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Autore: _Jena_    20/03/2010    4 recensioni
Shindou è l'unico sopravvissuto dell'ultima grande famiglia di maghi del suo mondo, da 16 anni è alla ricerca degli assassini dei suoi genitori. Durante il suo viaggio incontra Taki, un giovane schiavo dal passato oscuro...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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undicesimo capitolo


Shindou continuò a fissare con espressione impassibile gli occhi accesi e determinati del giovane che teneva praticamente seduto in grembo. Sospirò e scosse la testa:

-Non ti porterò con me. Significherebbe rendere a quelle persone le cose più facili e non possiamo permettercelo.

-Ma loro vogliono anche te!

-Non ha importanza. So come difendermi.

-Ne ha per me!

Gli occhi di Taki ora erano lucidi di lacrime che minacciavano di scivolare giù per quelle guance morbide.

-Non voglio restare solo un’altra volta, non ora che…

Shindou asciugò col pollice una lacrima dal viso di Taki.

-Non accadrà! Non morirò!

-Come puoi esserne sicuro? Non sei immortale; sei un mago, è vero, ma quelle persone non sono inoffensive. Guarda cos’hanno fatto alla tua famiglia, guarda cos’hanno fatto alla mia!

-Saprò reagire, qualunque sia la situazione.

-Non puoi saperlo!

Le lacrime scendevano liberamente dagli oceani viola che erano gli occhi di Taki: perché non riusciva a capire?

-Promettimi che non te ne andrai senza di me!

Shindou non rispose, continuò a guardare quegli occhi viola brillanti di lacrime, ma non rispose. Non riusciva ad ammettere con se stesso che vederlo piangere gli procurava un’immensa tristezza, che la sola idea di lasciarlo era più dolorosa di una pugnalata. Ma non poteva restare lì lasciando aperta la questione, doveva annientare i piani malefici di quelle persone, doveva farlo anche per il bene di Taki … ! Da quando la salvezza di quel ragazzino era diventata più importante della sua ricerca di vendetta? Distruggere la setta avrebbe risolto entrambe i problemi, ma ciò che adesso aveva preso la precedenza era salvare lui. Perché?
Non sapeva darsi una risposta, però, in quel momento, aveva una certezza: la setta doveva essere eliminata, non importava per chi lo facesse.

-Vado a fare un bagno.

Posò in fretta la lebbra sulla fronte di Taki, poi lo sollevò con facilità dalle proprie gambe per farlo sedere a terra, si alzò in piedi e dopo aver abbassato lo sguardo per osservare velocemente il volto attonito e contrito del ragazzo, si avviò verso il santuario.
Non si guardò indietro neanche una volta mentre si faceva sempre più vicino all’entrata della costruzione e vi entrava.

-Avete parlato?

Shindou si voltò verso la voce per vedere Stefan all’entrata della cucina che lo guardava con il suo solito sorriso comprensivo.

-Qualcosa del genere. Dovrò partire presto e… probabilmente dovrò farlo di nascosto, quindi occupati tu di lui.

-Sai che lo farò. Tu sai che io ho sempre appoggiato le tue scelte, ma questa volta non mi sento d’accordo con te, ragazzo mio. E’ vero che io non lo conosco, ma sono sicuro che non gli farà piacere scoprire che te ne sei andato senza dirgli niente. Soprattutto se parti per proteggere lui.

Il mago lo guardò in viso: quell’uomo era troppo perspicace!

-Che gli faccia piacere o no, non mi riguarda. Ho fatto la mia scelta.

Stefan sospirò, non c’era verso di fargli cambiare idea quando si metteva qualcosa in testa…
Shindou, senza aggiungere altro, si diresse verso la stanza dove qualche ora prima si era fatto il bagno Taki. A terra c’erano ancora dei secchi pieni, l’acqua era fredda ormai, ma non importava, era comunque abituato a lavarsi all’aperto il più delle volte.
Una volta svuotati i secchi nella vasca, vi si immerse completamente chiudendo gli occhi e lasciando che ogni suono e ogni sensazione che non fosse il peso dell’acqua su di sé, scomparissero …

<><><><><> 

Il fuoco danzava nel focolare, i muri di pietra della grande camera traspiravano freddo nonostante quel calore. Un anello d’oro adornato da un occhio realizzato con lo stesso metallo, brillava cupamente colpito dalla luce delle fiamme. Il viso grinzoso dell’uomo che portava quel cimelio, aveva uno sguardo acceso, eccitato, come se aspettasse qualcosa. Quando bussarono alla porta, non diede segno di provare alcuno stupore per l’ora tarda a cui venivano a chiedere la sua udienza.

-Avanti.

Il vecchio si girò rivolgendo il volto verso la porta e vide entrare il capo delle sue spie.

-Li abbiamo trovati, signore! Cosa vuole che facciamo?

Con un sorriso soddisfatto, il vecchio si alzò dando le spalle all’altro occupante della stanza:

-Prendete il ragazzo, il mago verrà da solo.

-Sissignore!

Quando la porta si richiuse, il volto grinzoso si deformò in un’espressione di piena soddisfazione: mancava poco, presto la sua attesa sarebbe terminata!
Sulla parete sopra al caminetto brillò l’acciaio della lama di un pugnale … 
   
 
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