Dentro la
maschera
Era la festa
in maschera più glamour a cui avessi mai
partecipato, ma non era questo a renderla speciale. Portavo un vestito blu con
ricami particolari sulla gonna lunga, i capelli erano sciolti e ondulati, il
mio collo profumava degli odori di oriente e le mie labbra erano ricoperte di
una crema che sapeva di un mix di sapori asiatici. Su i miei occhi pogiava una
maschera semplice che s'intonava al colore del vestito. La musica pompava al massimo
e io ero al centro della sala mentre il resto dei miei coetanei ballava intorno
a me, ma quello che catturò la mia attenzione fu un suono. Sotto quella musica
rock che spaccava i timpani, sentivo un suono sconosciuto, quasi impercettibile
da sentire e solo io lo avevo notato. Lo seguii fino ad entrare in un'altra
stanza, semi buia. Chiusi la porta dietro di me facendola cigolare appena. Ora
la sentivo. Era la melodia di un pianoforte, riconoscevo le note: la... do, la,
sol... sol minore, fa maggiore e re alto. Nell'ombra vedevo qualcuno, un...
ragazzo che suonava con addosso un mantello nero e portava sul viso una
maschera particolare che non avevo mai visto. Conclusa la melodia con il do
basso rivolse lo sguardo verso di me. "Ciao", disse con voce calda e
profonda. "Ciao", dissi rigida. Che strana situazione, chissà chi
era.
"Mi chiamo
Edward", si presentò educato. "Il mio nome è Isabella", dissi
con un sorriso leggero. Si alzò dalla sedia e offrendomi la mano che accettai
mia disse: "Incantato", continuò baciandomela piegandosi in una posa
antica. Sul dorso della mia mano sentii le labbra di una fredda maschera di
gesso che mi fece sentire stranamente in imbarazzo. "Posso chiederti cosa
ti ha condotto a venire qui, se non sono indiscreto?", chiese rimettendosi
dritto con la schiena. "Ho udito un suono", dissi ripensando a quel
momento. Non potevo leggere la sua espressione a causa della maschera, ma curvò
la testa come se fosse confuso. "Come hai fatto a sentirmi?", la sua
voce tremò con una insolita stranezza. "L'ho sentita", ribadii.
"Non hai risposto alla domanda: Come?", mi fece notare ma si rese
conto di essere stato scortese perciò fece un passo in dietro. "Scusa, non
era mia intenzione essere maleducato". Sentivo i miei occhi brillare al
suono di quella voce. "Non hai niente di cui scusati", feci un passo
verso di lui gurdandolo negli occhi. Erano castano dorato, brillavano come dei
diamanti. "Vuoi ballare?", mi domandò porgendomi il braccio.
"Certo", sorrisi gentilmente. Mi prese per la vita cingendomi a sé.
Ci muovevamo con lentezza ascoltando il sottofondo della musica da ballo senza
andare a tempo. "Quale viso si cela sotto questa maschera
misteriosa?", domandai scettica. "Prima sarei curioso di vedere il
tuo", propose indignata. Baciai le labbra della sua maschera come se fosse
davvero il suo viso. Con ancora le sue mani che mi stringevano il bacino, mi
tolsi la maschera dagli occhi. Vidi i suoi brillare. "La tua bellezza va
oltre ogni immaginazione", sembrava sincero. "Ora...", allungai
le mani per togliergli la maschera, ma mi fermò. "Non vorresti sapere chi
sono", disse abbassando il capo con voce bassa e malinconica. "Io
sento che tu..."
"No, ti
sbagli", ringhiò frustrato. "Mi fido di te", continuai nel mio
procedimento togliendogli la maschera. Con mio grande stupore ne trovai sotto
un'altra. "Oh", rimasi barccolante. "Alle volte il destino fa il
suo corso", traduzione: non ti farò vedere qual è la mia faccia.
"Non voglio
insistere", ero glieta di trovarmi fra quelle braccia forti e accoglienti.
Anche se non lo conoscevo, mi dava una strana sicurezza. "Isabella, sei
sola questa sera?", mi domandò beffardo. "Inverità si. La persona di
cui sono innamorata non è venuta al ballo e con me non credo ci sarebbe mai
stato", gli spiegai ripensando a lui.
"Oh, potrei
conoscere il suo nome?", mi chiese facendo un movimento goffo. "Lui
si chiama Edward, come te", dissi mettendo a fuoco i suoi occhi . Ci
fermammo. "Questo... Edward, cosa prova per te?"
"Bhé, non
lo so. Forse gli sono pure antipatica", deglutii come se stessi per
piangere. "Cosa? Cioè, cosa te lo fa pensare?", sembrava nervoso e
incominciò a parlare in fretta, come se volesse difendere qualcuno.
"Lui... è sempre così freddo nei miei confronti".
"Bella",
dondolò e si allontanò da me. "Io... ", iniziò a togliersi la
maschera. "Sono Edward Cullen", lo guardai finalmente in faccia.
"Cosa?", sbraitaisconvolta. "Bella ascolta", mi prese per
il braccio." Io ti amo. Mi comporto così con te perchè è stato difficile
ammettere a me stesso che finalmente tengo davvero a qualcuno. Io farei
qualsiasi cosa per te, sei tutto per me. Ti amo Bella".
I suoi occhi mi
guardarono in un modo che non mi sarei mai immaginata ed era...
Mi strinse a sé
e mi baciò con passione intensa. Riuscivo a percepire i suoi sentimenti, gli
stessi e forti che provavo io per lui, e forse anche di più.