Capitolo
Sedicesimo .::. « Every
part of me »
[ Maybe I will never be
Who I was before
Maybe I don’t even know her anymore ]
Every part of me – Miley Cyrus
Leslie’s
PoV
Non so
che cos’era accaduto dopo che lui se ne fu andato dalla mia
stanza.
Avevo
riposto il nastro che mi aveva regalato poco prima della mia partenza
nel
cassetto, sotto al quaderno degli appunti, all’album delle
foto e a tutto il
resto.
Nei
giorni a venire andavo a scuola e lo ignoravo completamente.
Immatura?
Sì, ma mi sentivo tradita, abbandonata.
Ero
l’unica che ancora aveva il coraggio di combattere per
salvare il Regno, visto
che lui non sembrava aver intenzione di farlo per nulla al mondo.
Entrai
in classe quella mattina, sbattendo i libri sul banco e non curandomi
del fatto
che Jess era seduto accanto a me come sempre, ma fissando miss Meyers
seduta
dietro la cattedra a fare l’appello.
Quando
disse il mio nome alzai la mano e la riabbassai immediatamente dopo.
Non è
che non avevo intenzione di parlargli.
È
solo
che avevo bisogno di tempo per pensare che cosa realmente ne pensasse
di tutto
quello che avevamo passato, di come avevamo trovato Terabithia eccetera
eccetera.
Per me
era stata una parte importante della mia pre-adolescenza e…
sì, lo sapevo
anch’io che prima o poi si cresceva tutti quanti, ma non
pensavo così in
fretta.
Era la
terza ora quando arrivò un bigliettino al mio banco.
Aspettami alla corsa, dopo.
Dobbiamo parlare di tante cose.
Jess.
Lo
accartocciai e lo rimisi in tasca.
Che
dovessimo parlare non c’era ombra di dubbio.
Difatti
alla corsa, quel pomeriggio, lo raggiunsi.
Com’era
prevedibile non ci posizionammo sulla linea di partenza, ma rimanemmo
decisamente indietro rispetto agli altri così che non ci
sentissero.
«Leslie,
noi due dobbiamo parlare», disse guardandomi con le mani in
tasca.
Lo
guardai a mia volta annuendo ed incrociando le braccia al petto,
facendogli
capire che lo ascoltavo.
«So
che cosa ti saresti aspettata da
me. Pensavi che avrei combattuto con tutte le mie forze, con quanto
fiato avevo
in corpo per salvare Terabithia e ti giuro, te lo giuro che
l’avrei fatto se
non fosse che siamo cresciuti, Leslie, ed è una
realtà che non possiamo
ignorare. Per me… non so nemmeno come spiegartelo, ma credo
che lo senti anche
tu. Terabithia non è più la stessa. Non
è più come una volta. E con questo non
voglio dire che abbiamo perso la fantasia ma che… che non
è più come qulache
anno fa. Io non sento più il nostro Regno come prima.
Ricordi, poco
prima che partissi,
quando ti ho detto che temevo che Terabithia, quando te ne fossi
andata,
potesse scomparire? Ecco, secondo me non è scomparsa del
tutto ma non ha più la
stessa presenza di prima. Capisci quello che voglio dire?».
Ascoltai il suo
discorso in silenzio.
Sì,
capivo ciò che voleva dire.
E la
verità era che mi sentivo
esattamente come lui, solo che non lo volevo ammettere.
Ero troppo
testarda, caratteristica
ereditata da papà purtroppo.
Abbassai lo
sguardo prima di
rispondergli e feci un gran sospiro tornando a puntare i miei occhi nei
suoi.
«Beh…
ti do ragione. La verità è che la
penso esattamente come te e solo adesso che lo so riesco a dirlo,
quindi… è
finita», dissi.
Probabilmente
usai le parole sbagliate
perché lo vidi immediatamente sbiancare e temetti che
potesse svenire da un
momento all’altro.
«Oh,
no no, non intendo noi due. Noi
andiamo benissimo! Parlavo di… di Terabithia. È
ora che il regno si dissolva,
no?», dissi con un leggero sorriso anche se pensarlo mi
faceva male, un male
terribile ma purtroppo era così e niente l’avrebbe
cambiato mai.
«Sì»,
rispose lui semplicemente prima
di abbracciarmi stretta stretta.
E non me ne
fregava niente che tutti ci
stessero guardando.
Ero stufa di
nascondere tutto e non
capivo nemmeno il perché lo dovessimo fare.
Per Scott e gli
altri? Beh, tanto ci
sapevamo difendere egregiamente!
Sorrisi a quel
pensiero e lasciai che i
miei occhi si chiudessero da soli.
Era tempo di
dire addio, e con lui ero
pronta a farlo.
Due anni più tardi…
Il sole
splendeva alto nel cielo estivo
di quei giorni.
La settimana
precedente era stata una
settimana piena di pioggia e nuvoloni grossi e neri avevano coperto il
cielo
ventiquattro ore su ventiquattro.
Dopodiché
era arrivato il vento che,
seppur freddolino, le aveva scacciate lasciando posto allo splendido
sole che
adesso entrava dalle finestrate della ex sala dorata che ora era
diventata di
un bell’indaco grazie al fatto che mamma e papà
avevano terminato un altro
romanzo.
«Leslie,
tesoro! Noi andiamo!», esclamò
mamma dalla soglia.
Io mi precipitai
davanti a lei ed a
papà, leggermente sorpresa.
«Dove,
di grazia?»
«Tesoro
non ti ricordi? Dobbiamo
aiutare la mamma di Jess a scegliere le bomboniere per il matrimonio di
Ellie!
Dai, non dirmi che te n’eri dimenticata!», disse
lei con un gran sorriso
aprendo la porta e facendo entrare il sole caldo anche da
là.
Beh, di cose ne
erano cambiate
parecchie in soli due anni.
Ellie Aarons si
stava per sposare,
ebbene sì!
Ricordavo ancora
quando Jess me l’aveva
detto.
Era sconvolto e
pensavo fosse successo
qualcosa di grave davvero, poi invece mi aveva dato la lieta notizia ed
io ne
ero stata più che felice.
***
Pioggia.
Pioggia
continua ed inesorabile.
Uffa.
Mi
chiesi quando diamine sarebbe passata.
Sebbene
fosse estate e la pioggia potesse portare un po’ di
refrigerio, a me non
piaceva comunque.
Sbuffai
lasciando cadere la testa all’indietro sul cuscino quando
sentii il campanello
al piano di sotto.
Mamma
e papà erano andati a fare provviste in città,
quindi dovetti scendere io.
Appena
aperta la porta mi trovai davanti il volto sconcertato e bagnato di
Jess.
Lo
feci entrare e gli portai subito un asciugamano per evitare che si
prendesse
una polmonite.
Più
tardi, sul divano, gli chiesi che cosa fosse successo.
«Ecco…
è successa una cosa, Leslie…», disse
spaventandomi a morte.
Ok,
potevo sembrare una di quelle che rimanevano sempre calmissime, sempre
in grado
di controllare la situazione, ma non era così!
«Jess,
mi stai spaventando…», dissi guardandolo
sinceramente preoccupata.
Che
fosse successo qualcosa alle piccole?
«Okay,
ora te lo dico.», disse facendo una pausa di qualche secondo.
«Ellie
si sposa».
E
a
quelle parole rimasi ad occhi sgranati.
Avevo
capito bene? Sua sorella si sposava!?
«Ma
è meraviglioso!», esclamai saltandogli al collo
con un gran sorriso, nemmeno mi
avesse chiesto lui di sposarlo.
«Meraviglioso?
È una tragedia! Vuol dire che il tempo sta passando troppo
in fretta!», esclamò
a sua volta, terminando la frase con qualcosa di più di una
punta di tristezza.
Mi
allontanai leggermente e gli tolsi una ciocca di capelli bagnati dagli
occhi,
sporgendomi per posargli un leggero bacio sulle labbra.
«Non
devi preoccuparti. Lei resterà sempre la tua sorellona. Non
ti dimenticherà
mai…».
***
Mi ritrovai a
sorridere a quel ricordo.
Alla fine era
stato davvero felice, il
giorno del matrimonio di sua sorella.
Oltretutto
confesso che l’avevo visto
anche commosso, ma lui non lo ammetterebbe mai.
Mi riscossi dai
miei pensieri
trovandomi davanti mamma che mi fissava in silenzio.
«Tesoro,
tutto bene?»
«Eh?
Ah! Sì, sì certo mamma. Andate
pure! E, mi raccomando, scegliete bene!», dissi sorridente
come mai.
Dopo che furono
usciti tornai a sedermi
sul divano con il quaderno sulle gambe, tornando a scrivere.
Certo era
pazzesco come le cose potessero
cambiare così in fretta.
Ora la mano con
la quale scrivevo aveva
un anello.
Già.
Adesso avevamo
entrambi la bellezza di
diciotto anni tondi tondi e… e nessuno dei due era
più vergine.
Ebbene
sì, anche quella era un’altra
cosa che era cambiata, ed ora io e Jess eravamo ufficialmente
fidanzati.
Certo, non si
pensava per niente a
matrimonio, cosa che non ci passava nemmeno per l’anticamera
del cervello, però
chissà…
Oh, era stato
bellissimo.
Davvero.
La
più bella prima volta che una
ragazza avrebbe mai potuto desiderare.
***
Non
era la prima volta che restavo a casa da sola quando i miei erano in
giro per
la presentazione di un nuovo romanzo, cosa che era successa anche
quella volta.
Tre
giorni tutti per me.
O
noi?
Mamma
mi aveva fatto mille e mille raccomandazioni.
Papà
mi aveva solo detto di non fare pazzie.
Io
avevo detto ad entrambi di restare tranquilli.
Due
giorni dopo ero nella stanza indaco – visto che
l’avevano ridipinta dopo aver
finito il romanzo – quando arrivò un messaggio.
Era
di Jess.
“Ehi,
buonasera.
Posso venire da te?
Mi manchi. =(“
Lo
lessi con un sorriso e gli risposi.
“Vieni pure, ma ti
avverto che i miei non ci sono ^^”
Difatti
pochissimi minuti dopo sentii il campanello e mi precipitai ad aprire.
Nel
mentre avevo acceso il caminetto.
Sì,
quella sala poteva anche essere bella, ma era sempre freddissima.
Ad
ogni modo, non appena aprii la porta lui entrò di un passo,
abbassandosi e
posandomi un dolcissimo bacio sulle labbra al quale risposi alzandomi
sulle
punte ed intrecciando le braccia al suo collo, scostandomi poi di poco
e
guardandolo negli occhi con uno sguardo sorridente.
«E
questo?»
«Per
ricordarti quanto sei importante per me», disse
semplicemente, sorridendomi di
quel sorriso che mi toglieva il fiato ogni volta che lo vedevo.
Non
seppi mai come, il mattino seguente, mi svegliai in camera mia tra le
sue
braccia.
Aprii
gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco
tutto ciò
che c’era intorno a me e, alzando lo sguardo, incontrai il
suo viso.
Viso
che non mi era mai sembrato più bello di allora.
Sorrisi
di pura beatitudine e felicità, beandomi del calore che mi
davano le sue
braccia, del suo profumo, del suo respiro regolare, del battito del suo
cuore
che riusciva a calmarmi sempre e, allo stesso tempo, a riempirmi di
felicità.
Allungai
una mano accarezzandogli il viso e scostandogli una ciocca di capelli e
in quel
momento si svegliò, guardandosi un attimo attorno spaesato e
poi guardando me.
E
sotto
il suo sguardo mi sentii il più prezioso dei gioielli, come
un cristallo che
rischiava di rompersi da un momento all’altro ma dal quale
non vorresti mai
staccare gli occhi.
«Buongiorno»,
disse.
«Buongiorno
a te», risposi sorridente ed alzando il busto per posargli un
leggerissimo
bacio sulle labbra, tenendo stretto il lenzuolo al petto.
Quando
mi allontanai lo trovai a guardarmi con uno sguardo talmente intenso
che sentii
il bisogno di abbassare gli occhi.
Lui
mi alzò il viso e incatenò nuovamente i nostri
sguardi.
«Leslie,
io…», disse mentre i battiti del mio cuore
acceleravano per la consapevolezza a
metà che pensassi ciò che stava per dire.
«Ti
amo, Leslie. Non l’ho mai detto a nessuno, ma sento di
poterlo e doverlo dire a
te», sussurrò a un soffio dal mio viso, facendomi
perdere parecchi battiti.
«Ti
amo anch’io», mi ritrovai a pronunciare sgranando
gli occhi subito dopo.
L’avevo
detto? Davvero?
A
quanto
pareva sì.
Mi
aprii
in un largo sorriso, il più grande che avessi mai fatto, e
mi accoccolai contro
il suo petto, tornando a farmi cullare dal battito del suo cuore che
mai mi era
sembrato tanto bello.
***
Era stato
talmente naturale che era
stato ancora più perfetto di ciò che mi ero
immaginata.
Il campanello mi
riscosse dai miei
pensieri un’altra volta.
«Avanti!»,
esclamai con un sorriso nato
dal pensiero di quella sera, aspettandomi che entrasse mamma che si era
dimenticata qualcosa.
E invece
comparve lui.
Alzai lo sguardo
non appena mi fu
accanto e, immancabilmente, colse l’occasione per baciarmi.
«Ciao!
Non ti aspettavo!»
«Perché?
Devo prendere appuntamento?»,
mi domandò con un gran sorriso e gli occhi di sempre.
Però
la sua voce era cambiata di
parecchio, di nuovo.
Era quella di un
vero uomo, fatto e
finito.
Cioè…
ne aveva ancora da crescere, ne
avevamo tutti e due, però adesso eravamo sicuramente
più maturi di prima.
Insieme.
«Uhm…
sai che potrei obbligarti a
farlo?»
«Oh,
davvero?»
«Sì
sì, davvero», dissi sorridendo
prima di sporgermi io stavolta, posando le mie labbra sulle sue.
Tuttavia mi
scostai appena in tempo per
non farci spingere fino a quel punto perché i miei sarebbero
potuti tornare da
un momento all’altro.
«Eddai,
Leslie, ti prego»
«No!»,
dissi sgridandolo con la penna.
«Neanche
per sogno. Vuoi che i miei ci
scoprano?», domandai guardandolo con un finto cipiglio
severo.
Vabbè
che i miei lo sapevano già, ma
sarebbe stato parecchio imbarazzante.
Doveva aver
pensato la stessa cosa
perché si mise seduto composto, lasciando raddrizzare anche
me, per poi gettare
l’occhio sul quaderno.
«Che
cos’è?», domandò.
Io lo vidi con
la coda dell’occhio e lo
richiusi immediatamente.
«Niente»
«Eddai,
fammi vedere. Non avevamo detto
“niente segreti”?», mi domandò
prendendomi in contropiede.
Sì,
l’avevamo effettivamente detto, ma
non è che fosse un vero e proprio segreto, ma non volevo
farlo leggere a
nessuno prima che fosse finito.
«Oh,
tieni. Ma lo faccio solo perché ti
amo», dissi lasciandogli il quaderno e voltando il viso verso
di lui, cosa che
sfruttò a suo favore dandomi un piccolo bacio.
«Grazie,
ti amo anch’io», disse come se
fosse la cosa più naturale del mondo.
Scossi la testa
guardandolo mentre
leggeva e godendomi la vista del suo viso illuminato dal sorriso.
«È
bellissimo», disse.
«Grazie»,
risposi.
C’era una volta un
regno chiamato
Terabithia…
{
Fine …
Spazio
Autrice:
Ecco.
Finito.
ç___________________ç
Uuuuuuuuuuhhhhhhh,
che tristezza ç________________ç
Lo
so che ho fatto un salto gigantesco, addirittura due anni! O.O
Però,
come avete potuto vedere, ho voluto fare un po’ di
cambiamenti nella vita di
tutti quanti.
Di
Jess e Leslie in primis, di Ellie che si sposa… insomma, un
sacco di cose
nuove.
E
Terabithia?, vi chiederete.
Beh,
alla fine l’hanno abbattuta purtroppo…
Ad
ogni modo, questi sono gli ultimi ringraziamenti di “Niente
ci schiaccerà” e vi
giuro che ho una tristezza incredibile
ç_________ç
Beh,
direi di cominciare.
Arasi:
beh… sì, un po’, ma alla fine hai visto
che la pensavano uguale? Anche se lei
non l’aveva ancora capito ^^ Però l’ha
perdonato, l’ha perdonato eccome! xD
Bacioniiiiiiiiii e grazie mille di tutto quanto! *w*
Lion of darkness:
hihi, eccolo qui il prossimo cap ^^ L’ultimo purtroppo
ç_______ç Colgo l’occasione
per ringraziare anche te mille e mille volte!! *w* Grazie grazie grazie
grazie
grazie grazie grazie.
BAbyDany94:
tranquilla cara! ^^ E comunque grazie mille per tutte le belle
recensioni, il
supporto eccetera eccetera!! *w*
Insomma…
siamo ai ringraziamenti finali.
Ringrazio
davvero tutti tutti tutti quanti voi che avete letto
nell’ombra, le ragazze che
hanno recensito e commentato assiduamente dandomi sempre nuova forza
per andare
avanti, tutti coloro che hanno inserito la ficcy nei preferiti e nelle
seguite
*w*
E
niente…
grazie a Katherine Paterson per aver scritto la magnifica storia
originale.
Grazie
a Jesse Oliver Aarons ed a Leslie Burke per essere due personaggi
fantastici.
Grazie
a Josh Hutcherson e ad AnnaSophia Robb (soprattutto a lei ^^) per
essere stati
un Jess e Leslie fantastici!!!!!!!!! *w*
Grazie,
grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, mille milioni di grazie a tutti
quanti!! *w*
Niki.