Dieci modi d'incontrarsi... e piacersi #03
Artù sbatté le palpebre.
Gli ci volle un momento perché la vista gli si spannasse.
Anche se la situazione non migliorò più di tanto. Era circondato dal bianco.
“Oh, ti sei svegliato!” Una voce gioviale gli fece girare il collo.
Un ragazzo, giovane, lo guardava dall'alto. Gli sorrideva.
“Dove sono?”
“All'ospedale. Hai fatto un bel volo.”
“E come...?”
“Come è successo? Non hai dato la precedenza e l'auto ti ha investito.
Sei stato sbalzato via dalla moto, sei atterrato sull'aiuola della signora Rosemary, che non ne è rimasta troppo contenta, anche se ha chiamato subito l'ambulanza. Ti è andata di lusso, potevi rimanerci secco.” Gli strinse delicato la mano, partecipe. “Nella sfortuna ti sei rotto solo due costole, e la gamba sarà apposto tra un paio di mesi. Hai la pellaccia dura.”
“Ma tu...?” Chi sei?
“Ah, scusa, io sono Merlino. Sono solo un infermiere, ora ti chiamo il medico.”
Artù non si seppe spiegare il senso di perdita che provò quando Merlino, prima che lui potesse sollevare una mano, era girato sui tacchi per poi sparire in corridoio.
Il medico che venne a visitarlo, un certo Gaius, era sicuramente meno piacente, tutto rugoso e burbero.
Direi che non c'è niente da dire, su questo capitolo, se non che è specialmente dedicato alla Volpe (che non so per quale ragione, ha particolarmente apprezzato questa scena XD) e alla Bibi, e al suo bambino/a.
Riguardo al capitolo precedente... confesso che è stato “relativamente” semplice calarmi nella vita universitaria dei nostri beniamini, prendendo spunto dalle mie esperienze pisane XD (chiunque studiasse a Pisa sarebbe il benvenuto per prendere un caffè ^.-).
E sì, io ho la tendenza d'infilare gli occhiali a tutti. Artù compreso. E' quasi un feticismo XD
Detto ciò, non mi resta che augurarvi una buona Primavera, sperando che il tempo si decida a migliorare permanentemente.