. Capisci quello che voglio dire?».

Ascoltai il suo discorso in silenzio.

Sì, capivo ciò che voleva dire.

E la verità era che mi sentivo esattamente come lui, solo che non lo volevo ammettere.

Ero troppo testarda, caratteristica ereditata da papà purtroppo.

Abbassai lo sguardo prima di rispondergli e feci un gran sospiro tornando a puntare i miei occhi nei suoi.

«Beh… ti do ragione. La verità è che la penso esattamente come te e solo adesso che lo so riesco a dirlo, quindi… è finita», dissi.

Probabilmente usai le parole sbagliate perché lo vidi immediatamente sbiancare e temetti che potesse svenire da un momento all’altro.

«Oh, no no, non intendo noi due. Noi andiamo benissimo! Parlavo di… di Terabithia. È ora che il regno si dissolva, no?», dissi con un leggero sorriso anche se pensarlo mi faceva male, un male terribile ma purtroppo era così e niente l’avrebbe cambiato mai.

«Sì», rispose lui semplicemente prima di abbracciarmi stretta stretta.

E non me ne fregava niente che tutti ci stessero guardando.

Ero stufa di nascondere tutto e non capivo nemmeno il perché lo dovessimo fare.

Per Scott e gli altri? Beh, tanto ci sapevamo difendere egregiamente!

Sorrisi a quel pensiero e lasciai che i miei occhi si chiudessero da soli.

Era tempo di dire addio, e con lui ero pronta a farlo.

 

 

 

 

                        Due anni più tardi…

 

Il sole splendeva alto nel cielo estivo di quei giorni.

La settimana precedente era stata una settimana piena di pioggia e nuvoloni grossi e neri avevano coperto il cielo ventiquattro ore su ventiquattro.

Dopodiché era arrivato il vento che, seppur freddolino, le aveva scacciate lasciando posto allo splendido sole che adesso entrava dalle finestrate della ex sala dorata che ora era diventata di un bell’indaco grazie al fatto che mamma e papà avevano terminato un altro romanzo.

«Leslie, tesoro! Noi andiamo!», esclamò mamma dalla soglia.

Io mi precipitai davanti a lei ed a papà, leggermente sorpresa.

«Dove, di grazia?»

«Tesoro non ti ricordi? Dobbiamo aiutare la mamma di Jess a scegliere le bomboniere per il matrimonio di Ellie! Dai, non dirmi che te n’eri dimenticata!», disse lei con un gran sorriso aprendo la porta e facendo entrare il sole caldo anche da là.

Beh, di cose ne erano cambiate parecchie in soli due anni.

Ellie Aarons si stava per sposare, ebbene sì!

Ricordavo ancora quando Jess me l’aveva detto.

Era sconvolto e pensavo fosse successo qualcosa di grave davvero, poi invece mi aveva dato la lieta notizia ed io ne ero stata più che felice.

 

***

Pioggia.

Pioggia continua ed inesorabile.

Uffa.

Mi chiesi quando diamine sarebbe passata.

Sebbene fosse estate e la pioggia potesse portare un po’ di refrigerio, a me non piaceva comunque.

Sbuffai lasciando cadere la testa all’indietro sul cuscino quando sentii il campanello al piano di sotto.

Mamma e papà erano andati a fare provviste in città, quindi dovetti scendere io.

Appena aperta la porta mi trovai davanti il volto sconcertato e bagnato di Jess.

Lo feci entrare e gli portai subito un asciugamano per evitare che si prendesse una polmonite.

Più tardi, sul divano, gli chiesi che cosa fosse successo.

«Ecco… è successa una cosa, Leslie…», disse spaventandomi a morte.

Ok, potevo sembrare una di quelle che rimanevano sempre calmissime, sempre in grado di controllare la situazione, ma non era così!

«Jess, mi stai spaventando…», dissi guardandolo sinceramente preoccupata.

Che fosse successo qualcosa alle piccole?

«Okay, ora te lo dico.», disse facendo una pausa di qualche secondo.

«Ellie si sposa».

E a quelle parole rimasi ad occhi sgranati.

Avevo capito bene? Sua sorella si sposava!?

«Ma è meraviglioso!», esclamai saltandogli al collo con un gran sorriso, nemmeno mi avesse chiesto lui di sposarlo.

«Meraviglioso? È una tragedia! Vuol dire che il tempo sta passando troppo in fretta!», esclamò a sua volta, terminando la frase con qualcosa di più di una punta di tristezza.

Mi allontanai leggermente e gli tolsi una ciocca di capelli bagnati dagli occhi, sporgendomi per posargli un leggero bacio sulle labbra.

«Non devi preoccuparti. Lei resterà sempre la tua sorellona. Non ti dimenticherà mai…».

 

***

 

Mi ritrovai a sorridere a quel ricordo.

Alla fine era stato davvero felice, il giorno del matrimonio di sua sorella.

Oltretutto confesso che l’avevo visto anche commosso, ma lui non lo ammetterebbe mai.

Mi riscossi dai miei pensieri trovandomi davanti mamma che mi fissava in silenzio.

«Tesoro, tutto bene?»

«Eh? Ah! Sì, sì certo mamma. Andate pure! E, mi raccomando, scegliete bene!», dissi sorridente come mai.

Dopo che furono usciti tornai a sedermi sul divano con il quaderno sulle gambe, tornando a scrivere.

Certo era pazzesco come le cose potessero cambiare così in fretta.

Ora la mano con la quale scrivevo aveva un anello.

Già.

Adesso avevamo entrambi la bellezza di diciotto anni tondi tondi e… e nessuno dei due era più vergine.

Ebbene sì, anche quella era un’altra cosa che era cambiata, ed ora io e Jess eravamo ufficialmente fidanzati.

Certo, non si pensava per niente a matrimonio, cosa che non ci passava nemmeno per l’anticamera del cervello, però chissà…

Oh, era stato bellissimo.

Davvero.

La più bella prima volta che una ragazza avrebbe mai potuto desiderare.

 

***

 

Non era la prima volta che restavo a casa da sola quando i miei erano in giro per la presentazione di un nuovo romanzo, cosa che era successa anche quella volta.

Tre giorni tutti per me.

O noi?

Mamma mi aveva fatto mille e mille raccomandazioni.

Papà mi aveva solo detto di non fare pazzie.

Io avevo detto ad entrambi di restare tranquilli.

Due giorni dopo ero nella stanza indaco – visto che l’avevano ridipinta dopo aver finito il romanzo – quando arrivò un messaggio.

Era di Jess.

 

                       “Ehi, buonasera.

                        Posso venire da te?

                        Mi manchi. =(“

 

Lo lessi con un sorriso e gli risposi.

 

                        “Vieni pure, ma ti avverto che i miei non ci sono ^^”

 

Difatti pochissimi minuti dopo sentii il campanello e mi precipitai ad aprire.

Nel mentre avevo acceso il caminetto.

Sì, quella sala poteva anche essere bella, ma era sempre freddissima.

Ad ogni modo, non appena aprii la porta lui entrò di un passo, abbassandosi e posandomi un dolcissimo bacio sulle labbra al quale risposi alzandomi sulle punte ed intrecciando le braccia al suo collo, scostandomi poi di poco e guardandolo negli occhi con uno sguardo sorridente.

«E questo?»

«Per ricordarti quanto sei importante per me», disse semplicemente, sorridendomi di quel sorriso che mi toglieva il fiato ogni volta che lo vedevo.

 

Non seppi mai come, il mattino seguente, mi svegliai in camera mia tra le sue braccia.

Aprii gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco tutto ciò che c’era intorno a me e, alzando lo sguardo, incontrai il suo viso.

Viso che non mi era mai sembrato più bello di allora.

Sorrisi di pura beatitudine e felicità, beandomi del calore che mi davano le sue braccia, del suo profumo, del suo respiro regolare, del battito del suo cuore che riusciva a calmarmi sempre e, allo stesso tempo, a riempirmi di felicità.

Allungai una mano accarezzandogli il viso e scostandogli una ciocca di capelli e in quel momento si svegliò, guardandosi un attimo attorno spaesato e poi guardando me.

E sotto il suo sguardo mi sentii il più prezioso dei gioielli, come un cristallo che rischiava di rompersi da un momento all’altro ma dal quale non vorresti mai staccare gli occhi.

«Buongiorno», disse.

«Buongiorno a te», risposi sorridente ed alzando il busto per posargli un leggerissimo bacio sulle labbra, tenendo stretto il lenzuolo al petto.

Quando mi allontanai lo trovai a guardarmi con uno sguardo talmente intenso che sentii il bisogno di abbassare gli occhi.

Lui mi alzò il viso e incatenò nuovamente i nostri sguardi.

«Leslie, io…», disse mentre i battiti del mio cuore acceleravano per la consapevolezza a metà che pensassi ciò che stava per dire.

«Ti amo, Leslie. Non l’ho mai detto a nessuno, ma sento di poterlo e doverlo dire a te», sussurrò a un soffio dal mio viso, facendomi perdere parecchi battiti.

«Ti amo anch’io», mi ritrovai a pronunciare sgranando gli occhi subito dopo.

L’avevo detto? Davvero?

A quanto pareva sì.

Mi aprii in un largo sorriso, il più grande che avessi mai fatto, e mi accoccolai contro il suo petto, tornando a farmi cullare dal battito del suo cuore che mai mi era sembrato tanto bello.

 

***

 

Era stato talmente naturale che era stato ancora più perfetto di ciò che mi ero immaginata.

Il campanello mi riscosse dai miei pensieri un’altra volta.

«Avanti!», esclamai con un sorriso nato dal pensiero di quella sera, aspettandomi che entrasse mamma che si era dimenticata qualcosa.

E invece comparve lui.

Alzai lo sguardo non appena mi fu accanto e, immancabilmente, colse l’occasione per baciarmi.

«Ciao! Non ti aspettavo!»

«Perché? Devo prendere appuntamento?», mi domandò con un gran sorriso e gli occhi di sempre.

Però la sua voce era cambiata di parecchio, di nuovo.

Era quella di un vero uomo, fatto e finito.

Cioè… ne aveva ancora da crescere, ne avevamo tutti e due, però adesso eravamo sicuramente più maturi di prima.

Insieme.

«Uhm… sai che potrei obbligarti a farlo?»

«Oh, davvero?»

«Sì sì, davvero», dissi sorridendo prima di sporgermi io stavolta, posando le mie labbra sulle sue.

Tuttavia mi scostai appena in tempo per non farci spingere fino a quel punto perché i miei sarebbero potuti tornare da un momento all’altro.

«Eddai, Leslie, ti prego»

«No!», dissi sgridandolo con la penna.

«Neanche per sogno. Vuoi che i miei ci scoprano?», domandai guardandolo con un finto cipiglio severo.

Vabbè che i miei lo sapevano già, ma sarebbe stato parecchio imbarazzante.

Doveva aver pensato la stessa cosa perché si mise seduto composto, lasciando raddrizzare anche me, per poi gettare l’occhio sul quaderno.

«Che cos’è?», domandò.

Io lo vidi con la coda dell’occhio e lo richiusi immediatamente.

«Niente»

«Eddai, fammi vedere. Non avevamo detto “niente segreti”?», mi domandò prendendomi in contropiede.

Sì, l’avevamo effettivamente detto, ma non è che fosse un vero e proprio segreto, ma non volevo farlo leggere a nessuno prima che fosse finito.

«Oh, tieni. Ma lo faccio solo perché ti amo», dissi lasciandogli il quaderno e voltando il viso verso di lui, cosa che sfruttò a suo favore dandomi un piccolo bacio.

«Grazie, ti amo anch’io», disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Scossi la testa guardandolo mentre leggeva e godendomi la vista del suo viso illuminato dal sorriso.

«È bellissimo», disse.

«Grazie», risposi.

 

                        C’era una volta un regno chiamato Terabithia…

 

 

{ Fine …

 

 

 

Spazio Autrice:

Ecco.

Finito. ç___________________ç

Uuuuuuuuuuhhhhhhh, che tristezza ç________________ç

Lo so che ho fatto un salto gigantesco, addirittura due anni! O.O

Però, come avete potuto vedere, ho voluto fare un po’ di cambiamenti nella vita di tutti quanti.

Di Jess e Leslie in primis, di Ellie che si sposa… insomma, un sacco di cose nuove.

E Terabithia?, vi chiederete.

Beh, alla fine l’hanno abbattuta purtroppo…

Ad ogni modo, questi sono gli ultimi ringraziamenti di “Niente ci schiaccerà” e vi giuro che ho una tristezza incredibile ç_________ç

Beh, direi di cominciare.

 

Arasi: beh… sì, un po’, ma alla fine hai visto che la pensavano uguale? Anche se lei non l’aveva ancora capito ^^ Però l’ha perdonato, l’ha perdonato eccome! xD Bacioniiiiiiiiii e grazie mille di tutto quanto! *w*

Lion of darkness: hihi, eccolo qui il prossimo cap ^^ L’ultimo purtroppo ç_______ç Colgo l’occasione per ringraziare anche te mille e mille volte!! *w* Grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie.

BAbyDany94: tranquilla cara! ^^ E comunque grazie mille per tutte le belle recensioni, il supporto eccetera eccetera!! *w*

 

Insomma… siamo ai ringraziamenti finali.

Ringrazio davvero tutti tutti tutti quanti voi che avete letto nell’ombra, le ragazze che hanno recensito e commentato assiduamente dandomi sempre nuova forza per andare avanti, tutti coloro che hanno inserito la ficcy nei preferiti e nelle seguite *w*

E niente… grazie a Katherine Paterson per aver scritto la magnifica storia originale.

Grazie a Jesse Oliver Aarons ed a Leslie Burke per essere due personaggi fantastici.

Grazie a Josh Hutcherson e ad AnnaSophia Robb (soprattutto a lei ^^) per essere stati un Jess e Leslie fantastici!!!!!!!!! *w*

Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, mille milioni di grazie a tutti quanti!! *w*

 

Niki.

  
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